giovedì 31 ottobre 2019

Fuori della Divina Volontà non c'è nessun vero bene

Il Fiat operò nella Madonna senza trovare l'ombra della minima resistenza e rese i suoi immensi dolori gemme che la costituirono Regina affianco al Re. Fuori della Divina Volontà Gesù non riconosce valore né al patire né all'operare; molte volte dietro l'apparenza di bene, ci sono solo passioni, frustrazioni e schiavitù. Necessità di chiedere con insistenza che il Fiat venga a regnare sulle nostre anime e il suo regno venga sulla terra (Volume 15, 23 Marzo e 14 Aprile 1923). Meditazione mariana in occasione della memoria della Beata Vergine Maria del Carmelo, tratta dai brani dedicati alla Divina Maria del Libro di Cielo della Serva di Dio Luisa Piccarreta, Martedì 16 Luglio 2019

23 Marzo 1923 Dolori della Celeste Mamma e come il Fiat agi in essi

Figlia mia, il primo Re dei dolori fui Io ed essendo Io uomo e Dio, dovevo tutto accentrare in Me per avere il primato su tutto, anche sugli stessi dolori. Quelli della mia Mamma non erano altro che i riverberi dei miei, che riflettendo in Lei le partecipavano tutti i dolori miei e trafiggendola, la riempivano di tale amarezza e pena, da sentirsi morire ad ogni riverbero dei miei dolori, ma l’amore la sosteneva e le ridava la vita, perciò non solo per onore, ma con diritto di giustizia fu la prima Regina dell’immenso mare dei suoi dolori.” Gesù

I brani di oggi sono molto belli e profondi e sono accentrati sulla potenza del FIAT operante nella creatura. L'occcasione nel primo discorso è la considerazione dei dolori di Maria Santissima, dopo Gesù divenne la Regina dei Dolori e la fonte dei suoi dolori era il riverbero di quelli del Signore e la sua partecipazione intima ad essi in maniera da sentirsi trafitta e da sentirsi morire ad ogni dolore. Il dolore era finalizzato per la Redenzione e Corredenzione.

Dov'è la meritorietà dell'atto? nell'intensità della sofferenza, nella molteplicità dei dolori o in qualcos'altro?

In generale e nella vita ordinaria, agli occhi di Dio non ha valore la sofferenza in sè stessa e spesso si dice tra gli uomini (fermo restando il rispetto delle tragedie): con tutto quello che ha sofferto si è già fatto il Purgatorio - vera a patto che la persona lo abbia sofferto accentandolo come Volontà di Dio. All'inferno si soffre tanto ma quelle sofferenze non sono benedette e neanche quelle del Purgatorio non sono meritorie perchè devono scrostare le macchie le anime delle persone. Ciò che rende meritorio la sofferenza è la volontarità con cui la si abbraccia e la si offre; alcune non ce le scegliamo ma scegliamo come reagire. Reagisco offrendole o lamentandomi?

In particolare cos'è che dà a queste sofferenze valore infinito? il Fiat

Non furono i dolori che costituirono Regina la mia Mamma e la fecero rifulgere di tanta gloria, ma il mio Fiat onnipotente, che intrecciava ogni suo atto e dolore e si costituiva vita di ogni suo dolore, sicché il mio Fiat era l’atto primo che formava la spada, dandole l’intensità del dolore che voleva. Il mio Fiat poteva mettere in quel cuore trafitto quanti dolori voleva, aggiungere trafitture a trafitture, pene su pene, senza l’ombra della minima resistenza, anzi Ella si sentiva onorata del fatto che il mio Fiat si costituiva vita anche d’un suo palpito ed il mio Fiat le diede gloria completa e la costituì vera e legittima Regina...." Gesù

Il Fiat che costituisce la vita di quella persona e che intreccia i dolori con sè, un concetto ricorrente. Ogni atto - quando il FIAT è installato e radicato nell'anima - viene preso dal FIAT. Questo stesso FIAT dava l'intensità dei dolori che voleva e dentro il Cuore Immacolato il FIAT aveva carta bianca senza resistenza. E qua è difficile specchiarsi nella Divina Maria ma almeno prendere esempio e viaggiare verso questi orizzonti. Qui dobbiamo farci un'esame di coscienza: quante resistenze facciamo ai richiami dell'Altissimo? quante volte diciamo adesso basta? e le sofferenze sono troppe ecc... noi non ci facciamo caso perchè sono cose fanno parte della nostra natura che le reputiamo normalissime ma occorre correggersi.

"..Io non riconosco l’operare ed il patire fuori della mia Volontà, potrei dire: “Non ho che darti, qual è la volontà che ti ha animato nel far e soffrire ciò? Fatti ricompensare da quella.” Molte volte il fare il bene, il patire, senza che la mia Volontà entri in mezzo, possono essere misere schiavitù che degenerano in passioni, mentre solo il mio Volere dà il vero dominio, le vere virtù, la vera gloria da trasmutare l’umano in divino.” Gesù

Si fa o non si fa una cosa se e in quanto quella cosa è voluta da Dio. Chi ti ha detto che il bene che stai facendo è voluto dal Signore? Tante volte ai preti raccontano (esempio di Don Leonardo) lamentele che vivono in qualche parrocchia che si accorgono che certi servizi ecclesiali c'è qualcuno che sgomita che vuole farli per forza, vuole sentirsi gratificato. Guai a chi glielo tocca. Un'opera buona ok, ma tu sei sicuro che quella sia Divina Volontà? dentro di noi si muovono tante dinamiche; stai agendo per volontà divina o agisci perchè non sei mai stato considerato? Questo bene fatto per doppi scopi vale qualcosa agli occhi di Dio? Questi scritti sono una possibilità per entrare dentro di noi facendo una grandissima operazione dentro di noi stessi, è difficile e complicata perchè siamo pieni di miserie e piccinerie e ammettere di aver fatto un bene per anni solo per qualche scopo malato è brutto. E' vero che si soffre scoprirlo ma poi potrò riprendere il servizio in maniera modo migliore. Non c'è nessuno che mi ruba il posto. Sono tutti atti e dinamiche di volontà umana. L'esperienze di un sacerdote glielo fa vedere ma tace perchè difficilmente sarebbero comprese ed accettate. Ma alcune volte sono palesi e la povera anima è convintissima che sta facendo per la gloria di Dio ma in realtà ciò che sta facendo non conta niente agli occhi di Dio. Questi scritti sono una possibilità per chiederci: sono sicuro che lo sto facendo per Dio?

Come lo faccio a capire? Per esempio se vedo che sono attaccato a quel servizio, facciamoci guarire da Gesù.

14 Aprile 1923 Come Iddio nel far le opere che devono servire al bene generale, accentra in una creatura della umana famiglia tutto il bene che vuol dare

"..Ora, che cosa muoveva a pregare, a sospirare, eccetera, questo popolo? La promessa del futuro Messia, questa promessa era come il germe di tante suppliche e lacrime, se non ci fosse stata questa promessa, nessuno si sarebbe dato pensiero, nessuno avrebbe sperato la salvezza.." Gesù

Gesù torna su tema fondamentale: Gesù parla delle tante preghiere e sospiri che hanno preceduto l'avvento del Messia, se si vede l'Antico Testamento il Messia fu promesso fin da tempi di Mosè e poi c'è tutta l'epopea con tutte quante le profezie velate o meno. Avendo annunciato il Messia doveva partire quella valanga di preghiere, perchè un bene così grande Dio non te lo dà se tu non lo invochi. Dio vuole che un bene di valore inestimabile deve essere riconosciuto come tale e come tale apprezzato. Non si possono dare oggetti di grandi valore a delle persone che ne farebbero uno balordo (come se uno desse un calice d'oro a uno sconosciuto che lo usi per scopi bassi). Il processo è stato questo per l'opera della Redenzione: annuncio del Messia, preghiere su preghiere su preghiere completate dalla Madonna, realizzazione della discesa del Messia nella Madonna e con la DIVINA VOLONTA' simile. Annunciata, è già stata compiuta bene in una creatura e ora ci vogliono preghiere su preghiere perchè questo regno si diffonda perchè questo regno raggiunga più persone possibili.

"..Ora figlia mia, veniamo alla mia Volontà, tu credi che sia una Santità come le altre santità? Un bene, una grazia quasi pari alle altre che ho fatto per tanti secoli agli altri santi ed a tutta la Chiesa? No, no! qui si tratta d’una epoca nuova, d’un bene che deve servire a tutte le generazioni; ma è necessario che accentri tutto questo bene prima in una sola, come feci nella Redenzione accentrando tutto nella mia Mamma e vedi un po’ come le cose vanno di pari passo: Per far venire la Redenzione e disporre le anime a questo, feci la promessa del futuro Messia, affinché con lo sperarlo non solo si disponessero, ma potessero trovare anche essi nel futuro Redentore la loro salvezza..." Gesù

Non è una grazia come le altre o spiritualità ecc..ma qui si tratta di un'epoca nuova, è una cosa grossa e quindi il procedimento è lo stesso MA le preghiere e le invocazioni devono essere copiose e questo vale per noi. Anche perchè la DV venga a regnare in me, questo dobbiamo chiederglielo. Tutto quello che vogliamo ma dobbiamo chiederglielo anzitutto in me perchè è una cosa grossa.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

Nessun commento:

Posta un commento