domenica 15 gennaio 2023

Il distruttore dei beni del regno della Divina Volontà

Gesù spiega come Dio sia geloso della sua creatura. Il senso e la bontà della gelosia divina. Adamo fu il distruttore dei beni del Regno della Divina Volontà. Compito dell'uomo è mettere Dio in condizione di poter tornare a ricolmarlo di beni. Volume 28, 18 Aprile 1930, Mercoledì 18 Maggio 2022

18 Aprile 1930 Come tutti i primi atti furono fatti da Dio in Adamo. Gelosia dell'amor Divino. Garanzia e sicurezza del Fiat Divino per la creatura. Come nella Creazione dell'uomo tutti eravamo presenti ed in atto. Virtù vivificatrice ed alimentatrice del Voler Divino .

Brano importantissimo, molte persone non comprendono il termine gelosia di Gesù. Nel Pentateuco si legge che Dio è un Dio geloso e oggi il Signore ci ha ricordato che Dio era gelosissimo della sua opera.

"Figlia mia, se tu sapessi con quanto amore fu formata la Creazione dell'uomo! Al solo ricordo, il nostro amore si gonfia e forma nuove inondazioni e si atteggia a festa nel ricordare l'opera nostra, bella, perfetta in cui mise tale maestria d'arte che nessun altro ne può formare una simile ed era tanto bella, che giunse a suscitare nel nostro amore la gelosia che fosse tutta per noi. Del resto, l'uomo era stato fatto da noi, era nostro, esserne geloso era un diritto del nostro amore. Tanto è vero che il nostro amore giunse a tanto, che tutti i primi atti fatti in Adamo furono fatti dal suo Creatore...." Gesù

Questa gelosia in Dio non è come per noi essere umani un difetto, la gelosia umana funziona così: noi siamo gelosi di un bene e vogliamo tenerlo soltanto per noi e non vogliamo condividerlo (principio egoistico) e secondo abbiamo paura di perderlo, che qualcuno ce lo tolga. E' chiaro che se noi consideriamo la gelosia sotto questo punto di vista, ci risulta un Dio fuore dalle righe. Ma la gelosia divina ha un'altro principio: Dio è geloso di noi, ma Dio sa benissimo che se noi ci stacchiamo da Lui, anche minimamente, ci andiamo a rovinare, perdiamo una valanga o autotreno interminabile di beni e grazie che solo dalla connessione inscindibile con Dio ci deriva. La gelosia di Dio non è mossa da un principo egoistico come la nostra, voglio un bene per me e guai a chi me lo tocca e ho paura di perderlo, ma voglio che quella creatura, che io liberamente e spontaneamente ho creato possa godere di tutti i beni possibili ed immaginabili, siccome però quei beni li ho solamente io (Dio ndr) quella creatura li godrà se e quanto rimane unita a Me (Dio). Altrimenti li perderà e così è successo e succede in continuazione. In tutti gli esseri umani. Da sacerdote il don può dire per grazia di Dio, quando ripensa a 50 anni di vita scorrono davanti agli occhi, vede innuerevoli volti, situazioni o storie e molte altre le ha conosciute in forza del ministero, ascoltando tantissime confessioni. E che cosa pensa il don quando ripensa a queste cose? A quante vite tristi, quante grazie sprecate e quante vite sarebbero potute essere vite felici. Nella nostra fede nulla è perduto, si può ricominciare ma certo che però i guai combinati nel passato poi bisogna ripararli, farci i conti ed espiarli. Il problema è quando ci sono quelle vite che continuano a scorrere inesorabili verso la fine della vita terrena in condizioni pietose, penose, vite trascorse inseguendo il mito della felicità e del benessere (che tutti cerchiamo) dello stare bene chissà dove ed evidentemente non avendolo trovato fuori da Dio, arrivano al termine della vita in maniera disastrata. Il don quando ci pensa gli si fa il cuore piccolo: cosa può pensare una persona al tramonto della sua vita, e vede tante sofferenze e tante occasioni perse, tristezza e dice come ahimè al don è toccato sentire: a cosa è servita la mia vita? A cosa sono campato a fare? Cose orribili e mostruose, mai dovremmo dire una cosa del genere e Dio non vorrebbe che si dicesse.

"..Molto più che gli demmo il nostro Voler Divino affinché ce lo conservasse bello, fresco e ce lo facesse crescere d'una beltà Divina. Il nostro amore non era contento né soddisfatto di tanto che gli aveva dato, voleva continuare a dare sempre, non voleva dire basta, voleva continuare la sua opera d'amore e per averlo con sé, per aver a che fare con l'uomo, gli dette il nostro stesso Volere, affinché lo rendesse capace di poter sempre ricevere e di tenerlo sempre con noi, con una sola Volontà; con Essa, tutto era garantito ed al sicuro, per lui e per noi. Sicché doveva essere il nostro trastullo, la gioia e la felicità nostra, oggetto di nostra conversazione..." Gesù

Quando si vive con il Signore, la percezione reale di essere ricolmati di beni, proprio strapieni in continuazione e ogni giorno arriva una cascata nuova e uno non sa più dove andarseli a mettere, in Dio c'è l'abbondanza, non ce la fai, in questa vita non ce la faremo a ringraziare il Signore per tutti i beni. Chi non vorrebbe una vita del genere? Chi sta con Dio e chi sta nella dv quando sente dire queste cose, dovrebbe dire: è proprio così, è lo stupore di chi si compiace di chi sta con chi esagera e sciala con lui. In questo mondo possiamo godere di pochissimi beni perchè ci portiamo dietro una montagna di tare, e se Dio volesse darci certi beni un pò più elevati non saremmo in condizioni di poterli ricevere, Dio fa i miracoli quando è necessario ed opportuno, tutto quello in questa vita siamo in condizione di poter ricevere ed acchiappare Dio ce lo dà e come se ce lo dà. Invece che succede?

"..Perciò al ricordo della Creazione dell'uomo il nostro amore si atteggia a festa,.." Gesù

Consapevolezza delle nostre responsabilità, la storia della razza umana a causa della nostra umana volontà ha preso una piega diversa da quella che avrebbe dovuto imbroccare. Quando il don sente dire da Gesù queste cose scritte sopra, una festa che Gesù non può fare più - certo che se rientriamo nella dv qualcosa riprenderemo a festeggiare - il don non sa quanto sarà possibile averne - alcuni doni fatti da Adamo non ne avremo mai più - l'immortalità in senso stretto non l'avremo mai più. Quando Gesù parla dei grandi beni che porterà il Regno della Divina Volontà parla di corpi che non si corrompono, parla di malattie che stanno lontano e diavoli che stanno alla larga ma sorella Morte rimane. Sorella morte rimane e non c'è nulla da fare ed è una cosa che non ci sarebbe dovuta essere.

"..ma col vederlo senza la garanzia del nostro Fiat, senza sicurezza e quindi vacillante, sfigurato e come lontano da noi, se atteggia a mestizia e sente tutto il peso del nostro amore infinito come chiuso in se stesso, perché non può darsi a lui, perché non lo trova nella nostra Divina Volontà..." Gesù

Chi proprio non vive nella dv è proprio un disastro assoluto perchè chiude a Dio ogni possibilità di ricolmarlo di beni, chi ci vive poco o male o appena riceve poco, più si entra in questo mondo, Gesù ha promesso in questi scritti, grazie mai viste nè udite e cose grosse, chi è che ci crede che sente queste cose? Gesù non parla a vanvera, quando Gesù fa delle promesse non parla da marinaio, quando promette promette basta semplicemente mettersi in condizioni. La promessa di Gesù è condizionata: se fai questo avrai quest'altro. E tutte le promesse di bene sono condizionate.

"..Ma tutto ciò non è tutto, non fu al solo Adamo che il nostro amore si versò tanto, che giunse a fare tutti i primi atti dai quali dovevano aver vita tutti gli atti umani, ma ciascuna creatura che doveva venire alla luce del giorno, fu presente in quell'atto della Creazione dell'uomo ed il nostro Fiat unito al nostro amore correva, correva ed abbracciando tutti ed amando con un solo amore tutti, metteva il primato dei nostri atti in ciascuna creatura che sarebbe venuta all'esistenza, perché per noi non c'è né passato né futuro, ma tutto è presente ed in atto, se ciò non fosse, il nostro Fiat si troverebbe ristretto ed inceppato, né (potrebbe) allargare tanto le sue fiamme da racchiudere tutti nella sua luce, in modo da fare in tutti quello che fa in una sola creatura..." Gesù

In Adamo, in quel momento tutti siamo stati fortunati ed arricchiti ma questo non è potuto accadere in atto e purtroppo.

"..Ora figlia mia, Adamo col disubbidire ai nostri Voleri, perdette il nostro regno e tutti i beni del nostro Fiat rimasero per lui senza la vita alimentatrice e vivificatrice della nostra Divina Volontà..." Gesù

Noi che siamo? Noi siamo costruttori o distruttori? Noi ci dobbiamo pensare, la nostra prima vocazione è mettere Dio in condizione di sfogarsi in bene, per tutti è riservata una vita meravigliosa, quella cappa di tenebra e grigio che è stesa sulla quasi totalità del genere umano alimentata da varie cose....Dio quando fa certe opere le fa in maniera paradossola e provocatoria. Immaginiamo la cappa in cui vivono tante sorelle e fratelli, guardiamoci in giro, vedere certe scene e comportamenti e certe reazioni ti fa capire cosa c'è dentro quel cuore: disperazione, agitazione, paura, timore, che succede...? questo non è un cuore dove abita Dio. E la cosa paraddossale è che proprio in questi tempi chi inizia a vivere nella dv, nonostante la stragrande maggioranza del genere umano vive nella cappa, esce da questa, certi circuiti non lo toccano. Il don di questo ne è certo, e pensa che il grande compito di un ministro di Dio sia di quello di far prendere coscienza è che le circostanze della vita terrena sono uguali per tutti: se uno sta in Italia vive la realtà che si vive in Italia e non quella di un'altro paese. Il problema è come la vive, come tutti o non come la tutti? La Chiesa ha il compito di essere la luce che splende nelle tenebre e chi vive nelle tenebre non può far altro che vivere in esse, ma noi no. Noi la luce la conosciamo (l'opera della Redenzione) ma il Sole stesso della divina volontà, è impossibile che si viva come lo vivono tutti. Quando si fanno certi discorsi che in certi ambienti non si dovrebbero sentire (non si tratta di giudicare le persone) ma se ragioni in quel modo lì la dv in te non regna. Chi sta nella Volontà di Dio sta circondato ed ubriacato di beni, gioie e felicità divine che sono incompatibili con la tristezza e l'angoscia. Voglia il Signore che noi non siamo eredi delle figure peggiori d'Adamo (distruttori dei beni della Divina Volontà) per poter ricevere almeno in parte i beni che il Signore vorrebbe darci.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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