domenica 8 gennaio 2023

Il valore del sacrificio e della persona

Gesù spiega come davanti alla Divina Volontà conti il numero degli atti compiuti per ottenere un bene e il sacrificio in essi profuso. Nessuno può trasformare in divini gli atti degli altri. Primato della persona. Libro di Cielo, Volume 28, 12 Marzo 1930, Mercoledì 11 Maggio 2022

12 Marzo 1930 Come Dio non conta il tempo ma gli atti che facciamo. Esempio di Noè. Il bene che possiede un sacrificio prolisso e continuo. Come ciascun atto di creatura possiede il suo germe distinto .

Meditazione distinta in due parti. Gesù fa un esplicito ad una nota vicenda biblica (Noè, la sua arca e il diluvio universale).

"Figlia mia, la nostra Sapienza infinita, quando deve dare un bene alla creatura, non conta il tempo ma gli atti delle creature, perché innanzi alla Divinità non esistono giorni ed anni, ma un solo giorno perenne e perciò non misuriamo il tempo, ma contiamo gli atti che hanno fatto..." Gesù

1) Dio non dà determinati beni se non stati compiuti un certo numero di atti capaci di meritarli (fermo restando ciò che ci siamo detti: in senso stretto non si merita nulla davanti a Dio, tutto dipende dalla divina misericordia e dalla dv ma Dio vuole che la creatura con i suoi atti si meriti quei grandi beni che Lui stesso ha promesso e che dipendo dalla sua Misericordia). Gesù ci ha messo 4000 anni per redimere il genere umano? Sì e nò perchè ha aspettato che fossero compiuti tutti il numero di atti sufficenti richiesti, prima no. Ecco perchè è così importante nel moltiplicare gli atti. Il don ama sempre fare esempi conosciuti: la conversione di Sant'Agostino è costata 30 anni di preghiere, lacrime, messe quotidiane ecc.. da parte di sua mamma. Uno dei quattro padri della Chiesa latina, un grandissimo teologo che fece un sacco di bene. Le cose che ha scritto e fondato - il monachesimo occidentale - le cose che ha scritto e l'importanza del suo pensiero, una stanza intera forse conterrebbe i libri. Ha scritto tantissimo. Domanda: ma se Santa Monica si fosse fermata a 28 anni? Probabilmente non si sarebbe convertito e non avrebbe fatto ciò che ha fatto dopo. Per quanto ne sappiamo non possiamo pensare altro che questo.

Nella storia ci sono stati dei grandi fallimenti ma anche delle grandi vittorie. Adamo ha fallito, Noè non ha fallito e meno male che non ha fallito.

"..Molto più che gli uomini costringevano la nostra giustizia a sterminarli dalla faccia della terra, come successe nel diluvio, quando solo Noè meritò, con l'ubbidire alla nostra Volontà e con la prolissità del suo lungo sacrificio di fabbricare l'Arca, di salvarsi con la sua famiglia e di trovare nei suoi atti la continuazione della nuova generazione in cui sarebbe venuto il promesso Messia. Un sacrificio prolisso e continuo possiede tale attrattiva e forza rapitrice presso l'Ente Supremo, che lo fanno determinare a dare beni grandi e continuazione di vita al genere umano. Se Noè non ci avesse ubbidito e non si fosse sacrificato a compiere un lavoro così lungo, sarebbe stato travolto anche lui nel diluvio e, non salvando se stesso, il mondo, la novella generazione sarebbe finita..." Gesù

L'arca di Noè era colossale, se il don non si ricorda male 150 metri di lunghezza e una 50 metri di largherzza e 25 metri d'altezza...era una cosa enorme. Ma quanto ci ha messo per costruirla? E quanta fatica e lavoro? Quanta fatica a raccattare gli animali? In un momento dove c'era altra gente oltre a Noè, in un contesto dove fare quella cosa la gente lo prendeva in giro. Niente, Noè ha fatto, faticato e ha compiuto un'impresa titanica facendo un'impresa la buio semplicemente basandosi sulla fede non curandosi delle burle del prossimo. Fortuna che l'ha fatta altrimenti il genere umano sarebbe stato estinto. Ogni tanto fa bene pensare a queste cose e fa bene in senso educativo ed edifcante per noi. Le nostre scelte (anche nella seconda parte lo dice) sono delle cose molto serie.

Alcune cose che ci sono della dv non siamo adoperate in chiave deresponsabilizzante o come scappatoie che non ci possono essere. Tante volte hanno chiesto al don: posso rifare io gli atti di un'altra persona nella dv? Gesù dice di no. E' chiaro che ogni volta che facciamo un giro andiamo a portare del bene in giro, sollecitare delle grazie che certamente arriveranno ma noi non abbiamo il potere di cambiare la natura di un'atto dopo che è stato compiuto. L'atto è quello specialmente quando riguarda atti di altre persone?

(Luisa)"..Dopo di ciò, continuavo il mio giro nel Fiat Divino per portare tutti gli atti delle creature in omaggio al mio Creatore e pensavo tra me: se potrò raccogliere tutto ciò che esse hanno fatto e chiudere tutto nel Voler Divino non si cambieranno in atti di Divina Volontà?.."

Facciamo così: io prendo tutti gli atti delle persone, ci metto il mio ti amo fuso con la dv, li porto in omaggio al Creatore e quindi dico: tutti quanti atti divini ma non funziona così.

"Figlia mia, ogni atto delle creature, possiede il suo germe a secondo come è stato fatto, se non è stato fatto nel mio Fiat Divino non possiede il suo germe, quindi non potrà mai essere atto di mia Volontà; perché nell'atto di farlo mancava il suo germe di luce, che ha virtù di cambiarlo in Sole quando il suo germe di luce sta come atto primo nell'atto della creatura. Negli atti delle creature succede, che se una persona ha il seme dei fiori, seminandolo avrà fiori e se semina il seme dei frutti, avrà frutti; e né il seme dei fiori darà frutti né quello dei frutti darà fiori, ma ciascuno darà a seconda la natura del suo seme...." Gesù

Una cosa viene prodotta secondo la propria specie, e una volta che esce fuori rimane tale così. Un'atto umano rimarrà tale.

"..Così per gli atti delle creature: se nell'atto c'è stato un fine buono, uno scopo santo, per piacermi, per amarmi, in ciascun atto si vedrà il germe della bontà, nell'altro il germe della santità, il germe di piacermi, il germe d'amarmi; questi germi non sono luce, ma simboleggiano chi il fiore, chi il frutto, chi una pianticella e chi una gemma preziosa ed io sento l'omaggio del fiore, del frutto e così di seguito, ma non l'omaggio che mi può dare un Sole; e se tu raccogli tutti questi atti per chiuderli nel mio Fiat, restano quali sono, ognuno ha la natura che il seme ha dato e si vedono che sono atti che può fare la creatura, non atti che può fare la mia Divina Volontà col suo germe di luce nell'atto di esse. Il germe di Volontà Divina non viene ceduto da Essa se non quando la creatura vive in Essa e negli atti suoi le da il primo posto d'onore." Gesù

Arriva il germe di questa particolare sfumatura ma non arriva il Sole dell'atto divino. E questo quando accade? Quando la creatura vive nella dv e gli dà un posto d'onore. Qui entriamo nel campo in cui non si possono fare le cose per gli altri. Il don apre una piccola parentesi: chi ha letto il trattato della Vera Devozione dovrebbe arrivarci: io non posso trasformare in divino l'atto di un'altra persona perchè non ne ho nessuna autorità, non è un'atto mio. Chi conosce la consacrazione Totus Tuus, sa bene la consacrazione alla Madonna dà una peculiarità del tutto specifica: è una cosa talmente preziosa e personale, chi si consacra alla Madonna cede il valore delle proprie opere passate, presenti e future nell'eternità, è completamente nudo davanti a Dio, non ha nulla, come uno schiavo e con i ceppi ai piedi (ecco il segno della catenella). Il don fa un'opera di carità (esempio) ogni volta che facciamo un'opera buona, quella da Dio viene considerata sotto quattro punti di vista: 1) quella opera buona farà aumentare la mia grazia, pensiamo alla parabola dei talenti, se tu traffichi un talento quello raddoppia e Dio se la segna nel libro della mia esistenza e quando mi presenterò davanti a Dio essa sarà ricompensata specie se l'avrò fatta stando in grazia di Dio, significa che per quanto piccola mi darà un grado di gloria in più in Cielo. 2) Ogni opera buona che facciamo è un'impetrazione che si eleva al Signore, con questa opera buona il Signore farà arrivare qualche grazia su qualcun'altro, impetrerò qualche grazia per il prossimo - e questi si chiamano meriti impetratori - 3 o 4) un'opera buona espia qualsiasi pena che abbiamo ancora da purificare a causa delle nostre mancanze - meriti espiatori. San Luigi dice che i primi due li posso anche cedere alla Madonna, ma Lei li può abbellirli ma non posso cederli ad altri, la grazia che io ho meritato non può essere ceduta ad un'altro e così il grado di gloria non lo posso cedere ad un'altro. Posso cedere invece tutta una serie di benefici che possono derivare da quell'atto (in modo ulteriore) a me vanno ad altri e vanno a sconto dei peccati ad altri. I primi non si possono cedere perchè sono miei. Solo Gesù in quanto capo del genere umano, ha ceduto i suoi, andiamo in Paradiso perchè ce lo ha meritato. I meriti di grazia e di gloria si comunicano solo in un caso: partono dal Capo e vanno alle membra, ma non si comunicano tra le membra.

Ecco perchè noi dobbiamo essere consapevoli e riscoprire la dimensione personale della nostra vita di fede: quello che fai tu e che andrà a ridondare in bene o in male non lo può fare nessuno al posto tuo. Quando noi facciamo un sacco di giri, con essi produciamo ed attiriamo un sacco di grazie in giro, ma non trasforma nessun'atto del prossimo in sole. Se vogliamo produrre dei soli divini, possiamo portare i nostri atti nel divin volere, abbiamo potere su di essi, non quelli degli altri.

Conclusioni: grandi cose dal Cielo richiedono grandi sacrifici e continuati nel tempo, chi pensa di pregare tre giorni e di ricevere la grazia ha sbagliato indirizzo e Dio non l'ha mai fatto. Ma se ci si mette un sacrificio lungo e di tanti anni allora la grazia arriva, specialmente le grazie più grandi. La vita nella dv è il dono dei doni, grazia più grande non esiste. Chi getta la spugna al primo tentativo non ha capito nulla. Il fatto che Gesù voglia dare un dono non signifca affatto anzi che il destinatario non raggiunga quel numero di sacrifici, preghiere, attese, ecc....se non raggiunge il numero, quel dono non gli arriva. Nessuno (2) può sostituire la nostra volontà nel compiere le nostre operazioni, noi preghiamo al plurale perchè ogni preghiera ridonda a bene di tutti, però quanto cresceremo in grazia e in gloria e quanto saremo alti in Cielo, dipende da noi e da quello che facciomo e non possiamo farlo al posto di nessuno. Dev'essere chiaro. La Verità va sempre ben conosciuta. Se ci fossero delle contraddizioni tra Libri di Cielo e Magistero e di ciò che ci insegna la Chiesa ci sarebbero dei sospetti ma non essendoci (anzi l'opposto) è una conferma della bontà e della soprannaturalità di essi.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

Nessun commento:

Posta un commento