sabato 22 maggio 2021

Perché Gesù dovette soffrire tanto per noi

Gesù rivela il perché dovette tanto soffrire quando venne sulla terra. Per la nostra redenzione e salvezza sarebbe bastata una goccia di sangue, ma per restituire il Dono perduto della Divina Volontà erano necessario fiumi di pene, di lacrime e di dolori. Gesù volle associare la Chiesa e i suoi figli alla sua missione. Libro di cielo volume 19, 29 Luglio 1926, 1 Ottobre 2020

29 Luglio 1926 Tutto ciò che faceva Nostro Signore, in virtù del Voler Divino investiva tutta la Creazione. Chi metterà di nuovo in festa tutta la Creazione? (alcune parti del testo si ricollegano alla meditazione 20 Luglio 1926 La parola di Gesù è lavoro, il suo silenzio è riposo. Il riposo di Gesù in mezzo alle sue opere -- Silenzio orante, silenzio contemplativo e silenzio sepolcrale)

Il Signore, in questo brano, ci porta dentro il mistero della sua Incarnazione e di una maggior comprensione di una realtà di fede, il primo ottobre è la festa di santa Teresa di Gesù Bambino. Che disse una goccia del sangue di Gesù sarebbe bastata per salvare tutte le persone e oltre. Ma noi tutti sappiamo che la Redenzione è stato un bagno di sangue terrificante. La trafittura del costato fece uscire le ultime traccie di sangue ed acqua di Gesù. E spesso sorge nei cuori un grido un perchè addolorato, Perchè tutto questo dolore per me? Mi dispiace di essere la causa di tanti atroci dolori.

Figlia mia, il primo uomo, col peccare, perdette una Volontà Divina e perciò ci volle la mia Umanità unita al Verbo Eterno, che doveva sacrificare in tutto e per tutto la volontà umana della mia Umanità per riacquistare questa Volontà Divina, per ridarla di nuovo alla creatura. Sicché la mia Umanità non dette neppure un respiro di vita alla sua volontà umana, ma la tenne solo per sacrificarla e per pagare la libertà che si era preso l’uomo di rigettare con tanta ingratitudine questa Volontà Suprema; e perdendo la quale fallirono tutti i suoi beni, la sua felicità, il suo dominio, la sua santità, tutto perse. Se l’uomo avesse perduto una cosa umana datagli da Dio, un angelo, un santo gliela avrebbe potuto restituire, ma siccome perdette una Volontà Divina, ci volle un altro Uomo e Dio che la potesse restituire. Ora, se fossi venuto sulla terra per redimerlo, sarebbe bastata una goccia del mio sangue, una mia piccola pena, per metterlo in salvo, ma siccome venni non solo per salvarlo, ma per restituirgli la mia Volontà perduta, questa Divina Volontà volle scendere in tutte le mie pene, nelle lacrime, nei miei sospiri e gemiti, in tutto ciò che Io facevo e soffrivo, per riacquistare di nuovo il dominio in tutti e su tutti gli atti umani e così poter formare di nuovo il suo Regno in mezzo alle creature...." Gesù

Nessuno ci aveva pensato bene. Se fosse stata finalizzata alla Redenzione sarebbe bastata una gocccia di sangue. Ci volevano fiumi di pene e gemiti di Gesù e non solo nella Passione quelle che accompagnarono la vita terrena di Gesù dal concepimento fino alla morte.

"..Una nuova apparizione agli inizi del 1674. Il Cuore di Gesù le apparve “circondato da una corona di spine simboleggianti le ferite inferte dai nostri peccati e sormontato da una croce significante che, dai primi istanti della sua incarnazione, e, cioè, dal momento in cui il Sacro Cuore era stato formato, la croce vi era stata piantata e dal primo istante era stato pieno d'ogni amarezza”....." Gesù a santa Margherita Alacoque - qua il sito

Nelle ore della Passione Gesù va ancora più a fondo (parla di flagelli, chiodi e spine di fuoco ecc..) e dice che le pene della sua Passione esteriore non sono state così gravi rispetto a quelle interne. La domanda santamente stupita che potrebbe sorgere: qual'è il danno della perdita della divina volontà e qual'è l'importanza del suo recupero se è questa la causa di tante pene, lacrime, pene, sospiri e gemiti. Che sarà questa dv se per ripristinarla è dovuto succedere tutto questo? Ripristinarla, ma dopo Gesù sono passati 2000 anni prima che si ritornasse a parlare di questo.

Gesù fa comprendere una cosa: è vero che quando Lui operava nella dv travalicava i confini dello spazio e tempo e raggiungeva tutti però anche qua il tempo che noi viviamo in questo mondo è una dimensione reale. Perciò ora, c'è qualcuno che sta operando nella dv, perchè se non ci fosse nulla, si creerebbe una sorta di vuoto; perchè la Creazione si rallegra di vedersela (la dv) operante in sè e se nessuno opera adesso si rimane nel silenzio sepolcrale nonostante che la Madonna, Gesù e Luisa hanno fatto quello che dovevano fare.

Il don parla di per sè di cosa possa voler dire fare una vita senza la propria volontà. Mica noi lo sappiamo tanto (facciamo atti ecc..) ma quando uno compie un'atto nella dv, quell'atto produce conseguenze e distensioni immense inimmaginabili di cui noi poveri mortali (così il don crede). La dimensione del tempo è una dimensione reale. Gesù ha voluto associare i suoi figli e la sua Chiesa nelle sue opere. Molti si stupiscono e si stracciano le vesti quando si parla (in senso ampio) di coo-rendezione; san Paolo dice di noi che completiamo con le nostre sofferenze ciò che manca alla croce di Cristo; le mortificazioni fatte dai Santi di cui gli stolti (senza giudicare le persone in modo soggettive), pensano: questa persona pensa che con un suo digiuno possa compiere qualcosa di buono. Faccio una mortificazione affidando poi l'uso a Gesù per la Redenzione. Dio non ha bisogno di nulla, una goccia di sangue suo bastava per tutti ma la Chiesa insegna nel Catechismo, Gesù si è compiaciuto di associare la sua Chiesa alla sua opera. Pregate fratelli e sorelle (offertorio) perchè il mio e il vostro sacrificio sia gradito ecc... (dice il don). Dio non ha bisogno di noi ma se la sua stessa divina volontà stabilisce che vuole associare le sue membra del suo corpo mistico di Cristo alla vita del capo e se vuole fare di un poveraccio un suo collaboratore (in Paradiso conosceremo chi si è salvato grazie ai nostri sacrifici). Basti guardare al mistero dell'Ordine Sacro, Nostro Signore chiama miseri umani a cooperare per la salvezza ed ad agire in Persona Cristi. Alla consacrazione dice "Questo è il Mio corpo..." sostituendosi a Gesù. In quel momento non è più il sacerdote a parlare ma è Cristo che parla in Lui e non ci deve stupire che nelle opere della dv, nell'operare nella dv, il Signore abbia voluto associare noi suoi figli e per questo che sono importanti gli atti nella dv.

"..Se l’uomo avesse perduto una cosa umana datagli da Dio, un angelo, un santo gliela avrebbe potuto restituire, ma siccome perdette una Volontà Divina, ci volle un altro Uomo e Dio che la potesse restituire. Ora, se fossi venuto sulla terra per redimerlo, sarebbe bastata una goccia del mio sangue, una mia piccola pena, per metterlo in salvo, ma siccome venni non solo per salvarlo, ma per restituirgli la mia Volontà perduta, questa Divina Volontà volle scendere in tutte le mie pene, nelle lacrime, nei miei sospiri e gemiti, in tutto ciò che Io facevo e soffrivo, per riacquistare di nuovo il dominio in tutti e su tutti gli atti umani e così poter formare di nuovo il suo Regno in mezzo alle creature..." Gesù

La Volontà divina poteva ridargliela solo una persona che fosse uomo come lui e Dio. Il mistero dell'Icarnazione non viene relazionato solo con il mistero della Redenzione ma anche con la resitutizione del dono della Divina Volontà. I misteri divini, qualcosa si capisce ma questo regno è poco conosciuto. San Massiliamo Maria Kolbe diceva: siamo quasi arrivati al 2000 ma della Madonna non si sa quasi nulla. Le opere di Dio si producono germogli e si vanno a stabilire attraverso il tempo e sacrificio non indifferente; tuttavia ciò non sarebbe stato possibile se non ci fosse stato il sacrificio di un'Uomo e Dio che ridonasse il bene a chi l'aveva perduto.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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