Spettacolare lezione di Gesù sulla luce purissima e inaccessibile e i ruoi rflessi partecipati all'uomo nella creazione. Solo la fermezza nel chiedere fa ottenere i grandi beni richiesti. Libro di Cielo, Volume 28, 24 Marzo 1930, Giovedì 12 Maggio 2022
24 Marzo 1930
La creatura non è altro che effetto dei riflessi di Dio. Amore di Dio nel crearla. La fermezza nel ripetere gli stessi atti forma nell'anima la vita del bene che si vuole.
Meditazione spettacolare in due parti distinte. La prima cosa, Luisa nell'Eden, quante volte ci andava a contemplare la Creazione dell'Uomo? Attenzione ad alcune cose, Gesù con termine consono a quanto affermato al libro della Genesi, afferma che la creazione dell'uomo è una plasmazione.
"..Quindi mentre creammo l'uomo fu tanto il nostro amore che la nostra luce, portando i nostri riflessi su di lui, lo plasmava e, plasmandolo, gli portava gli effetti dei riflessi di Dio..." Gesù
Plasmazione, plasmare il fango, è come una persona che plasma l'argilla e dalle sue operazione esce la forma voluta. L'operazione creativa viene descritta dal libro della Genesi, ciò che viene dalla terra che Dio plasma e il gesto è descritto attraverso i riflessi.
"Figlia mia, il nostro amore s'invaghì tanto nell'atto in cui creammo l'uomo, che non facemmo altro che riflettere su di lui, affinché fosse opera degna delle nostre mani creatrici e come i nostri riflessi piovevano sopra di lui, così nell'uomo veniva infusa l'intelligenza, la vista, l'udito, la parola, il palpito nel cuore, il moto alle mani, il passo ai piedi. Il nostro Essere Divino è purissimo spirito e perciò non abbiamo sensi, nell'insieme di tutto il nostro Essere Divino siamo luce purissima e inaccessibile, questa luce è occhio, è udito, è parola, è opera, è passo. Questa luce fa tutto, guarda tutto, sente tutto, si trova dappertutto, nessuno può sfuggire all'impero della nostra luce..."
Cio che è contento nella luce stessa dell'essenza divina, in Dio non ci sono i sensi. Dio è luce e in Lui non ci sono tenebre. Gesù dice di essere la Luce del mondo, la prima parola pronunziata è sia Luce. E Luce fu. E questa luce tutto guarda, sente, si trova dovunque e fa. Non c'è un minimo pensiero della nostra anima che non sia conosciuto da Dio. Non dobbiamo mai sfuggire dalla luce dell'Altissimo, se uno vuol essere certo di agire secondo coscienza deve mettersi sotto questa luce. Prendere coscienza che Dio mi guarda, sa le mie intenzioni profonde e per chi e cosa sto facendo questa azione, se fossi cosciente di stare di fronte a questa luce..cosa farei? Esempio del don: pensa a quello che vuoi fare e pensa che un giorno ti troverai di fronte al Signore, perchè un giorno ti ci ritroverai, potresti dire al Signore: io dinnanzi a Te ho fatto questa cosa perchè pensavo che fosse veramente il bene e la Tua sola Volontà? Farlo sinceramente. Già lo sappiamo cosa dobbiamo fare nel nostro cuore cosa dobbiamo fare, noi non possiamo sfuggire da questa luce, possiamo solo illuderci. Dio vede tutto. Tutto. E di ogni minimo pensiero, affetto ecc.. ci chiederà conto. Qualsiasi cosa sia nascosta apparirà e nulla di impunito non ci sarà. Nemmeno un pensiero balordo o intenzione impura. Dentro l'orizzonte dell'amore e della dv non ha nulla di minaccioso, una persona che vive nella Divina Volontà, quale sarebbe il più grande dolore - per una persona che aspira a vivere nel dv - che uno potrebbe avere? Dispiacere anche nella cosa più piccola a Nostro Signore, il sapere di stare sotto la luce di Dio, non è vista come una violazione della privacy ma siamo contenti perchè abbiamo la possibilità in continuazione di crescere e di vedere dove sta bene e di confrontarci e di farci correggere. Chi deve temere il giudizio di Dio? Quelli che sfuggono a Dio o lo combattono. Il giorno del Signore verrà come un ladro per quelli che vanno a bere ed ubriacarsi, ma per gli amici di Dio è diverso perchè stanno svegli e lo aspettano.
Dai riflessi vengono i nostri occhi, udito, ecc.. abbiamo perduto la perfezione di Adamo e attenzione Gesù dà un piccolo rimprovero:
"..Si poteva dare amore più grande? Eppure si serve dei nostri riflessi per offenderci, mentre avrebbe dovuto servirsi dei nostri riflessi per venire a noi e, coi riflessi dati da noi, dirci: come mi creò bello il tuo amore ed io, per contraccambio, ti amo, t'amerò sempre e voglio vivere nella luce della tua Divina Volontà." Gesù
Mentre se deve servire, dei riflessi di Dio, per venire a Dio. Cosa guardi te? Un'occhio che viene da Dio non si mette a vedere l'immondezzaio che c'è in giro (spettacoli osceni e altro ndr) meno che mai sulle porcherie. Ma ti pare che io usi l'occhio per queste schifezze? Le orecchie, quante sciocchezze facciamo entrare nella nostra anima/cervello facciamo entrare con le orecchie e occhi? Io non voglio usare le mie orecchie per questo immonedazzaio. Le parole? Dio ci conceda la grazia a non dire volgarità, sparlare, maledire, bestemmiare, ecc... neanche parole inutili. Di ogni parola oziosa ne dovremo rispondere di fronte a Dio. Come usiamo il tempo? Noi dobbiamo usare il tempo per la gloria di Dio e per produrre un sacco di bene. I passi, dove andiamo? Che facciamo? Per la gloria di Dio e non per offenderlo. Ricambiamo il Signore lodandolo col cuore nel dv per questi riflessi.
"..Onde continuavo a seguire gli atti nel Fiat Divino e pensavo tra me: incomincio sempre da capo, ripetere, ripetere sempre la lunga storia dei miei atti del Voler Divino, la lunga cantilena del mio ti amo; ma quali ne sono gli effetti? Oh se potessi ottenere che la Divina Volontà fosse conosciuta e regnasse sulla terra! Almeno farei tanto guadagno..." Luisa
Luisa si domanda come mai ogni giorno doveva girare ogni giorno a chiedere il Regno e a mettere il suo Ti Amo dovunque.
Alcune cose sono sempre le stesse, il Sole è sempre quello. Possiamo elaborarlo un pò ma è sempre così. la Messa è fondamentalmente sempre uguale, e ci andiamo tutti i giorni, il fatto della comunione si ripete costantemente e la nostra vita è una ripetizione continua. E' proprio questa costanza nel ripetere a muovere Dio il dono che uno chiede.
San Giacomo Lettera 1 ("..5Se qualcuno di voi è privo di sapienza, la domandi a Dio, che dona a tutti con semplicità e senza condizioni, e gli sarà data. 6La domandi però con fede, senza esitare, perché chi esita somiglia all’onda del mare, mossa e agitata dal vento. 7Un uomo così non pensi di ricevere qualcosa dal Signore: 8è un indeciso, instabile in tutte le sue azioni.)
Che belle queste parole. (non pensi di ricevere qualcosa dal Signore: 8è un indeciso, instabile in tutte le sue azioni). Animo oscillante (o indeciso) ed instabile in tutte le sue azioni. Capiamo quanto è importante la ripetizione e costanza? L'uomo instabile in greco si dice letteralmente un'anima dalla doppia psiche, cioè uno che pensa una cosa e poi pensa un'altra, che non ha trovato l'unità interiore e il centro focale che è Dio, sta ancora diviso tra Dio e mondo. Ha la doppia vita e personalità. Quando prega sembra un'angioletto e quando finisce si tuffa nel mondo. La maggioranza delle persone concepisce la fede come questo, come qualcosa che tu apri delle finestre quando preghi e poi le chiudi. L'altro termine (akatastos?) c'è alfa privativo, cioè una persona che sta dritta e con l'alfa non sta in piedi. E' l'incostante e l'instabile; queste due problematiche, la divisione interiore e l'instabilità chi ce l'ha non soltanto non pensi di ricevere qualcosa da Dio e di non entrare nella dv. Perchè per entrare nella dv è che per quanto ne capisce ed intenda, la mia volontà non la userò, ne farò rimanere una sola. La nostra volontà umana è completamente assorbita e fusa con quella divina, non vive una vita schizofrenica un pò con Dio e un pò con qualcos'altro, ma sta ininterrottamente operando con Dio. Il don ci dice che la sua esperienza di sacerdote gli ha fatto apprezzare la stima della costanza. Il don ha visto una caterva di vite e di cadute anche eccellenti motivate dal fatto che si è andati avanti per un certo tempo e poi c'è stato il capitombolo. La Fede è di chi persevera fino alla fine. La Chiesa nel Concilio di Trento ha sancito che la perseveranza finale è un dono di Dio ed è un dono che dobbiamo chiedere perchè è difficile rimanere in piedi senza cadere facendo sempre meglio. Voltarsi indietro, quante persone? E altro che statue di sale?
"Figlia mia, la fermezza nel chiedere forma la vita del bene che si chiede, dispone l'anima a ricevere il bene che vuole e muove Iddio a dare il dono che si chiede..." Gesù
Lasciamo perdere tutte le altre sciocchezze, notte e giorno dobbiamo chiedere questo e dire al Signore: fino a quando non me la dai, io non ci cesserò il mio grido giorno e notte. E presto o tardi me lo dovrai dare. Ci vorranno 40 anni? E io continuo. Ma dove sono gli esseri umani che queste cose le vivono? E noi cerchiamo di esserci tra quei pochissimi.
"..La fermezza nel chiedere è assicurazione che il dono è suo..." Gesù
Se noi stiamo ancora in piedi, senza metterci l'alfa privativo davanti, presto o tardi la quadra deve arrivare non può non arrivare, chiediamo al Signore che formano in sè l'esercizio e l'abitudine del bene che possiedono.
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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