Gesù spiega come e in che senso si possa e si debba dire che la Divina Volontà eserciti la sua virtù bilocatrice e come l'anima, in Lei, possa e debba bilocarla e bilocarsi in tutto, per portare in tutto e a tutto la gloria divina e beneficiare dei portenti di una vita divina così generata e alimentata. Meditazione su Libro di Cielo, Volume 21, 24 Maggio 1927, 31 Marzo 2021
24 Maggio 1927
Offerta del lavoro nel Voler Divino. Chi vive in Esso forma tanti atti di Vite Divine, possiede la virtù bilocatrice
Il Signore ci rivela - in questo brano - questo nuovo mistero questa nuova caratteristica della Sua Volontà quando regna in un'anima e quando l'anima - in cui essa regna - opera in Essa. Si parla di oggi di virtù bilocatrice che viene partecipata alla creatura. La quale, come dice Gesù, è bilocata in ogni opera della Creazione - si potrebbe dire plurilocata - e dall'altro essa la creatura biloca la DV in essa per diventare la riproduttrice della Vita Divina in sè. Sono concetti abbastanza elevati, non sono concetti- non sono teorie ma cose reali in cui con pazienza dobbiamo cercare di entrare.
Tutti quanti noi avremo sentito di qualche Santo che si bilocava (Padre Pio ad esempio), non è che una persona si trova in un certo luogo e dall'altra parte ci va una sorta di duplicato. E' la stessa persone che si trova con corpo ed anima in due momenti contemporanei operando in due posti differenti. Questo ci può causare qualche stupore - step successivo: in questo momento (in cui tu stai leggendo ad esempio) si può stare certi che almeno per ora ci sono diversi tabernacoli - si spera molti - dove c'è un'ostia consacrata. La Chiesa dice che quell'ostia non c'è solo un simbolo di Gesù ma c'è la Presenza vera, reale, sostanziale e personale dello stesso Gesù salito al Cielo seduto alla destra del Padre. La Messa è lo stesso sacrficio del Golgota che si attualizza in un certo momento storico. Unica differenza di queste due cose: la presenza di Gesù è legata alle specie eucaristice e nella Messa il Sacrificio si compie in maniera mistico sacramentale e non cruenta. Ma è lo stesso ed indentico sacrificio. Ma come sono possibili queste cose? Quando facciamo la comunione e la fanno anche gli altri - dentro ciascun ostia e frammento visibile ad occhio umano è presente Gesù Cristo tutto intero. Attenzione: quanti Gesù ci sono? Uno o miliardi? E quanto è bilocato e plurilocato? Com'è possibile che si realizzi ciò? Il sacerdote dice: mistero della Fede, per Dio è una cosa semplicissima. La dv è presente dovunque e dappertutto, non ha nessun problema. Nell'eternità, la vita di Gesù sta scorrendo adesso. Il problema è che quando entriamo con Dio e quindi con il mistero della sua Volontà, noi entriamo in un'orizzonte nel quale siamo coinvolti, travolti e sopraffatti, possiamo semplicemente - con la nostra intelligenza limitata - comprendere e percepire qualcosa. Perchè Gesù fa questo discorso?
Il testo di oggi parte da un bellissimo giro di Luisa (offerta di lavoro):
Stavo facendo l’offerta del mio lavoro dicendo: “Gesù, amor mio, voglio le tue mani nelle mie per dare al nostro Celeste Padre quell’amore e quella gloria che Tu individualmente desti con le tue opere stando sulla terra, non solo, ma voglio unirmi con Te quando Tu, Verbo del Padre fin dall’eternità operavi insieme con Lui con le stesse sue opere, amavi con amore reciproco e con perfetta eguaglianza e voglio glorificarvi con quella stessa gloria con cui vi glorificaste Voi stessi, tra le tre Divine Persone. Ma non sono contenta, voglio mettere le mie mani nelle tue per scorrere insieme con le tue, nel tuo stesso Volere nel sole per darti la gloria della luce, del calore, della fecondità del sole; nel mare per darti la gloria delle sue onde, del suo mormorio continuo; nell’aria per darti la gloria del canto degli uccelli; nel cielo azzurro per darti la gloria dell’immensità e nello scintillio delle stelle, nel loro tremolio faccio scorrere la mia voce che ti dice “ti amo”; voglio scorrere nei prati fioriti per darti la gloria e l’adorazione dei profumi; non c’è punto dove non voglia trovarmi, affinché dovunque Tu senta che la tua piccola figlia ti adora, ti ama e ti glorifica.”
Io che sto sulla terra non posso entrare dentro il Sole, perchè non è alla nostra portata. La Dv ha creato quell'astro di luce e dentro quell'astro sono depositate delle proprietà della dv che noi non comprendiamo perfettamente (la luce, il calore, la fecondità che il Sole dona ecc...) in quell'opera la dv ci sta come sta dentro di me. Quindi mi fondo con la dv e con un'atto di volontà posso entrare nell'astro e trovarmi nel sole, prendendo le opere che la dv ha fatto nel sole e offrirle alla dv per la sua gloria (e così posso fare per tutti enti creati). E quindi reco a Dio una gloria infinita degna di Lui e in un certo senso mi biloco perchè in un'istante posso andare a ritrovarmi - se dico dv ti rendo tutta la gloria che ricevi dalle stelle...quante stelle ci sono? Trilioni di miliardi.. se io dico: nella dv entro in ogni atomo creato nelle galassie (in quanti posti sono entrato?) e lo faccio in un'istante - per andare a prendere in quell'atomo...cosa abbiamo combinato con una cosa del genere? Gesù dice che quando facciamo questo si forma una vita divina. Quando noi parliamo di vita divina parliamo di vita divina, io sono vivo, l'essere vivo significa che c'è una serie cose belle in me, la vita biologica è una cosa bella, dolce, ecc.. io ne sento il beneficio. Quando si genera una vita divina vuol dire che si producono in maniera per incomprensibile ed aldilà di quanto noi possiamo immaginare, benesseri celesti, effetti soprannaturali e divini, facendo queste semplici operazioni.
“Figlia mia, ogni atto che fa la mia Volontà unita coll’anima, vi forma una Vita Divina, perché essendo Essa Divina non può fare a meno di formare Vite Divine negli atti suoi, in modo che dov’Essa regna, come l’anima opera, parla, pensa, palpita, eccetera, così il mio Voler Divino fa scorrere la sua opera, la sua parola, il suo pensiero e palpito in quello della creatura e vi forma prima il suo atto, la sua parola e poi dà il parto della sua Vita Divina. Sicché in tutto ciò che l’anima fa, sprigiona da Sé tante Vite Divine, in modo che riempie Cielo e terra di tante immagini di Vite Divine, Essa diventa la riproduttrice, la bilocatrice della Vita Divina. La mia Volontà non è meno potente nell’anima dove regna con la pienezza del suo dominio, di quello che è nel seno delle Tre Divine Persone e perciò, possedendo la virtù bilocatrice, non solo forma nell’anima quante Vite Divine vuole, ma vi forma il suo cielo, il suo sole, i mari d’amore, i prati fioriti e fa che l’anima dica al suo Dio: “Cielo mi hai dato e cielo ti do, sole mi hai dato e sole ti do, mari e prati fioriti mi hai dato e mari e prati fioriti ti do, tutto ciò che hai fatto per me nella Creazione e Redenzione, la tua Volontà li ripete in me, in modo che ti possa dare tutto, come tutto mi hai dato.” Gesù
Quando noi ci soprendiamo che iniziamo a vedere che l'uomo vecchio inizia a fare i capricci - capita anche al don - riemergono i difetti, le vecchie modalità di fare che sembravano essere superati- i famosi risvegli ecc.. questo significa fondamentalmente due cose: stiamo uscendo dalla dv - o le cose di cui ci stiamo occupando o il modo con cui ce ne stiamo occupando, pensando ecc.. - non è conforme ai divini voleri. Secondo: quanto più queste caratteristiche dell'uomo vecchio prendono forza vuol dire che stanno diminuendo gli atti nella dv, sicuramente. Non basta fare il giro nel sole, nelle stelle per vivere nella dv però queste operazioni producono vita divina, succede che la vita divina prodotta da questi atti sbandisce e spolverizza tutto ciò che c'è di umano in noi: le nostre passioni, le nostre cattive tendenze, di peccaminoso, i nostri vizi... quindi lo strumento in più che ci dà rispetto all'ascetica classica è questo che vedo che mi si riaccende il difetto dell'ira, superbia, avidità, impurità, turpiloquio ecc..... ma come è possibile? Mi sembrava superato questo difetto.
L'ascetica classica dice: rimboccati le maniche, fai una buona confessione e combatti e contrasta questo difetto - questo dobbiamo farlo lo stesso - però Gesù ci dice (con questi scritti) di non prendere di petto il nemico quando sei debole altrimenti cadrai di nuovo, prendilo in un'altro modo: anzichè di diminuire la forza dei vizi, cerca di fare il pieno della forza di chi i vizi li distrugge - che è la potenza della dv e come si fa? Moltiplicando gli atti,i giri e oltre che facendola. Purtroppo se la nostra attenzione - come succede - cala o arriva a livelli bassi e noi diminuiamo il numero dei nostri atti, sentiremo ricrescere in noi le passioni dell'uomo vecchio che sono come le cenere dell'Araba Fenice: se sono tenute a bada da chi è più forte di loro, stanno buono ma se chi è più forte di loro si allontana perchè io non sto più unito a Lui, addio, eccole che risorgono. Riprendono a tormentarci con tutto ciò che esso comporta: tristezza, turbamento, perdita della pace interiore, la perdita della gioia ecc... e quando poi il maligno vede che le difese si sono abbassate scatena il finimondo andando a stuzzicarti nei punti in cui siamo deboli perchè sa che se perdiamo l'unione con la dv lui sa che ti farà a mille pezzi. Ed inizierà a giocare come il gatto con il topo. Il don non vorrebbe dirle ma con la sua esperienza sacerdotale la diagnosi sembra essere questa: noi dobbiamo fare in modo che la dv possa duplicarsi in noi e sprigioniare in noi la sua forza potentissima che se questo accade il volere divino...
"..E perciò dov’Essa regna si diletta di metterla alla pari con Noi, molto più che sa che quella è la nostra Volontà, di volere la creatura simile alla nostra immagine ed Essa, nostra fedele eseguitrice, la rende tale e Noi chiamamo questa creatura dove regna il nostro Fiat Supremo, la gloria nostra, l’amore nostro, la Vita nostra. Solo col nostro Volere l’anima può giungere a tanto, senza di Esso c’è grande distanza tra Creatore e creatura, perciò amo tanto che il Voler Divino regni nella creatura, per dare il largo campo d’azione alla nostra Volontà di bilocare le nostre opere, la nostra Vita e di elevare la creatura allo scopo perfetto per cui fu creata..." Gesù
Se accade questo il diavolo non si riesce ad avvicinare e le nostre passioni non hanno il potere di riaccedenere e ricominciare a fare pasticci. Tutto quanto il segreto consiste in questo. Non dobbiamo farci prendere dallo sconforto e dalla depressione se c'è un momento di calo - noi purtroppo con la nostra natura umana piena di miserie ed imperfezioni dobbiamo metterlo in conto - il problema (dicono i maestri di spirito) non è cadere ma non rialzarsi. E se cadiamo 400 volte, 400 volte dovremo rialzarci..è una grande mortificazione rialzarsi ed ammettere che siamo caduti. Ma senza starsi a colpevolizzarsi ma non cessando di volerci bene, noi come non conosciamo l'immensa potenza e grandezze dalla dv (non ne abbiamo un'idea adeguata), noi ascoltiamo quello che dice Gesù e lo facciamo nostro ma da qui ad averne un'idea adeguata ci passa un pò, non abbiamo conoscienza adeguata della nostra miseria e debolezza. Giova ricordare a questo riguardo le parole che Gesù disse a santa Faustina: se tu conoscessi fino in fondo l'abisso della tua miseria moriresti di dolore. (se Gesù disse così a santa Faustina io cosa devo pensare (dice il don)?).
Anche il Santo, il santo è santo per la presenza della grazia in sè, ma se Dio leva le mani e ci lascia a noi precipitiamo nel baratro. Da noi stessi noi siamo questo. Le esperienze di caduta, giova pensare e ricordare la debolezza di Pietro e il fatto che lui pensava di non averla. Pietro era convinto di essere in grado di essere coraggioso. Sei sicuro di conoscerti bene? Dio non voleva che Pietro facesse quello che ha fatto, ma anche quella è stata una cosa divinamente permessa perchè attraverso quel capitombolo san Pietro ha conosciuto la sua debolezza, con quella botta che ha preso, prima di mangiarsi vivo qualche povera anima caduta in qualche capitombolo, ci deve pensare 100 miliardi volte. Generalmente non occorre che il Signore ci ricordi le nostre cadute, perchè chi le vive se le ricorda molto bene e questo lo aiuta ad essere più indulgente e misericordioso. L'arte di trarre profitto dai nostri peccati e dalle nostre cadute (Libro).
L'arte di trarre profitto dai nostri peccati - Joseph Tissot
Il titolo del piccolo libro: "L'arte di trarre profitto dai nostri peccati può" destare meraviglia. Il peccato è un male per l'uomo; ha degli effetti nocivi, distruttivi. Tante vite umane vengono rovinate dai peccati. Come questi peccati possono procurare un profitto e come è possibile l'arte di assicurarlo? È vero che il peccato ci porta un grave danno. La sua malizia consiste prima di tutto nel fatto che offende Dio; più esattamente offende il Padre nel suo amore per noi. Ma siccome il nostro destino si compie nelle nostre relazioni di amore filiale verso il Padre, l'inimicizia causata dal peccato danneggia la nostra esistenza. Lo stato di peccato rende l'uomo profondamente infelice; suscita in lui un grande disturbo e stimola dei sentimenti di timore e di tristezza.
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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