mercoledì 12 gennaio 2022

Vera pace e pienezza di felicità

Stupenda lezione di Gesù sulla pienezza di felicità e sulla vera pace che solo la Divina Volontà può portare all'anima. Anche chi è buono e santo, senza che la Divina Volontà regni in lui, non può raggiungere tale stato, perché gli manca la sorgente della felicità e della pace. Il martirio dell'anima è più grande di quello del corpo. Libro di Cielo, Volume 22, 3 Settembre 1927, meditazione di Lunedì 7 Giugno 2021

3 Settembre 1927 Fino a tanto che l’anima non fa regnare la Volontà Divina, sarà sempre infelice ed inquieta. Diversità di martirio di anima e di corpo

Il Signore parla della vera felicità e della pace e nella messa del 7 giugno inizia la lettura del Vangelo di san Matteo delle beatitudini. I segreti della felicità che il Signore ha consegnato nel Vangelo. 8 Vie della felicità (per il Vangelo).

Gesù inizia dicendo che fino a quando dentro la creatura non regna al 100% la Divina Volontà questa sarà sempre infelice ed inquieta. Anche se è buona, anche se è Santa, dotta e ricca. E solo la dv può dare la pienezza della felicità. La differenza che c'è tra il vivere le beatitudini nella dv - avendo la dv regnante in noi - e senza che ciò che sia avvenuto..

"...Ora così succede nell’ordine soprannaturale: quel tale è buono, ma non sente in sé che possiede la sorgente della bontà, perché sente che, alle occasioni, la sua pazienza è debole, la sua fermezza nel bene è intermittente, la sua carità spesso spesso zoppica, la sua preghiera è incostante. Ciò lo rende infelice, inquieto, perché vede che la sua bontà non è intera, è come a metà e l’altra metà che gli manca serve a torturarlo ed a infelicitarlo...." Gesù

La fermezza è una virtù fondamentalissima, essere fermi nel bene, non ci si muove di un 1 mm quando sappiamo certamente di essere nel bene - carità intesa sia come amore di Dio e del prossimo. La preghiera incostante, chi fa queste non è un'anima cattiva, perchè se ho una virtù intermittente vuol dire che però c'è. Ogni tanto difetta un pò. Non si tratta di pagani peccatori che sono estranei ad una vita di grazia. Anime buone che però non hanno una pace a prova di bomba. Quando si vivono quelle realtà di lontanza, fragilità e debolezza queste sono sorgenti di debolezza, inquietudine ecc.... . Da quello che qua Gesù dice è impossibile avere un'atto di impazienza, traballare nel bene, essere incostanti ecc... non perchè si è superman ma perchè si ha dentro di sè la sorgente. Le cose a buon mercato non esistono, i mistici lo hanno sempre spiegato: se uno legge le opere di san Giovanni della Croce o di santa Teresa d'Avile. Si arriva ad un certo punto o dove Nostro Signore ti fa passare per il purgatorio sulla terra (la notte dei sensi, dello spirito ecc... tanti travagli...a cosa servono queste cose? A togliere alcune croste e limiti che noi non ce la faremo mai a liberarci). Se Dio ti vuole portare al Matrimonio Mistico - quindi una grandissima santità - non ci sono alternative. Noi possiamo arrivare fino ad un certo punto, la vita nella dv non è vita senza dolori.

Gesù parla del martirio dell'anima - Luisa stava sempre sotto dolori atroci per la mancanza di Gesù sensibile, queste cose le può capire solo chi le ha vissute; l'assenza di un contatto diretto e personale con il soprannaturale o l'hai avuto o no. E solo chi l'ha avuto può capire il dolore immenso che comporta l'esserne privati. Pur dentro questo martirio, sofferto da Luisa per volontà di Dio. Far venire Gesù (presenza sensibile) non è una cosa che possiamo fare noi esseri umani - possiamo stare davanti all'Ostia consacrata. Chi di noi ha il potere di vivere una cosa del genere? Possiamo avere il desiderio di stare con Lui ecc.. senza però chiedere nulla di straordinario. Il desiderio è cosa molto gradita al Signore.

Se Dio decide, ti appare subito e se ti è apparso per tanto tempo e poi sparisce...da chi dipende? Perchè vuole che tu provi il martirio più doloroso che esista.

Figlia mia il martirio dell’anima è più grande, più nobile, contiene un valore tanto grande che, paragonato a quello del corpo, oh! come resta dietro. Questo è limitato, è piccolo di fronte a quello dell’anima. L’anima è luce, il corpo è materia e martirizzandosi il corpo, il sangue che versa non si allarga, non si diffonde lontano ma bagna solo quel piccolo spazio di terra dove si trova; perciò i suoi effetti sono limitati e sono a luoghi, a tempo ed a persona. Invece quello dell’anima è luce e quando questa luce viene trafilata, messo sotto il torchio, la luce si diffonde, si innalza, si stende sempre più. ............ Ora l’anima è più che sole e quando soffre la mia privazione come gira e resta premuta sotto il torchio di essa, tanti raggi di più acquista per distendersi ed allargarsi di più. E siccome è pena d’una vita Divina, l’anima, facendo la Divina Volontà, in questo martirio offre l’atto più bello e la sua luce si stende tanto che nessuno la può raggiungere, perché entra in mezzo a questo martirio una Volontà Divina causata dalla privazione del tuo Gesù. La materia non entra affatto in questo martirio, ma tutto è luce: luce è il tuo Gesù, luce è la mia Volontà, luce è l’anima tua che formano tale incanto di luce che cielo e terra restano investiti e portano a tutti il beneficio del calore e della luce. Perciò il martirio del corpo è un nulla a confronto di questo.” Gesù

Se uno si legge degli atti dei martiri ci sono delle cose da far raddrizzare i capelli. Alcuni martiri sono descritti in maniera abbastanza articolata: squartamenti, sbudellamenti, ecc... e domanda: se ci fossi trovato io, ce l'avrei fatta questi dolori? Un martirio spirituale è prolungato nel tempio... è un martirio più confacente alla vita nella dv, in quanto spirituale è più grande.

Tornando indietro Gesù fa qualche altro esempio:

"..uno è ricco, non gli manca nulla, possiede i suoi dieci, venti milioni oppure miliardi, ma conoscendo che potrebbe acquistare altro ed essere più ricco ancora, si sente inquieto, infelice e, mettendo da parte le sue ricchezze, è tutto piede, tutto opere, tutto parole, tutto occhio alle altre ricchezze che vorrebbe acquistare. Poveretto, come può essere felice, pacifico, se gli manca la sorgente dei beni che gli dice: “Riposati, tutto è tuo e tutto ciò che vuoi è in tuo potere?” Un altro è re, ma quanta infelicità sotto a quella corona: timore di poter perdere il suo regno, speranze ed avidità di acquistare altri regni, d’imperare a costo di guerre su tutto il mondo, sicché il possedere un regno non è altro che via aperta per rendere infelice ed inquieto il povero re. Un terzo è dotto, ma non possedendo tutte le scienze, sapendo di poter possedere altre scienze, non riposa, né si sente felice e pacifico, quante volte innanzi ad un altro più scienziato di lui si sente umiliato e sente l’infelicità perché gli manca la pienezza della scienza?...." Gesù

Anche nel mondo terreno ci sono persone ricchissime che continuano ad accumulare sempre di più, gli imperatori romani volevano conquistare sempre di più. C'è stato un momento l'impero aveva raggiunto la sua massima espansione, sangue, sangue, sofferenze, ecc.. per quanto possiamo aver studiato...in confronto allo scibile umano ma cosa hai? Se uno vive queste cose seneramente ti rallegri ma se uno non li vive seneramente si sente umiliato e capisce che gli manca la pienezza di qualcosa. Gesù non vuole evidenziare l'aspetto peccaminoso (accumulo), ma fino a quando la creatura rimane creatura non può prendere molto ma se viene in messa in contatto con la sorgente - se un ricco avesse un generatore di ricchezza che non smetterà mai, troveresti pace.

Gesù cerca di farci capire: la pienezza della felicità e della pace non la possiamo vivere se non entriamo in quest'ottica. Pur rimanendo buoni e santi. E Gesù conclude:

"..Ecco perciò che fino a tanto che le creature non faranno regnare la mia Divina Volontà, nel mondo non si avrà neppure l’idea, né la conoscenza vera di ciò che significa pace vera e pienezza di felicità.." Gesù

Noi, a meno che in noi non regni già la pienezza della dv, non conosciamo e non abbiamo nemmeno la più pallida idea di cosa sia la pienezza della felicità. In ogni caso il don ha sempre cercato di trasmettere una sua convinzione personale: non arriva la dv dall'oggi al domani - da quanto gli è dato di comprendere - se dinnanzi a grosse botte la pace sostanzialmente rimane e non vacille, se dinnanzi a sorgenti di delusioni io la felicità l'avverto come permanente allora è una spia che stiamo camminando sulla strada buona.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

Nessun commento:

Posta un commento