sabato 24 giugno 2023

Gradi di grazia, di santità e di gloria

Ogni volta che la volontà umana si unisce agli atti di quella divina sorge un nuovo atto di grazia, d'amore, di santità, un grado di vita divina e di gloria. Questi atti formano la sostanza necessaria per formare la vita divina nella creatura. Riconoscere, ricevere e ricambiare l'amore divino. Libro di Cielo, 10 Febbraio 1932, Mercoledì 16 Novembre 2022

10 Febbraio 1932 Lavoro di Dio nell’anima che vive nella Divina Volontà. Affiatamento tra Dio e la creatura. Vedetta di Gesù per avere la compagnia della creatura nelle opere sue .

L'essere affiatati, è il fulcro del brano di oggi, quando due persone sono affiatate vuol dire che vanno d'accordo, è una bellissima opera che si assiste e vede. L'essere affiatati tra Dio e la creatura.

"...Questo cibarsi con gli stessi cibi forma l’affiatamento tra Dio e la creatura, questo affiatamento produce pace, comunicazione di beni, inseparabilità, pare che il fiato divino vada nella creatura e quello di essa in Dio, e questo li unisce tanto da sentirsi come se fosse un solo fiato per entrambi. Quindi derivano affiatamenti di Volontà, affiatamento d’amore, di opere, sentiamo quel fiato che uscimmo nella creazione dell’uomo e che l’uomo spezzò col fare la sua volontà, rinato di nuovo nella creatura, la nostra Volontà ha virtù ed ufficio di rigenerare nella creatura ciò che ha perduto col peccato e di riordinarla come uscì dalle nostre mani creatrice.» Gesù

Luisa parte dall'esperienza del suo dolce Gesù che con la sua forza rapitrice la tira nella sua Volontà

"...Il mio dolce Gesù, con la sua forza rapitrice mi tira sempre nella sua adorabile Volontà, per farmi percorrere la molteplicità delle sue opere, che pare che mi aspettino per darmi qualcosa in più di quello che mi hanno dato ed io resto sorpresa per tanta bontà e liberalità divina..." Luisa

Luisa aveva acquisito con questi atti di tiraggi liberi che il Signore ci fa, siamo sempre liberi di non rispondere alla provocazione dall'essere attirati e a che pro? Il Signore vuole che questa creatura scopra sempre maggiori sfumature e bellezze nelle opere della dv. E qua torniamo all'attività principale per chi vuol vivere nella dv: stancarsi - nel senso buono - ad usare le nostre abilità e facoltà mentali a prendere coscienza sempre in forma più estesa di quanto Dio ci ami, di come abbia disseminato questo amore in una molteplicità infinita di cose create che attestino il Suo amore. Pensiamo per esempio: sto respirando, abbiamo mai provato a respirare con attenzione? Quanto stai bene quando respiri? Quando respiriamo accadono una serie di cose meravigliose, gli atomi e molecole d'ossigeno entrano nel nostro naso e poi arrivano nei polmoni e questi compiono l'ossigenazione del corpo. Questo processo funziona in automatico grazie alle attività della nostra anima, queste cose bisogna impararle a vivere in maniera cosciente, come in questa cosa è presente l'amore di Dio? Stai calmo e goditi l'aria. Chi l'ha fatta l'aria, il naso, i nostri polmoni? ecc... Nostro Signore, quando usi le mani e tocchi un'oggetto, prova a muovere le mani, è una cosa meravigliosa, nell'atto stesso di muovere un'arto sono impegnati un sacco di circuiti che si è inventato Nostro Signore. Aprire e chiudere una mano attira un sacco di operazioni. Prova a unire le mani in preghiera e prova a sentire il tocco, ecc... il dono della vita, del corpo, ecc.. sono cose meravigliose. A che serve questo qua?

«Figlia benedetta del mio Volere, ogniqualvolta ti elevi in Essa per unirti a ciascun atto che ha fatto, mentre il tuo atto si unisce al suo, l’atto divino sorge e ti dà un grado di grazia, d’amore, di santità, un grado di vita divina e di gloria; questi gradi, uniti insieme, formano la sostanza necessaria per formare la vita divina nella creatura;..." Gesù

Se io respiro inconsciamente...ok, ma se ogni tanto io me lo godo divinamente e lo prendo come atto della dv arriva un grado di grazia, amore, gloria, ecc.. questa è la trasposizione nella vita della dv di quello che riguarda la vita ascetica. Ogni atto buono che noi facciamo, di qualsiasi tipo che noi facciamo - piccolo o grande che sia - , è un'atto meritorio che ci fa crescere nella grazia, nell'amore, nella santità e ci procura un grado di gloria superiore. Che è dottrina comune nell'ascetica e che è dottrina della Chiesa nell'atto umano. Ogni atto di virtù mi fa diventare santo, ma in questi scritti Gesù ci informa che ci sono altri atti da fare in maniera consapevole e volontaria e che come efetto ti fanno crescere ma in grado di superiore e questo accade quando mi unisco alla dv in questo senso. E attenzione, la dv dev'essere formata in noi come vita.

".. questi gradi, uniti insieme, formano la sostanza necessaria per formare la vita divina nella creatura; uno forma il palpito, l’altro il respiro, un altro la parola, un altro l’occhio, uno la bellezza, un altro la santità di Dio nel fondo dell’anima..." Gesù

La vita della dv in te si forma tanti quanti sono gli atti che fai in questo senso che fai, questo sta dicendo Gesù. E anche se noi non lo sappiamo, in che senso producono la vita della dv in noi? "..uno forma il palpito, l’altro il respiro, un altro la parola, un altro l’occhio, uno la bellezza, un altro la santità di Dio nel fondo dell’anima..." Gesù

"..I nostri atti sorgono come si appressa la creatura, per dare ciò che posseggono, con ansia l’aspettano per mettersi in attitudine di sorgere, per formare i loro sbocchi divini, per deporsi e ripetere gli atti in essa. Sicché, chi si unisce agli atti della nostra Volontà Divina, ci dà occasione di farci lavorare, ma per fare che cosa?..." Gesù

Gli automatismi non funzionano, quanto noi ci mettiamo tanto Dio fa. E quando la creatura fa queste operazioni...

"..Tu devi sapere che la creatura coll’elevarsi nella nostra Divina Volontà, lascia tutto e si riduce nel suo nulla, questo nulla riconosce il suo Creatore ed il Creatore riconosce il nulla che uscì alla luce, non il nulla ingombrato di cose che a Lui non appartengono, e, trovandolo “nulla”, lo riempie del Tutto. Ecco che significa vivere nella mia Volontà, sgombrarsi di tutto e, leggera leggera, volare nel seno del Padre Celeste, per fare che questo nulla riceva la vita di Colui che la creò..." Gesù

Quando uno inizia a vivere nella dv il vanto e la vanagloria non esistono più - ne è convinto il don - . Ogni tanto qualcuno si congratula con il don con le sue meditazioni, uno potrebbe insuperbirsi - sono cose pericolose i complimenti - certo che un sacerdote si rallegra se qualcuno cresce in santità. La superbia e la vana gloria di cosa? Se esce qualcosa di buono da noi non è roba nostra, noi siamo - un tempo si diceva - nani sulle spalle dei giganti o per usare un'espressione di remiscenze bibliche siamo l'asinello che porta sopra Gesù all'ingresso di Gerusalemme o quello che ha portato la Madonna con Gesù nel grembo. Asini, con le orecchie lunghe, con mente tardive che prima di comprendere una cosa ci vogliono le fatiche di sisifo, abbastanza testardelli, poco nobili, un'asino non ha la bellezza di un cavallo. E quindi questo nulla viene riconosciuto e di fronte al nulla, il tutto sta al posto suo. Lei lo sa benissimo, anche se non lo nega: ma tutta questa roba io l'ho ricevuta, chi sono io per essere la beata Vergine Maria? Chi sono io per essere io? La mia anima, che tra l'altro è bellissima anche se ci sono peccati, - ognuno può dirlo di sè - la mia bellezza e peculiarità particolare non viene da sè. Anche se noi siamo gli sfasciti, sfasciamo tutto ciò che ha fatto Nostro Signore. Stiamo in continuazione a fare gli imbratta tele, i guai e i pasticcioni e Nostro Signore è lì paziente. Il don la immagina così. Noi siamo veramente un nulla, prima ci convinciamo e meglio è.

"..Tu devi sapere che la creatura coll’elevarsi nella nostra Divina Volontà, lascia tutto e si riduce nel suo nulla, questo nulla riconosce il suo Creatore ed il Creatore riconosce il nulla che uscì alla luce, non il nulla ingombrato di cose che a Lui non appartengono, e, trovandolo “nulla”, lo riempie del Tutto. Ecco che significa vivere nella mia Volontà, sgombrarsi di tutto e, leggera leggera, volare nel seno del Padre Celeste, per fare che questo nulla riceva la vita di Colui che la creò..." Gesù

Quando si entra in questa situazione si inizia ad essere affiatati, si inizia a stare d'accordo con Nostro Signore, e nella misura in cui noi riconosciamo il nostro nulla, il tutto si riversa gradualmente su di noi dandoci tutto e di più. Diventare affiatati con l'Altissimo.

Infine Luisa fa il suo giro nelle opere della Creazione e Redenzione, Gesù è restato sulla terra per 33 anni mentre la Madonna si dice che sia rimasta per 72 anni. Andiamo a fare il pieno di grazia negli atti compiuti da Gesù e dalla Madonna e anche se campassimo 100 anni non riusciremmo a prenderci il tutto. E quando questo non accade:

«Figlia mia, le nostre opere soffrono l’isolamento se non sono riconosciute come opere fatte per amore delle creature, perché non ci fu altro scopo nel fare tante opere meravigliose nella Creazione, che dare tanti attestati d’amore...." Gesù

Pensiamo chi bestemmia, oltre che atto inqualificabile e che vai ad insulatre Colui che ti potrebbe fulminare a seduta stante, ma ti ha riempito di tanto amore che più di questo non si potrebbe fare, quello che Lui ha fatto è il massimo che si potrebbe fare.

"...Ora, se non viene riconosciuto questo nostro amore in ciascuna cosa creata, le nostre opere restano sole, senza corteggio, senza onori e come appartati dalle creature, sicché il cielo, il sole, le altre cose create sono sole, ciò che Io feci nella Redenzione, le mie opere, le mie pene, le mie lacrime e tutto il resto sono isolate..." Gesù

Chi ci pensa a Gesù Crocifisso, flagellato e coronato di spine? Chi pensa a Gesù che scappa in Egitto, che lavora nella casa dei genitori, chi pensa a Gesù? Come mangiava, beveva e quanto dormiva? Questa cosa rende il Signore felice.

"...Chi le riconosce e, girando in esse, trova il nostro amore palpitante per lei, che sospira la sua compagnia per dare e ricevere amore. Tanto che quando tu giri nella nostra Volontà per trovare le opere nostre, riconoscere il nostro amore e metterci il tuo, mi sento tanto tirato che quasi sempre ti aspetto in ciascuna opera, per godere la tua compagnia, il tuo corteggio e mi sento come contraccambiato di quello che ho fatto e patito e quando qualche volta tu tardi a venire, Io aspetto e mi metto alla vedetta dentro le opere mie, per vedere quando stai per venire, per godermi la tua dolce compagnia...." Ges

Di quello che ho fatto (fiat Creante) e di quanto ho patito (fiat Redimente). Immaginiamo che Gesù stia di vedetta come un'innamorato, come la morosa che è andata lontana a farsi un viaggio e lo sposo la sta aspettando sull'uscio della porta di casa.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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