Gesù le parla del valore della perseveranza e di come essa sia sviluppo della vita divina in noi e sigillo della vita eterna. Le parla dell'importanza del dominio di sé, del fatto che il primo regno a cui aspirare e da ottenere sia il regno su se stessi e il dominio perfetto delle proprie passioni. Le spiega da cosa si vede se una persona abbia o meno raggiunto il dominio delle proprie passioni. Libro di Cielo volume 6, capitoli 100-102, 11-20 Aprile 1905, 3 Ottobre 2018
11 Aprile 1905
Come la perseveranza è suggello della vita eterna e sviluppo della vita divina.
"..perché la perseveranza è suggello della vita eterna.." Gesù
Il Tema della perseveranza ricorre spesso negli scritti di Luisa, la perseveranza (nel Concilio di Trento), nel decreto della Giustificazione (contro gli errori di Lutero) nessuno può raggiungere il Paradiso senza la perseveranza e che la perseveranza finale è un dono da invocare ogni giorno dal Signore e che nessuno può essere sicuro di averlo. La perseveranza è virtù da chiedere e da
coltivare -> fa parte della virtù della fortezza. Questa virtù permette di progredire nella vita spirituale e di vincere l'usura del tempo. Siamo perseveranti nelle opere di misericordia corporali? La vita divina in noi e la DV si sviluppa continuando a compiere atti di virtù in continuazione, più esercito con perseveranza più mi addentro in questa vita. Nella vita interiore bisogna mantenere la posizione ed andare avanti (confrontandosi con un sacerdote). Mantenere le posizioni in ogni caso (parlarne con il sacerdote). Soltanto chi persevera raggiunge l'eterna salvezza.
16 Aprile 1905
Il patire è regnare.
20 Aprile 1905
L’umanità in questi tempi si trova come un osso fuori del suo posto. Come conoscere se si ha il dominio sulle passioni.
(Assieme i due capitoli) "..sicché per giustizia, come le creature mi danno morte continua, così permetterò che si diano morte tra loro,.." “Figlia mia, le creature mi lacerano le carni, calpestano il mio sangue continuamente ed Io permetterò che le loro carni siano lacerate ed il loro sangue disperso..." Gesù.
E' la volontà dell'uomo che mette l'uomo in un mare di guai. Un lasciar correre da parte di Dio, lascia che le scelte negative contro di Lui producano le conseguenze, la Volontà di Dio è amore e salvezza nei nostri confronti ma ci lascia sempre liberi. Quando succedono i guai bisogna riconoscere che il male del mondo sono figlie dei nostri e dei miei peccati; quando riconosco questo posso implorare la Sana Dottrina della Misericordia chiedendo aiuto al Signore. Gesù soffre a causa della sua estromissione dal mondo.
“Figlia mia, il mondo mi mette questo chiodo fin nel mio cuore e mi dà una morte continua, sicché per giustizia, come le creature mi danno morte continua, così permetterò che si diano morte tra loro, uccidendosi come tanti cani.” Gesù.
Gesù da due insegnamenti: il dominio delle passioni. Noi abbiamo un regno e dobbiamo acquistarlo: il Regno eterno, il regno del Fiat Supremo..e come si acquista? con il dominio delle sue passioni. Nella prima fase noi dobbiamo combattere (nel battesimo noi siamo Sacerdoti, Re e Profeti.. noi siamo Re di noi stessi). Qual'è l'aiuto che il Signore ci dona? E' la croce; solo con la pazienza si mette a posto noi stessi. Comefaccio (io) a conoscere se ho dominato le mie passioni?
"..Figlia mia, l’anima può conoscere se ha dominato le sue passioni se, toccata da tentazioni o da persone, non ne fa alcun conto..." Gesù
Come si reagisce di fronte alle tentazioni o alle sollecitazioni. Le passioni sorgono senza il nostro consenso e senza affliggerci o combattiamo (distrarti e pensare ad altro) o trovare rimedio per calmare gli ardenti spiriti. IL punto è non infastidirsi o non affliggersi perchè in questo caso vuol dire 1) ho paura di cadere e non ho quindi un sovrano disprezzo e 2) ho un pò di superbia perchè non vorrei avere questa tentazione. Come reagiamo? rimaniamo in pace quando ci mortificano o si apre il vulcano? Le nostre virtù devono essere provate, e le occasioni sono situazioni in cui la DV permette di vedere se abbiamo ancora da lavorare o meno.
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