Gesù torna a chiedere a Luisa di prendere su di lei dolorosi colpi destinati ai peccatori. Ella esprime il suo unico grande timore, quello di uscire dalla Divina Volontà. Gesù le spiega come, dopo che ad Essa ci si è liberamente incatenati, ciò non è più praticamente possibile. Gesù chiede a Luisa consolazione per i Suoi dolori e le chiede di asciugarGli le lacrime. I nostri dolori sono nulla a confronto dei Suoi. Elogio dell'allegria e mali della mestizia. Libro di cielo volume 16, 5 Febbraio 1924, 6 Aprile 2020
5 Febbraio 1924
Privazioni. Pene di Gesù, mestizia dell’anima. Effetti dell’allegria. L’anima non può uscire della Divina Volontà, perché la sua volontà sta incatenata con l’immutabilità della Volontà Divina
Questa meditazione capita il Lunedì Santo, all'inizio di questa settimana santa. Meditazione molto a tono e conforme a molte cose che stiamo vivendo in questi giorni. Ricompare il tema dell'offerta di immolazione di Luisa, prendere su di lei i colpi destinati agli altri (che è un continuare ciò che ha fatto Gesù).
“Figlia mia, dove vuoi che ti batta con questa bacchetta? Voglio percuotere il mondo, perciò sono venuto da te, per vedere quanti colpi vuoi ricevere tu, per dare il resto alle creature, perciò dimmi dove vuoi che ti batta.” Gesù
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di Lui (profeta Isaia) e dalle sue piaghe siamo stati guariti. Gesù nel corso della Storia lo ha fatto una volta per tutti, ma nel corso della Storia, Gesù chiama i suoi amici, perchè storicamente nel corso del tempo si rinnovano quelle situazioni di moltiplicazione sfrenate del male attraverso il peccato e quel male deve ricadere da qualche parte. O ricade sui colpevoli o in parte, ma Gesù associa la sua funzione austera (funzione di vittima) alcune anime generose. Luisa fa un braccio di ferro con Gesù per essere battuta dove vuole Lui.
(Luisa) Ed io, amareggiata com’ero, ho detto: “Battimi dove vuoi, io non voglio saper nulla, non voglio altro che la tua Volontà.”
(Gesù) E Lui di nuovo: “Voglio sapere da te dove vuoi che ti batta.”
Ed io: “No, no, non lo dico mai, voglio dove vuoi Tu.”
E Gesù è ritornato di nuovo a domandarmelo e vedendo che io rispondevo sempre: “non voglio altro che la tua Volontà,” ha ripetuto:
“Sicché neppure vuoi dire dove vuoi che ti batta?”
Onde senza dirmi altro mi ha battuta; quei colpi erano dolorosi, ma siccome partivano delle mani di Gesù m’infondevano la vita, la forza, la fiducia.
Sappiamo che la vita nella dv nelle sue forme matura la condivisione dei dolori e delle pene di Gesù, tutto questo è motivato semplicemente dall'amore. L'amore fa sì che si condividano i pesi dell'amato e si facciano proprie le sofferenze e le gioie dell'amato.
"..“Me ne vado dalla figlia mia, dalla mia piccola neonata della mia Volontà, affinché mi asciughi le lacrime, con gli atti che ha fatto nella mia Volontà mi darà l’amore e tutto ciò che gli altri non mi danno, mi riposerò in lei e la rinfrancherò con la mia presenza, tu invece ti fai trovare così mesta, che devo mettere da parte le mie pene per sollevare le tue..." Gesù
Gesù torna poi da Luisa per ricrearsi un pò ma - dice a Lusia - che se si fa trovare triste - poi è Gesù che deve consolare Luisa e non l'incontrario. E chiediamoci: com'è il nostro rapporto con Gesù? Stiamo solo a prendere o se qualche volta magari proviamo anche a dare qualcosa. E' vero che il Signore non ha bisogno di nulla e delle nostre pochezze, ma Lui si compiace di ricevere come manifestazioni del nostro amore. Cosa stiamo dando a Gesù? Cosa gli diamo? Purtroppo c'è sempre questo atavico egoismo umano: vogliamo sempre prendere, lo facciamo con le creature e con il Creatore. Sempre pronti a prendere e poco a dare. Pensiamo come sta Gesù adesso vedendo queste cose? Certamente Lui non è contento di vedere soffrire i suoi figli e non lo è neanche quando queste sofferenze sono necessarie. Non lo è. Certamente se ci fossero anime buone che proprio in questo momento sapessero ammaestrate dall'arte dell'amore come consolarlo, ripararlo e cosa dirgli - non solo sarebbe gradito a Dio - ma avrebbe ricadute positive dovunque.
Mi sentivo amareggiata per la privazione del mio sommo ed unico bene, anzi mi sentivo tutta sfinita perché non sarebbe più venuto Colui che era tutta la mia vita, tutto il passato un gioco di fantasia; oh! se fosse in mio potere avrei bruciato tutti gli scritti affinché nessuna traccia potesse rimanere sul conto mio. Anche la natura sentiva i dolorosi effetti, ma è inutile dire su carta ciò che ho passato, perché anche la carta, crudele non ha una parola di conforto per me e non mi dà Colui che tanto sospiro, anzi col dirlo rincrudisce le mie pene, perciò passo avanti. Luisa
"..“Amor mio, che dura sorte è la mia, la tua privazione mi uccide, il timore che possa uscire dalla tua Volontà mi schiaccia, dimmi, dove ti ho offeso? Perché mi lasci? E anche se ora stai con me, non mi sembra che sia venuto per rimanere con me come prima, per stare insieme, ma di passaggio. Ahi! come starò senza di Te, mia vita? Dillo Tu stesso se posso e, mentre dicevo ciò, ho rotto in pianto..." Luisa
Secondo punto di meditazione: Per Luisa Gesù era tutto, è da notare la delicatezza di quest'anima che soffriva non soltanto per l'assenza del suo Amore, ma soffriva anche temendo che tale assenza fosse dovuta all'essere uscita della Dv. Anche qua abbiamo un piccolo specchio ("...il timore che possa uscire dalla tua Volontà mi schiaccia,.."), di confronto. Di che cosa abbiamo paura noi? Quali sono le nostre paure? Il Signore è mia Luce e salvezza di chi avrò paura? dice un salmo. Quanti brani della Bibbia dicono: non temere. Pensiamo al brano quando Gesù sta sulla barca e succede il finimondo (Vangelo), Gesù si sveglia e dice di stare tranquilli. Di che cosa abbiamo timore? Quali sono le nostre paure?
Uno può tenere accesa la tv tutto il giorno (durante il lockdown) o i videogiochi. Il don suggerisce di fare un pò di silenzio e di preghiera profonda, e di chiedere a Gesù: Signore, di che cosa ho paura? Di ammalarmi? Di rimanere senza lavoro? Ecc... Anche le paure più umanamente comprensibili, ma quanto io ho paura di uscire dalla tua Volontà? La Paura è quel sentimento che ci presenta dinnanzi quando vediamo che incombe un male e lo vogliamo assolutamente evitare e lo consideriamo come il Male dei Male da cui proteggerci. I Figli di Dio hanno paura del peccato, di ciò che ci porta dalla dv, l'unico male sorgente è questo, tutto il resto non è degno della nostra paura. Perchè abbiamo Dio che è degno della nostra fiducia. Uscire della dv e il terrore che Gesù la lasci. E Gesù la rasserena:
“Povera figlia mia, povera figlia mia, coraggio, il tuo Gesù non ti lascia, né temere che possa uscire della mia Volontà, perché la tua volontà sta incatenata con l’immutabilità della mia, tutt’al più saranno pensieri, impressioni che sentirai, ma non veri atti, perché stando in te l’immutabilità della mia Volontà, quando la tua sta per uscire dalla mia, sentirai la fermezza, la forza della mia immutabilità e resterai più incatenata...." Gesù
Alcune devozioni, la consacrazione del Totus Tuus ci fa mettere una catenella al polso sinistro. Ma che significa quella catena? Una persona incatenata non è libera di fare quello che vuole. Possiamo incatenare la nostra Volontà? Sì, a patto che sia un'atto volontario perchè Dio non lo farà mai. Dio le catene le rompe tutte, è il diavolo che ci incatena a cose brutte, che ci danno la morte ma che hanno un'apparenza di felicità; Dio auspica un nostro santo libero e volontario incatenamento ma non per farci perdere la libertà ma è contento se la troviamo perchè stare incatenati alla Volontà di Dio vuol dire essere la persona più felice e libera dell'Universo. E san Luigi Maria Monfort dice che se questo passa attraverso il mezzo dolcissimo e soave della Madonna - perchè da sè stessa si è presentata al trono di Dio incatenando la sua volontà al trono di Dio -. Il diavolo incatena, Dio le spezza ma desidera che volontariamente e liberamente per il nostro bene ci incateniamo a Lui. Se questo accade veramente, Gesù ci assicura che un'uscita sostanziale non sarà più possibile, qualche pensiero o impressione passeggera ma non veri atti. Perchè se tu ti incateni veramente, se tu inizi ad uscire -- la lunghezza della catena ha una lunghezza X, se io mi muovo dentro quella lunghezza non sento nulla ma se vado oltre la lunghezza catena mi sento tirare la caviglia casco per terra. Quindi quando c'è questo, la coscienza ci avverte e si avverte la forza dell'immutabilità della dv e ci fa ritornare in noi stessi.
Domanda: da cosa siamo incatenati? Siamo interiormente liberi da tutto e da tutti? Non desideriamo altre catene? Io da Gesù cerco solo consolazioni e carezze o alcune volte sono disposto a darglieli? Vado sempre a piangere ai piedi di Gesù (anche metaforicamente) - lamentandomi di quanto stia male ecc.. - o qualche volta dico a Gesù: adesso fammi soffrire un pò le tue sofferenze, fammele percepire nel mio cuore. Fammi piangere con Te. Le Tue sofferenze (rivolto a Gesù) sono più grandi dei miei, hai un'autotreno di persone che sta sempre a chiedere o a lamentarsi, con me oggi no. E se vuoi alleggerirti, solo soltanto un povero peccatore o peccatrice, che vorrebbe provare ad amarti un pochino se ti fa piacere altrimenti come non detto.
"..“Me ne vado dalla figlia mia, dalla mia piccola neonata della mia Volontà, affinché mi asciughi le lacrime,.." Gesù
Noi abbiamo mai asciugato le lacrime a Gesù? O ce le siamo sempre solo fatte asciugare da Lui?
"..Vedi, Io vengo dalle le creature con le lacrime agli occhi, trafitto nel cuore, tradito da molti.." Gesù
Chi è che consolerà le sue lacrime, sui suoi dolori e sulla morte? Chi piangerà a dirotto sulla morte di Gesù? Chi piangerà dicendo che gli dispiace di aver concorso anche lui/lei alla morte di Gesù? Chi farà questo? Chi farà questo sappia che vivrà la beatitudine evangelica. Queste sono le lacrime sante e non quelle della mestizia.
"...Non sai tu che l’allegria all’anima è come il profumo ai fiori, come il condimento ai cibi, come il colorito alle persone, come la maturazione ai frutti, come il sole alle piante? Sicché con questa mestizia non mi hai fatto trovare un profumo che mi ricrei, né un cibo saporito, né un frutto maturo, sei tutta scolorita tanto che mi fai pietà. Povera figlia, coraggio, stringiti a Me, non temere.” Gesù
Chi anche consola Gesù non sta con il muso lungo, certamente ha i suoi momenti personali ed intimi dove vie questo con Gesù, ma finiti questi momenti ha il sorriso impresso sulle labbra ed ha un sorriso gradevole ed è proprio in questa sana e gioia allegria che Gesù trova riposo. Gesù non è contento se noi non siamo contenti. Anzichè trovare consolazione nel nostro cuore, deve consolarci Lui.
Le nostre pene di questo periodo (lockdown di aprile ma anche oggi) sono nulla di fronte a quelle di Gesù, perciò pensiamo alle pene di Gesù e non alle nostre. Asciughiamo le lacrime di Gesù e se Gesù dovesse accontentarci di partecipare alle pene del suo cuore, sentiremmo al vivo dei dolori lancinanti. Beati coloro che faranno dice il don.
Onde mi ha partecipato le sue pene e, facendomi vedere i gravi mali che ci sono nel mondo e quelli che verranno, è scomparso. (Luisa)
Sono mali multipli perchè sono i dolori di Gesù sono i peccati e quello che essi producono. Compreso il dolore che stiamo vivendo con il virus.
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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