domenica 19 marzo 2023

Abbandoni, tenerezza e durezza di cuore

Luisa torna a soffrire l'irrigidimento e si lamenta con Gesù. Sua lezione sul valore dell'umiliazione e dell'abbandono da parte delle creature. La tenerezza infinita di Gesù e la durezza di troppi cuori. Attingere dal Cielo la santità, la bontà, la bellezza e la fortezza. Libro di Cielo, Volume 29, 30 Marzo 1931, Giovedì 21 Luglio 2022

30 Marzo 1931 Le umiliazioni portatrici di gloria. Le tenerezze del Cuore di Gesù. Un cuor duro è capace di tutti i mali. Invito a prendere le briciole nei beni divini.

Dopo un mese di sosta (a Luisa era stata sospesa la pena dell'irrigidimento non per sua volontà) ritrovarsi senza moto ecc.. fino a quando non arriva il sacerdote a liberarla, pensiamoci a queste cose, sofferenze richieste dal Signore per ammorbidire gli strali della divina giustizia..

"..Se tu sapessi come sta armata la divina Giustizia, non ti opporresti, anzi mi pregheresti di farti soffrire per risparmiare in parte i tuoi fratelli, saranno devastate altre regioni e la miseria sta alle porte delle città e delle nazioni..." Gesù

Qui c'è anche l'eroismo di Luisa che ha respirato per un mese, che si è tolta per un mese la mortificazione più grande di dover in parte fastidio e dipendere da questa obbedienza dal ministro di Dio. Primo spunto di riflessione, abbiamo parlato tante volte del valore importantissimo della penitenza volontaria e Gesù ci ha fatto una lezione, ci ha ricordato che le cose che volontariamente che offriamo al Signore sono tanto gradite a Lui. Ma è ancora più gradita l'offerta gioiosa ma delle croci e delle mortificazioni che ci impone Lui che non ce le siamo andati a cercare - tutto dipende se diciamo Fiat o se non diciamo Fiat - se ci stiamo sempre a lamentare o no. Se nel nostro cuore non vediamo l'ora che passi quella croce o se siamo capaci di dire Signore, la natura soffre, mentirei se non ti dicessi che non sarei contento se mi alleggerissi un pò la croce, però sia fatta la Tua Volontà. E un fiat sforzato, perchè - mettiamoci nei panni di Gesù - ci manda una croce per i motivi che Lui sa, a differenza di Luisa - il don parla per sè - può darsi che qualche croce sia per la nostra espiazione - in ogni caso quando il Signore permette la sofferenza lo fa perchè sa che è utile o necessaria e portatrice di tante cose belle. E noi non dobbiamo assolutamente agire ribellandoci a questa cosa. Come noi reagiamo di fronte a quelle tribolazioni o croci o avversità che poi contraiano la nostra volontà, è un problema di essere contrariati nella nostra volontà.

"Figlia mia, che c'è, non vuoi più soffrire insieme con me? Come, vuoi lasciarmi solo? Vuoi togliermi i diritti che tante volte mi hai dato, di poter fare di te ciò che io voglio? Figlia buona, non mi dare questo dolore, abbandonati fra le mie braccia e lasciami fare ciò che voglio." Gesù

La disposizione ottimale per vivere nel dv è dire al Signore fai di me quello che vuoi. Però noi non possiamo dire questa cosa e se poi il Signore fa qualcosa, iniziare a fare le lagne, non lo dire. Sii uomo e donna, abbi un pò di senso dell'onore, sei hai fatto un'offerta sii coerente di fare quello che hai promesso. Ti arriva una tegola addosso? Gesù in croce (ore della Passione) diceva: più pene ancora. Così dovremmo reagire, anzichè sconfortarci dire: più pene ancora. Ma se manda altro, te lo tieni. Fino a che punto arriviamo? Dietro tutto questo c'è una fede ed abbandono straordinario, noi non possiamo - uno può farlo ma sappia che però dopo sta fuori dalla volontà di Dio - noi possiamo vivere le vicende della vita in un'orizzonte esclusivamente umano specialmente le pene, sofferenze e tribolazioni di qualsiasi genere siano. Dove cerchiamo il conforto? Nelle creature o nel Creatore? Quanto più tu vai a cercare l'appoggio e l'aiuto da parte delle creature umane, quanto mai stai nella dv e quanto meno sperimenterai le dolcezze e gli aiuti divini. Il Signore dice oggi un'altra cosa. Ti senti solo o abbandonato dalle creature? Cerchi gli appoggi umano quando stai male? Non ti è stata fatta la telefonata? Stai cercando conforti e consolazioni umane, vuol dire che sei umano e non c'è nulla di divino. Noi dobbiamo essere rigorosi. Questa non è una obiezione da porre, è una debolezza seria, la dobbiamo riconoscere e contrastare.

E Gesù: "Mia figlia buona, non temere, l'umiliazione è portatrice di gloria, al disprezzo delle creature sorge l'apprezzamento divino e l'abbandono di esse è il richiamo della fedele compagnia del tuo Gesù..." Gesù

Se vuoi la compagnia di Gesù tu devi passare per l'abbandono totale delle creature, non devi aver nessuno che ti consoli o che qualcuno ti aiuti ad appoggiarti. Il don sa che ci sono operazioni pilotate di una dolorosità estrema, quando si sperimenta la fallacia delle creature, anche persone importanti possono deluderti e Gesù questo sicuramente lo permette perchè l'unico che non delude...chi spera in Lui non sarà deluso. La speranza è la virtù che ci dona il punto d'appoggio, noi ci appoggiamo nel Cielo e in Gesù - tutti ti danno contro, come Elia che fugge da Gezabele e il profeta scappa ed ad un certo gli prende il momento dell'umana debolezza. Chiede la morte perchè si è stufato di stare solo contro tutti. Non c'è nessuno che stava dalla sua parte. E l'Angelo lo conforta, lo rincuora e dopodichè gli dà questo cibo misterioso, poi incontra il Signore sull'Oreb, recupera le forze, grande esperienza mistica e riprende il suo ministero. Al disprezzo delle creature sorge l'apprezzamento divino. Quanto siamo capaci di metterci davanti al Signore e dire: forse sono rimasto solo, mi hanno abbandonato anche gli amici, in quel momento arriva il momento del discernimento. Uno dovrebbe dire: Signore, mi sono forse sbagliato? Mi devo correggere? Mi stai dicendo che sto andando in un vicolo cieco? Diamo soddisfazione a chi ci avversa dicendogli: grazie al tuo contrasto, ho avuto la possibilità di fare discernimento e sono tornato indietro. Ma attenzione, chi ti deve muovere non è il desiderio di compiacere la creatura, è l'umiltà è di dire che se avessi sbagliato torno indietro a patto che sia la Volontà di Dio. E se nella coscienza tu non lo percepisci, senza che ci siano irrigidimenti del cuore. Bisogna imparare a fare discernimento interiore perchè altrimenti non sappiamo se stiamo operando bene o no, da che cosa siamo mossi, ecc.. è molto difficile ma dobbiamo impare. Se la coscienza ti dice no, questa è la via e se sei stato abbandonato devi andare avanti, quell'abbandono fa parte di quelle pene ulteriori che il Signore vuole che tu soffra e le devi soffrire. E le devi riconoscere sotto questo punto di vista. Se altrimenti questi contrasti ti sono venuti perchè attraverso di essi il Signore voleva darti un'altolà e farti riflettere, sii umile e riconoscilo e torna indietro. Ma in quel caso non avrai agiro per debolezza verso le creature per perdere un'affetto o la stima ma per amore sempre della Volontà di Dio che spesso si serve delle creature per farci correggere. Non possiamo pensare sempre di essere dalla parte del giusto. Sono cose delicate.

"...Il mio Cuore sente tale tenerezza nel vedere in che stato di desolazione e di sconvolgimento si ridurrà la terra e questa mia tenerezza tanto sensibile per le creature, viene offesa dalla durezza del cuore umano. Oh! come mi è intollerabile la durezza del cuore umano, molto più di fronte al mio che è tutto tenerezza amorosa e bontà verso di loro. Un cuore duro è capace di tutti i mali e giunge a tanto, da burlarsi delle pene altrui e cambia le tenerezze del mio Cuore per lui, in dolori e piaghe profonde..." Gesù

Bisogna andare a contare quante volte Gesù usa tenerezza e tenerissimo ecc.. noi dobbiamo imparare dalla tenerezza di Gesù e va esercitata la tenerezza e delicatezza con Gesù in primis, perchè uno passa subito al prossimo. Il don tante volte sente e vede uscire dalla bocca giudizi brutti o sprezzanti, a parte completamente molto distorti, un sacerdote che ha i suoi parrocchiani e figli spirituali, tutti ti parlano e ti esprimono le loro difficoltà, problemi ecc... e anche quelli che non lo fanno, tu li capisci, perchè un sacerdote non ci mette tanto a capire cosa c'è dietro a tante situazioni. Il don lo ha visto infinite vuole. Ma tu pensa se qualcuno ti dice delle cose infondate e brutte e anche cattivelle - che si basano su giudizi sommari o su altre cose e tu sai che quello è falso e sai che non si tratta di una cosa vera. Tutti desiderano ricevere dal prossimo la tenerezza ma noi siamo induriti? Talvolta le persone si induriscono quando si portano dietro delle ferite radicate ma queste cose non possono andare avanti in eterno. Uno non può non far nulla. Ok, valle a portare davanti al Signore se ne sei capace o fattele sanare da Lui, fai un percorso di riconciliazione ed impara dal Signore. Dietro gli atteggiamenti più brutti c'è sempre una situazione o dinamiche o cause - e dovremmo sempre concederlo al prossimo - le persone non si divertono a fare le persone cattive, o essere antipatiche ecc.. c'è sempre un qualcosa e questo ci aiuta nella comprensione. Una cosa sbagliata rimane sbagliata ma l'atteggiamento sprezzante offende Dio. Possono essere dei comportamenti inaccettabili e la tendenza alla tenerezza ci fa comprendere certe cose. Un processo di questo genere rende il cuore intenerito verso la persona anche se sbaglia e quindi anche alla riconciliazione altrimenti diventa un disastro. Se noi induriamo il cuore verso il prossimo, ce lo abbiamo sempre anche con Dio. Dio cerca sempre di sollecitarci e di farci ragionare e noi no, no, no ecc.. continuamo a respingere grazie in continuazione ed è un guaio. Facciamo dei buoni esami di coscienza anche dolorosi.

"Figlia mia, nel creare l'uomo la nostra Divinità mise fuori di noi stessi santità, amore, bontà, bellezza e così di seguito, che dovevano servire all'uomo per farsi santo, buono, bello affinchè ci desse amore per amore. Ora i nostri beni non sono stati del tutto presi da esso e perciò aspettano chi li prenda. Perciò vieni nei nostri beni, vieni a prendere le briciole della santità, dell'amore, della bontà, le briciole della bellezza, della fortezza; dico briciole in confronto a quelle che lascerai, perché i nostri beni sono immensi e quelle che può prendere la creatura si possono chiamare briciole rispetto a quelle che lascia, ma la riempiranno tanto da straripare fuori...." Gesù

Lo scopo per noi è riempirsi di grazie come la Madonna, il pieno come il suo è impossibile farlo, ma il pieno del nostro serbatoio dobbiamo puntarci.

"..E siccome si dà di quel cibo che si prende, così quando ci dà i suoi atti dopo essersi nutrita di queste briciole divine che danno di santità, di bontà, di fortezza, d'amore e riempita di tal bellezza, subito riconosciamo che ci dà negli atti suoi cibo delle nostre briciole. Ed oh! come restiamo contenti quando la creatura ci dà i suoi atti che danno del Divino, sentiamo i nostri profumi, tocchiamo la nostra santità e bontà e ci sentiamo ricambiati delle briciole che le abbiamo dato." Gesù

E' sempre da Dio che dobbiamo attingere.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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