sabato 2 maggio 2020

Le follie dell'io umano

Gesù mostra a Luisa il freddo che sente a causa della follia umana, che si è spogliata dei beni divini e rifiuta le vesti di grazia che Gesù ci ha procurato con la sua dolorosa passione. Nella Divina Volontà l'amore si moltiplica indefinitamente e infinitamente, portando cos sé il tratto caratteristico di ogni anima. Libro di Cielo Volume 14, 24 e 27 settembre 1922, Lunedì 2 Dicembre 2019

24 Settembre 1922 Tutto il male nell’uomo è che ha perduto il germe della Divina Volontà. La Divina Volontà: veste dell’anima.

Trovandomi nel solito mio stato, il mio dolce Gesù si è fatto vedere spogliato, che tremava di freddo e mi ha detto: “Figlia mia, coprimi e riscaldami perché ho freddo; vedi, la creatura col peccato si era spogliata di tutti i beni ed Io volli formarle una veste più bella, tessendola con le mie opere, imperlandola col mio sangue e fregiandola con le mie piaghe, ma quale non è il mio dolore nel vedere che respinge questa veste sì bella, contentandosi di rimaner nuda? Ed Io mi sento denudato in loro e sento il loro freddo, perciò vestimi, ché ne ho bisogno.........Tutto il male nell’uomo è che ha perduto il germe della mia Volontà, perciò non fa altro che coprirsi dei più grandi delitti che lo degradano e lo fanno agire da pazzo. Oh! quante pazzie stanno per commettere! Giusta pena, perché vogliono tenere per Dio il proprio io.” Gesù

Questo brano si potrebbe sintetizzare e poi sviluppare a partire dell'ultima espressione "..vogliono tenere per Dio il proprio io.” Gesù

Sempre dentro l'orizzonte dell'amore di Gesù - dove dobbiamo mettere gli insegnamenti di Gesù - in inverno (quando cade questa meditazione) / Gesù nasce al freddo e al gelo in Natale. Da un lato il gelo del disamore delle creature e dall'altro noi siamo tutti quanti intirizziti anche se non se ne accorgono perchè con il peccato ci si spoglia di tutti i beni. La vesta soprannaturale con cui Dio aveva rivestito l'uomo creandolo è andata perduta col peccato, Gesù ci ha rivestito la vesta nuova con la sua vita - parabola evangelica della veste nuziale e degli invitati a nozze (quello che viene cacciato fuori perchè non ha la veste)- o passaggio dell'Apocalisse dove gli eletti che indossavano vesti bianche e portavano palme nelle mani. Quella veste che la Chiesa ci fa indossare al battesimo, rivestirsi di Cristo e san Paolo dice che andremo in Paradiso a condizione di essere trovati già vestiti e non nudi.

Che succede però? Questa veste (che Gesù ha pagato a caro prezzo) è ordinariamente respinta, le creature preferiscono andare in giro nudi però Gesù si sente denudato in loro e sente in loro il freddo. Anche tutte queste espressioni, quando ci si accosta a Dio noi dobbiamo sempre ricordarci che ci sono delle cose che restano fondamentalmente dei misteri: cioè una cosa di cui non si capisce poco o qualcosa. Noi sappiamo che Gesù è glorificato e sta in Paradiso però in questa meditazione parla del freddo - noi non conosciamo i rapporti che ci sono tra l'eternità e il tempo, a cosa fa riferimento qua? A quello che ha sentito nella stalla di Betlemme? a quello che ha sentito nella Passione quando lo hanno spogliato? O a un freddo che misteriosamente percepisce? Com'è possibile che un'anima glorificata senta freddo o dolore? Pensiamo alle lacrimazioni di sangue della Madonna - tipo a La Salette - se si ragiona alla maniera umana, la Madonna piange quando nell'altro mondo è impossibile provare una sofferenza. Per evitare di aggrovigliarci in ciò facciamo un passo indietro.

Nel brano di oggi, Gesù dice che il disprezzo delle grazie non lo lascia indifferente. In qualche forma gli fa sentire quello stesso freddo che sente la nostra anima quando non è rivestita della grazia. Come si fa a vestire Gesù? Si moltiplicano il più possibile gli atti nella dv anche per ricevere la veste della sua volontà

E Lui: “Sì che potrai vestirmi, hai tutta la mia Volontà in tuo potere, assorbila in te e poi mettila fuori e mi farai la più bella veste, una veste di Cielo e divina, oh! come resterò riscaldato ed Io vestirò te con la veste della mia Volontà, affinché possiamo restare vestiti d’una sola divisa, perciò la voglio da te, per poterla dare a te con giustizia; se tu vesti Me è giusto che Io vesta te, per darti il ricambio di ciò che hai fatto per Me..." Gesù

Attenzione a capire bene questo aspetto: la Giustizia Divina non vale solo al negativo ma vale anche al positivo. Dio è molto più felice di essere giusto nel ripagare e premiare anche un minimo bene fatto anzichè retribuire un male fatto.

"..Tutto il male nell’uomo è che ha perduto il germe della mia Volontà, perciò non fa altro che coprirsi dei più grandi delitti che lo degradano e lo fanno agire da pazzo..." Gesù

Il don pensa che un pò tutti noi qualche volta ci è venuto - vedendo qualche situazione - il pensiero come possa un'essere umano agire in modo che in certe circostanze siano folli, del tutto irragionevoli. Quando si esce dall'orizzonte dell'amicizia con Dio, si attua il detto al peggio non c'è mai limite. Si compiono follie allo stato puro. In ogni gesto che formalmente si allontana dalla Volontà di Dio c'è una pazzia, se uno ci pensa con attenzione. Il fatto che gli effetti nefasti non siano immediatamente percepibili ma lo siano in maniera riflessa (i frutti fanno vedere che albero li ha generati).

"...Oh! quante pazzie stanno per commettere! Giusta pena, perché vogliono tenere per Dio il proprio io.” Gesù

Il problema è che quando noi cominciamo a fare di testa nostra - eppure dovremmo tutti sapere i nostri limiti strutturali - quale essere sensato ed intelligente può dire in coscienza che è sicuro, in ogni circostanza capisce bene la cosa da farsi, che il suo modo di vedere le cose sia quello giusto e che gli altri non capiscono niente...? A livello teorico quasi nessuno lo ammette però a livello pratico lo si fa quasi tutti. Perchè lo si fa?

Manca la riflessività, manca l'interiorità e manca il fatto che dovremmo metterci seduti e dirci: senti un pò, ma se sei sicuro che vedi bene questa cosa e che non ti sbagli? Fare questo con pacatezza apre le porte alla luce di Dio - perchè il Signore aiuta chi si vuole farsi aiutare. La Scrittura dice che Dio assiste l'umile ma il superbo lo guarda da lontano. Dio non aiuta chi non si fa aiutare e agisce follemente. Agire in maniera sconsiderata è da folli, noi non siamo dio. Anche i grandi condottieri ed imperatori che hanno voluto essere idolatrati...chi è capace di fare miracoli? Chi è capace di sfuggire alla morte o alla sofferenza? Chi è capace di sfuggire dalle necessità comuni (mangiare, bisogni fisiologici...)? Chi è che può restare pulito senza fare la doccia?

Eppure così non è. A volte, sarebbe tanto facile cambiare rotta perchè seduti ed in ascolto delle meditazioni non ci si mette quasi nessuno e il diavolo fa la sua parte, perchè quando incominciamo a far funzionare il cuore e il cervello che Dio ci ha dato, inevitabilmente alcune cose vanno ad aggiustarsi un pò. E la nostra coscienza inizia ad indirizzarci verso le vie di Dio lontani dalle vie delle follie dell'io umano.

27 Settembre 1922 Lamenti, amore di Gesù

E poi i lamenti di amore tra Gesù e Luisa, particolarità di questa moltiplicazione. Nella dv c'è questo fenomeno spirituale più volte presente negli scritti e la scena di oggi sembra quasi un film in cui Gesù assedia Luisa.

"..E mentre diceva ciò, la persona di Gesù si moltiplicava, sicché vedevo Gesù a destra, Gesù a sinistra, Gesù nel cuore, non c’era parte di me o luogo in cui non vedessi Gesù e tutti insieme dicevano “ti amo, ti amo”, ma questo era nulla, contenendo Gesù la potenza creatrice, tutto il creato ripeteva insieme “ti amo”. Cielo e terra, viatori e comprensori, tutti insieme in coro, come se fosse un eco solo, ripetevano “ti amo” con quell’amore che ti ama Gesù. Io son rimasta confusa di fronte a tanto amore.." Luisa

Co fa comprendere una dinamica assolutamente fondamentale: l'orizzonte con cui rapportarsi con Gesù è quello dell'amore e quello che vivremo in Paradiso (sperando che il Signore ci aiuti a raggiungerlo), l'amore in Paradiso non è vissuta solo tra il Creatore e creatura (che sarà un rapporto d'amore peculiare) e particolare, non dipende dal fatto che noi siamo più belli ma dipende dal fatto che noi stessi, così come Dio ha messo fuori la mia anima, questa singolarità si trasforma in una singola modalità di ricambio d'amore che Dio s'aspetta e che non è delegabile da qualcun'altro - perchè il mio modo di amare Dio è una cosa personale. Uno potrebbe pensare: se già Gesù ha già dato - moltiplicando gli atti nella dv, ha rifatto le vite per tutti - ciò che a Dio è dovuto, che bisogno c'è che lo faccia anch'io? L'anima stessa di Gesù - per quanto sia il Figlio di Dio - è un'anima creata da Dio quindi le caratteristiche della personalità umana di Gesù ce le aveva anche Lui. I suoi modi di sentire, di esprimersi ecc..., se uno lo avesse visto quando era vivo avrebbe visto le sue caratteristiche morfologiche (sempre uniche anche loro - quindi il modo di camminare, di gesticolare, il timbro della voce, come era il suo modo di presentarsi quando predicava, ecc..) - ognuno ha delle proprie caratteristiche che sono irripetibili. Questa moltiplicazione non è un'operazione in più, ma è un'operazione sensata perchè porta l'impronta tua - atto con la dv, in forza della dv acquista un valore immenso ma però è il MIO atto e non è la stessa cosa del mio atto.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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