Gesù fa notare a Luisa come fu incatenato per tutto il corso della sua Passione e le spiega che ciò fu per liberare l’uomo dalle catene di ferro del peccato mortale e da quelle di funi del peccato veniale. Considerazioni su questo argomento. Libro di Cielo, volume 13, 16 Novembre 1921, Venerdì 30 Agosto 2019
16 Novembre 1921 Il peccato è catena che lega l’uomo e Gesù volle essere legato per spezzare le sue catene
Oggi è venerdì (sia quando è stata fatta le meditazione sia quando è stata ascoltata) e chi fa le Ore della Passioni avrà riconosciuto il passo di Gesù incatenato. L'argomento non è di per sè nuovo ma Gesù fa delle considerazioni e ci invita a fare attenzione su alcuni particolari altamente edificanti e formativi per la nostra anima.
“Figlia mia, nel corso della mia Passione tutte le altre pene facevano a gara, ma si davano il cambio ed una dava luogo all’altra, quasi come sentinelle montavano a farmi il peggio, per darsi il vanto che una era stata più brava dell’altra, ma non mi tolsero mai le funi, dacché fui preso fino al monte calvario fui sempre legato, anzi aggiungevano sempre funi e catene per timore che potessi fuggire e per farsi più gioco di Me; ma quanti dolori, confusioni, umiliazioni e cadute mi procurarono queste catene!.." Gesù
Durante la Passione ne ha subite di tutti i colori (spinte, pugni, flagelli, corona di spine, bastoni, calci, ecc...) senza nessuna pietà. Ogni pena si dava il cambio e l'unica cosa che sono rimaste sono state le funi e catene. E perchè?
"..Sappi però che in queste catene c’era gran mistero e grande espiazione: l’uomo, nel cominciare a cadere nel peccato resta legato con le catene del suo stesso peccato e, se è grave sono catene di ferro, se veniale sono catene di funi; onde, fa per camminare nel bene e sente l’inceppo delle catene e resta inceppato nel passo, l’inceppo che sente lo snerva, lo debilita e lo porta a nuove cadute; se opera sente l’inceppo nelle mani e quasi resta come se non avesse mani per fare il bene; le passioni, vedendolo così legato fanno festa e dicono: “E’ nostra la vittoria” e da re qual è, lo rendono schiavo di passioni brutali. Com’è abominevole l’uomo nello stato di colpa! Io per spezzargli le sue catene volli essere legato e non volli mai essere senza catene, per tenere sempre pronte le mie per spezzare le sue e quando i colpi, le spinte mi facevano cadere, Io gli stendevo le mani per snodarlo e renderlo libero di nuovo.” Gesù
Gesù limita il discorso agli aspetti più gravi e seri che coinvolgono un sacco di gente, oltre alle catene del peccato mortale e veniale - attenzione che chi vuol vivere nella DV, con il peccato volontario in senso stretto è evidentissimo che con la decisione IO VOGLIO VIVERE NELLA DV è inclusa che tra il me e il peccato non ci deve nessuna relazione, è chiaro che abbiamo i peccati di debolezza, di ignoranza, di passione, le imperfezioni e anche volontarie ecc..abbiamo il discernimento delle nostre mancanze, le mancanze e le omissioni. Meglio si fanno le confessioni meglio è - confessiamo anche peccati di pensiero perchè Dio l'ha visto. E' chiaro che se non è peccato mortale non è obbligatorio confessarlo perchè ci vuole anche una sana e santa umiltà ed umiliazione.
San Giovanni della Croce diceva che le anime sono come gli uccelli sono chiamate a volare nel cielo, non siamo nè galline (come diceva san Francesco di Sales) o struzzi. Le anime che vivono nella DV possono essere delle belle rondini che non toccano mai terra. Poi ci sono i gabbiani o le aquile. Però San Giovanni della Croce diceva che per legare un'uccellino serve solo un capello perchè è piccolo e gracile, non si tratta di catene di ferro o funi ma si tratta di catene differenti però la nostra prima occupazione deve essere quella di liberarci dalle catene di ferro e di funi.
(DAL TRATTATO DELLA FILOTEA - IL TRATTATO DELLA VERA DEVOZIONE
La vera e viva devozione, Filotea, esige l’amore di Dio, anzi non è altro che un vero amore di Dio; non un amore genericamente inteso. Infatti l’amore di Dio si chiama grazia in quanto abbellisce l’anima, perché ci rende accetti alla divina Maestà; si chiama carità, in quanto ci dà la forza di agire bene; quando poi è giunto ad un tale livello di perfezione, per cui, non soltanto ci dà la forza di agire bene, ma ci spinge ad operare con cura, spesso e con prontezza, allora si chiama devozione. Gli struzzi non possono volare, le galline svolazzano di rado, goffamente e rasoterra; le aquile, le rondini e i colombi volano spesso, con eleganza e in alto)
Il peccato volontario non ha niente a che vedere con la DV, chi vuole entrare in questo mondo col peccato deve chiudere a costo di qualunque sacrificio. Non ci stanno se o ma. Appena vengono a conoscere con certezza che quella cosa offende Dio la tolgo e se non ce la faccio chiedo aiuto a Dio. Perchè se questa rottura non c'è si resta inceppati. Le passioni trascinano la nostra volontà se noi siamo legati e ci tengono schiavi del male rendendoci brutti.
Parlando di catene, Monfort parlava della Santa Schiavitù dell'amore - ci sono catene del peccato - noi volontariamente ci incateniamo con queste catene, Gesù incatenava Luisa con catene dorate; essere incatenati nell'amore - capiamo perchè Monfort (nel Trattato della Vera Devozione della Madonna) vuole che il segno esteriore sia proprio la catena. Le mani e il passo dice Gesù - la mano sinistra e il piede sinistro incatenati perchè nella Bibbia alla sinistra stanno i cattivi, la sinistra è sempre il luogo che simboleggia il luogo del peccato quindi io non voglio fare mai più cose peccaminose e voglio incatenarmi al cielo (Monfort). Al collo si attacca il giogo dei buoi, dal collo si prende la testa e il busto, dato che voglio essere guidato da Maria mi metto la catena al collo (Monfort); non sottovalutare i simboli esteriori; il diavolo lo vede bene - ma non basta se si commettono poi peccati. Se c'è una ferma risoluzione di operare per il bene e una volontà ferrea di essere guidati da Gesùe Maria queste cose hanno un senso.
Le catene di spago o capelli. Cosa sono? sono i nostri piccoli legami e affetti umani - chiaramente in sè non sono cattivi - tutte le volte che un'affetto umano o legame umane ti distoglie da Gesù e lo fa passare al secondo posto e quella catena ci impedisce il volo. Siamo attaccati ai soldi? prima di dire sono distaccato, bisogna dare delle prove, essere attacco alla stime o di cosa pensa il prossimo di me, attaccamento al confessore o al padre spirituale? posso provare a confessare anche le cose più recondite, siamo capaci di confessare le cose più brutte? se io faccio un pensiero brutto, Gesù lo ha visto e di quel pensiero brutto Gesù ne è dispiaciuto. Quando ci passa un pensiero brutto noi chiediamo aiuto a Gesù (dopo avergli chiesto scusa) per esserne liberati? Per umiltà lo confesso, posso dire che non so quanto gli ho dato consenso però lo confesso con umiltà. Le catene più sottili - gli spaghi e capelli - non ci impediscono l'ingresso nel regno della DV ma quelle di ferro e funi ma però ci impediscono di spiccare un bel volo. Possiamo però rimanere attaccati alla terra e tutte le promesse che Gesù fa io non le vivrò anche se ce un capello che mi lega. Le ali della preghiera e del desiderio, e se vedo che non parto c'è qualcosa non va. Prima di dire che siamo libere da tutte le catene grosse possiamo dire di sì ma quelle più piccole stiamo attenti e procuriamo di dargli la morte, cioè non solo portare in confessione sopratutto con chi mi conosce. Spesso non ci si confessa dal parroco perchè ci vergogniamo e proprio perchè mi vergogno ci vado - piccole finezze molto importanti e se non ce la facciamo chiediamo aiuto a Gesù che le sue catene spezzano quelle grosse ma anche quelle piccole.
Ma mentre diceva ciò, io vedevo quasi tutte le genti avvinte da catene, che facevano pietà e pregavo Gesù che toccasse con le sue catene le loro catene, affinché, dal tocco delle sue, restassero tutte frantumate quelle delle creature. (Luisa)
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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