giovedì 19 marzo 2020

L’assenza di Gesù e la pazzia del peccato

Gesù spiega a Luisa i dolori immensi che lei prova per le sue assenze sensibili e le spiega la differenza tra queste e quelle che vivono le anime purganti. Commenta l’episodio in cui, da Erode, fu fatto vestire da pazzo, spiegando come ciò fu dovuto alla necessità di riparare l’unica vera e propria follia umana, ossia il peccato, di cui pazzia più grande non esiste. Libro di Cielo, Volume 14, 1 Aprile 1922, Giovedì 10 Ottobre 2019

1 Aprile 1922 Il passo più umiliante della Passione di Gesù fu l’essere vestito e trattato da pazzo. Ogni pena che soffrì Gesù non era altro che l’eco delle pene che meritavano le creature

"..“Povera figlia mia, povera figlia mia, quanto soffri, il tuo stato doloroso oltrepassa lo stesso stato delle anime purganti, perché se queste sono prive di Me, sono le colpe con cui si vedono imbrattate che impedisce loro di vedermi e per cui loro stesse non ardiscono venire innanzi a Me, perché innanzi alla mia santità infinita non c’è piccolo neo che possa resistere alla mia presenza; e se Io permettessi ciò, di stare innanzi a Me, per loro sarebbe il più gran tormento, da superare le stesse pene dell’inferno. La più gran tortura che potrei dare ad un’anima sarebbe tenerla macchiata innanzi a Me ed Io, per non torturarla maggiormente, la lascio prima purgare e poi l’ammetto alla mia presenza..." Gesù

Due spunti di meditazione ci offre questo brano: Il primo è quella che si chiama tecnicamente la pena del danno col riferimento alle realtà ultraterrene (che si patisce in forma differente all'Inferno o al Purgatorio) che consiste nella privazione della Visione Beatifica di Dio; se facciamo attenzione la pena del danno caratterizza anche la nostra vita con la grossa differenza (salvo l'aver vissuto esperienze profonde con il Signore sia in modo ordinario che straordinario) che non si avverte l'assenza di Dio come realtà dolorosa e straziante - nell'altro mondo sì e per i dannati c'è la sorte orrida che se da un lato soffrono infinitamente per aver fallito il motivo per cui sono stati creati - Dio non lo vedono e non lo vedranno mai - e dall'altro sono disperati perchè vorrebbero vederlo ma se lo vedessero morirebbero di dolore. Di per sè stessa la visione di Dio è Beatificante ma se incontrasse una situazione di peccaminosità irreversibile si tramuterebbe in fonte di dolore infinito ed è la stessa identica cosa quando facciamo la Comunione. Comunione delizia degli Angeli e delle anime sante, ma per un peccatore quella comunione si trasforma in Veleno -non perchè il Signore sia cattivo - ma perchè sono le disposizioni dell'anima di ricevere l'Eucarestia e di godere dei suoi frutti. I Santi quando facevano la comunione provavano le delizie di cielo, anche se non proviamo queste delizie se le nostre comunioni sono fredde, tiepide ed indifferenti e ci lasciano come ci hanno trovato bisogna fare un'esame di coscienza. E magari qualche sana conversazione profonda con il padre spirituale.

In Purgatorio la sofferenza della privazione di Dio è dolorosa ma al tempo stesso piena di desiderio perchè le anime sanno che un giorno si compierà. Se un'anima che ha delle macchie sanabili, purificabili alla cui volontà non è legata per propria scelta (perchè i dannati sono attaccati alla loro volontà malvagia) c'è il dolore immenso di aver offeso e il dolore non possiamo immaginarcelo. Differenza tra il mistico e l'anima purgante: le anime purganti soffrono per le loro colpe e loro soffrono e ma ci si mettono loro stesse in purgatorio perchè con le colpe la vista di Dio sarebbe vista di tormento e non di letizia.

"..se Io permettessi ciò, di stare innanzi a Me, per loro sarebbe il più gran tormento, da superare le stesse pene dell’inferno..." Gesù

La più grande tortura che si potrebbe dare ad un'anima sarebbe tenere un'anima macchiata al cospetto di Dio; noi non ci rendiamo conto che una bugia di scusa...era meglio non dirla quando ti ritroverai in Purgatorio e nessuna delle cose della fede sono dimostrabili. Per non fare il Purgatorio occorre in questo mondo chiuso con il peccato volontario, occorre aver fatto penitenze e riparazione per i peccati commessi (e nella divina volontà possiamo rifare i nostri atti RIFARE LA VITA NELLA DIVINA VOLONTA' prima parte - RICOSTRUIRE LA VITA NELLA DIVINA VOLONTA' parte seconda -- RICOSTRUIRE LA VITA NELLA DIVINA VOLONTA' parte terza e qua IL LINK AL TESTO (che ognuno può personalizzare) e poi occorre far sul serio la Divina Volontà.

Solo che ancor più intense di queste sofferenze sono quelle vissute da Luisa

"..Passo giorni amarissimi per la privazione del mio dolce Gesù e se si fa vedere è quasi come lampo che sfugge, che pena! che strazio! La mia mente era funestata dal pensiero che non sarebbe più ritornata la mia vita, il mio tutto, ah! tutto per me è finito, che farò per ritrovarlo?.." (Luisa)

Sentendo queste cose possiamo avere qualche moto di dire: ma sempre a dire queste cose? Noi non ci rendiamo conto ma se tu hai vissuto la cosa più bella di questo mondo, il resto diventa insignificante. Se uno legge gli scritti di San Giovanni della Croce dicono che quando un'anima arriva agli ultimi livelli (visione intellettuale della Santissima Trinità), quando ritorna a questa realtà diventa una tragedia e le anime iniziano a supplicare che il Signore le porti via, non per strane turbe mentali, ma perchè hanno conosciuto la pienezza della vita (e dove laddove tendiamo). Il Paradiso è un luogo di delizie assolute e Dio è coronamento di ogni felicità e queste anime - per quante possibile conoscere - l'hanno appena gustata.

E qua Gesù dice a Luisa: perchè non mi vedi? Per la mia Giustizia

".. Ma tra Me e la piccola figlia del mio Volere non sono le colpe che m’impediscono di farmi vedere, è la mia giustizia che si frappone tra Me e lei, perciò la tua pena di non vedermi supera qualunque pena. Povera figlia, coraggio, ti è toccata la mia stessa sorte, come son terribili le pene della giustizia e posso farne parte a chi vive nella mia Volontà, perché ci vuole una forza divina per sostenerle, ma non temere, ritornerò subito secondo il solito. Lascia che i raggi della giustizia tocchino le creature; anche la mia giustizia deve fare il suo corso, né tu potrai sostenerla tutta e poi sarò da te come prima. Ma con ciò non ti lascio, lo so anch’Io, che non puoi stare senza di Me, perciò starò nel fondo del tuo cuore e peroreremo insieme.” Gesù

Da un lato Luisa deve soffrire questa pena terribile e deve offrirla nel suo essere vittima e dall'altro però Gesù dice che deve dare corso alla Giustizia (vedi volumi precedenti). Nel senso che non facendosi vedere da Luisa e non avendo le consolazioni, preghiere ecc... che Luisa gli dava può procedere ad esercitare un pò la Giustizia nel mondo. Il problema è che per queste povere anime noi non ci rendiamo conto ma dobbiamo capirle perchè è una tragedia, un'anima che ha vissuto delle esperienze mistiche e poi gli viene tolta è una tragedia - un pò come se noi gustassimo la cosa più bella di questo mondo e poi questa cosa ci venisse tolta: sarebbe una tragedia. E non sa se e quando gli sarà restituita quest'esperienza ed è un dolore nuovo che conoscono le anime che vivono nella DV - di questa pena che è una pena superiore alle pene che si possono sostenere in questo mondo perchè ci vuole una forza divina per sostenerle.

Seconda parte:Scena davanti ad Erode (ora della Passione in cui Erode veste da pazzo Gesù - Un'uomo corrotto davanti al quale cessa anche il minimo rispetto verso Gesù in cui il Signore viene trattato da pazzo

Figlia mia, il passo più umiliante della mia Passione fu proprio questo, l’essere vestito e trattato da pazzo, divenni il trastullo dei giudei, lo straccio loro; la mia infinita sapienza non poteva sostenere umiliazione più grande . Eppure, era necessario che Io, Figlio d’un Dio, soffrissi questa pena? L’uomo, peccando, diventa pazzo, pazzia più grande non può darsi e da re qual è, diventa schiavo e trastullo di vilissime passioni che lo tiranneggiano e più che pazzo lo incatenano a loro bell’agio, gettandolo nel fango e coprendolo delle cose più sporche, oh! che gran pazzia è il peccato, in questo stato l’uomo mai poteva essere ammesso innanzi alla Maestà Suprema, perciò volli Io sostenere questa pena così umiliante, per impetrare all’uomo che uscisse da questo stato di pazzia, offrendomi Io al mio Celeste Padre a sostenere le pene che meritava la sua pazzia. Ogni pena che soffrii nella mia Passione non era altro che l’eco delle pene che meritavano le creature, quell’eco rimbombava su di Me e mi sottoponeva a pene, a schermi, a derisioni, a beffe ed a tutti i tormenti.” Gesù

Questo epiteto se lo sono portati dietro un sacco di santi accusati di pazzia, un sacco di persone che non hanno la sapienza soprannaturale hanno trattato i Santi come pazzi. Però tutto quello che Gesù ha sofferto nella Passione è scuola per noi.

Il peccato è pazzia che pazzia più grande non potrebbe darsi, è quanto di più folle possa concepirsi. E' un pazzo uno che potrebbe vivere tanto bene ma decide di voler vivere male, è un pazzo colui/e che consegna la sua anima al diavolo - il diavolo ti odia infinitamente e cercherà di farti male per quanto può grazie al peccato - in questa Terra Dio limita l'azione del diavolo. Ogni Amen detto a Dio, aumenta il suo benefico influsso su di noi e così ogni amen detto al diavolo aumenta il suo nefasto influsso su di noi, quando pecchiamo mortalmente lui prende potere sulla anima. Noi non sappiamo da dove vengono le nostre depressioni, angosce, ecc... non siamo in grado di fare un rapporto e causa/effetto. Non sappiamo da quali peccati la depressione è generata ma non è generata dal vivere in Grazia di Dio.

Come si degrada un'uomo quando si arrabbia, la bruttezza di una persona volgare, quando vomita bestemmie o quando si avvilisce a passioni bestiali o si abbandono al peccato impuro solitario. Tutte queste persone se si riguardano si vergognano di sè stesse. L'atto in sè stesso è degradante e così come le persone che si abbuffano e si degradano. Una persona schiava di un vizio, che se non compie quell'atto, la tua vita dipende da qualche boccata di sigaretta (esempio), il fumo è una piccola cosa ma comporta una dipendenza. E come fai a comparire davanti alla Maestà Suprema? Come fai quando anche il più piccolo neo (vedi anime purganti di sopra) trasforma la visione di Dio in qualcosa di orrendo?

Gesù ha dovuto assumere la veste dei pazzi cioè nostre cioè Gesù trattato da pazzo e vestito da pazzo - siamo io e te - e tutto il disprezzo che ha sopportato è quello dei diavoli che prima fanno cadere l'uomo nelle colpe degradanti e poi lo deridono e lo disprezzano (così come fanno con le anime dannate), si sbellicheranno dalle risate alla faccia loro.Purtroppo.

"...per impetrare all’uomo che uscisse da questo stato di pazzia, offrendomi Io al mio Celeste Padre a sostenere le pene che meritava la sua pazzia.." Gesù

La pazzia è quella del peccato mortale. Ogni pena di Gesù è un'eco delle pene che meritavano noi per i nostri peccati. Ce li saremmo dovuti prendere tutti quanti noi e ringraziamo il Signore che si è preso Lui le nostre pene dandoci la possibilità di salvarci.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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