giovedì 20 gennaio 2022

Il grande dolore della Divina Volontà

Gesù parla del valore immenso delle pene e delle prove e di come essi siano segni autentici del vero amore di Dio verso la creatura. Rivela come la volontà umana formi il grande dolore della Volontà Divina, nel non vedersi riconosciuta, accolta e ricambiati. Gli atti sospesi della Divina Volontà. Volume 23, 17 Settembre 1927, Lunedì 14 Giugno 2021

17 Settembre 1927 Le pene sono come il ferro battuto dal martello che getta faville. Differenza fra la croce dell'Umanità di Nostro Signore e quella della Divina Volontà, e come tiene il suo atto incessante

Inizia il 23° volume. Oggi abbiamo i tre punti distinti. Il primo c'è una lezione di Gesù sul valore della croce e delle pene. Noi dobbiamo ringraziare il Signore dei colpi che ci dona, delle prove, delle sofferenze e della tribolazione - la nostra natura geme, smania e soffre e vorrebbe farne a meno, è comprensibile e corrisponde ad un certo senso all'essere profondo della nostra natura che viene da Dio e in Lui non esiste nemmeno la sofferenza. Questa nostra refrattarietà dice la nostra natura più profonda e il nostro scopo ultimo (Paradiso), ma in questa terra le pene e i dolori sono necessari e l'unico modo di liberarsi dagli orrori che la volontà umana ci lascia è la sferza del dolore.

"Figlia mia, le pene sono come il ferro battuto dal martello, che manda faville di luce e si infuoca tanto da trasmutarsi in fuoco e sotto i colpi che riceve perde la durezza e si rammorbidisce in modo che si può dare la forma che si vuole. Tale è l'anima sotto i colpi del dolore, perde la durezza, sfavilla luce, si trasforma nel mio amore e diventa fuoco ed io, Artefice Divino, trovandola morbida le do la forma che voglio. Oh! come mi diletto a farla bella, sono Artefice geloso e voglio il vanto che nessuno può e sa fare le mie statue, i miei vasi, tanto nella forma quanto nella bellezza e molto più nella finezza e nella luce che sfavilla le converte tutte in verità...." Gesù

Sia che ce le mandi o le permette sono da Lui permesse e sono da soffrire, non dobbiamo lamentarci delle croci - nella Sacra Scrittura, nella lettera agli ebrei si dice che è per la nostra correzione che noi soffriamo, Dio ci tratta come un padre che corregge un figlio, sul momento nessuno si diverte ad essere corretto ma questo produce buone frutti. Chi ci ama veramente lo fa con amore, con modo opportuno e tempo opportuno a volte ci dice la verità, nell'Apocalisse Gesù dice che tutti quelli che ama li rimprovera e li castiga. Quando Dio non voglia non ci fossero più rimproveri o castighi, dicono i maestri di spirito, dicono che Dio ti ha abbandonato. Se proprio uno volesse ammettere la remota possibilità che possa accadere. Se tu non sei più rimproverato, sotto i colpi del dolore ecc... alcuni autori (si astiene dal citarli) hanno detto delle cose molto forti e serie. Nessuno pensi mai che nella dv scompaia tutto questo.

Capitolo 3, versetto 19 ("..19Io, tutti quelli che amo, li rimprovero e li educo. Sii dunque zelante e convèrtiti..") se non ci fosse il peccato e se non fossero necessarie Dio non ce le manderebbe.

Poi Gesù parla del grande dolore della sua Volontà, sono quelle cose che noi mortali non capiamo. Dio non soffre, è chiaro che si tratta di espressioni che vanno decodificate e sapientemente interpretate, il concetto che Gesù comunica è che ogni atto di volontà umana (immaginiamo quanti).

E Gesù ha soggiunto: "Figlia mia, soffro per il gran dolore della mia Volontà, la mia Umanità soffrì, ebbe la sua croce, ma la sua vita fu breve sulla terra, invece la vita della mia Volontà in mezzo alle creature è lunga, sono già seimila anni e durerà ancora, e sai tu chi è la croce continuata di Essa? L'umana volontà. Ogni suo atto opposto ad Essa, ed ogni atto della mia che non riceve, è una croce che forma al mio Eterno Volere, quindi le croci di Esso sono innumerevoli, se tu guardi tutta la Creazione la troverai piena di croci formate dall'umano volere..." Gesù

Secondo la cronologia biblica e ratificata da questi scritti, se uno vuole azzardare ci mancano 2000 anni alla fine del mondo (Creazione, diluvio 2000 anni fa, e Nascita di Gesù, dopo 2000 anni siamo agli scritti di Cielo..) siamo a due terzi, idee del don --

"..Guarda il Sole, il mio Divin Volere porta la sua luce alle creature che prendono la sua luce e non riconoscono chi porta loro questa luce, ed il mio Volere riceve nel Sole tante croci per quanti non la riconoscono e mentre se la godono, si servono della stessa luce per offendere quel Volere Divino che li illumina. Oh! come è duro e doloroso far del bene e non essere riconosciuto! Il vento è pieno di croci, ogni sua ondata è un bene che porta alle creature che prendono e godono quel bene, ma non riconoscono chi è Colui che nel vento le carezza, le rinfresca, purifica loro l'aria e perciò si sente infiggere chiodi d'ingratitudine e croci ad ogni vento che spira..." Gesù

Questo processo che l'umana volontà innesca, gode ininterrottamente di tutti quanti gli atti della dv sparsi nella creazione, il sole che mi scalda è un'atto della dv, l'acqua che bevo è un'atto della dv ecc..

"..Tutti, eppure il mio Volere che conserva tutto ed è vita primaria di tutte le cose create, non è riconosciuto e sta in esse solo per ricevere croci dall'ingratitudine umana,.." Gesù

Termine molto adatto (ingratitudine) perchè la meditazione cade a Giugno (riparazione del Sacro Cuore) e poi Gesù dice:

"..perciò le croci del mio Volere sono senza numero e più dolorose di quella della mia Umanità; molto più che a questa non mancano le anime buone che hanno compreso il suo dolore, i suoi strazi, le pene che mi fecero soffrire ed anche la morte, e quindi sono portate a compatirmi e riparare ciò che io soffrii nella mia vita mortale. Invece quelle del mio Fiat Divino sono croci che non si conoscono e quindi senza compatimento e senza riparazione.." Gesù

Gesù chiede a Santa Margherita Alacoque di riparare l'ingratitudine umana. Quando vedono Gesù sotto le sofferenze, le poche anime fanno un gesto di riparazione. Ma nessuno ripara le croci della dv, e Gesù chiede a Luisa (e a noi) di riparare le croci. Bisogna abituarsi ad alcuni momenti almeno in qualche circostanza che stiamo ricevendo gli atti della dv e ripariamo per noi e per tutti. La cosa importante è quando si compiono queste operazioni non dimentichiamo le cose che Gesù dice: l'umana volontà è capace di guastare anche le cose sante, quando si compiono gli esercizi o atti spirituali in maniera distorta - esempio: se una persona trascurasse i propri doveri per compiere gli atti, questa non è volontà di Dio, esempio: non è volontà di Dio fa bruciare il pranzo che stai preparando per fare gli atti (esempio grossolano). Chi vive una vita laicale deve trasformare il lavoro in preghiera, non lasciare perdere il lavoro. San Paolo dice che chi non vuole lavorare neppure mangi. Il don ha imparato dall'esperienza che è sempre meglio dire una parola in più piuttosto che non farlo e rischiare che una persona non attenta combini disastri. Non è che se sto facendo una cosa santa, sicuramente sto nella dv, non è affatto detto.. perchè non è detto che Dio la voglia in quel momento e se la sto facendo bene, a tempo, luogo opportuno. Inovchiamo lo Spirito Santo nel discernimento.

Gesù nell'ultima parte sono sospesi. Gli atti fatti dalla dv restano sospesi perchè non trovano qualcuno che li vada a prenderli. Prima Gesù ha messo a posto le cose nella dv e poi c'è stata la Redenzione. Gli atti fatti dalla dv sono stati fatti per essere fatti nostri e perchè ne godiamo.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

Nessun commento:

Posta un commento