domenica 22 settembre 2019

Abbandono e fusione nella Divina Volontà

Gesù spiega a Luisa la fondamentale e imprescindibile importanza dell'abbandono. L'inquietudine è propria di chi non si abbandona totalmente a Gesù. Gli atti compiuti nel Divin Volere hanno valore infinito, eterno e immenso. La fondamentale importanza del fondersi il più possibile con la Divina Volontà.Libro di cielo, Volume 12, 6 Agosto e 3 Settembre 1919, 18 Giugno 2019

6 Agosto 1919 L’abbandono in Dio. Valore degli atti fatti nel Divin Volere

L’abbandono in Me è immagine di due torrenti, di cui uno si scarica nell’altro con tale impeto, che le acque si confondono, e, formando onde di acqua altissime, giungono fino a toccare il cielo, tanto che il letto di quei torrenti rimane asciutto; e lo scroscio di quelle acque, il loro mormorio, è tanto dolce ed armonioso, che il cielo, nel vedersi toccato da quelle acque, si sente onorato e risplende di nuova bellezza ed i santi a coro dicono: “Questo è il dolce suono e l’armonia che rapisce di un’anima che si è abbandonata in Dio; come è bello, come è bello!” Gesù

L'abbandono è una connotazione tipica della vita cristiana ma assolutamente fondativa e basilare della vita nella DV; significa semplicemente molto chiaramente gettarsi senza nessuna forma di remora e resistenza nelle mani e braccia di qualcun'altro e smettere di pensare a sè stessi, ai problemi, al futuro, ecc... Tutto ciò che è a terra tende a svanire, è uno stato interiore; queste cose riguardando anche la vita cristiana ed occorre viverle per comprenderle bene. Quando si è abbandonati in Gesù è una cosa semplice: io non penso più alle cose mie e a me e penso alle cose Tue (di Gesù) quindi a ripararti, a fondermi, a riequilibrare i disordini immensi ecc.. e al resto ci pensi te ATTENZIONE questo non vuol dire non occuparsi della propria santificazione o mettersi a braccia conserte che tutto scorra in totale indifferenza. Un'anima invece è responsabilizzata al massimo e sollecita nel fare il bene e anche nella propria santificazione. E' uno stato interiore non uno stato esteriore. Bisogna stare attenti a non travisare questi concetti delicati perchè si causano gravissimi danni sia alle anime che travisano ma anche alla causa della Divina Volontà che ne trae immenso danno quando viene mal interpretata.

( ATTO DI ABBANDONO A GESU' di Don Dolindo Ruotolo - O Gesù m'abbandono in Te, pensaci tu!)

Quando ci abbandoniamo a Gesù, nemici, pericoli o occasioni di peccato che avranno a che fare con Gesù non con me. Qual'è il segno che stiamo vivendo nell'abbandono? la quiete. Chi sta abbandonato in Gesù sta senza problemi non perchè non ci siano ma perchè non sono di sua competenza e non tocca a lui risolverli. Abbandonarsi in Gesù vuol dire riposo per l'anima e lavoro per Gesù. I grossi problemi che attanagliano il mondo, di Chiesa ecc.. in molti si agitano rinnovando gli atteggiamenti di Marta ed ad operare in modo disordinato con la motivazione esplicita (poi bisogna vedere cosa c'è dietro) per risolvere i problemi. Ma con questo spirito si complicano. Dovremmo imparare a dire qualche volta "Gesù pensaci Tu"; nel nostro piccolo non possiamo risolvere i problemi; diamo il nostro piccolo apporto nel quale il Signore ci chiama dando il meglio di noi sempre pronti. Gesù potrebbe rispondere "e tu pensa alle cose mie".

Un altro giorno mi disse: “Di che temi? Abbandonati in Me e resterai circondata da Me come dentro un circolo, in modo che se vengono nemici, occasioni, pericoli, avranno a che fare con Me, non con te ed Io risponderò per te. Il vero abbandono in Me è riposo per l’anima e per Me lavoro e se l’anima è inquieta, significa che non sta abbandonata in Me; giusta pena per chi vuol vivere a sé è l’inquietudine, facendo a Me un gran torto ed a sé un gran danno.” Gesù

Giusta pena l'inquietudine delle creature. Il tema dell'abbandono è uno dei segreti per vivere nella pace ed è quindi da approfondire. Cosa dobbiamo fare?

"..Tu, però, non uscire mai dal mio Volere, ché essendo il mio Volere Eterno, ciò che si fa nella mia Volontà acquista un valore eterno, immenso, infinito, è come moneta che sorge e che mai esaurisce, i più piccoli atti fatti nel mio Volere restano scritti a caratteri incancellabili: “Siamo atti eterni, perché un Voler Eterno ci ha animati, formati e compiuti.” Succede come ad un vaso di creta in cui si mette il liquido oro e l’artefice da quell’oro liquefatto vi forma gli oggetti d’oro. Forse perché quell’oro è stato liquefatto nel vaso di creta si dice che non è oro? Certo che no; l’oro è sempre oro in qualunque vaso si faccia liquefare. Ora, il vaso di creta è l’anima, la mia Volontà è l’oro, l’atto d’operare della creatura nella mia Volontà, concuoce la mia Volontà con la sua e si liquefanno insieme e da quel liquido, Io, Divino artefice, formo gli atti d’oro eterno, in modo che Io posso dire che sono i miei e l’anima può dire che sono i suoi.” Gesù

Il Trittico, ogni cosa che si fa nella DV ha valore Eterno-Immenso-Infinito. E ricordiamo la bellissima immagine che Gesù fa. Quando noi operiamo nella DV, facciamo un'atto o giro, quell'oro si fonde e riprende la propria fattezza dentro il vaso di creta; la fusione dei nostri atti con quelli divini. L'anima può dire che gli atti di Gesù sono miei (e viceversa).

3 Settembre 1919 Il fondersi in Gesù equilibra le riparazioni

Figlia mia, so Io il pro della tua vita , né spetta a te investigarlo, ma sappi però che il solo fonderti in Me tutti i giorni e parecchie volte al giorno, serve a mantenere l’equilibrio di tutte le riparazioni, perché solo chi entra in Me e prende il principio da Me di tutto ciò che fa, può equilibrare le riparazioni di tutti e di tutto, può equilibrare da parte delle creature la gloria del Padre, perché stando in Me un principio eterno, una Volontà eterna, potetti equilibrare tutto: soddisfazione, riparazione e gloria completa del Padre celeste da parte di tutti, sicché, come tu entri in Me vieni a rinnovare l’equilibrio di tutte le riparazioni e della gloria della Maestà Eterna. E ti par poco ciò? Non senti tu stessa che non ne puoi fare a meno e che Io non ti lascio se prima non ti vedo fondere in tutte le mie singole parti, per ricevere da te l’equilibrio di tutte le riparazioni sostituendoti a nome di tutta l’umana famiglia? Cerca, per quanto è da te, di ripararmi per tutto. Se sapessi quanto bene riceve il mondo quando un’anima, senza l’ombra dell’interesse personale, ma solo per mio amore, si eleva tra il Cielo e la terra ed unita con Me, equilibra le riparazioni di tutti!” Gesù

Quando poi Luisa si lamenta di essere inutile (punto di confronto con i nostri parametri specialmente nei tempi odierni, il nostro concetto di utilità somiglia molto a quello di produttività / sono utile se faccio qualcosa di concreto e tangibile - una persona che aiuta i poveri è una persona utile, un malato che sta dentro un letto è un peso dello Stato e quindi sarebbe meglio eliminarlo). Dio non la pensa così. Un malato cristiano che sta soffrendo in un letto di dolore - con tutto il rispetto con cui si prodiga per i poveri - potrebbe essere molto più superiore (agli occhi di Dio) rispetto ad altri che lavorano con le mani. Se uno offre i propri dolori per le intenzioni di Gesù, chi fa le grandi cose o un produttivo (in senso generico)? Cosa ha fatto Luisa in molti anni della sua vita? è stata a letto a perdere tempo (secondo la vista terrena). La storia terrena di Luisa lascia solo qualche lavoretto di tombolo e non ha avuto figli, nè opere ecc... salvo degli scritti.

Fare bene gli atti di fusioni serve a mantenere l'equilibrio. Equilibrare da parte di tutte le creature la gloria del Padre. Nessuno deve pensare che la propria vita non serva a nulla, lo sa Gesù. Non bisogna farsi questa domanda in termini depressi. Può darsi che il Signore che abbia bisogno che tu offri la tua sofferenza e gliela offri, quando sarai morto capirai tutto. Domande di questo genere non vanno fatte, qualunque sia la condizione di vita ci deve essere l'offerta della sofferenza, la preghiera e per chi vive nella DV l'operare nel dv che si può fare dovunque. O si cambia la mentalità (agli occhi di Dio non è importante che tu sia il Papa o l'ultimo, a Gesù importa che tu fai quello che ti chiama a fare), davanti a Dio non c'è nessuna differenza che cosa fai l'importante è fare quello del proprio meglio laddove Dio ti ha posto. Non si devono alimentare le umani frustrazioni e fa parte in senso esteso dell'atto dell'abbandono che ha caratterizzato l'odierna meditazione.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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