venerdì 29 ottobre 2021

Dove regna la Divina Volontà tutto si converte in diletto

Magnifica lezione di Gesù in cui spiega come, nell'anima che vive nella Divina Volontà, tutti gli atti umani, anche i più piccoli, naturali e inconsapevoli, producono diletto, gioia e felicità. Nella Divina Volontà non c'è ombra di infelicità. Nella condizione attuale, dopo il peccato l'originale, l'uomo ha perso la capacità di godere di questa sorgente inesauribile di ogni bene e diletto. Meditazione su Libro di cielo volume 21, 3 Marzo 1927, 23 Febbraio 2021

3 Marzo 1927 Il Divin Volere là dove regna chiama Iddio ad operare insieme. L’offerta a Dio delle proprie azioni le purifica e le disinfetta

Ma è proprio vero che ciò che compie l’anima che fa la Divina Volontà, lo fa lo stesso Dio?..." Luisa

E Gesù risponde:

"... Perché dove regna la mia Volontà, tutte le cose, anche le più piccole e naturali, si convertono in diletto per Me e per la creatura, perché sono effetto d’una Volontà Divina regnante in lei, che non sa far uscire da Sé neppure l’ombra d’infelicità alcuna..." Gesù

Dalla dv non può uscire neppure l'ombra dell'infelicità. Se la dv regnasse in me, anche le cose più piccole e naturali (muovere un passo, respirare, muovere le membra del corpo, stare seduti, in piedi, correre ecc...) si convertirebbero in diletto. Chi ha mai sentito qualcuno dire: quanto mi sono divertito a muovere la mano? E produce diletto non soltanto a sè ma anche a Dio. La mano (o altro qualunque membro del corpo umano) è un'atto della dv, è animata come tutto il nostro corpo dalla nostra anima e i movimenti naturali che fa, sono movimento che assecondano il suo essere (la mano fa ciò per cui è stata creata), aprire, chiudere, suonare, ecc.. ma l'atto stesso di farlo è accordarsi, agire di conseguenza o uniformarsi con la dv che la mano l'ha fatto. E tutto ciò che esce dalla dv contiene in sè stesso ogni felicità. Quanto il mal di vivere, la depressione ecc.. sono assolutamente incompatibili con la dv e ci fa comprendere (senza giudizi personali o soggettivi su alcuno) che la depressione è il male del nostro tempo perchè in questo tempo Dio è stato messo alla finestra. E non solo dai singoli ma anche dai popoli, culture e nazioni e se tu metti Dio alla porta, metti alla porta il vero benessere (non soltanto materiale ma per prima cosa il benessere spirituale, metti alla porta la felicità ecc...) e ti autocondanni ad una vita brutta ed orrida. Chi vive nella dv quando va a dormire è contento, anche se è stata una giornata comune segnata dal solito tran tran, una giornata senza infamia e senza lode, dormo contento perchè qualsiasi cosa sia accaduta io mi sono fatto il pieno di Volontà Divina. Quanti respiri abbiamo fatto? Quanti battiti ha fatto il mio cuore? Quanti giri si è fatto il mio sangue ecc......? Non dipende da noi, già questo basta a farti felice. Il don sta commentando lo scritto non se lo sta immaginando. Poi Gesù fa un secondo step: perchè succede questo?

"... Anzi tu devi sapere che nella Creazione il nostro Fiat Supremo stabilì tutti gli atti umani, investendoli di diletto, di gioia e di felicità;..." Gesù

Qua si usa atti umani in senso ampio, in teologia morale si distingue tra atti dell'uomo e atti umani - si intende atti umani in senso stretto, liberi e volontari quelli di cui siamo responsabili; gli atti dell'uomo tutto ciò che è riconducibile all'uomo in quanto tale. Sia volontaria o involontaria, il don che gesticola mentre tiene la meditazione, non sta pensando di muovere la mano, parte in automatico però quel muovere di quella mano attiene a lui, mentre parlare è un'atto umano in senso stretto, il gesticolare è un'atto dell'uomo nel senso che non è volontario. Qui Gesù non usa atti umani in senso stretto ma in senso ampio perchè ha appena detto che le cose più piccole e naturali si convertono in gioia per la creatura. Quindi sta dicendo che tutto quello che esce dall'uomo - se fosse rimasto così come era stato creato - sarebbe stato diletto, gioia e felicità. Che vita sarebbe stata? E che vita potrebbe essere? Il don ha letto la biografia del Curato d'Ars che è stato parroco 38 anni e non si è mai arrabbiato e si è chiesto con santa invidia: com'è possibile? E il Santo non conosceva queste cose...era arrivato a questo con una grandissima santità e straordinaria vita ascetica ed impegno ed anche fiumi di grazia.

"..sicché lo stesso lavoro non doveva essere di alcun peso all’uomo, né dargli ombra di stanchezza, perché possedendo il mio Volere, avrebbe avuto la forza che mai stanca e viene meno..." Gesù

Dopo il peccato originale Dio dice all'uomo che lavorerà con il sudore e spine e cardi produrrà la terra. In sè stesso il lavoro (dice la Chiesa) è nobilitante in sè stesso, attraverso il lavoro noi perfezioniamo il Creato, lo rielaboriamo il legno. Adamo ed Eva se si devono arredare la casa non è che piove dal cielo, la fanno ma - mentre oggi ti stanchi e sudi - non sarebbe gravoso ma lieto e dilettevole e forirero di gioia e felicità. L'aspetto della fatica e travaglio è conseguenza del peccato ma il lavoro rimane in sè stesso nobilitante e gratificante.

"..Vedi, anche le cose create sono simbolo di ciò, si stanca forse il sole di dare sempre la sua luce? Certo che no; si stanca il mare di mormorare continuamente, di formare le sue onde, di nutrire e moltiplicare i suoi pesci? Certo che no; si stanca il cielo a stare sempre disteso, la terra a fiorire? Certo che no. Ma perché non si stancano? Perché c’è dentro di loro la potenza del Fiat Divino, che ha la forza che non si esaurisce mai..." Gesù

Poi Gesù ripete il termine atto umano in senso ampio.

"..Quindi tutti gli atti umani entrano nell’ordine di tutte le cose create e tutte ricevono l’impronta della felicità: il lavoro, il cibo, il sonno, la parola, lo sguardo, il passo, tutto..." Gesù

Ci sono dei passi volontari (ad esempio devo andare in Chiesa, quindi cammino per quel fine) o ci sono dei passi involontari (nel senso che rifletto mentre cammino), quel passo non ha un fine ma accompagna quel fine. Tutto quello che accade nel sonno non sono volontari ma tutti avrebbero dovuto produrre felicità.

"..Ora finchè l’uomo si mantenne nel nostro Volere, si mantenne santo e sano, pieno di vigore e di energia instancabile, capace di gustare la felicità dei suoi atti e di felicitare Colui che gli dava tanta felicità..." Gesù

Non esiste la malattia in una persona che vive nella dv, le malattie sono sbandite e non possono raggiungere l'essere umano. La Madonna o Gesù non sono stati malati. Quanto ci piacerebbe essere pieni di vigore e pieni d'energia.

Il don pensa che il nostro cammino verso la fusione con la dv, una delle attenzioni è reimparare a riprenderci la felicità dei nostri atti, perchè in qualcosa dev'esserci rimasto. Sentiamo le dita che si muovono, le articolazioni che si muovono, fare una sorta di contemplazione,..le persone apprezzano le cose belle del proprio corpo quando non ce le hanno più, ed invece noi dobbiamo rendercene conto quando stiamo bene. Io ho perso la capacità di gustare la felicità nel muovere la mano (dice il don ma anch'io) ma quella è rimasta, quando la dv regnerà su di me la felicità me la gusterò da solo. Ma adesso devo impegnarmi. E Gesù prosegue:

"...Come si sottrasse, si ammalò e perdette la felicità, la forza instancabile, la capacità ed il gusto di gustare la felicità degli atti suoi, di cui il Divin Volere, con tanto amore, lo aveva investito..." Gesù

Questo fatto è un pò come quando noi facciamo un giro, dobbiamo prendere i ti amo di Dio in giro, prendere piacere nel divertirsi nel camminare, noi non se siamo più capaci perchè siamo diventati malati e quindi dobbiamo riattrezzarci per gustare queste bellezze.

"....Ed ancorché la creatura non possedesse tutta la pienezza dell’unità della luce della mia Volontà, purchè offra tutti gli atti suoi al suo Creatore come omaggio ed adorazione, siccome la malata è lei, non Dio, Iddio riceve la gloria della felicità dei suoi atti umani....Così l’offerta delle proprie azioni purifica, disinfetta le azioni umane e Dio riceve la gloria a Lui dovuta e per contraccambio fa scendere nuove grazie sopra colei che offre a Lui le sue azioni.” Gesù

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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