sabato 15 gennaio 2022

I gradi di Grazia (e di gloria)

Lezione di Gesù sulla Grazia e sui gradi di Grazia sempre maggiore che si acquistano compiendo i propri atti di virtù nella Divina Volontà. A gradi di Grazia e elevati corrispondono gradi di gloria maggiori, ossia godimenti di Dio e delle beatitudini del Paradiso superiori. Libro di Cielo, Volume 22, 14 Settembre 1927, Giovedì 10 Giugno 2021

14 Settembre 1927 Iddio è geloso degli atti che si fanno nella Divina Volontà. La grazia è la vita bilocata di Dio. Nostro Signore chiama l’anima a seguire gli atti suoi

Con questo brano si conclude il volume 22° del libro di Cielo, questa meditazione è stata fatta alla vigila del Sacro Cuore di Gesù.

Questo brano ha alcune frasi importanti e altre non sono molto chiare. Il punto culminante ripreso due volte da Gesù in questa lezione odierna è questo:

Figlia mia, in ogni atto che faceva per Me la mia Mamma Celeste, che era continuo, Io la contraccambiavo con un grado di grazie, perché Io non mi faccio né vincere, né superare dagli atti delle creature, sono l’insuperabile e perciò se la mia cara Mamma mi dava amore, atti, passi, parole, Io le davo in ogni grado di grazia una vita divina, perché la grazia non è altro che la vita bilocata di Dio che si dà alle creature...." Gesù

E poi Gesù riprende questo discorso applicandolo a Luisa (ed evidentemente lo applica anche a tutti noi):

"...E’ perché voglio gli atti tuoi, il tuo amore, insieme con quello della Madre mia e perché tutti i miei atti siano seguiti dagli atti tuoi per dare anche a te tanti gradi di grazia, per quanti atti mi fai.."

Gesù parla di Gradi di Grazia. Che significa questa cosa qua? Questi concetti dobbiamo averli chiari perchè se non se li hanno chiari, c'è il pericolo di arrivare al termine di questa vita avendo fatto degli sprechi colossali e prendendone conoscenza quando non c'è più tempo per porvi rimedio.

La Grazia - dice Gesù - non è altro che la vita di Dio bilocata che si dà alle creature. Noi dobbiamo pensare che il problema non è solo restare in grazia di Dio o no (cosa principale però), la Chiesa ci insegna che con il Battesimo abbiamo ricevuto la grazia, le virtù teologali infuse, le virtù cristiane (cardinali ecc..) e la dobbiamo custodire e fare crescere. Si perde la grazia con un solo peccato mortale, diminuisce e si raffredda la carità ad ogni peccato veniale, e non aumenta se io ometto di compiere un'opera di perfezione. Dall'altra sponda la grazia aumenta per ogni atto che faccio di giustizia, per osservanza dei comandamenti e aumenta in maniera esponenziale - molto veloce e molto consistente - nella misura in cui l'anima tende alla perfezione e quindi l'anima compie degli atti di perfezione.

Vivere nella dv - come Gesù spiega - è la santità delle santità. Che significa? Significa che desiderare di vivere nella dv ha senso solo se l'anima ha già o intrapreso o è fermamente risoluta ad intraprendere un cammino di santità, perchè è il top di tutte le santità - è il perfezionamento di tutte le varie vie di santificazione - quelle circoscritte ai grandi stati di vita (matrimoniale, sacerdotale, religiosa, la santità laicale) e poi, le virtù sono le stesse per tutte ma le sfumature che assume la vita di perfezione sono infinite, tante quante sono le persone. Le persone non sono consapevoli spesso e volentieri di questo. Fare o non fare un peccato veniale, o un'opera di perfezione (esempio: un peccato veniale, peccato di gola ad esempio o una bugia volontaria sebbene piccola, questo atto produce una diminuzione del tasso di grazia presente in me, - il don non è sicuro che tutti sappiano bene queste cose - significa che quell'atto che ho fatto nell'altra vita non me lo porterò. Quell'atto - se me ne pento come si spera - dovrà essere cancellato da un'operazione della Divina Misericordia perchè quell'atto - essendo un peccato anche minimo - produce male anche lievissimo - chi tende alla santità i peccati volontari non li può fare. Nel senso - può succedere che uno cada in una tentazione improvvisa, si è trovato in una situazione imprevista e lo hanno messo alle strette e gli scappa una bugia di scusa - non deve succedere e si può imparare a gestire. Bisogna confessarsi. Se la faccio, faccio male e non è soltanto una sorta di problema giuridico - Dio prende nota e poi mi punirà - quell'atto mi fa arretrare nella mia amicizia con Dio, e lo fa realmente. La Chiesa, nella sua sapienza, va fuggito perchè poi bisognerà purificarsi in Purgatorio. E che si va a fare? Quella cosa dev'essere purificata o tu per - grazia di Dio - la piangerai quella scusa, piangerla, addolorato o in Purgatorio la forza del fuoco divino te la farà piangere di santa ragione. O la piangi in questa vita o in purgatorio. Chi commette dei peccati mortali e non se ne pente li piangerà amaramente e in modo disperato all'inferno.

Altro step: E se non faccio un'atto di perfezione? Potrei fare un'opera buona e non la faccio. Potrei andare a fare un saluto a Gesù e non lo faccio, fai una telefonata a quella persona, ecc... (esempi infiniti), fai quell'elemosina, aiuta il prossimo in quella maniera, fai il servizio in chiesa, ecc.. tutti quegli atti di virtù che non sono comandati sotto pena di peccato. Il don si addolora quando talvolta vede o sente delle persone il cui unico problema (è già qualcosa) che chiedono se quella cosa è un peccato o no. E' un problema perchè bisogna avere i margini, ma stare nell'ambito del non è peccato non significa camminare nell'ambito della santità. Ma è stare sulla soglia del minimo indispensabile per raggiungere la salvezza.

Secondo la nostra percezione - quello che tu ti immagini perchè nel nostro cuore c'è il senso della giustizia e del bene e se lo facciamo uscire fuori facendo silenzio senza pregiudizi - secondo noi un Padre Pio in Paradiso sta come sta una persona che ha condotto una vita lontana da Dio, disordinatissima e si è salvata perchè l'ultima grazia che Dio gli ha concesso l'ha accolta e ha chiesto perdono? In Paradiso alla Resurrezione della carne la condizione di queste due persona sarà uguale? Godranno Dio allo stesso modo? Godranno degli infiniti beni allo stesso modo? Godranno di quella che in teologia si chiama Gloria accidentale allo stesso modo? Se uno legge i libri dei Santi o la biografia della Santa Margherita Maria Alacoque, questa donna - il don si è quasi sentito male - ha praticato la preghiera, la penitenza e la mortificazione a gradi che se uno li legge si prende un'infarto. Ma questa donna, perchè ha fatto così? Tutta questa sofferenza, pene ed umiliazioni...anzichè dormire in un letto normale si era fatta un letto con dei vasi di coccio rotti appuntiti e dormiva lì. Perchè ha fatto così? Perchè ha praticato in grado eroico la virtù della penitenza e della mortificazione. Oggi la penitenza e mortificazione sono degli atti liberi perchè oggi la Chiesa non ci chiede quasi nulla, se tu stai alla legge non farai nulla. Non c'è nessuna norma che impone di fare il digiuno al mercoledì o venerdì. Faccio però un'atto di virtù a farlo.

Una vita buona da un punto dal punto di vista oggettivo (niente peccati mortali, Messa, sacramenti, ecc...) una persona che si presenta in Paradiso con - avendo fatto digiuno il Mercoledì e il Venerdì - le settimane dell'anno sono 52, quindi si farà 100 digiuni all'anno e se lo fa per 10 anni sono 1000 digiuni. Se lo fa per 50 anni quanti sono? - Una persona che si presenta così davanti al Padre Eterno sarà trattata allo stesso modo di chi non li ha mai fatti in vita sua se non il digiuno canonico?

Cosa succede quando noi faccimo un'atto di virtù che non è prescritto che dipende dalla nostra libertà, san Giacomo dice che chi fissa lo sguardo sulla legge della libertà e le resta fedele non come un'ascoltatore smemorato questi troverà la felicità nel praticarla. I Figli di Dio sono liberi, non c'è bisogno di essere imboccati, arrivaci da solo, lo Spirito Santo ti suggerisce tante cose nel cuore. Ogni volta che non la fai: 1) perdi la possibilità che la tua grazia attuale cresca, - non diminusce ma non cresce 2) E perdi un grado di gloria in Cielo. Ai gradi di grazia corrispondono gradi di gloria in Cielo. Noi qua sulla terra ci stiamo 100, 110 anni e poi? Capiamo cosa significa che con questi 110 anni o di meno noi ci scriviamo il nostro destino eterno. Ci rendiamo conto di questo? Non sarà il caso di impegnarsi un pò, di fare qualche opera di perfezione, qualche penitenza, digiuno, ecc... sapendo che in base a questo cambia il mio grado di gloria e godrò di più tutte le delizie del paradiso?

In Paradiso gode più di tutti la Madonna e perchè ciò? La Madonna è arrivata a confini a cui nessuno potrà avvicinarsi, la Madonna non se le è fatta scappare una di opera perfezione.

"..Onde la Regina del Cielo era ricchissima, con tante vite divine che riceveva ad ogni istante ed Essa se ne serviva per corteggiare, onorare, amare con vite divine il suo Figlio, il suo Gesù, il suo Tutto..." Gesù

Non c'era nanosecondo in cui Lei non stesse praticando qualche atto eroico di virtù nella dv, non esiste niente di concepibile e più grande nell'universo. Era un turbocompresso.

Perdi tempo? Ti dissipi? Sprechi la vita? Ti accontenti dello stretto indispensabile? -- fai pure, quando sarai morto avrai voglia di piangere, perchè finita la vita terrena le cose sono finite, non c'è più tempo e se c'è tempo da recuperare - gli operai mandati nella Vigna, operaio dell'ultima ora e quindi rimboccati le maniche, e con il surplus dell'amore in un'ora farai di più rispetto a quanto fa un servo non troppo intraprendente tiepido. Anche la parabola del figlio prodigo, il figlo che era rimasto in casa non era tutta quella santità...perchè aveva la concezione...io ti servo nello stretto indispensabile.

Ci sono gradi di grazie, gradi di gloria che non dipendono da: è peccato o no? Ma è una cosa gradita a Dio? Tante problematiche si risolvono in questo modo - discorso generale: al don in molti chiedono se è peccato prendere la comunione in mano...e il don risponde che se la legge della Chiesa lo consente come si fa a dire che è peccato? Non è una cosa intrisecamente cattiva...ma la domanda giusta: è la cosa che Dio gradisce di più? Tu puoi dire: io voglio fare solo cose gradite a Dio, una cosa può essere lecita ma se tu hai dei dubbi che sia gradita a Dio io non la voglio fare per nessun motivo. Le donne che vanno chiedere al don: posso mettermi lo smalto? Posso tingermi i capelli? ecc... prega davanti a Dio, dipende dalle tue scelte di vita che hai fatto, vuoi imitare la Madonna, vuoi santificarti, che ideale vuoi raggiungere? Qual'è il tuo stato di vita e come reagirebbe tuo marito se tu optassi per quella mortificazione?

Il concetto è peccato o non è peccato vale per un fedele comune ma per chi ascolta le catechesi sulla dv anime che desiderano vivere nella dv....chi desidera la santità non è limitarsi al peccato o no. E quando ti accorgi che una cosa è migliore rispetto ad un'altra con il discernimento delle circostanze (stato di vita, ambiente in cui uno si trova ecc...) magari parliamone con il confessore o direttore spirituale. La santità è un cammino di perfezione di tutte le virtù - il santo è colui che pratica le virtù cristiane in grado eroico. La vita nella dv è il top, si praticano tutte le virtù in grado eroico nella dv e assumendo un tasso di santificazione enorme per sè e per tutti. E quindi un grado di gloria immenso in cielo.

Ma uno non può portare nella dv una bugia di scusa.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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