sabato 3 giugno 2023

Morire alla volontà umana per risorgere nella Divina

Gesù torna sulla differenza tra fare la Divina Volontà e vivere in essa. In che senso deve morire la nostra volontà umana per risorgere nella Divina. L'importanza dell'abbandono. Libro di Cielo, Volume 30, 14 Dicembre 1931, Giovedì 20 Ottobre 2022

14 Dicembre 1931 Chi fa la Divina Volontà viene portato fra le braccia della sua immensità. L’uomo cittadella di Dio. Differenza tra chi vive e chi fa la Divina Volontà..

Il brano è distinto in diverse parti.

"..Mentre mi consumo, risorgo a nuovo amore, a nuova luce, a nuova conoscenza, a nuova forza, a nuova unione con Gesù e con la sua Divina Volontà. Oh! felice resurrezione che tanto bene porta all’anima mia, mi sembra che la mia anima nella Divina Volontà stia sempre in atto di morire, per ricevere la vera vita e formare a poco a poco la resurrezione della mia volontà nella Sua..." Luisa

Percezione soggettiva di Luisa. Questo ci riporta all'ultima ora della Passione dove c'è uno scritto che commenta l'ora della Passione, la mia notte è finita, dove si spiega che la resurrezione del Signore era immagine di tutte le anime che scelgono di morire e di risorgere nella dv, e ci sono nel testo di oggi, ci sono due forme perchè questo accade: morire vuol dire non dar vita, il problema è ciò che dobbiamo far morire è la nostra volontà umana e non come facoltà, Nostro Signore ce l'ha data perchè noi la esercitiamo. Deve morire a quegli atti che sono espressioni di sè stessa: a quello che vuole lei contro la volontà di Dio (cioè il peccato) e a quegli atti che sono indipendenti dalla volontà di Dio, che non sono sempre peccato - magari si tratta di cose lecite ma che in quel momento non sono richieste e Dio non è contento che si facciano - sotto questo punto di vista per tendere a questa morte piena della nostra volontà umana occorre tendere alla perfezione e tendere alla mortificazione universale che di per sè è già tanta fatica. Ma per vivere nella dv è poco.

"..Ora per chi vive nel nostro Volere, i suoi atti vengono formati nel centro della sua vita, cioè nel nostro Essere Divino. Invece chi fa solo la nostra Volontà, fa anche il bene, ma non vive in Essa, i suoi atti vengono formati nei raggi che emana dal suo centro..." Gesù

E' sempre il solito discorso della trasformazione di questi atti, cosa di cui noi non sempre abbiamo consapevolezza, però qua Luisa percepiva qualcosa. Come altre volte abbiamo avuto modo di verificare, questa vita si percepisce dal senso di benessere profondo che porta all'anima, chi vive nella dv sta benissimo, chi vive nel peccato sta malissimo. Chi fa la dv non è detto che stia benissimo perchè potrebbe farlo - pensiamo a noi stessi o a chi conosciamo - perchè potrebbe fare quelle cose per forza, nel senso che a lui piacerebbe fare questa cosa ma so che a Dio piace un'altra cosa e pazienza, e facciamo quello che Dio vuole in una maniera che facendola in questo modo non si percepisce a fondo il beneficio che deriva da questa scelta perchè in questo caso la volontà umana non è del tutto morta: se potessi farei quello ma non posso - sono dinamiche delicate - quando Gesù parla di dare vita alla dv e dare morte all'umana volontà - la volontà umana non è morta quando dico: io vorrei fare questa cosa qua ma la vorrei fare con tutto me stesso ma Dio non vuole e quindi pazienza. Fare una cosa in questo modo non ti dà un senso di felicità e benessere perchè ti stai dando una sorta di mutilazione, per carità in tante circostanze questo è sommamente meritorio - se io vivo nella dv la mia umana volontà muore, non è un semplicemente adeguarsi controvoglia ma è: questo Dio vuole? Subito. Nella consapevolezza che se Dio vuole una cosa, non è possibile che da questa possa scaturire niente di male. Non è che io mi tengo la mia volontà umana perchè così un giorno magari riesco a fare le cose come mi pare. Non è escluso, a volte il Signore fa così, molte cose dipendono dal fattore tempo, nella nostra esistenza è determinante - una cosa che Dio non vuole che tu faccia o che stai facendo, potrebbe in un secondo tempo cambiare le cose. Esempio sciocco: il don è prete, Dio vuole che il don celebri la Messa? Sì, ma Dio vuole che lui celebri la Messa dall'8 maggio 2004 perchè da prima Dio voleva che il don celebrasse la messa ma non subito, non era ancora stato ordinato prete e quindi valeva la stessa cosa per gli sposi: il tempo dell'intimità coniugale e il tempo di andare a vivere assieme non è il tempo del fidanzamento, la stessa cosa - fatta in circostanze diverse - è peccato mortale fatta prima del matrimonio e cosa buona e gradita la Signore se fatta dopo il matrimonio. Una persona che vive nella dv non sta per tutto il tempo del fidanzamento a pensare quanto sarebbe bello stare con l'anima gemella e però dice non si può e sta frustrata. No. Quindi questa cosa la affida serenamente al Signore e non pensa magari se non fosse peccato ecc... nel tempo del fidanzamento la dv ti mette davanti ad altre cose belle da cui attingere la vita, se tu stai a pensare a quello che non puoi fare tu non attingi la vita e ti perdi tante cose belle che il Signore ti ha messo davanti perchè stai a pensare a ciò che vuoi fare tu. Ad una coppia che arriva vergine al matrimonio bisogna fargli un monumento, ma c'è modo e modo di arrivarci vergini - ora questo è un'esempio - // e questo vale sempre: io posso fare una cosa che capisco che Dio vuole in modo volenterissimo capendo che quella cosa per me è la cosa migliore o posso farla obtorto collo. E di questo il don ne è più che testimone. E spesso la dv passa attraverso eventi ingiusti, anche la condanna di Gesù eppure....eppure cosa stava pensando Gesù in quei momenti? Che bello sarebbe, Padre Mio, se in questo momento stessi su un bel trono, come sarebbe bello se tutte le persone fossero buone, ecc... no. Se si leggono le ore della Passione stava facendo atti su atti di riparazione, abbracciava la croce (ora 18°) e amava le pene e se uno ci pensa a come è arrivato Gesù a quell'ora uno si chiede: ma che cosa avranno pensato gli altri? Vogliamo parlare delle cose che dice? Gesù in croce era felice, non guardava alle pene ma guardava al fatto che si stava compiendo la Volontà del Padre, era quella la sua mira. La pienezza della felicità in croce ma tutti quanti fuggono la croce perchè non la sanno vivere nella dv, il massimo che succede è che si rassegnano. Il cattivo ladrone è l'immagine di quelli che si ribellano, il buon ladrone è l'immagine di coloro che dicono: pazienza, me la sono pure meritato. Chi vive nella dv punta all'esempio di Gesù e di Maria. Quando si vive nella dv... quando Gesù rievoca lo stato in cui stava Adamo prima del peccato originale:

"....ma molte opere nuove, scienze per poter iniziare cose nuove, anche per fare onore a Colui che abitava dentro di lui e che, trattenendosi con lui in famigliare conversazione, gli insegnava tante belle cose, da fare e da dire...." Gesù

Quando si ha questa profonda e santa intimità che poi genera questa familiare conversazione e dolcemente nel cuore, nel modo in cui Gesù ci parla, magari componendo i nostri pensieri e dandoci delle dritte che ci portano gioia e questo vuol dire che Gesù ci sta parlando. Ma quante cose belle ci potrebbe dire Gesù? Tutto sta se raggiungiamo questo abbandono nel volere divino. Questi sono tutti quanti processi interiori, la gente che fa difficoltà a capire questi scritti ed a viverli (così pure per il Trattato della Vera Devozione). Spesso il don si sente chiedere come si fa a vivere nella dv e lui risponde che non è un processo automatico dall'oggi al domani, prima ci si informa, si fa la scelta e si sceglie l'opzione santità, si iniziano a fare gli atti, a praticare le virtù, conformandosi alla legge di Dio sempre di più, atto preventivo, atti, giri, ore delle Passioni ecc.. e poi questo grande step, questo continuo crescere che ti porta a questo stato di perfezione. Il don ricorda che Gesù spiega che questa cosa è una cosa graduale, percorso, non è una cosa che parte dall'oggi al domani e che è composto da un lavoro continuo e perpetuo. Un giorno si conoscono momento clou e altri giorni sembrano esserci delle battute d'arresto.....(pochi atti, tante imperfezioni ecc...) c'è un gioco tra Dio e la creatura ed è anche vero che ci sono anche dei tempi - quando arriverà per me il grado di maturazione piena? Non lo sappiamo. Come mai uno ci mette di meno e uno di più? Come mai uno capisce di più e uno di meno? Ci sono tante domande alle quale risposte non ci sono. E che facciamo? Bisogna avere pazienza e cercare di fare al meglio quel poco che è alla tua portata e fissandoti sulle cose sicure, certe e lavora su quelle per crescere non farti troppe domande alle quali qua non ci sono risposte. In una catechesi di Tenera Amata c'è un passaggio fondamentale: Dio ordinariamente dice alla creatura ciò che è necessario, perchè vuole che la creatura sulla base del poco ci metta del suo perchè altrimenti non meriteremmo e poi qualche volta ci dà qualche dritta. Ma attenzione: se ce la dà Lui la prendiamo ma se non ce la dà Lui non la dobbiamo neanche chiederla. Perchè se non ce la dà vuol dire che non è bene per noi averla e quindi andiamo avanti. Tutte queste cose sono cose spirituali. Il tuo rapporto con Dio è spirituale, quanto ti stai raccappezzando su cosa Dio voglia da te? Il don non ce lo può dire e non può darci una ricetta precisa. Certo, ci sono delle indicazioni generali:Se uno fa una vita molto dissipata te lo scordi che entri in contatto con Dio, se non dedichi dei tempi per stare in contatto con Dio non accadrà nulla. E poi dentro questo si lavora, opera e si cresce come possiamo. Staimo sempre bene e tendiamo a questo abbandono e allo spostamento del baricentro della nostra volontà a quella divina: non fare le cose per forza, ma una volta capito che non è aria, rinunciare completamente alla mia e con gioia nella certezza che tutto ciò che Dio dispone è sempre il meglio fosse anche la croce più grande di questo mondo. Ci aiuti la meditazione ed assidua delle Ore della Passione dove Gesù, nostro Maestro, ci spiega queste cose.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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