Gesù le spiega come gioire nella sofferenza: basta pensare al fatto che si sta adempiendo la Volontà di Dio e ai frutti che essa produrrà. Le dice che per non conoscere mai turbamento alcuno occorre fondarsi in Dio solo e guardare tutto il resto con occhio indifferente. La vita interiore ha delle leggi di crescita: l'immagine di Gesù in noi viene formata gradualmente. Libro di cielo volume 6, capitoli 109-111, 20-25 Maggio 1905, 8 Ottobre 2018
20 Maggio 1905
Modo di soffrire.
19° ora della Passione, Luisa pensa intensamente a Gesù crocifisso, se io vedo una persona soffrire posso immaginare come stia ma non posso sentire il suo dolore. Luisa pensa alle pene di Gesù e Lui risponde:
“Figlia mia, Io non mi occupavo delle mie sofferenze, ma mi occupavo dello scopo delle mie pene e siccome nelle mie pene vedevo compita la Volontà del Padre, soffrivo e nel mio stesso soffrire trovavo il più dolce riposo, perché il fare la Volontà Divina contiene questo bene che, mentre si soffre, si trova il più bel riposo;.."
La sofferenza è uno dei banchi di prova della nostra vita, la croce è il distintivo della presenza di Dio e dalla nostra reazione di come accogliamo, croci piccole o grandi, e si vede se la nostra è una scelta risoluta nel fare la volontà divina. La crocifissione della nostra volontà, fermarla e fare altro a ciò che vorrebbe, quando veramente l'anima ha scelto di fare la divina volontà e vede la croce è contenta. Dio ha lasciato il diavolo libero di scatenarsi contro Gesù, è stata fatta una violenza inaudita ed ingiusta contro la Santissima Umanità di Gesù, il Signore non voleva ma quella era l'unica soluzione per la salvezza universale.
".. Oh! quanto è diverso il modo che tengono le anime,se soffrono o operano non hanno né la mira al frutto che possono ricavare, né all’ adempimento della Volontà Divina, si concentrano tutte nella cosa che fanno e, non vedendo i beni che possono guadagnare, né il dolce riposo a cui porta la Volontà di Dio, vivono infastidite e tormentate e fuggono quanto più possono il patire e l’operare, credendo di trovare riposo, invece restano più tormentate di prima..." Gesù
Quando soffri devi mirare: la certezza che stai facendo la volontà di Dio e 2) devi avere di mira i frutti che la croce produrrà nella nostra vita e anche altrove e qui si trova la fonte della nostra gioia. Cosa fanno gli uomini solitamente? vivono la vita terrena fuggendo ogni forma di vita sofferenza, io che tipo di felicità possiedo? Ho acquisito la felicità cristiana cioè abbracciare la croce e sapendo i frutti che dalla croce verranno? Noi facciamo un sacco di fatica a stare dietro ai nostri desideri e voglie.
23 Maggio 1905
Per non sentire turbamento, l’anima deve ben fondarsi in Dio.
E Lui: “Io sono il tutto.” (Gesù) --Mio Dio e mio tutto (San Francesco su Gesù), Gesù è il tutto per noi?
"..Per non sentire turbamento, l’anima deve ben fondarsi in Dio, deve tendere tutta se stessa a Dio come ad un sol punto e guardare le altre cose con occhio indifferente.Ma se farà altrimenti, in ogni cosa che farà, o vedrà, o sentirà, l’anima si sentirà investita da un malessere, come da quelle febbre lenta che rende l’anima tutta spostata, turbata, senza che possa raccapezzarsi".
Ogni cosa. Se io mi sento sempre male vuol dire che non stiamo fondati e non stiamo tendendo a Dio come a un solo punto.
25 Maggio 1905
L’immagine di Gesù nell’anima.
San Paolo concepisce la vita cristiana come una progressiva formazione dell'immagine di Gesù nel fedele, la nostra vita di fede è un cammino quindi dobbiamo guardare gli altri con amore. Una formazione perfetta dell'immagine di Gesù nella nostra anima, "Non sono più io che vivo ma Lui che vive in me", si dovrebbe diventare copie viventi di Gesù e della Madonna, vita che gradualmente cresce. La vita della fede ordinariamente è soggetta a gradi, si cresce a poco come la vita naturale.Si dovrebbe andare avanti (nella crescita spirituale) di bene in bene e di meglio in meglio fino ad arrivare al perfettissimo. Nessun problema se non ci si vede perfetti ma problemi se ci vediamo peggiorare.
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