Dove c’è la Divina Volontà c’è tutto, non c’è cosa che le può sfuggire. Una singolare esperienza di Luisa al riguardo. La Divina Volontà è amore e porta a chi la accoglie la perfetta comunione di tutti i beni del Creatore. Adamo visse questa pienezza fino al massimo limite possibile. Così la vivranno coloro che impareranno a possedere la Divina Volontà, la cosa più strabiliante che possa esistere. Meditazione su Libro di cielo volume 20, 6 Febbraio 1927, 8 Febbraio 2021
6 Febbraio 1927
Dove c’è la Volontà Divina c’è tutto, non c’è cosa che sfugga e chi la possiede vive nella comunanza dei beni del suo Creatore, amore e felicità riceve, amore e felicità dà
Molte volte abbiamo visto, durante le meditazioni, che la Dv ha come figlio primogenito l'amore divino che è la stessa essenza di Dio, Dio è Amore e la dv è amore infinito. In questo brano il termine comune è usato molto di frequente. Se c'è la comunione, nei fatti si percepisce, si vede e significa tutto ciò che è mio e tuo, e tutto ciò che è tuo è mio. Una bella famiglia cristiana è l'immagine di questa bellissima comunione, in continuazione non fa altro che esprimere questa comunione in tutto: di intenti, di beni anche materiali (quando si è disposti a mettere i soldi in comune siamo già ad un buon tasso di comunione), comunione della vita privata, del talamo, la cessazione di ogni forma di ripugnanza reciproca, quando una persona ama non sente la ripugnanza che proverebbe una persona singola. Il Matrimonio Sacramento è l'immagine della Chiesa con Cristo, Chiesa non come istituzione al modo di quelle umane; la Chiesa è la comunità degli eletti dei santi. Gesù ha un rapporto sponsale sia nell'insieme ma sia singolarmente con ogni anima. Questa vocazione sponsale all'amore di cui la Sacra Scrittura è piena, era la condizione vissuta dai nostri progenitori prima del peccato e sarà la condizione nella misura nella quale la dv sarà nostro possedimento. Non semplicemente fare la dv, ma possederla. Il possesso indica la comunanza di tutti quanti i beni che diventano della creatura, qua Gesù fa percepire a Luisa usa cosa che accade anche a noi anche se non la percepiamo:
Stavo tutta immersa nel Supremo Volere, seguendo i suoi atti per costituirmi atto di ciascuna creatura ed il mio dolce Gesù è uscito dal mio interno e, stendendomi le sue braccia, mi ha abbracciata forte, stringendomi tutta a sé. Ora mentre Gesù mi abbracciava, tutte le cose create, il Cielo, il sole, il mare, tutti anche il piccolo uccellino, mettendosi intorno a Gesù, mi abbracciavano perché volevano ripetere l’atto suo, facevano come a gara e nessuno voleva restare dietro...."
Tutta la Creazione è stata fatta da Dio, gli obbedisce, giungere a questo tasso immenso di comunanza di vita significa entrare in una profondissima comunione con tutto il creato. Luisa ne ha un'esperienza sensibile, anche mistici e Santi hanno vissuto queste esperienze straordinarie, non aggiungono a nulla (il don cita i santi che hanno avuto visioni durante la Messa); il fatto che non abbiamo la percezione sensibile non vuole dire che questo non accada anche con noi. In questa vita la percezione sensibile è un dono straordinario dato dal Signore, ma non è questa la cosa essenziale; anche quando non è percepibile non cessa di essere reale. Quello che è sempre percepibile, se si vivesse qualcosa di straordinario (a patto che sia autentico) è che chi lo vive uno pensa che non lo sia (ma ti pare che Nostro Signore viene da me che sono un povero peccatore?). Lo straordinario ha sempre questo rischio, questa possibilità di non togliere il dubbio che in qualche uno se lo sia immaginato. Per noi il grande segno è quella pace e gioia profondissima che è il riverbero spirituale di quell'immensa felicità che nasce dallo stare uniti e fusi con la dv e con tutti i beni che questa dv possiede. Altra cosa tipica:
"..Tutto è in comune con chi possiede la mia Volontà: in comune è l’amore, in comune è la santità,.." Gesù; se viviamo nella dv dovremmo avere un forte amore per Dio e per il prossimo, non posso vivere nella dv e aver tagliato i ponti con il prossimo. Io non posso stare tranquillo se non sto in pace con tutti, se ho da perdonarmi perdono. La Dv ci mette in contatta con l'essenza di Dio, Ciò una cosa è, quando san Giovanni definisce Dio (Dio è Amore, lo è per Essenza); non si può entrare in contatto con Dio e non amare il prossimo. Quando questo non si vive, il contatto è rovinato, falsato dalle nostre miserie, umane volontà ecc.. anche nelle cose sante, siamo capaci di rinunciare alla nostra volontà? Stare veramente e completamente abbandonati.
"...E se ciò non potesse essere, soffrirebbe come può soffrire un padre che, essendo ricchissimo, si trova nell’impossibilità di poter dare i suoi beni ai veri e fedeli suoi figli e quindi, non potendo dare ciò che lui possiede, è costretto a vederli poveri. Questo padre in mezzo all’opulenza delle sue ricchezze morrebbe di dolore ed attossicato dalle sue amarezze, perché la gioia del padre è di dare e rendere felici i figli con la sua stessa felicità. Se tanto può soffrire un padre terreno quando non può fare comunanza di beni con i suoi figli, fino a morire di dolore, molto più soffrirebbe l’Eterno Creatore, Padre tenerissimo, se non potesse mettere in comune i suoi beni con chi possiede il Fiat Divino e come figlio suo ha i suoi diritti di possedere la comunanza dei beni del Padre suo. E se ciò non fosse, cozzerebbe con quell’amore che non conosce limiti e con quella bontà più che paterna che è il continuo trionfo di tutte le nostre opere..." Gesù
La bontà, nella misura in cui ci si unisce alla dv si diventa buoni. Operosi nel bene, si fa solo in vista del bene. Certe forme, stili e modi di fare non possono coesistere in una persona che vive nella dv. Poi una persona ci arriva. Dio ci fa capire nella coscienza cosa è sbagliato o è giusto, o mi tengo le opere della umana volontà o mi attacco alla divina umana, nella dv non ci può entrare nulla di umano. Un'anima che vive nella dv deve diventare la fotocopia vivente di Gesù e di Maria. Se non diventiamo delle loro copie viventi non ci siamo.
"..Tale era lo stato di Adamo quando fu creato fino a quando peccò; ciò che era nostro era suo, la pienezza della luce accentrata in lui, faceva sì che una era la sua volontà con la nostra che gli portava la comunanza dei nostri beni. Come ci sentivamo raddoppiare la nostra felicità per causa della Creazione, non per altro, perché vedevamo Adamo, il figlio nostro, felice della nostra stessa felicità, perché siccome la sua volontà era una con la Nostra, la Nostra pioveva a torrente coi nostri beni insieme alla nostra felicità, tanto che lui, non potendola tutta contenere perché non aveva la larghezza del suo Creatore, mentre si riempiva fino all’orlo fino a traboccarne fuori, faceva risalire tutto il resto a colui da cui li riceveva; e che cosa faceva risalire? Il suo amore perfetto che aveva ricevuto da Dio, la sua santità, la sua gloria che possedeva con noi in comune, come per contraccambiarci “la felicità, l’amore, la gloria. Felicità davamo e felicità ci dava, amore, santità e gloria gli davamo, amore, santità e gloria ci dava..." Gesù
Anche la Madonna ha conosciuto i torrenti di grazia, anche la Madonna stessa ha un limite ai beni che può ricevere, per quanto io sia disposto Dio non entra dentro di noi stessi perchè limitati. Se una persona vive nella dv (secondo le sue capacità) riceve Dio.
"...Figlia mia, il possedere una Volontà Divina è cosa da far strabiliare e non può comprendere tutto l’umana natura, che sente, possiede e non sa esprimersi" Gesù
Non ci sono parole adeguate per esprimerla.
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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