mercoledì 28 febbraio 2024

Le tre prerogative di chi vive nel Volere Divino

Vivere nella Divina Volontà è sentire al vivo la Paternità divina e vivere senza timore la divina figliolanza, ricambiando le tenerezze del Celeste Padre. Le tre prerogative di chi vive nella Volontà Divina: il diritto di vita divina, il diritto di proprietà ed il diritto di gloria. Libro di Cielo, Volume 33, 20 Gennaio 1935, Lunedì 18 Giugno 2023

20 Gennaio 1935 Il vivere nel Volere Divino fa sentire la Paternità al suo Creatore e il diritto di essere la figlia sua alla creatura. Chi vive in Esso acquista tre prerogative.

Meditare questo brano è un pò difficile. Noi parliamo con competenza e proprietà di ciò che conosciamo, Gesù dice nel Vangelo di ciò che conosciamo...qua il don, con queste cose così grosse si sente un pò in difficoltà. Nostro Signore ci dà dei criteri e delle spie o punti di riferimento per tastare la nostra situazione però come san Paolo spiega in questo mondo la conoscenza è molto imperfetta e quando volgiamo lo sguardo noi stessi l'incapacità di capirci qualcosa aumenta - è difficile per noi giudicare il nostro stato. Saranno già in noi queste tre prerogative o no? (il diritto di vita Divina....il diritto di proprietà e il diritto di gloria). Per quanto riguarda il don, personalmente farebbe molta difficoltà a pensarlo. Fatte le dovute premesse meditiamo un pò il brano.

Sempre molto importante il contesto: Luisa parla che la sua mente si sperde nel divin volere (basta contemplare qualche opera della dv) es: un'amico del don gli ha raccontato una storia che sarebbe un pò agghiacciante, a lui gli è capitato (ha una passione per gli insetti), molti hanno la ripugnanza verso gli insetti, ogni insetto però è un'atto della dv, questa persona è appassionata di ragni e ha detto al don che se fosse possibile trovare qualcosa che la tenesse, se un ragno facesse una ragnatela in cielo e ci andasse a sbattere un boeing 747, ne arresterebbe al corso. La persona che lo ha detto è attendibile, ma chi avrebbe immaginato che una tela di un ragno di arrestare un'aereo? Solo contemplare le opere della dv sulla terra ci passeremmo le giornate, è un'operazione alla nostra portata. Quando si fanno queste operazioni è possibile dire ciò che diceva Luisa:

La mia povera mente si sperde nel Voler Divino, ma tanto che non so ridire ciò che comprende, né quello che provo in quel celeste soggiorno del Fiat Divino, so dire solo che sento la Paternità Divina che con tutto amore mi aspetta fra le sue braccia per dirmi: siamo come tra figli e Padre, vieni a godere le mie tenerezze Paterne, i miei tratti amorosi, le mie dolcezze infinite, lascia che ti faccia da Padre, non vi è gusto maggiore che io provo, che poter svolgere la mia Paternità e tu vieni, senza timore, vieni a darmi la tua figliolanza, dammi l’amore, le tenerezze di figlia...." Luisa

Dio è felice di sorprenderci e di farci contenti, sono solo le persone che si chiamano fuori da questo gioco ed impediscono a Dio di farlo. Comprendiamo dalle ultime battute che Gesù sta proponendo con un'altra variante la vita nella dv che è vita d'amore. E' vero che presubilmente, dalla mattina alla sera se ne combinano di tutti i colori a livello - si spera in modo non troppo grave - con imperfezioni, peccati semi veniali, ecc.... se uno si mettesse a fare l'esame di coscienza seriamente...ciao. Queste cose - a quanto capisce il don - non ostacolano la vita nella dv, Dio vuole che si combatta contro queste miserie, correggere i difetti, le imperfezioni, ecc.. è il lavoro della vita terrena ma questo non fa uscire dalla divina volontà - a quanto pare al don - e questo rapporto di paternità è un rapporto sincero, non un rapporto illusorio e non di chi si pensa che Dio sia un bonaccio e qualsiasi azione che si faccia vada bene tanto Dio perdona ancor prima che faccio uno sbaglio. Di nuovo ricompare un termine importante:

"...Mi sembra che sia proprio questo il vivere in Te: sentire la Paternità Divina e sentirsi figlia dell’Ente Supremo..." Luisa

Ecco un punto che possiamo controllare. La senti la paternità divina? In senso buono. Pensiamo al miglior padre che si possa avere, una persona che ti difende, ti dà sicurezza e ti protegge e poi ti ricolma di beni. Normalmente sarebbe il papà il centro della vita economica della famiglia. Quando Gesù sposta il discorso sul piano del lo senti, non è un ragionamento il sentirlo. O lo senti o non lo senti. Questo è un punto che potrebbe aiutarci a capirci qualcosa.

«Mia figlia benedetta, è proprio questo vivere nella mia Volontà: poter acquistare il diritto di figlia mentre Dio acquista la supremazia, il comando, il diritto di Padre, solo Essa sa unire l’uno e l’altra e formarne una sola vita...." Gesù

Diritto di vita divina: un piccolo test si può fare:

"..Tutto ciò che fa è vita che sente, se ama sente la vita dell’amore e, come vita, se la sente scorrere nella mente, nel respiro, nel cuore, in tutto,sente la virtù vitale che forma in sé non l’atto che è soggetto a cessare, ma la continuazione d’un atto che forma la vita, così se prega, se adora, se ripara, sente la vita incessante della preghiera, dell’adorazione, della riparazione Divina, non umana, che non è soggetta ad interruzione..." Gesù

Amare Dio, le opere di Dio (in modo santo). Il diritto della vita divina, qual'è la vita di Dio? L'amore. Dio, per certi aspetti, secondo il nostro modo di parlare, non sa fare altro che amare. Perchè l'essenza esprime la prerogativa dell'Essere. Che la vita divina sia amore, ci arriviamo tutti quanti, quindi vuol dire vivere questo prolungato atto d'amore che te lo senti scorrere.

"..Sicché ogni atto fatto nella mia Volontà è un atto vitale che l’anima acquista, in Essa tutto è vita e l’anima acquista la vita del bene che fa in Essa..." Gesù

Nella dv si trovano atti pieni di vita. Lo dice Gesù nel Vangelo: sono venuto perchè abbiano la vita in abbodanza.

"..che bella prerogativa che solo la mia Volontà può dare: sentirsi nell’anima cambiati gli atti in vita Divina perenne!.." Gesù

Per cercare di fare un punto della situazione, qua dovremmo avere qualche possibilità di farlo, pensa com'era la tua vita prima di conoscere la divina volontà e poi pensa al dopo. Se una persona cresce ci sono tante svolte, noti qualcosa o è sempre tutto uguale?

il diritto di proprietà.

"..perché in Essa non ci sono povertà, tutto è abbondanza, abbondanza di santità, di luce, di grazie, d’amore e siccome possiede queste proprietà come vita, è giusto che possieda, come sue, queste proprietà Divine.." Gesù

Dio ti cede la proprietà dei beni divini. E anche qua, questa cosa si sente:

"..sicché si sente padrona della santità, padrona della luce, della grazia, dell’amore e di tutti i beni Divini..." Gesù

Potrei sentirmi padrone dei beni divini? Sembrano grosse parole, fanno venire i brividi al don ma se l'ha detto Gesù o non è Gesù che parla cambiano canale ma se è Lui che l'ha detto...com'è la tua santità o luce? La luce cioè la chiarezza, il discernimento sulle piccole, medie e grandi decisioni da prendere dall'organizzazione della giornata e altro... non dice il don di essere spavaldi ecc... se il discernimento funziona (mi ci metto a pregare un momento sui pensieri che arrivano), però se uno si mette un pò e la luce arriva e nel tempo si rivela che quella luce era luce giusta - con il senno di poi - allora iniziamo ad avere qualche sospetto. La grazia, com'è il nostro rapporto con i Sacramenti? Per una persona che vive nella dv sono una gioia immensa, non si può stare senza Messa ecc... non si può resistere stando troppo senza confessarsi. C'è questa percezione, che essendo amico del Padrone di tutto ed essendo questo padrone voglioso di condividere i suoi beni con le creature...qua è molto oltre la fiducia nella divina provvidenza.

"..Dalla seconda nasce la terza prerogativa: il diritto di gloria. Non vi è cosa che la creatura faccia, piccola o grande, naturale o soprannaturale, che non le venga dato il diritto di gloria, diritto di glorificare in ogni cosa, anche nel respiro, nel palpito il suo Creatore, diritto di restare glorificato, nella gloria di Dio e non vi è gloria che da Lui non venga..." Gesù

Qua Gesù usa il termine diritto alla gloria in due sensi: la gloria che noi diamo a Dio su questa terra. Nella meditazione di un Santo dice che la Madonna non faceva nulla che non fosse per la gloria di Dio. Chiamiamo la dv nei nostri atti, persino i nostri battiti di ciglia (se facciamo l'atto preventivo e magari qualche attuale) possono dare gloria a Dio. Il don capisce che queste cose possano sembrare strane a molti; ma questo è. E questo ci dà il diritto di essere glorificati noi stessi. Che grado di gloria avrà una persona che è vissuta in questo modo? Se si ascoltano alcuni passaggi che Gesù fa, sembra potersi concludere che si va molto al di là perfino dei grandi santi, certamente sempre al di quà della Madonna, molto al di quà, però con la trasformazione di tutti nostri atti da umani in divini, capiamo che è tanta roba.

"...Perciò nella mia Volontà troverai tutto e tutto a tua disposizione e con diritto, non umano ma Divino, la mia stessa Volontà ama cederti questi suoi diritti Divini perché ama la creatura come sua vera figlia». Gesù

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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