sabato 7 ottobre 2023

Come si entra nella Divina Volontà?...

Gesù spiega il processo graduale attraverso il quale si entra nel meraviglioso mondo della Divina Volontà e l'immensa differenza tra chi vive in Essa e chi vive senza di Essa. Libro di Cielo, Volume 31, 27 Novembre 1932, Giovedì 2 Febbraio 2023

27 Novembre 1932 L’umana volontà è come carta in cui viene coniata l’immagine divina e Dio vi mette il valore del numero che vuole. Esempio. Dio racchiuso nell’atto della creatura.

Il don partirebbe dal cuore del brano e da lì ridiscendere dai particolari che conosciamo da quello che Gesù ci ha detto. Il cuore sta in questa frase e il don crede che sia bene da mettere in evidenza, in molti chiedono al don: ma io come faccio ad entrare e vivere nella dv? Aspettandoci che ci siano delle soluzioni magiche.

Sono le conoscenze, ci stanno 36 volumi di roba, sono stati materialmente scritti da Luisa ma non è un'opera umana. Non ha deciso Luisa di scrivere 36 volumi, lo ha deciso qualcun'altro. Siamo meditando su un brano del 31° volume, che è un brano completamente diverso da tutti quanti gli altri, ha dei punti di contatto ma Dio nelle sue opere non si ripete mai. Dio non ripete. Ripetere è una cosa molto umana, richiama qualche concetto, lo fa ripassare ma con qualche sfumatura differente e poi ci mette dell'altro. Le conoscenze le facciamo a grado a grado, ogni velleità di procedere all'improvviso cade. Tutto e subito non è cosa umana, è cosa divina. E' Dio che se vuole una cosa la ottiene subito. Per noi essere umani ogni cosa che intendiamo vivere o fare ha sempre un processo da mettere in atto. E' un cammino e percorso, avviene in maniera graduale. Passo dopo passo. Step by Step. Se tu pensi che una settimana di lettura o altro puoi vivere nella dv ti sbagli. Certo che Dio potrebbe farci vivere in un secondo in questo mondo divino ma ordinariamente non lo fa. Ordinariamente si procede per gradi e perchè?

"...La conoscenza genera l’appetito,..." Gesù

L'appetito - secondo gli autori classici di spiritualità - si chiama sensitivo e spirituale. Pensiamo all'appetito normale, uno ha il desiderio di mangiare e ti viene quando hai la prospettiva di mangiare una cosa buona. Se a pranzo sai che devi mangarti cavoli lessi non ti verrà mai l'appetito, se tu sai che ti devi mangiare cose buone, ti viene l'acqualina in bocca fin da colazione. L'appetito è stimolato non da un bisogno primordiale come la fame, viene stimolato da una prospettiva di mangiare una cosa buona e squisita. Dentro ciascun brano, Gesù ha depositato una squisitezza ma occorre un palato capace di riconoscerle, un bifolco non ha il palato abituato a pranzi sopraffini. La formazione del palato viene prima di incontrare queste verità, una persona non può essere un peccatore perverito che dall'oggi al domani si confessa ed inizia a vivere nella divina volontà - può accadere per grazia straordinaria - ma ordinariamente non accade. La vita nella dv è la santità delle santità e quindi intercetta una persona e un cammino che è già indirizzata verso la santità. Un'anima viziosa che sta nel vizio della lussuria quando sente queste cose non gli fanno nè caldo nè freddo. Per l'uomo carnale queste cose sono follia. Il palato che è già capace è una vita già sintonizzata. Come faccio a vivere nella dv? E' necessaria una decisione per la santità e se l'hai fatta qualcosa ci capirai negli scritti di Luisa. Ci sono alcuni passaggi nei libri che sono ostici anche per il don, ma non sono tutti così. Questa conoscenza genera l'appetito, uno inizia a gustare le cose sante ed inizia a gustarle, e mano a mano che l'umano volere si dispone avviene a poco a poco la trasformazione.

".. La conoscenza genera l’appetito, il desiderio di conoscere di più e l’umano volere si dispone a poco a poco a subire la trasformazione, l’unificazione della Divina Volontà..." Gesù

Il don continua a dire a chi riesce a fare poche cose di andare avanti. Quanto ci metterai? Nessuno lo può stabilire a priori, in parte da quanto ha deciso Dio e in parte da quanto noi ci crediamo, corrispondiamo, ascoltiamo, lavoriamo ecc.. sono tante le variabili in gioco. L'importante è andare avanti senza scoraggiarsi. Non ci sono ricette magiche. Molti fedeli però stanno sempre alla ricerca di ricette magiche. A quanto pare però il don non ne conosce di ricette. Il don conosce le vie ordinarie che la divina provvidenza ha disposto per questi obbiettivi.

«Figlia benedetta, un atto allora ha più valore quando si conosce il bene che c’è dentro e quanto più si conosce, tanto più acquista valore, perché la creatura fa quell’atto in base al valore che conosce e la nostra paterna bontà non sa ingannare, né burlare nessuno, se facciamo conoscere che c’è quel valore in quell’atto è perché vogliamo dare il valore da Noi manifestato ed il segno certo è la stessa conoscenza che già possiede per se stessa quel valore...." Gesù

Qual'è il valore di un'atto nella dv? Infinito, il valore è immenso ed eterno. C'è la trasformazione di un misero atto umano in questo atto divino. Ma da che cosa dipende?

"..Noi facciamo come un re che prende una carta che non ha valore e vi mette, dove cento, dove mille, dove un milione..., la carta è della stessa qualità, ha la stessa forma, ma a seconda il numero riportato così possiede il suo valore, quindi chi dà il valore alla carta è il numero e l’immagine del re, il quale si serve di essa qual moneta del regno.Ora così facciamo Noi: la carta è l’atto della creatura, la conoscenza è la nostra immagine divina, il valore è il numero che mettiamo. Dunque, qual meraviglia se diciamo che un atto solo nella nostra Volontà, supera in valore tutti gli atti insieme di tutte le altre creature fatti fuori di Essa? ...." Gesù

Il valore lo decide il re, ma colui che ha questa carta deve essere consapevole e deve volere che la sua carta senza valore (atto di volontà umana) riceva da Dio un valore enormemente superiore all'atto umano e questi atti formano la moneta...

"..Se è padrone il re di mettere il numero che vuole su una vilissima carta, molto più Noi per formare la moneta che deve correre nella nostra patria azzurra..." Gesù

Il problema è che l'uomo, avendo ricevuto da Dio questo dono immenso, non ha fatto nemmeno quella cosa necessaria per riceverlo: prestare la nostra carta a Dio per tenersi il gran dono, cioè rimanere nell'obbedienza alla divina volontà. E adesso che c'è questa situazione, che ci fa? Arrivano le conoscenze che generano l'appetito e a poco a poco l'umano volere si presta a subire la trasformazione, ci mette tutto del suo quanto può ma questa cosa accadrà se noi saremo perseveranti nei tempi divini.

"..Oh! se tutti potessero vedere la dolce sorpresa, il prodigio inaudito, l’Ente Supremo racchiuso nel breve giro dell’atto umano, resterebbero talmente stupiti, che tutto il prodigio dell’universo sarebbe un bel nulla a paragone di questo...." Gesù

Quando si leggono questi cose qualche brivido viene. Operare nella dv significa racchiudere l'Ente Supremo nei nostri stessi atti, operare da Dio si dice altrove. E quindi? Un ripasso delle differenze tra chi opera nella dv o senza di essa - non contro di essa perchè non è neanche calcolato. Contro di essa vuol dire chi pecca formalmente, qua stiamo nel mondo dei buoni, che stanno al di qua dei 10 comandamenti. Differenze?

"..Perciò c’è gran differenza tra chi opera nella mia Volontà e chi opera senza di Essa. La prima è sorgente la cui fonte si può vantare perché mai finisce la sua acqua e può dare acqua a chi vuole senza mai seccare; la seconda è fonte che non sorge e si secca. La prima è terra feconda ed i suoi prati sono sempre fioriti; la seconda è terra sterile che produce appena qualche pianta selvatica. La prima ha il Sole a sua disposizione, il quale le fa bere i suoi larghi sorsi di luce, di dolcezza, di santità, di pazienza invitta, di eroismo, di sacrifici; la seconda ha la notte che le dà i sorsi per mantenere le sue passioni, per debilitarlo e fargli perdere la vista del Cielo...." Gesù

Si diventa una sorgente che non secca. Per capire questa cosa bisogna viverla che significa avere dentro di sè quella sorgente, la sete è il bisogno primordiale, la vita viene da Dio non dalle creature. Una spia di questa cosa qua è quanto è ancora rilevante l'opinione delle creature e il giudizio di esse. Quanto una persona che ti - fa qualsiasi cosa o non ti riconosce qualcosa ecc... - quanto questa cosa ti fa male? Se ti fa male tanto vuol dire che la sorgente d'acqua dentro di te non c'è, vuol dire che la tua vita (intesa come gioia, felicità interiore ecc...) dipende da quello che ti fanno gli altri. Terra feconda o terra sterile. Ricordiamo l'immagine della vigna del profeta Isaia, Dio ha piantato una vigna ma la vigna produce uva selvatica che è immangiabile, fa schifo e non ci fai nulla. Ricordiamo la parabola del seminatore, l'immagine di tutte le virtù cristiane (prati fioriti) e nell'altro ci stanno solo apparenze e caricature. Non c'è virtù autentica o solida.

"..La prima ha il Sole a sua disposizione, il quale le fa bere i suoi larghi sorsi di luce, di dolcezza, di santità, di pazienza invitta, di eroismo, di sacrifici; la seconda ha la notte che le dà i sorsi per mantenere le sue passioni, per debilitarlo e fargli perdere la vista del Cielo...." Gesù

Il Sole è Gesù, chi ci dà Luce? fortezza? Pazienza invitta, sacrifici ecc...? Gli eroismi sono cose viste da fuori da ma da parte della persona interessata di eroi ce ne stanno due: Gesù e Maria. Non si può paragonare gli eroismi loro con i nostri. Possiamo fare qualche botta da santi ma sono schiocchezze in confronto a quello che hanno fatto loro due.

"..la seconda ha la notte che le dà i sorsi per mantenere le sue passioni, per debilitarlo e fargli perdere la vista del Cielo..." Gesù

La persona che campa di volontà umana sta prigioniera delle proprie passioni: invidia (per esempio), ti piglia un pensiero e ti manda per storto la giornata, l'accidia, le persone sono tristi con questo difetto, invidiano la grazia altrui e non parliamo poi delle lussurie o di chi sta sempre pensare ai soldi, come farli, e si sta sempre angosciato che ne ho pochi, ecc.. Non parliamo poi dei superbi o dei golosi. Ecco le passioni che sono debitanti e che fanno perdere di vista il Cielo. La differenza tra l'uno e l'altra è abbastanza. Gesù ha evidenziato come si entra nella dv e quale è la grande differenza tra chi vive in questo mondo e chi sta fuori da questo orizzonte tutto divino.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPE

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