mercoledì 9 febbraio 2022

Divina Volontà e grandi santi

Gesù spiega il rapporto tra la sua umanità e la Divina Volontà e il suo dolore nel non trovare chi accolga tutto il bene che Egli vuole fare. L'atto continuato della Divina Volontà e il suo regno nella creatura è cosa più grande di qualunque santità, compresa quella dei grandi santi dell'Antico e del Nuovo Testamento. Libro di Cielo, Volume 23, 13 Novembre 1927, Lunedì 5 Luglio 2021

13 Novembre 1927 Il Verbo stava nel centro dell(a sua)Umanità e operava. C'è gran differenza tra il regnare della Volontà Divina e la santità dei Santi ancorché ci fossero i miracoli.

Nella prima del brano, Gesù parla della sua unione tra la natura divina e quella umana, del bene da Lui fatto ma purtroppo sovente respinto. Dopodichè c'è la narrazione - di fronte alla domanda di Luisa (se i Patriarchi e i santi non fossero già una manifestazione della sua volontà o meglio una manifestazione in senso stretto e nell'ultima parta approfondisce cosa significa regnare nella dv e facendoci comprendere che il fine della nostra vita (di cui in parte dipende da noi ma è anche un dono di Dio) è il Regno dell'atto continuato in noi.

Gesù spiega una cosa fondamentale: perfino la sua santissima Umanità unita alla Persona del Verbo, il don per spiegare questo mistero dice: ogni essere umano (io e te che leggi) siamo degli individui, ho il principio di sussistenza in me, una volta che io ci sono - Dio mi ha creato, rimango perchè Dio mi conserva nell'essere, la mia umanità coincide con il mio essere, io sussisto perchè sono io. L'umanità del Verbo, cioè Gesù - proviamo a scinderlo nell'ipotesi - l'uomo Cristo Gesù non esisterebbe nemmeno se non fosse unito alla Persona del Verbo. Io dico: io sono il figlio/a di mio padre e mia madre, ma Gesù dice io sono il Figlio di Dio non di Maria (si capisca cosa dice il don) Gesù è Figlio di Maria in quanto la natura umana assunta ma strettamente parlando è Figlio di Dio - perchè della filizazione si parla della persona e quella umanità non esisterebbe se non fosse unita alla persona del Verbo - sono misteri, se l'intelletto si apre un pochino e lo Spirito Santo aiuto.

Per quanto questa umanità non fosse umanità autosussistente non poteva racchiudere in sè il Verbo.

"Figlia mia, il Verbo Divino nella mia Umanità stava come centro di Vita in Essa, erano inseparabili l'uno dall'altra, ma siccome la mia Umanità aveva i suoi limiti ed il Verbo era senza limiti, immenso ed infinito, non potetti restringere dentro di Essa tutta la luce interminabile del Verbo, questa luce straripava, in modo che i suoi raggi straripando dal centro della mia Umanità, uscivano dalle mie mani, dai miei piedi, dalla bocca, dal cuore, dagli occhi, da tutte le parti della mia Umanità, quindi tutto il mio operato scorreva in questa luce, che più che raggi solari investiva tutto e rintracciava tutti gli atti delle creature, per dare i suoi, affinché i loro atti, investiti dalla sua luce, prendessero la forma dei suoi e, fusi insieme, acquistassero il valore, la bellezza degli atti suoi; ma quale non fu il dolore della mia Umanità, nel vedere che le creature respingevano gli atti suoi nella stessa luce del Verbo Eterno ed impedivano la trasformazione che voleva fare in esse? Ogni suo atto respinto era un dolore ed ogni atto delle creature si convertiva per la mia Umanità in amarezza ed offesa....." Gesù

Purtroppo, nonostante la sua Umanità sprigionasse Luce ed altro, incontrava quasi sempre una resistenza da parte delle creature. La trasformazione è essere la classica altra persona, è questo ciò che la Grazia di Dio fa a chi gli consente di operare fino in fondo.

"..Com'è duro voler fare del bene, farlo e non trovare chi riceva questo bene..." Gesù / è successo anche a noi di poter aiutare una persona, di porgere l'aiuto a quella persona sofferente e vedersi rifiutato quel bene? O magari si indispone anche. Chi ha vissuto questa cosa lo sa bene. Se una libera volontà respinge un'aiuto non ci si può fare nulla, è il dramma di Dio che continua a vivere.

Nella seconda parte Luisa arriva (girando nella storia della Salvezza) tra i Patriarchi e dice: questi hanno fatto tanti prodigi, e dice Luisa: ma questo è il regnare della dv? E Gesù dice di no, e che passa granda differenza tra queste creature e sprigionare un'atto in essa. Al don sembra (perchè ci muoviamo nell'ambito del mistero) che questa distinzione quella che in teologia c'è tra la grazia santificante e la grazia attuale. Il don si spiega: la grazie santificante - insegna la Chiesa - è uno stato, è la presenza stabile dello Spirito Santo in noi, - non vuol dire che tutti gli atti che facciamo siano fatti dallo Spirito Santo - però è una condizione. La grazia santificante si perde solo con il peccato mortale. Diminuisce con il peccato veniale e non aumenta con l'imperfezione. La grazia attuale è quella che Gesù può fare a chiunque anche ad un peccatore, la grazia attuale è un'ispirazione che Dio manda, magari manda ad un peccatore l'ispirazione di confessarsi, se quel cuore dice sì ha accolto una graza attuale. Quella grazia aveva come fine quello di mandare quella persona a confessarsi.

Abramo ha portato Isacco sul monte, un'atto eroico. La potenza di Mosè quando ha aperto il Mar Rosso? Quando ha fatto i prodigi? O gli atti eroici di Sansone? ecc.. sono atti distinti, belli, divini ma non è come quando la dv regna in una persona. Gli atti buoni compiuti in grazia di Dio - per quanto siano imperfetti - perchè ogni nostro atto umano morale, a meno che non ci sia un mezzo miracolo è ordinariamente imperfetto. Il don celebra la messa (per esempio) ma magari con tutti quanti gli sforzi che fa c'è una distrazione involontaria, o gli prende una distrazione volontaria ecc....quella Messa continua ad avere valore davanti a Dio, rimane un'atto buono però è stata fatta in maniera imperfetta. Però nonostante tutte le nostre imperfezioni un'atto compiuto in grazia riceverà una ricompensa in Paradiso - le imperfezioni le purificheremo in Purgatorio - quando dice Gesù regna la dv lo si manifesta in stati prolungati perpetui che l'anima percepisce - la percezione di essere ammantata, nascosta o coperta dalla potenza divina, la percezione di felicità, di luce - in un'operare sempre soprannaturale e divino, facilità di discernimento, e bellezza inarrivabile. Noi sappiamo che questo fiat divino quando Gesù lo considera in sè stesso si chiama Atto Unico, in Dio è un'atto unico perchè in Dio passato e futuro non ci sono. Noi queste cose non le capiamo. Noi siamo temporali e spaziali. Noi non possiamo capire cosa voglia dire un'eterno presente. Solo che quest'atto unico produce - secondo la nostra percezione - non ci sono numeri per poter esprimere quanti atti sono stati fatti dalla dv. Quanti miliardi goccie ci sono nel mare? Pensiamo ai vari tipi del mare, se uno va in Puglia, non è come la Sicilia, ecc... è sempre il mare però ha tocchi di varietà infinita che Dio ha disseminato.

Quando uno vive in questo mondo, si cerca di fare la dv, di agire con purezza d'intenzione, di distaccarsi dalle creature, atto preventivo, giri, fusione, ricambio d'amore, tenere lontano da noi ogni cosa che possa agitarci ed uscire da quella percezione che Dio è e c'è ecc.. tutta questa insieme di cose lo mettiamo in campo attendendo che la dv regni. Nessuno con certezza può dire di essere in grazia di Dio (concilio di Trento), potrebbe sapere qualcuno in certezza se la dv regna in lui? Ci sono percezioni sensibili? Il don dice di stare sempre ai fatti e alle poche cose oggettive, del resto se ne occupa Nostro Signore. Sempre serenamente avanti senza farci domande a cui non potremmo darci risposta.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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