Gesù spiega a Luisa come la Divina Volontà sia principio, mezzo e fine di ogni virtù e propone l'immagine dell'albero per comprendere come si instaura la sua vita nell'anima e come si instaurerà il suo regno nella Chiesa tutta. Importanza fondamentale della conoscenza dei frutti, degli effetti e dei beni immensi che ci sono nel Divin Volere e del gran bene che l'anima riceve con vivere in Esso. Libro di cielo volume 16, 15 Luglio 1923, 12 Febbraio 2020
15 Luglio 1923
La Divina Volontà è principio, mezzo e fine di ogni virtù e dev’essere corona di tutto e compimento della gloria di Dio da parte della creatura
Illustrazione dei beni della dv di quello che dovrà causare nei singoli e nella Chiesa insistendo particolarmente sulle conoscenze. Questo è un tema abbastanza importante che non meditiamo mai abbastanza e per estensione possiamo applicare a tante realtà che conosciamo. Nella Bibbia si legge che il popolo di Dio perisce per mancanza di conoscenza, dovrebbe essere un testo dell'AT. E la materia conoscenza nella vita cristiana ha che fare con la fede, la fede è una forma di conoscenza certa, divina e soprannaturale e solo sulla base di questa conoscenza secondo Dio tenendo alla Santità. Se manca la conoscenza noi non possiamo fare assolutamente nulla, ed è vero sia nelle piccole cose che nelle grandi.
Esempio: se devo acquistare un prodotto, io quel prodotto lo devo conoscere, ecco perchè la regina del mondo è la pubblicità, perchè se io non ho mai sentito parlare di X non lo andrò mai a comprarlo. I problemi inerenti alla fede, nel Vangelo di san Giovanni l'unico peccato che si può commettere è non credere in Gesù. Chi crede in Lui non è condannato ma chi non crede è già stato condannato. Come posso conoscere Dio? Non è un'oggetto percepibile da noi ma attraverso la Rivelazione, attraverso la fede diventa nostra e la fede arriva tramite l'ascolto e questo ascolto mi dà delle informazioni e conoscenze. Il Cardinal Sarah nel suo libro - Si fa sera e il giorno ormai volge al declino - dice che in questo nostro tempo (e lo dicono anche altri) che questo nostro tempo è tempo caratterizzato da un'immensa crisi di fede e noi vediamo gli effetti. Esempi: perchè dentro le Chiese ci stanno i mercati? Perchè la gente non ci crede e si è perso che la Chiesa sia la casa di Dio, e non ci crede nessuno dentro il Tabernacolo ci sia Dio. Se si perde la percezione o la fede ecco tutto quello che succede: c'è gente che chiacchera o telefona in chiesa a voce alta, e quella povera gente non capisce perchè chiedi silenzio. Chi si cura del precetto domenicale? Chi ci crede che Gesù sia Dio? Ci crede la gente che esiste la dannazione o vita eterna? E' la stessa cosa la vita di una persona lontana da Dio o la vita di un Santo? Sarà la stessa sorte di una persona che ha vissuto poco lontano da Dio e quella di un aspirante santo? Noi non possiamo pensare a sentimenti.
Il grado di gloria che abbiamo nell'altro mondo è proporzionato ai meriti di questa vita, non è la stessa cosa vivere da santo o lontani da Dio, non è la stessa cosa vivere un matrimonio in fedeltà anche quando ci sono grandi croci e difficoltà ecc...e fare le valige e rifarsi una vita. Non lo è.
(Piccola parentesi sul grado di gloria:
1. tutti in paradiso saremo sazi e non ci mancherò nulla.
Se ci mancasse qualche cosa non saremmo in paradiso.
2. Tuttavia già a lume di naso possiamo intuire che Dio non può trattare tutti nella medesima maniera. C’è una differenza tra chi è vissuto con una certa mediocrità e chi ha versato il sangue per lui oppure chi si è dedicato al prossimo in maniera esemplarissima come Madre Teresa di Calcutta.
Ugualmente nessuno di noi potrà pretendere di avere un trattamento pari a quello della Beata Vergine Maria.
3. La Sacra Scrittura ci ricorda che in Paradiso ci sono stelle (con linguaggio metaforico), ma non tutte della medesima grandezza: “Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle. Ogni stella infatti differisce da un’altra nello splendore. Così anche la risurrezione dei morti” (1 Cor 15,41-42).
Mi pare che nel sole vi sia un’allusione a Cristo che nella sua umanità non solo ha un grado di grazia e di gloria eccelso, ma possiede come in una fonte tutta la grazia e la gloria che si irradia in tutti gli altri: “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia” (Gv 1,16).
Nella luna si può scorgere la Beata Vergine Maria, la cui grazia è ricevuta da Cristo. E nelle stelle di diversa grandezze possiamo vedere gli altri abitanti del paradiso.
4. In Paradiso il grado di gloria (e cioè di partecipazione alla vita di Dio) sarà proporzionato al grado massimo di grazia o di carità che abbiamo raggiunto di qua.
San Tommaso, commentando la parabola in cui a tutti i lavoratori viene dato un denaro, indipendentemente da quanto abbiano lavorato, dal momento che quel denaro rappresenta il paradiso, si domanda se la retribuzione sia uguale per tutti.
E dice che sotto un certo aspetto è uguale per tutti e sotto un altro no.
L’oggetto della beatitudine, la comunione di vita con Dio, è certamente identico per tutti.
Ma per quanto si riferisce alla partecipazione a tale comunione, non tutti vi partecipano nel medesimo modo.
Prendendo lo spunto da quanto ha detto Nostro Signore e cioè che nella casa del Padre suo vi sono molte dimore (Gv 14,2) dice che “è come se molti vadano ad una fonte d’acqua e uno porta un recipiente più grande di un altro. Il fiume si dona tutto, ma non tutti ne prendono in egual modo. Così chi ha l’anima più dilatata a motivo della carità, ne prende di più… secondo quanto si legge nel Sir 11,24: “È facile per il Signore nel giorno della morte rendere all’uomo secondo la sua condotta” (SAN TOMMASO, Commento al Vangelo di Matteo, 20,9).
5. Nella Somma Teologica San Tommaso torna diverse volte su questo argomento, come nel seguente passo: “Tra coloro che vedranno Dio per essenza, uno lo vedrà più perfettamente dell’altro. Ciò però non sarà a motivo di una immagine di Dio più perfetta in uno che nell’altro, perché tale visione non si compirà mediante una qualche immagine, come si è già detto. Ma avverrà perché l’intelletto dell’uno avrà una capacità o potenza maggiore dell’altro a vedere Dio. La facoltà poi di vedere Dio non appartiene all’intelletto creato in forza della sua natura, bensì per il lume di gloria, il quale pone l’intelletto in uno stato di deiformità. Cosicché l’intelletto, il quale partecipi maggiormente di questo lume di gloria, vedrà più perfettamente Dio.
Parteciperà poi più largamente di questo lume di gloria, colui che ha un grado superiore di carità, perché dove si ha maggiore carità, ivi si trova maggiore desiderio; e il desiderio rende, in certo modo, colui che desidera più atto e più pronto a ricevere l’oggetto desiderato.
E perciò colui che avrà maggiore carità, vedrà più perfettamente Dio e sarà più felice” (Somma teologica I, 12, 6).
6. Di qui la necessità di ingrandire giorno per giorno nella carità.
Siamo nella vita presente proprio per questo: per renderci sempre più capaci di accogliere Dio.
Il grado di capienza sarà dato dall’amore per Lui manifestato attraverso la dedizione al prossimo.
Per questo, e soprattutto anche per altro, il Santo padre Domenico ogni giorno chiedeva a Dio la grazia di una carità sempre più grande.
Per ulteriori informazioni qua il sito )
Se la fede muore, la fede è un patrimonio di conoscenze che non sono evidenti, ma le faccio mie in forza dell'autorità di Gesù della Santa Chiesa che le ha avuto come custodia e che ce le propone. Non è la stessa cosa...il giusto vive di fede, ogni scelta che fa è orientato dalla fede. Se uno deve andare in vacanza, la prima cosa che si informerà è se c'è una Chiesa che lo aiuterà ad adempire il precetto domenicale. Altrimenti cambia posto di vacanza, ma questo si fa quando c'è la fede. Ecco perchè Gesù insiste sulle conoscenze.
"...ecco perciò amo tanto ed ho tanto interesse che i frutti, gli effetti, i beni immensi che ci sono nel mio Volere ed il gran bene che l’anima riceve col vivere in Esso siano conosciuti; se non si conoscono, come si possono desiderare?.." Gesù
Generalmente Gesù faceva tante rivelazioni ai Santi e dopo la morte le rendeva pubbliche ma con Luisa lo ha fatto nella sua vita perchè è talmente urgente e prioritario che va bene fare questa eccezione. Qua Gesù non si limita a ribadire che bisogna fare la Volontà di Dio. Un processo per consentire di iniziarne a parlarne, di comprenderlo e di viverlo (di fare la Volontà di Dio). Se una persona non è ben formata nella fede divina cattolica come farà a comprendere alcune cose della dv? E' impossibile. Se io devo andare all'Università devo aver fatto i gradi precedenti, devo saper leggere e scrivere.
Non dobbiamo dimenticare la lettura quotidiana di almeno un brano al giorno ma occorre farlo con costanza, regolarità...Gesù usa l'immagine dell'albero. Tu devi prendere un seme e nasconderlo sotto terra (vale per la nostra vita terrena e spirituale), questo germe mette le radici, spunta un piccolo stelo, poi una piccola pianticella...i grandi alberi maestosi...ci vuole il tempo e una cura costante ecco perchè nella vita spirituale in generale e nel mondo della dv se c'è una cosa imprescindibile è la costanza e la perseveranza. Dio detesta gli animi incostanti.
Una persona che consegue la laurea ha dato prova di costanza, studiare per vent'anni è una fatica e per farsi una buona famiglia occorre una buona preparazione. Ci sono anche dei tempi strutturali. Goccia dopo goccia, minuto dopo minuto ecc...Quindi tutti i giorni: atto preventivo, atti di fusione, atti attuali, piccoli giri, tutti i giorni cerco di osservare la Volontà di Dio, ascoltare le ispirazioni, cercare di comprendere cosa mi chiede il Signore, di imparare ad ascoltare la voce della coscienza quando mi avverte...tutte queste cose qua, non fa niente che a qualcuno sembra che non accada nulla. Ricorda bene l'immagine che Gesù ha fatto: la DV è venuta come coronamento di 2000 anni di storia, e sarà patrimonio della Chiesa. Questa non è una spiritualità di qualche singolo o elitè perchè sarà della Chiesa.
“Figlia mia, la mia Volontà è principio, mezzo e fine di ogni virtù; senza il germe della mia Volontà non si può dare il nome di vera virtù,.." Gesù
Perchè una virtù sia vera, vissuta e praticata solo per amore di Dio, per la sua Gloria e per il prossimo è che sia radicata nella dv, principio (non esiste virtù che non sia radiata nella dv è essa la fonte di ogni virtù), mezzo (attraverso la dv io posso praticare le virtù, tanto più ci uniamo alla dv tanto più la preatica delel virtù diverrà più spedita, costante ed facile) ed è il fine di ogni virtù. La virtù tende alla santità, serve a portarci alla Santità, attributo assoluto della Santità divina.
1) Importanza della conoscenza in generale e in particolare 2) Gradualità che richiede il nostro impegno costante e continuo -- ricordiamoci dell'immagine dell'albero 3) la pienezza di santità di vita che la dv può e vuole conferire sia ai singoli sia alla Chiesa tutt'intera.
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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