giovedì 17 ottobre 2019

Riprodurre in noi la vita di Gesù e di Maria

Gesù visse in sé - in modo assai misterioso e con sommo suo dolore - la separazione dalla Divinità, che è ciò che accade col peccato. Questo chiedeva a Luisa con le sue separazioni. Per vivere nel Divin Volere occorre tendere a lasciare alle nostre umane esigenze lo stretto necessario, imparando ad appoggiarsi sempre e in tutto su Dio solo. Chi vive nel Divin Volere vive, come Gesù, nel totale disinteresse di sé, sempre intento a fare ciò che Dio vuole e ciò che giova al bene delle anime. Libro di Cielo, volume 12, 2-22 Giugno 1920, Lunedì 8 Luglio 2019

Brani molto illuminanti che ci aiutano a comprendere bene un'aspetto fondamentalissimo del peccato e come questo abbia dovuto drammaticamente dalla Santissima Umanità di Gesù e poi ci sono delle ulteriori istruzioni che Gesù dà della sua vita terrena e che sono indicazioni preziosi di una rotta da tenere se si vuole che la vita nella DV giunga alla pienezza. Perchè non dimentichiamo che vivere nella DV non è nient'altro che fare la vita di Gesù e di Maria. (Atto preventivo, fusioni, ti amo di Dio, fusioni, giri ecc.. che Gesù ha dato ma in due parole è rifare la loro stessa vita) e che cos'è il peccato? Il Peccato è la separazione dell'anima da Dio, l'elemento costitutivo è la separazione, e come avviene? attraverso una disubbidienza che è un atto volontario della volontà. La morte è conseguenza (dottrina della Chiesa) estrema e la più diretta del peccato. La morte è la separazione dell'anima dal corpo di per sè una cosa innaturale. Il mio corpo è fatto per la mia anima e viceversa, questa separazione è innaturale che cos'è? col peccato l'anima si separa da Dio e questa situazione causa un tale marasma con l'estrema conseguenza di un sacco di mali ed infine la separazione dell'anima dal corpo. Ecco perchè è importante formarsi bene. La Divina Rivelazione non è dimostrabile scientificamente ma però ha una sua interna coerenza razionale impressionante.

2 Giugno 1920 Gesù sentì la pena della separazione che l’uomo aveva fatto col peccato

Continuando il mio solito stato e raccogliendomi nella preghiera, vedevo un abisso in me, per cui non potevo scorgere il fondo ed in mezzo a questo abisso di profondità e di larghezza, il mio dolce Gesù era afflitto e taciturno. Io non sapevo comprendere come lo vedevo in me e mi sentivo lontana da Lui, come se per me non fosse. Il mio cuore restava torturato e provavo lo strazio d’una morte crudele. Questo non una volta, ma chissà quante volte mi trovo in questo abisso come separata dal mio tutto, dalla mia vita.Ora, mentre il mio cuore gocciolava sangue, il mio sempre amabile Gesù, uscendo da questo abisso, mi ha cinto il collo con le sue braccia, e, mettendosi dietro le mie spalle, mi ha detto: “Figlia diletta mia, tu sei il mio vero ritratto, oh! quante volte la mia gemente Umanità si trovava in queste torture! Essa era immedesimata con la Divinità, anzi erano una sola cosa e mentre erano una sola cosa, sentivo lo strazio della separazione, dell’abisso della Divinità, e anche se mi avvolgeva dentro e fuori, immedesimato con Lei, mi sentivo lontano. La mia povera Umanità doveva pagare il fio e la separazione che col peccato l’umanità prevaricatrice aveva commesso e, per congiungerla alla Divinità, dovevo soffrire tutta la pena della loro separazione, ma ogni istante di separazione era per Me una morte spietata.Ecco la causa delle tue pene e dell’abisso che tu vedi, è la mia somiglianza. Anche in questi tempi procellosi, l’umanità corre come in precipitosa fuga lontano da Me e tu devi sentire la pena della sua separazione, per poterla congiungere a Me. E’ vero che è troppo doloroso il tuo stato, ma è sempre una pena del tuo Gesù, ed Io, per darti forza, ti terrò stretta dietro le tue spalle, perchè mentre ti tengo più sicura, do più intensità alla tua pena, perché se ti tenessi davanti, col solo vedere le mie braccia vicine, la pena ti verrebbe dimezzata e la mia somiglianza avverrebbe più tardi.”.” Gesù

Gesù fa rivivere un'esperienza di separazione sensibile a Luisa, Gesù la sta facendo assomigliare a Lui. Noi non sappiamo cosa significhi Dio fatto Uomo. Gesù sentiva (pur essendo Dio) questa separazione dalla Divinità. Perchè quest'esperienza misteriosa che culmina col grido sulla Croce (Dio mio Dio mio perchè mi hai abbandonato?)? Come fa Gesù a dire questo? Delle volte dobbiamo fermare la nostra ragione perchè non possiamo sfondare i misteri. Gesù ha dovuto sentire questa pena per pagare il fio che l'umanità ha commesso col peccato. Ecco perchè gli abbracci, i baci e quando altre volte e poi ti lasciavo da sola? Perchè tu la devi rivivere per lo stesso motivo per cui la vissi io e la separazione la deve sentire anche Luisa. La vita nella DV porta a rivivere le stesse cose che ha vissuto Gesù.

10 Giugno 1920 L’Umanità di Nostro Signore viveva a mezza aria. Chi vive nel Divin Volere fa ciò che Esso fa

Figlia mia, la mia Umanità quando viveva sulla terra, viveva a mezza aria, tra il Cielo e la terra, avendo tutta la terra sotto e tutto il Cielo sopra di Me e col vivere in questo modo, Io cercavo di attirare tutta la terra in Me e tutto il Cielo per farne una sol cosa. Se Io avessi voluto vivere a piano terra, non avrei potuto tirare tutto in Me, al più qualche punto. E’ vero che il vivere a mezza aria mi costò molto, non avevo né dove poggiarmi né a chi poggiarmi e solo le cose di stretta necessità erano date alla mia Umanità, del resto ero sempre solo e senza alcun conforto, ma ciò era necessario, prima per la nobiltà della mia persona, per cui non conveniva vivere nel basso, con appoggi umani vili e manchevoli; secondo, per il grande ufficio della Redenzione, che doveva tenere la supremazia su tutto. Quindi, mi conveniva vivere nell’alto, sopra di tutti.Ora, metto nelle stesse condizioni in cui misi la mia Umanità, coloro che chiamo alla mia somiglianza, perciò il tuo poggio son’Io, le mie braccia sono il tuo sostegno e, facendoti vivere nelle mie braccia a mezza aria, ti possono giungere le sole cose di stretta necessità. Per chi vive nel mio Volere, distaccato da tutti, tutto a Me, le cose in più delle strette necessità sono cose vili ed accettarle è un degradarsi della sua nobiltà e se gli vengono dati gli appoggi umani, sente la puzza dell’umano ed essa stessa li allontana.” Gesù

Che significa? che delle cose della terra, lo strettissimo necessario (Gesù certamente non era un'obeso, concedeva al corpo lo stretto necessario, era ben vestito non di marca ma in maniera dignitosa o non di marca...non aveva 40 paia di scarpe) e non solo sotto questo punto di vista. Non aveva appoggi umani cosa che noi sempre cerchiamo.Non è detto che tutti debbano raggiungere la perfezione sine glossa (alla lettera), la sostanza sì.Uno non può vivere nella DV e spreca il cibo o veste di lusso, accumula soldi ecc... queste sono cose grossolane. Vivere nella DV non è fare quattro atti, ci deve essere una sobrietà e un modo di vita coerente. L'amicizia possiamo coltivarla, possiamo avere qualche piccolo divertimento lecito ma cosa vuol dire non appoggiarci? Es. mi piace Ho un hobby e ho il tempo? lo coltivo, la DV mi dovesse fare capire che non c'è più tempo lo lascio ed è la stessa cosa. Mi piace prendermi questo diletto? benissimo altrimenti pazienza. Godo dell'amicizia di X? Non la vivo all'umana (ah non mi ha telefonato ecc...), non vuol dire vivere da eremiti. Luisa aveva un compito particolare però la sostanza di questo discorso è materia di confronto. Il distacco è interiore. Un papà di 4 figli deve avere i figli ma anche in questo imparerà a viverle santamente. Perchè se vengono dati appoggi umani c'è la puzza umana.

22 Giugno 1920 La santità dell’Umanità di Gesù fu il pieno disinteresse

Figlia mia, perché vuoi scostarti dalla mia somiglianza? Io non pensai mai a Me stesso, la santità della mia Umanità fu il pieno disinteresse, nulla feci per Me, ma tutto soffrii e feci per le creature, il mio amore può dirsi vero, perché improntato al mio proprio disinteresse, dove c’è l’interesse non si può dire che c’è una fonte di verità; ma l’anima col disinteresse proprio è quella che si fa più avanti e mentre si fa avanti, il mare della mia grazia la prende alle spalle inondandola, in modo da farla restare tutta sommersa senza che lei ci pensi; invece chi pensa a se stessa è l’ultima ed il mare della mia grazia le sta davanti ed è lei che, a forza di braccio, deve solcare il mare, se pure le riesce, perché il pensiero di se stessa le creerà tanti intoppi, da incuterle timore di gettarsi nel mio mare e corre il pericolo di rimanere alla riva.”

Il disinteresse opposto del pensare a sè stessi. E' molto frequente la tentazione di pensare a sè stessi, di preoccuparsi delle proprie cose (San Matteo 6 Gesù dice di non affannarci della propria vita...cercate il Regno di Dio) - il non preoccuparsi va inteso bene: non vuol dire fare il disoccupato perchè il Signore ti sfama direttamente con la Manna. Dobbiamo lavorare per vivere, questo non può diventare un motivo di affanno. Quando una cosa comincia a diventare un motivo di penserio riccorrente, di preoccupazione o di affanno vuol dire che c'è qualcosa che non va. Il pensiero ricorrente di chi vuol vivere nella DV è vivere unito a Dio e non farsi mille domande mentali che sono modi umani che ci scostano dalla Divina Somiglianza. Chi di noi dinnanzi al caldo (o freddo) si lamenta commettendo un'imperfezione? Se uno invece sta zitto e dentro di sè dice:

"Signore, (mi fondo con la DV e ) prendo tutto questo (caldo/freddo - o altro fastidio ndr) e te le offro volentieri come sacrificio perchè tu possa risparmiare l'inferno a qualcuno?"

Secondo voi il Signore cosa fa dinnanzi a questa preghiera? certo che qualcuno si salverebbe ma se una persona si sta a lamentare continuamente non ottiene la conversione del prossimo e commetti una montagna di imperfezioni (esempi) - queste cose vengono dette per favorire la riflessione. I bambini sul buffet si gettavano sulla cosa che piaceva di più altrimenti restavano senza, un'anima divina se ci sta un TI AMO di Dio sul tavolo di un buffet è chiaro che non lo rifiuto (non mi abbuffo, con moderazione) ma non fiondo con un falco. E se rimango digiuno pazienza. Esempi banali però la vita è fatta di tante piccole cose, gli eroismi e atti straordinari forse ci capiteranno ma le piccole cose capitano in continuazione. Pensiamo a noi stessi o a Dio? io non penso a me stesso ma ciò che piace a Dio e ciò che salva il prossimo e se c'è la possibilità penso a me ma all'ultimo posto - e la DV mi aiuterà. Chiediamo alla DV di capire correttamente e di metterle in pratica.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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