sabato 8 aprile 2023

Il più grande dolore che Gesù ebbe nella sua Passione

Gesù rivela il suo più grande dolore durante la Passione: l'abbandono e la dispersione degli apostoli. E spiega come ciò sia il dolore più grande anche per tutte le anime, che, come Lui, hanno grandi missioni celeste e devono passare attraverso umiliazioni, disprezzi e calunnie dinanzi ai quali vengono abbandonati dai loro amici e da chi era loro vicino. Solo Gesù e Maria sono fedeli e mai abbandonano i loro figli e devoti. Libro di Cielo, Volume 29, 5 Giugno 1931, Mercoledì 31 Agosto 2022

5 Giugno 1931 Com'è necessario farsi gli amici nel bel tempo. Dolore di Gesù per l'abbandono degli Apostoli. L'umana volontà, carcere della creatura.

E' davvero incredibile vedere ogni giorno come ogni giorno in quest'opera la mano dell'Altissimo, c'è un condensato di verità soprannaturale, divina, mistica, ontologica ecc...a seconda del grado di comprensione che se ne ha ed è sorprendente come a volte Gesù ha delle capacità particolari di descrivere la natura umana e quello di oggi è un brando di difficile spiegazione:

"Figlia mia, il dolore più grande che ebbi nella mia Passione, il chiodo che più mi trafisse il Cuore, fu l'abbandono e la dispersione dei miei Apostoli...." Gesù

Gesù ebbe molto da soffrire nella Passione e anche nelle ore della Passione e negli scritti ci rivela che soffrì tantissimo in modo interiore, dice ad un certo punto che la croce dei Giudei faceva ridere in confronto alla grande croce in cui fu crocifisso tutta la vita. E che ci dice Gesù? E chi c'è passato lo sa quanto è vero. Il dolore più grande è l'abbandono degli amici e la dispersione. Quando c'è il bel tempo tutti amici, quando arriva la pioggia e altro le corse fanno il fumo, i rinnegamenti e tradimenti..è impressionantemente vero. Ed è verissimo che il dolore causato da queste cose non è paragonabile a ciò che concorre al diluvio universale (frecce, maldicenze, calunnie, persecuzioni ecc..).

"..Non avevo un occhio amico in cui potevo riscontrare il mio sguardo;.." Gesù

Noi possiamo farci qualcosa, ormai storicamente le cose sono andate come sono andate gli apostoli se ne sono andati, ma quando facciamo le Ore della Passione, ci siamo noi, ci provo io nella dv, quell'occhio amico che non hai riscontrato - lo so che c'è ben poco da vedere (e qui parlo da me), provo a guardarti con un'occhio amico. Con l'intenzione di fargli dimenticare questa cosa, non è possibile che il Figlio di Dio rimanga solo in mezzo a questo dolore. Il primo Papa e i primi vescovi.

".. l'abbandono, le offese, la noncuranza degli amici supera, oh! quanto, tutti i dolori ed anche la morte che possono dare i nemici.." Gesù

San Pietro ha pianto tutta la vita quello che ha fatto, uno dei parametri che è sparito coi paramenti moderni è il manipolo, una piccola stoletta più piccola di quella che si mette al collo il sacerdote, si metteva all'avambraccio sinistro, è un segno di penitenza. Ricorda al sacerdote il dovere di fare penitenza, ricorda di espiare i suoi peccati e del popolo che gli è stato affidato - sintomatico che sia sparito nella nuova liturgia perchè penitenza, espiazione, mortificazione, immolazione sembrano cose dimenticate - dicono: ha fatto tutto Gesù - ma i santi nei 2000 anni si è sempre fatto così. L'origine di quell'indumento si tramanda che derivi proprio da San Pietro, perchè quando celebrava la Messa non c'era volta che non ricordasse quel tremendo giovedì notte dove davanti ad una serva aveva rinnegato il Maestro dopo i suoi proclami. Quanto può essere stato difficile per san Pietro perdonarsi una cosa del genere? E si dice che quando celebrava la Messa piangeva fiumi di lacrime e si faceva dare un panno nell'avambraccio sinistro per asciugarsi le lacrime. Ed è rimasto ai famosi 60/50 anni fa.

".. l'abbandono, le offese, la noncuranza degli amici supera, oh! quanto, tutti i dolori ed anche la morte che possono dare i nemici.." Gesù

"..Io lo sapevo che gli Apostoli mi avrebbero dato questo chiodo e vilmente sarebbero fuggiti da me, ma a ciò non badai, perché figlia mia, chi vuol fare un'opera non deve badare alle sue pene, anzi, deve farsi gli amici nel bel tempo, quando tutto gli sorride intorno e passo, passo, semina trionfi e prodigi, non solo, ma comunica la forza miracolosa a chi si fa suo amico e discepolo, allora tutti si danno il vanto d'essere amico di chi è circondato di gloria ed onore, tutti sperano e si hanno quanti amici e discepoli si vogliono, perché la gloria, i trionfi, il bel tempo, sono calamite potenti che attirano le creature a seguire il trionfatore..." Gesù

Gesù lo sapeva come sarebbe andata a finire ma non ci ha badato per due motivi: Lui doveva compiere la Redenzione, c'era questo calice e lo ha offerto, ma le cose si devono portare avanti.

"..Se io avessi badato al fatto che sarebbero fuggiti da me, non facendoli miei discepoli nel tempo dei miei trionfi, non avrei avuto chi parlasse di me dopo la mia morte, chi mi facesse conoscere..." Gesù

La storia deve andare avanti, chi porta la Redenzione alle genti se non gli apostoli?

"..Chi vuol seguire ed essere amico o discepolo d'un povero calunniato, umiliato, disprezzato? Nessuno, anzi tutti sentono paura, orrore ad avvicinarsi e giungono a disconoscere colui che prima era un amico, come fece con me San Pietro..." Gesù

Il don non augura a nessuno di dover verificare queste affermazioni di Gesù con la propria esperienza e ci fa capire nella Sapienza Divina come ci siano dei bei momenti, di successo, di gloria, momenti in cui si è sulla cresta dell'onda perchè in quel momento bisogna organizzare gli amici. Perchè le opere anche di coloro che sulla scia di Gesù devono fare qualcosa che duri nel tempo devono essere fatte proprie da qualcuno, Luisa può scrivere quello che gli pare, ma se queste opere nessuno le prende, le stampa, non le diffonde, non le predica ecc.. che gli ha scritti a fare? Soltando Dio può fare le cose da solo. Se quel qualcuno sarà una persona che avrà vacillato o tradito, se poi si dovesse riprendere basta che porti la missione e va bene anche lo stesso. Anche Luisa si è ritrovata in crisi.

"..nel vedere che chi tanto ci aveva tenuto ad assisterti, si disperdeva da te con la volontà d'abbandonarti e, vedendoti abbandonata, ti vedevo sola, sola nelle mie braccia col chiodo dell'abbandono di chi doveva sostenerti e nel mio dolore dicevo: cattivo mondo, come sai ben ripetere le scene della mia Passione nei figli miei.." Gesù

Appena è arrivata da Roma qualche messa all'indice degli scritti subito le persone intorno a Luisa sono scappate. Essere abbandonati è una cosa terribile, specie da chi non avremmo mai pensato fare una cosa del genere. E chi vive queste situazioni deve offrire il proprio dolore per il trionfo della divina volontà:

"..ed offrivo la tua amarezza per il trionfo della mia Volontà e per aiuto di quelli che dovrebbero farla conoscere. Perciò, coraggio, nelle dolorose circostanze della vita, ma sappi che il tuo Gesù non ti abbandonerà mai..." Gesù

Gesù non abbandona mai e anche Maria non abbandona mai nessuno, nemmeno se diventassimo cattivi.

"..Io non so fare queste cose, il mio amore non è di natura volubile, ma fermo e costante e ciò che dico con la bocca mi esce dalla vita del cuore. Invece le creature una cosa dicono e un'altra sentono nel cuore, mescolano molti fini umani anche nel farsi amici, ecco perciò si cambiano a seconda le circostanze..." Gesù

Noi dobbiamo mettere il cuore nelle cose che interessanto al Signore, pensare come Lui pensa ecc.. ma questo non significa diventare esseri disincarnati ed etereii e quindi indifferenti a ciò che mi capita intorno, se qualcuno ci ferisce con l'abbandono, questo è un dolore immenso da offrire più grande di quelli che ci sono. E questi abbandoni testimoniano come regni la dv.

"..Onde la dispersione di coloro che pareva che volessero mettere la vita nel bel tempo e che vilmente fuggono nel tempo delle umiliazioni e dei diprezzi, sono tutti effetti dell'umana volontà; essa è il vero carcere della creatura ed è fine nell'arte di saper formare tante piccole stanze, però tutte senza finestre, perché essa non si intende di formare aperture per ricevere il bene della luce, quindi le passioni, le debolezze, la paura, i timori eccessivi, l'incostanza, sono tante stanze oscure del suo carcere per cui ora resta inceppata ad una ed ora ad un'altra e la paura la fa temere ed allontanare da chi sta mettendo la vita per amor suo...." Gesù

E poi ci sono delle parole di consolazione:

"..Invece chi fa regnare la mia Volontà vive nella mia Reggia, dove c'è tanta luce che le pene, le umiliazioni, le calunnie non sono altro che scale di trionfi e di gloria e compimento di opere grandi e divine, quindi invece di fuggire dal povero martire che è stato gettato nella polvere dalla perversità umana, si stringe più a lui vicino, aspettando con pazienza l'ora del nuovo trionfo..." Gesù

Se chi sta soffrendo queste cose è un'amico di Dio, l'ora del trionfo verrà e se non lo è meglio andarsene ancora prima di averli conosciuti. Tutti gli amici di Dio devono passare attraverso questo calice, ma chi gli resta fedele sappia che arriverà l'ora del nuovo trionfo senza dubbio. E Gesù qua dice:

"..Oh! se la mia Volontà avesse regnato pienamente negli Apostoli, con certezza non sarebbero fuggiti in un'ora in cui Io sentivo il bisogno della loro presenza, della loro fedeltà nelle tante mie pene, in mezzo a nemici che volevano divorarmi, Io volevo i miei fidi vicino, per cui non c'è conforto maggiore che avere un amico vicino in tempo d'amarezze, Io avrei visto nei miei cari Apostoli a me vicino, i frutti delle mie pene ed oh!.." Gesù

Il don cita di nuovo il filosofo Pascal che fa notare che Gesù chiede agli apostoli, sente un bisogno della loro compagnia, sentiva l'abbandono del Padre - si muore di crepacuore quando ciò accade, in quanto Dio Gesù non ha bisogno di niente e di nessuno, non in quanto uomo - in quel momento sarebbe stata importante la presenza degli amici. Quando abbiamo i nemici che ci vogliono divorare, avere degli amici vicino che ti manifestano l'amore e l'affetto è tanto, perchè è balsamo alla amarezze.

"..ma siccome vivevano nell'oscuro carcere della loro volontà, la loro mente si oscurò, il cuore si raffreddò, la paura li invase, in un momento dimenticarono tutto il bene che avevano ricevuto da me e, non solo fuggirono da me, ma si dispersero tra loro, tutti effetti questi dell'umano volere che non sa mantenere l'unione e sa solo disperdere in un giorno il bene che si è fatto in tanti anni, con tanti sacrifici..." Gesù

In questi anni il don spera che se ne sia usciti immununi, ma guardiamoci intorno, la Madonna - si legge negli esorcismi di Padre Bamonte - non ebbe mai paura, ha detto il diavolo sputando con odio, la paura è una cosa che non deve stare nel nostro cuore, quando uno è in preda alla paura non capisce più nulla. E poi ci si disperde - Simone lo Zelota (si legge negli scritti di Maria Valtorta) ebbe l'incarico da Gesù di andarli a riprendere uno per uno e condurli al Cenacolo in attesa della sua Resurrezione. Tutti effetti dell'umano volere.

"..e sa solo disperdere in un giorno il bene che si è fatto in tanti anni, con tanti sacrifici..." Gesù

Il don glossa il detto dicendo che ci mette anche meno di un giorno.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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