domenica 13 settembre 2020

Che significa operare nel Divin Volere

Gesù spiega a Luisa solo soffrendo nella Divina Volontà le pene della sua Passione hanno raggiunto tutte le creature e, viceversa, ciascun peccato di esse ha raggiunto Lui. Il discorso di Gesù davanti a Pilato e i suoi effetti. L'immagine delle tre colonne. Libro di cielo volume 16, 16-17 Luglio 1923, 13 Febbraio 2020

16 Luglio 1923 Gesù operò e soffrì tutto nella sua Volontà

17 Luglio 1923 Gesù mette nell’anima di Luisa tre colonne per appoggiarsi

(La meditazione mischia i due brani, per il brano del 16 luglio scriverò 1 e per quello del 17 scriverò 2 ndr)

2 ".. Ci metterò tanta grazia, che non solo mi darà riposo, ma mi servirà di cattedra, di voce per insegnare coi modi più allettanti, insinuanti e convincenti, che cosa significa vivere nel mio Volere,.." Gesù

1 Gesù ci ha fatto una sua applicazione dicendoci cosa è realmente successo riferendosi alla Flagellazione e al colloquio con Ponzio Pilato che sono assai istruttive. Principio generale: vivere, operare ed agire nella dv significa la possibilità di raggiungere e provocare benefici a tutti (essendo la dv eterna, infinita ed immensa ed essendo la Volontà di un Dio che è Immenso, Eterno ed Infinito IEI) che vive in una dimensione che trascende ciò che è creato e temporale, appena si entra in questo mondo immediatamente (la nostra mente non riesce a comprendere questa cosa) crea questa connessione, una connessione bilaterale. In uscita (Passione di Gesù) e in ingresso, Gesù spiega che attraverso i colpi della flagellazione Lui ha riparato e quindi ha cancellato le offese che le creature di tutti i tempi li avrebbero fatto. Noi sappiamo (testimonianze di santi) che, in particolare, le pene della Flagellazione riguardarono la riparazione dei peccati impuri e ai bassi piaceri. A cui si oppongono i dolori fisici ed acutissimi a cui Gesù è stato sottoposto. Da un punto di vista storico quanto sarà durata? 15 minuti? Limitato ma da un punto di vista degli effetti nessuna mente umana può sondarla. Connessione in uscita che ha raggiunto tutti, ma c'è una connessione in ingresso.

"..Mentre Io ero sotto la tempesta dei colpi, la mia Volontà mi portava ciascuna creatura a colpirmi, sicché non furono solo quelli che mi flagellarono, ma le creature di tutti i tempi, con le loro offese concorsero alla barbara flagellazione; e così in tutte le altre pene, la mia Volontà mi portava tutti, nessuno mancava all’appello, tutti erano a Me presenti, nessuno mi sfuggì,.." Gesù

Io e tu abbiamo flagellato Gesù, questo non è una metafora. Canto popolare che dice (in quaresima) a Gesù: chi ti ha ridotto così? sono stati i miei peccati - noi lo intendiamo in senso simbolico. Tutti i peccati hanno concorso alla necessità della Passione perchè fossero espiati. Ma questo non basta, perchè il problema è che tutti i peccati impuri - tutti nessuno escluso - hanno flagellato Gesù non simbolicamente perchè noi confondiamo spesso ciò che reale con ciò che è sensibilmente percepibile. E'reale che io scriva o tu legga o ascolti la catechesi perchè vedo una scritta o sento un discorso sensato e sono capace di attribuire quella voce a quella persona. Ma se il reale fosse solo quello che è percepibile la vita della Chiesa non avrebbe ragione d'essere. Nei Sacramenti non si percepisci niente, sono reali o no? Questa operazione compiuta da Gesù è una pia preghiera o è qualcosa di reale? Non sono fiscamente stato con i flagelli in mano ma il reale non è essere fisicamente essere con i flagelli in mano. Se non siamo fermamente persuasi che il reale non si coincide con ciò che percepibile, io nella dv non farò mai nulla e sembra che non succeda nulla.

"...Onde se vuoi che le offerte delle mie pene, la tua compassione e riparazione, le tue piccole pene, non solo giungano fino a Me, ma facciano le stesse vie delle mie, fa’ che tutto entri nel mio Volere e tutte le generazioni riceveranno gli effetti..." Gesù

Tu lo sai che con una tua mortificazione volontaria, digiuno ecc... puoi andare a fare del bene a tutti? Se io faccio nella dv e chiaramente lo offro al Signore nella dv. Quando morirò vedrò che questa piccola opera meritoria (fatta con le debite disposizioni perchè se lo faccio malamente non "funziona"), non è semplicemente un'opera meritoria mia ma portata nella dv esce fuori dai confini del tempo e quindi un peccatore vissuto 1500 anni fa (esempio) può tranquillamente beneficiare degli effetti di un digiuno fatto da me oggi unito alla dv e l'effetto potrebbe essere (per ipotesi) e la grazia di Dio ha fatto un richiamo forte in quella persona (sempre rispettandone la libertà) però non ha effetto da dopo che ho fatto l'opera e questo bisogna comprenderlo e non è la stessa cosa portare un'atto nella dv o no se le cose stanno così.

2 La moltiplicazione degli atti va curato, più si moltiplicano meglio è (oltre all'Atto Preventivo) e il bene che si può fare non possiamo prenderne atto ma solo crederci e poi vedremo questi soli (atti nella dv) risplendere solo quando andremo dall'altra parte. Benediremo il Signore che ci ha fatto conoscere questi scritti. Chi è nato prima non ha avuto la possibilità materiale di fare queste cose. E' vero che viviamo in un'epoca travagliata ma ogni medaglia ha il suo rovescio. Grandi dolori, grandi grazi e grandi grazie chiamano grandi dolori. Viviamo in un'epoca veramente brutta rispetto ad altre? Può darsi ma possiamo dire che siamo nell'epoca benedetta della storia. Questa crisi generalizzata termina nell'attesa della nuova era di Gioia.

1. "...E non solo le mie pene, ma anche le mie parole, perché dette nella mia Volontà giungevano a tutti,.." Gesù

Che significa? Significa che le risposte date da Gesù a Pilato, Pilato vedeva le virtù di Gesù pieno di divina maesta in mezzo ai dolori e le virtù scuote le conoscenze. Qua Gesù spiega:

Re Io sono e son venuto nel mondo ad insegnare la verità e la verità è che non sono i posti, i regni, le dignità, il diritto del comando, che fanno regnare l’uomo, che lo nobilitano, che lo innalzano su tutti; anzi queste sono schiavitù, miserie, che lo fanno servire a vili passioni, ad uomini ingiusti, commettendo anch’egli tanti atti d’ingiustizia che lo snobilitano, lo gettano nel fango e gli attirano l’odio dei suoi dipendenti, sicché le ricchezze sono schiavitù, i posti sono spade con cui molti restano uccisi o feriti, il vero regnare è la virtù, lo spogliamento di tutto, il sacrificarsi per tutti, il sottoporsi a tutti, questo è il vero regnare che vincola tutti e si fa amare da tutti, onde il mio regno non avrà mai fine ed il tuo è vicino a perire.” Gesù

Prima di dire a me non importa del comando stiamo cauti, magari non hai una grossa aspirazione ma prima di dire che non ci importa nulla di comandare stiamo sempre molto cauti perchè sono cose profondamente radicate nelle persone sottoposte agli effetti del peccato originale. Stiamo cauti. Il desiderio di comandare sono schiavitù, andare in alto (e il don se ne è accorto anche nella sua esperienza), chi è che così folle da aspirare ad un posto in alto sapendo che poi Dio mi chiederà conto di tutti i miei sottoposti?

(Sapienza - Capitolo 6 --

[5]Con terrore e rapidamente egli si ergerà contro di voi poiché un giudizio severo si compie contro coloro che stanno in alto. [6]L'inferiore è meritevole di pietà, ma i potenti saranno esaminati con rigore.... )

Sono cose dette come monito da Gesù, non solo dovrò rispondere solo dei peccati del prossimo che sono stati provocati da un mio cattivo comportamento o provocati con le tue passioni, scelte sbagliate, non ponderate ecc... Se Nostro Signore ti dà delle responsabilità a te che non aspiri a nulla tu te le devi prendere però andarsele a cercare è un'altro discorso.

"... il vero regnare è la virtù, lo spogliamento di tutto, il sacrificarsi per tutti, il sottoporsi a tutti, questo è il vero regnare che vincola tutti e si fa amare da tutti,.." Gesù

Come ha detto Gesù nel Vangelo: il vero regnare è sottoporsi a tutti e servire il prossimo. Chi vuol essere il primo si faccia schiavo di tutti.

"...Feci giungere queste parole nella mia Volontà all’orecchio di tutti quelli che si trovano in posto, per far conoscere loro il grande pericolo in cui si trovano e per mettere in guardia coloro che aspirano ai posti, alle dignità, al comando.” Gesù

E' una cosa pericolosa avere un posto di comando, non "uh che bello" ma "uh che croce", supplichiamo il Signore che l'autorità ricevuta sia benedizione per il prossimo e non causa di rovina del prossimo. La cosa più bella da parte di chi comanda non è quella di farsi temere ma di farsi amare (diceva don Bosco) non accondiscendendo ai vizi dei sottoposti ma mettendosi in questa condizione, una persona che si prende il carico del prossimo e lo porta lui stesso per il bene degli altri si spoglia di tutto in vista del bene che deve fare questo si farà certamente amare. E quando si ama chi ci governa è più facile obbedire ed è facile governare. Soffrire e sacrificarsi sempre ma mai provocare il prossimo nè far soffrire il prossimo.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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