sabato 18 luglio 2020

Armonie, felicità e gusti

Le armonie e le felicità che Dio sparse nella creazione,come esse andarono perdute e come furono ripristinate grazie agli indicibili dolori sofferti da Gesù nella sua Passione. I vari gusti esistenti in questo mondo: il gusto di Dio e delle cose di Dio, i gusti naturali e i gusti di passione. Occorre alimentare i primi e mortificare gli altri. Libro di cielo volume 15, 29 Maggio - 6 Giugno 1923, 29 Gennaio 2020

29 Maggio 1923 Come è sempre Iddio il primo ad operare nell’anima

"..Tutto è armonia nell’uomo e felicità, la sola parte esterna quante armonie e felicità non contiene? L’occhio vede, la bocca esprime, i piedi camminano, ma le mani operano e prendono le cose dove sono giunti i piedi. Se l’occhio potesse vedere e non avesse la bocca per esprimersi, se avesse i piedi per camminare e non avesse le mani per operare, non sarebbe una infelicità, una disarmonia nell’umana natura? E poi, le armonie e la felicità dell’anima umana, la volontà, l’intelletto, la memoria, quante armonie e felicità non contengono? Basta dire che sono parti della felicità ed armonia dell’Eterno, Iddio creò il vero eden personale nell’anima e nel corpo dell’uomo, eden tutto celeste e poi gli diede per abitazione l’eden terrestre; tutto era armonia e felicità nella natura umana e sebbene il peccato abbia sconvolto quest’armonia e felicità, non distrusse del tutto tutto il bene che Iddio aveva creato nell’uomo.." Gesù

Felicità e armonia o felicità perduta e armonia sconvolta. Gesù fa una riflessione, il peccato originale non ha distrutto queste cose. Ci sono degli splendidi giri da fare contemplando l'armonia e la perfezione del corpo umano che il Signore ci ha donato (quando il corpo è in salute ed è integro). Quando una persona sta in buona salute non ha menomazione hai voglia a fare giri stupendi, a pensare e ringraziare il Signore di tutte le cose che ha operato nel nostro corpo. Pensiamo all'attività dei nostri organi interni e a ciò che il nostro corpo opera, i nostri arti si muovono più o meno in continuazione, il sangue circola, le scariche elettriche del nostro organismo, le attività degli organi, il pancreas, ecc... tutto perfettamente armonizzato (quando stiamo bene) senza che ce ne rendiamo conto. Meraviglie che noi dovremmo imparare a contemplare per ringraziare il Signore, non l'abbiamo mica fatto noi. Ti ringrazio Signore che mi hai creato (diceva Santa Chiara), il fatto che dobbiamo passare attraverso la morte corporale è un dolore anche per Dio. Non è una bella cosa. E poi le armonie dell'anima (volontà, intelletto e memoria), tutte le attività mentali, la volontà che ci fa muovere, ecc... e anche nella nostra anima purtroppo le armonie che permangono dopo il peccato originale sono meglio contemplabili quando la nostra psiche è sana ed equilibrata. Il peccato dell'uomo ha disarmonizzato tutto.

Figlia mia, il primo a formare il lavorio delle mie pene nella mia Umanità fu il mio Celeste Padre, perché solo Lui teneva la forza ed il poter di creare il dolore e di metterci quanti gradi di dolore ci volevano, per potersi soddisfare del debito delle creature per quanto ce ne voleva; le creature furono secondarie, perché non avevano alcun potere su di Me, né virtù di creare il dolore per quanta intensità volevano; e questo succede in tutte le creature, come nel creare l’uomo il primo lavorio tanto nell’anima tanto nel corpo lo fece il mio Divin Padre, quanta armonia, quanta felicità non formò con le sue proprie mani nella natura umana?..." Gesù

Guai a chi non pensa a cosa ha fatto Gesù nell'opera della Redenzione. Noi dovremmo stare sempre in un'atteggiamento continuo di ringraziamento e riparazione.

".. E questo succede a tutte le creature quando devo eleggerle a santità distinta o a disegni miei speciali, sono le mie proprie mani che lavorano nell’anima ed ora vi creo il dolore, ora l’amore, ora le cognizioni delle verità celesti, è tanta la mia gelosia, che non voglio che nessuno me la tocchi e se permetto che le creature le facciano qualche cosa, è sempre in ordine secondario, ma il primato l’ho Io che la formo a secondo il mio disegno.” Gesù

Gesù ama tutti con un'amore universale ed indistinto, è chiaro che tra questi tutti ci sono anime particolari che, per imperscrutabili disegni divini, sono chiamate a una santità distinta o che hanno una missione speciale nel piano della Salvezza. In queste anime si determina un lavorio alternato tra grandi dolori e di grande amore e cognizione delle verità celesti che Gesù stesso organizza. Come il Padre ha preparato i dolori per Gesù, Gesù si occupa di queste anime elette. Non toglie che il Signore tratta ciascuno come se fosse l'unico, noi siamo sempre sotto il suo sguardo amoroso.

6 Giugno 1923 Il segno se l’anima è tutta di Dio, è se non prova gusto per tutto ciò che esiste

Figlia mia, il segno che non c’è nulla di male e che l’interno dell’anima è tutto riempito di Dio, è che nulla le sia rimasto che non sia tutto mio e che nonostante tutto ciò che possa accadere dentro e fuori di lei, non prova più gusto di nulla, il suo gusto è solo per Me e di Me e non solo delle cose profane o indifferenti, ma anche di cose sante, di persone pie, di funzioni, di musiche, eccetera, tutto per lei è freddo, indifferente e come se si trattasse di cose che non le appartengono e la ragione è naturale, se l’anima è tutta riempita di Me, quindi è riempita anche dei miei gusti, il gusto mio è il suo, gli altri gusti non trovano posto in cui mettersi, perciò per quanto belli essi siano, per l’anima non hanno alcun attrattiva, anzi per lei sono come morti. Invece l’anima che non è tutta mia, è vuota e come le cose la circondano, così sente in sé tanti gusti se sono cose che le piacciono; se poi son cose che non gradisce, sente disgusto, sicché sta in continua alternanza di gusti e di disgusti e siccome il gusto che non è uscito da Me non è duraturo, molte volte i gusti si convertono in disgusti e perciò si notano tante varietà di carattere: ora troppo triste, ora troppo allegro, ora tutto stizzoso, un’altra volta tutto affabile, è il vuoto di Me che ha nell’anima, che le dà tante varietà di caratteri, niente di simile al mio, che sono sempre eguale e mai mi muto...." Gesù

Questo scritto richiama alcuni principi dell'ascetica classica che sono ovvi: se uno ha scoperto le più grandi felicità non torna alle piccole ed antiche felicità perchè ha trovato qualcosa di più grande. Noi da piccoli giocavamo con i giocattoli, ma un'adulto che ci giocasse non sarebbe normale.

Il discorso è molto semplice, generalizziamolo un pò: Quanto più ti interessa di Nostro Signore e quanto più facilmente stai con Lui occupandoti delle Sue cose, quanto meno provi gusto nel fare le cose sue quanto meno ti interessa perchè l'uomo fondamentalmente è mosso nell'agire dal diletto: mi piace o non mi piace, mi fa piacere o non mi fa piacere. Ci provo gusto o no. Perchè la stragrande maggioranza della gente non entra in Chiesa? Perchè percepisce le attività in Chiesa come cose tediose, non dilettevoli. Perchè i santi passavano 10 ore davanti al Santissimo? Perchè per loro era un diletto. Ottimo anche termometro per insegnarci un'indice di valutazione. Non sempre a noi è concesso di stare con Gesù quanto vorremmo ma se quando non posso starci avverto la mancanza non c'è da preoccuparci, mi dispiace quando devo andare via dall'adorazione e ho poco tempo per essa? Non c'è problema. Questi parametri sono delle importantissime spie, se la nostra anima è divisa tra mille cose certamente vuol dire che Gesù non è l'unico e non sarà neanche il primo. Gesù qua vuol far comprendere come il gusto o l'attaccamento va polarizzato su Gesù. Non significa che io non debba sentire una bella canzone o provare diletto nell'ascoltarla sia un'imperfezione agli occhi di Dio o peccato. Gesù non sta dicendo questo, altrimenti per essere a Lui graditi bisognerebbe diventare tutti quanti monaci di clausura.

Questo è un problema spirituale, anche una cosa di per sè appartenente all'ordine naturale; un conto è se io la cerco come fine a sè stesso, un conto invece è che io l'accolgo come un dono di Dio dal quale traggo tutti i benefici ma sempre come ricevuti dalle sue sante e benedette mani. L'attaccamento sensibile ci distoglie dal Signore, l'accoglienza distaccata ci rafforza con il Signore perchè ci permette di riconoscerlo anche in queste piccole carezze. Come faccio a capire se sono attaccato o no? Come reagisco quando mi vengono tolte? Perchè se reagisco malamente sono attaccato a quelle cose, ecco il senso della mortificazione cristiana. Dare la morte ai gusti che non sono di Gesù.

Ogni tanto dobbiamo fare piazza pulita. Ti piace la musica? Spegni la musica, ti piace la televisione? Spegnila, ti piace la frequentazione di persona o pia? Ti piace quella devozione? La cambi o non frequenti la persona. Un'altra spia è la lunaticità di carattere: se un giorno sono troppo triste, un'altro sono felice, ecc.. cosa significa? Passano degli stati d'animo in me perchè oggi ho quello che voglio e domani no. Oggi posso godermi una cosa bella e domani no. Qui non c'è nulla di divino. L'importante è tenere presente l'importanza della mortificazione: se è gusto di Gesù trasforma la creatura in Lui. Se sono gusti divini dargli la vita o se sono gusti umani o di passioni dargli la morte. Non c'è vita interiore e vita cristiana senza mortificazione (senza ammazzarsi o fare cose fuori dalla giusta misura); però questa è una cosa normale da fare. Altrimenti si rimane nella pia illusione.

"..Se son gusti puramente divini, bisogna dare loro la vita; se poi sono gusti umani, o di passioni, bisogna dare loro la morte; altrimenti c’è pericolo di precipitare nella corrente del male.” Gesù

Tocca a noi interrogarci per discernere se i nostri gusti sono frazionati o se sono con Gesù e solo la persona lo può fare davanti a Dio nella sua preghiera personale davanti alla propria coscienza.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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