giovedì 16 maggio 2013

Umberto Boccioni

Umberto Boccioni (1882 - 1916)

Nasce a Reggio Calabria ma frequenta lo studio di Giacomo Balla a Roma (nel 1907) e si trasferisce a Milano dove entra in contatto con Filippo Tommaso Marinetti ed aderisce con entusiasmo al futurismo.

Rissa in Galleria (1910)



Questo quadro è il primo capolavoro (o uno dei primi) dipinto con un forte stile Divisionista. La scena rappresenta la vita notturna nella galleria Vittorio Emanuele di Milano. La rissa è dovuta al fatto che molto spesso gli spettacoli futuristi si concludevano con delle risse perchè gli artisti agitavano il pubblico provocandolo (anche negli '30 del XX secolo a Genova ci fu una rissa provocata dai futuristi).

Nel quadro tutto è in movimento, le figure sono traiettorie dinamiche (linee di forza) attratte e respinte da forze centrifughe e centripete (le figure o si allontanano o si avvicinano alla rissa).

Luce, Colore e Movimento

La luce dei lampioni e della vetrina come elogio dell'elettricità come farà Balla nel suo quadro Lampada ad Arco (qua sotto)



La luce artificiale che oscura la luce della Luna. La Luna, in questo caso, diventa il simbolo del romantico, del passato e dato che per i futuristi il motto è "uccidiamo il passato" allora qua diventa "uccidiamo il chiaro di luna".

La Città che Sale (Boccioni, 1910 - 1911)



La città che si trasforma, che rinnova, che progredisce = la città del futuro. Il soggetto è lo sviluppo urbano e il mondo del lavoro "un'inno al nostro tempo industriale".

Il quadro rappresenta un gruppo di operai al lavoro in un cantiere edile con i cavalli che sono la forza lavoro ma che hanno anche un significato allegorico, cioè la velocità, la forza energica. Anche in questo caso le figure degli operai e dei cavalli si compenetrano a vicenda.

L'autore usa la tecnica divisionista in modo dinamico (la frammentazione del colore) riprendendo i temi cari al futurismo (colore, luce e movimento). Il merito di Boccioni sta nel fatto di aver introdotto nella pittura italiana nuovi soggetti. Le periferie, l'industria, il cantiere e le case in costruzione. Il quadro La città che sale rinnova la pittura italiana. L'autore non imita più il reale ma rappresenta uno stato d'animo mediante la luce, il colore e il movimento. Questa pittura diventa un'opera di svolta.

Il pittore muore giovanissimo nel 1916 quando si arruola volontario per la guerra e muore cadendo da cavallo durante una licenza.

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