Gesù le parla del valore della Croce e le spiega come, perché l'amore e la virtù abbia valore ai Suoi occhi, deve avere sempre Lui come principio e fine. Mai confidare e fidarsi di se stessi e delle proprie forze, ma di Dio solo e della sua potenza. Danni del turbamento all'anima e alla vita divina che ha in sé. Libro di cielo volume 6, capitoli dal 96 al 99, 5-28 Marzo 1905, 2 Ottobre 2018
05 Marzo 1905
Parla della croce
“Figlia mia, la croce è sostegno dei deboli, è fortezza dei forti, è germe e custodia della verginità.” (Gesù).
Germe e custodia della verginità del corpo e dell'anima, la verginità dell'anima è la purezza dal peccato ed astinenza dal peccato. La croce comporta una sofferenza e i rapporti sessuali sono l'opposto; se l'anima sta santamente in croce è fortemente unita a Gesù e difficilmente
pecca volontariamente. Un senso per cui la croce è la fortezza dei deboli è quando il Signore la usa per staccarci da un vizio o difetto e anche se porta sofferenza; è fortezza dei forti perchè i forti sanno fare della croce uno strumento per essere dei piccoli Corredentori e per mezzo della loro immolazione si ottengono frutti di salvezza per molti. Non c'è vita cristiana senza croce.
20 Marzo 1905
Il vero amore e le vere virtù debbono avere il loro principio in Dio
(Gesù)“Per esempio: un confessore lavora, si sacrifica tanto per un’anima, è cosa santa, apparentemente dà dell’eroismo; eppure se fa ciò perché ha ottenuto o spera d’ottenere qualche cosa, il principio del suo sacrificio non è in Dio, ma in se stesso e per se stesso, quindi non può dirsi virtù.”
I veri fini delle nostre intenzioni, quali sono? Spesso sono difficili da scovare. Questo vale anche per noi, i grandi esami di coscienza (tra le varie cose) devono prendere anche le cose buone: sono mossi dall'amore di Gesù o della Madonna? Lo facciamo per farci vedere da qualcuno? Davanti a Lui le azioni fatte con doppi fini non hanno valore e quindi vanno rettificate; ma per farlo dobbiamo farci un sincero esame di coscienza.
23 Marzo 1905
Gloria e compiacimento di Gesù
Non dobbiamo confidare e fidarci di noi stessi
“Il tutto sta nella sconfidenza e timore dell’anima in se stessa e nella confidenza e coraggio in Dio.” - Gesù.
Dobbiamo sempre pensare che siamo vasi inaciditi, noi siamo buoni solo a sporcare e rovinare tutto il patrimonio che il Signore ci invia nelle nostre anime (trattato della Vera Devozione). A fianco questo ci dev'essere una grande confidenza in Dio, non mi fido di me ma di Dio (San Pietro: nel Tuo nome getterò le reti) - impossibile presso gli uomini ma possibile presso Dio. Dov'è il nostro appoggio? Pietro ha rinnegato il Signore perchè si è fidato di sè stesso e non avendo il santo timore di sè è andato dove non doveva andare. Dobbiamo imparare ad essere piccoli e nell'umiltà e di non fidarci di cosa ci passa
per la testa. Confidenza e coraggio in Dio solo.
28 Marzo 1905
Effetti del turbamento. Incontro continuo di Gesù con l’anima.
“Figlia mia, anche coll’anima mi incontro continuamente e se nell’incontro che faccio coll’anima la trovo in atto di esercitare le virtù ed unita a me, mi ricompensa dal dolore che soffrii quando incontrai la mia Madre così addolorata per causa mia.”(Gesù)
Stiamo lontano dalle cose che ci turbano. Gesù forma in ogni anima una vita divina e se questa anima si turba questa vita divina si disturba, il turbamento fa perdere la lucidità e la virtù e si segue il principio del turbamento (anche piccolo) che può farci cadere nel turbamento. Gesù ci incontra continuamente e come ci trova quando ci incontra? stiamo esercitando le virtù? Se sì lo stiamo ricompensando del dolore che soffrì. Lontano il turbamento che ci impedisce di essere attivi e solleciti e lavoro costante e continuo su noi stessi e per consolare il Cuore di Gesù.
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