giovedì 16 maggio 2019

E' infelice solo chi non ama

Gesù parla a Luisa delle pene sofferte per Lui e le spiega che la più grande e divina è la pena della privazione di Lui. Grandezza degli effetti prodotti dall'offerta a Gesù delle pene patite per Lui e importanza della Croce. Non è il patire che rende infelice la creatura, ma la mancanza di amore. La fusione nella Divina Volontà fa di noi dei piccoli soli che splendono nel Sole divino che è Gesù. Libro di cielo, Volume 12, 2-18 Aprile 1917, 12 Aprile 2019

2 Aprile 1917 Le pene della privazione di Gesù sono pene divine

Splendida lezione di Gesù (per entrambi i capitoli)sul valore ed importanza delle pene da noi ben vissute e offerte, le pene se sofferte in un certo modo possono essere mezzo di felicità

Figlia mia, stringiti al mio cuore e prendi vita, ma sappi però, che pena più soddisfacente, più gradita, più potente, che più mi pareggia e può farmi fronte, è la pena della mia privazione, perché è pena divina. Tu devi sapere che le anime sono tanto congiunte con Me, da formare tanti anelli concatenati insieme nella mia Umanità e, come vanno perdute, rompono questi anelli ed Io ne sento il dolore come se si distaccasse un membro dall’altro. Ora, chi mi può congiungere questi anelli, rinsaldarli in modo da far scomparire la rottura e farli entrare di nuovo in Me per dar loro vita? La pena della mia privazione, perché è divina. La mia pena per la perdita delle anime è divina; la pena dell’anima che non vede, non sente Me, è divina; e siccome sono pene tutte e due divine, possono baciarsi insieme, congiungersi, farsi fronte ed aver tal potere da prendere le anime svincolate e congiungerle nella mia Umanità. Figlia mia, ti costa assai la mia privazione? E se ti costa, non considerare inutile una pena di tanto costo. Come Io te ne faccio dono, non la tenere per te, ma falla volare in mezzo ai combattenti, strappa le anime dai proiettili della guerra e rinchiudile in Me e come rinsaldamento e suggello metti la tua pena; poi fa’ girare la tua pena per tutto il mondo, per farle pescare anime e ricondurle tutte in Me e, come sentirai le pene delle mie privazioni, così andrai mettendo il suggello di ricongiunzione.” Gesù

Una cosa frequentissima negli scritti / le pene della privazione di Gesù è un discorso che può essere pienamente compreso e vissuto da chi ha avuto grazie straordinarie ma anche noi possiamo farlo nostro. Per molti la pena della privazione di Gesù è l'aridità e non il fervore nella preghiera. Questi stati possono essere causati da colpa della persona (Gesù si ritrae da te a misura di quanto pecchi o da un'attaccamento a qualche cosa)/ questo è un possibile campo d'indagine; non sempre è facile capire cosa succede, se non troviamo colpa allora dobbiamo pensare che è Gesù che ci mette in questa situazione. La dinamica della penitenza e riparazione che va sempre compreso nel settore della Giustizia Divina; un'anima che vive lontano da Gesù dice a quest'ultimo che non gliene frega nulla; quindi Gesù priva della sua presenza l'anima del giusto e quindi la sofferenza del giusto crea un richiamo al peccatore. Il tasso di sofferenza aumenta in maniera esponenziale mano a mano che la nostra unione con Gesù aumenta. Uno dei motivi per cui Gesù non si faceva vedere da Luisa era perchè le chiedeva anche riparazione divina. Le tribolazioni che accompagnano le esperienze straordinarie sono grandi, non chiediamo volutamente cose straordinarie; basta vivere bene la vita ordinaria. La cosa fondamentale è l'offerta delle nostre pene. Un'anima matura nella fede e nella santità offre immediatamante a Gesù questo dolore nella certezza che la sua pena troverà fruttificazione in un'altra anima.

12 Aprile 1917 Non è il patire che rende infelice la creatura, essa diventa infelice quando manca qualche cosa al suo amore per Dio

Figlia diletta mia, diletta figlia mia, riposati in Me, anzi non tenere le tue pene con te, mandale sulla mia croce, affinché facciano corteggio alle mie pene e mi sollevino e le mie pene corteggino le tue e ti sostengano, brucino dello stesso fuoco e si consumino insieme; Io guarderò le tue pene come mie, darò loro gli stessi effetti, lo stesso valore ed esse faranno gli stessi uffici che feci Io sulla croce presso il Padre e presso le anime, anzi, vieni tu stessa sulla croce. Come saremo felici stando insieme, anche patendo! Perché non è il patire che rende infelice la creatura, anzi il patire la rende vittoriosa, gloriosa, ricca, bella, ma essa è resa infelice quando manca qualche cosa al suo amore. Tu, unita con Me sulla croce, sarai appagata in tutto nell’amore, le tue pene saranno amore, la tua vita sarà amore, tutta amore e perciò sarai felice!” Gesù

Gesù parla delle sofferenze in generale, discorso più fruibile da tutti perchè è universale e non di pene molto specifiche. Saremo felici stando insieme a Gesù anche patendo / quanto ci credo? l'ho vissuto? Gesù annuncia una verità che non è il patire che non rende infelice la creatura - moltissimi non condividirebbero quest'affermazione. Spesso la gente è infelice quando gli manca qualcosa

"..Perché non è il patire che rende infelice la creatura, anzi il patire la rende vittoriosa, gloriosa, ricca, bella, ma essa è resa infelice quando manca qualche cosa al suo amore. Tu, unita con Me sulla croce, sarai appagata in tutto nell’amore, le tue pene saranno amore, la tua vita sarà amore, tutta amore e perciò sarai felice!” Gesù

La Madonna ha chiesto a Medjugorje digiuno a pane e acqua; il problema è la mancanza di amore. Gesù si è fatto scannare e poi mettere in croce per nostro amore. Il problema è solo l'amore. Se io amo il Signore e ho illuminato il discorso di Gesù dove chiede il rinnegamento di sè stesso e quindi quando mi arriverà una croce sarò felice di abbracciare la croce. Da sola la croce è invisa alla nostra natura perchè provoca dolore. Il segreto della felicità è amare il Signore, perchè se ami Gesù nulla sarà senza senso.

18 Aprile 1917 Il riversarsi nella Divina Volontà e fondersi in Gesù forma benefica rugiada su tutte le creature

Gesù “Figlia mia, come ti riversi nella mia Volontà e ti fondi in Me, così in te si forma un sole; come vai pensando, amando, riparando, ecc., si formano i raggi e la mia Volontà come fondo, diventa corona di questi raggi e si forma il sole, il quale, innalzandosi in aria, si scioglie in rugiada benefica su tutte le creature, sicché, quante più volte ti fondi in Me, tanti soli di più vai formando. Oh! com’è bello vedere questi soli, che innalzandosi, innalzandosi, restano circonfusi nel mio stesso Sole e fanno scendere rugiada benefica su tutti. Quante grazie non ricevono le creature? Io ne son tanto preso, che come loro si fondono, Io faccio scendere su di loro rugiada abbondante di tutte le specie di grazie, in modo che loro possono formare soli più grandi, per poter versare più abbondantemente, su tutti, la benefica rugiada.” E come io mi fondevo, così sentivo sul mio capo piovere luce, amore, grazie.

Fondersi e riversarsi nella DV (atti attuali); Gesù torna sull'importanza di questo atto di fusione. Gli atti interiori non producono un riverbero immediato sul modo sensibile, non avvertiamo nulla ma a livello soprannaturale il valore delle nostre azioni acquistano valore. Se tu facessi una cosa riferito al demonio accadrebbe lo stesso col demonio. Le operazioni della nostra vita interiore non hanno immediatamante riverbero sulla nostra vita sensibile; ma facciamo esperienze indirette. I piccoli soli sono le piccole anime che vivono nella DV. Ad ogni fusione una nuova pioggia di grazie benefiche su tutti. I nostri atti, fusi con quelli di Gesù, si ripercuotono su tutti. L'importanza di questo atto va anche su tutti nonostante ce ne sfugga a livello sensibile la forza santificante e bellezza.

QUA IL LINK ALLA CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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