sabato 20 marzo 2021

Non "che cosa", ma "come"

Attraverso la dolorosa vicenda della morte del confessore, Gesù fa comprendere a Luisa che la cosa più importante non è fare o non fare una certa cosa, ma accertarsi sempre, se possibile, che sia nella Volontà di Dio e la si faccia o non faccia solo in quanto Volontà di Dio. L'importanza del ricambio di amore. Libro di cielo volume 18, 30 Gennaio e 7 Febbraio 1926, 16 Luglio 2020

30 Gennaio 1926 Morte del Confessore. Timore di far la propria volontà

7 Febbraio 1926 La Divina Volontà regnante nell’anima la eleva sopra tutto, la mette alla sua origine e l’anima, amando coll’amore d’un Dio, ama tutte le cose col suo stesso amore e viene costituita possessora e regina di tutto il creato

L'ultimo capoverso di questo brano rappresenta un'ottimo punto di partenza, cioè qualsiasi cosa che tu faccia non farla mai da te, perchè se la fai tu dà di umano (e qua vediamo alcuni aspetti della meditazione precedente) ma se la fa Gesù dà di divino.

"..Perciò, sii attenta, quando vuoi qualcosa non la fare mai da te, ma pregami che la faccia la mia Volontà in te, perché la stessa cosa, se la fai tu, suona male, dà di umano, invece se la fa la mia Volontà suona bene, armonizza col Cielo, è sostenuta da una grazia e potenza divina, è il Creatore che opera nella creatura, il suo profumo è divino, che, elevandosi dappertutto, abbraccia tutti con un solo amplesso, in modo che tutti sentono il bene dell’operato del Creatore nella creatura.” Gesù

( Ed è evidente nel brano del 30 gennaio 1926 e non si tratta della morte di Annibale di Francia che è morto l'anno dopo). Il don non ricorda chi fosse. Ma pare che sia stato santo perchè Luisa dice:

"..La terra era indegna di possedere un tale soggetto, perciò il Signore per castigarci lo ha portato in Cielo..."

Ora con la morte del confessore, si pone per Luisa un piccolo problema: se Nostro Signore la fa precipitare nello stato di irrigidimento notturno, chi la libera? Che facciamo oltre al dolore? Chiedo a Gesù che mi liberi (dice Luisa) ma non vorrei farlo io perchè questo sarebbe un'atto della mia volontà umana quindi..

".. e pregavo Gesù che avendomi tolto il confessore e non avendo io stessa a chi rivolgermi, che per sua bontà mi liberasse dal fastidio che davo al confessore, ma non perché voluto da me, ma come voluto da Gesù, perché sento che, se Gesù me lo concedesse come voluto da me, sentirei come se mi mancasse la terra sotto i piedi, il cielo sul capo, il palpito nel cuore, sicché per me sarebbe disgrazia anziché grazia.." Luisa

E il discorso è molto semplice: Gesù le dava questa pena dell'irrigidimento notturno e poi Gesù dice: "... Ah tu non sai che significa stare in questo stato di pene insieme con Me, anche mezz’ora o cinque minuti..." cosa faceva Gesù attraverso Luisa?

"..E’ la mia Vita reale che si ripete sulla terra, è questa Vita Divina che soffre, che prega, che ripara in te, che trasmuta in te la mia stessa Volontà, per fare che operasse in te come operi nella mia Umanità; e a te pare poco?” Gesù

Queste sofferenze che Gesù chiede a Luisa, e un pò di incomodo al confessore che doveva venire per liberarla. E Gesù dice: lascia che ci pensi io, hai avuto una buona ispirazione, non farmi nessuna preghiera e Lui non la lascia.

"..“Figlia mia, coraggio, non temere, Io non ti lascio, sarò sempre con te e ti prometto che se nessun sacerdote si vorrà prestare alla tua assistenza, non volendo loro seguire la mia Volontà, Io, non perché lo vuoi tu, ma perché lo voglio Io, ti libererò dal loro fastidio..." Gesù

In linea di massima Gesù dice che se trova un sacerdote che voglia fare la Sua Volontà e viene, questa situazione rimane se Gesù non riuscisse a trovarlo, sarà Lui a liberare Luisa perchè lo vuole Lui e non lei da tale fastidio. Il brano è molto edificante. Perchè ci permette di confrontarci in queste situazioni, nella dv noi dovremmo evitare di metterci di fronte al Signore (vedi capitolo di san Matteo 6) di pregarlo e di scongiurarlo di far la cosa che vogliamo noi, fosse anche la cosa più bella e santa di questo mondo: la guarigione dalla malattia, la conversione di una persona ecc... si deve pregare ma la conversione di una certa persona va bene ma non bisogna scoraggiarsi se quella persona non si converte perchè magari la dv ha stabilito che per convertirla saranno richieste 30 anni di preghiera. Subordinata a chi prega per lei. O forse ci sono dei casi in cui nessuno vedrà segni esteriori ma quella persona in punto di morte invocherà la divina misericordia e si salverà dall'inferno. Qua su questa terra nessuno vedrà nulla, ma quando andremo in Paradiso - se qualcuno ha pregato per quest'intenzione e se la sua conversione dipendeva da tante preghiere - lo saprà in Paradiso. Le forzature contro la dv non bisogna mai farle, non devo volere una cosa ad ogni costo perchè noi non possiamo sapere - salvo rivelazione - dove sta la maggior gloria di Dio - non possiamo sapere con certezza tutti i divini voleri: non sappiamo i modi, i tempi, i disegni e il futuro, conosciamo soltanto una cosa: la nostra volontà umana combina guai, e quando non combinasse guai (come Gesù spiega) quanto meno anche se una cosa fatta bene la facciamo malamente, dà di umano e non di divino. Attenzione che vale anche in piccolissime cose e la nostra vita dovrebbe tendere (se vogliamo entrare in questo mondo). Nella Mistica città di Dio si legge che la Madonna aveva chiesto a san Giuseppe di darle l'obbedienza nello svolgimento nelle faccende di casa primo perchè è più meritoria e secondo hai la blindatura che rafforza il tuo compito. Una persona sempre fa una certa mansione, ma non la fa allo stesso modo, ecco perchè molti fanno fatica ad entrare nella dv perchè noi esseri umani siamo molto concreti; molti vogliono sapere cosa devono fare. Ma qua la domanda è: come devo farla? La grande domanda che ci deve accompagnare nel corso della giornata senza angoscie. Una persona che desidera vivere nella dv il peccato volontario lo rifugge e quindi non c'è il problema del che cosa - problema che hanno ancora coloro che vivono tra la grazia e il peccato - qui, questo stadio dovrebbe essere almeno in parte (dobbiamo stare umili e tranquilli perchè possiamo sempre cadere) ma noi dovremmo essere polarizzati su altri versanti.

Nel secondo brano c'è anche un'elogio nel vivere nella dv come anche ricambio d'amore per me e per tutti.

"..Io faccio per te come un re che è disprezzato dai suoi popoli, offeso, dimenticato, questi popoli non sono più sotto il regime delle leggi del re e se qualche legge osservano, è la forza che s’impone su di loro, non l’amore; sicché il povero re è costretto a vivere nella sua reggia isolato, senza l’amore, la sudditanza ed il soggiogamento della sua Volontà sui popoli; ma fra tanti, lui avverte che uno solo si mantiene integro nel farsi soggiogare in tutto e per tutto dalla volontà del re, anzi ripara, piange per le volontà ribelli di tutto il popolo e vorrebbe rifare il re facendosi atto per ciascuna creatura, affinché trovi in lui tutto ciò che dovrebbe trovare in tutto il resto del popolo. Il re sente di amare costui, lo controlla sempre per vedere se è costante e non per un giorno, ma per un periodo di vita, perché la sola costanza è quella in cui il re può fare affidamento ed essere sicuro di ciò che vuol fare della creatura. Il sacrificarsi, il far bene un giorno, è cosa facile per la creatura, ma il sacrificarsi ed il far bene tutta la vita, oh! com’è difficile. E se ciò avviene, è una virtù divina operante nella creatura. Onde il re quando si sente sicuro di costui, lo chiama a sé nella sua reggia, dona a lui tutto ciò che dovrebbe dare a tutto il popolo e, mettendo da parte gli altri fa uscire da costui la nuova generazione del suo popolo eletto, la quale non avrà altra ambizione che vivere della sola volontà del re, tutta soggiogata a lui, come parto delle sue viscere...." Gesù

Un suddito solo che fa di tutto la Volontà del re e vorrebbe rifare il re per ogni creatura. Se ci sono queste tre cose già nella anima, stiamo ben incamminati e siamo sulla buona strada: 1)il desiderio fermo e costante di fare in tutto e per tutto la volontà del re, poi 2) il dolore, piangere per le volontà ribelli di tutto il popolo, non possiamo cambiarle ma possiamo piangere e 3) riparare per gli altri. Questo è in nostro potere.

La prova che il suddito lo ama, non è l'amore di un giorno, qui non si tratta di fare un giorno da santi ma le due colonne - tante volte dette della vita nella dv ma anche della vita cristiana ma anche della vita umana - sono la costanza e perseveranza. Un'obbiettivo impegnativo, noi non siamo Dio che gli basta volere una cosa e l'ottiene, per noi ci vuole tempo. E il tempo richiede la costanza e perseveranza. Se ti vuoi prendere un titolo di studio devi studiare anni, e la stessa cosa per acquisire una scienza. Stessa cosa vale per lo sport, strumenti musicale, per diventare preti ci vogliono 6 anni minimo e non ci si improvvisa a diventare marito e moglie. Così le cose non funzionano. Dio vuole vedere da noi che anche (l'accesso? ndr)la vita nella dv potrebbe durare anche 4 o 5 anni...eh, vedo pochi progressi. Fa niente, sei costante? Sei perseverante? Anche se non vedi i progressi, prima o poi i risultati arriveranno. La costanza e la perseveranza sono infallibili, non conosciamo i tempi ma col tempo tutto è possibile.

Prima di tradurre in atto cerchiamo di verificare se possibile se è volontà di Dio (magari preghiamo la Madonna perchè ci aiuti o ci metta qualche ostacolo), un'atto umano non può attirare gli sguardi di benevolenza di Dio.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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