domenica 16 settembre 2018

Il castello interiore - terza puntata

SECONDE MANSIONI ,in un sol capitolo Capitolo unico

Per giungere alle ultime mansioni occorre perseveranza. – Guerra accanita da parte del demonio, e quanto convenga non sbagliare strada fin dal principio. – Mezzo che le fu molto utile.

La fede in noi è così debole che crediamo più facilmente a quanto ci cade sotto gli occhi, che non alle verità che essa ci insegna. E così la miseria di chi insegue queste cose sensibili, non è che troppo evidente: danno causato da quei rettili velenosi con i quali siamo in contatto

Le sarà invece (all'anima ndr)assai utile trattare con coloro che si occupano di tali cose, avvicinandosi non solo a quelli che si trovano nelle sue medesime mansioni, ma anche a coloro che vedrà molto innanzi. Questo le potrà molto giovare, essendo possibile che, trattando con loro, finisca con introdursi nelle loro stesse mansioni. Per non intraprendere la fabbrica di questo grande e prezioso edificio in maniera troppo volgare, colui che comincia non deve neppur pensare alle consolazioni, perché se inizia il lavoro sulla sabbia, esso finirà col cadere, ed egli non potrà sottrarsi ai disgusti e alle tentazioni.

Non è in queste mansioni che la manna viene dal cielo, ma più innanzi, là dove l’anima ha tutto quello che vuole, perché non vuole se non quello che Iddio vuole. Che pretese le nostre! Ci dibattiamo ancora fra mille inciampi e imperfezioni,con virtù novelline, ancora incapaci di muoversi perché nate da poco – e piaccia a Dio che siano almeno nate! – eppure osiamo lamentarci delle aridità e voler dolcezze nell’orazione!

L’unica brama di chi vuol darsi all’orazione – non dimenticatelo mai, perché è importantissimo – dev’essere di fare di tutto per risolversi e meglio disporsi a conformare la sua volontà a quella di Dio. In questo, come appresso dirò, sta la più grande perfezione che si possa bramare. Vi ho già detto in principio – ed è parola di Dio che chi ama il pericolo in esso perisce, e che la porta del castello è l’orazione.

Ora, pretendere di entrare nel cielo senza prima entrare in noi stessi per meglio conoscerci e considerare la nostra miseria, per vedere il molto che dobbiamo a Dio e il bisogno che abbiamo della sua misericordia, è una vera follia.

Il Signore dice: Nessuno va al Padre se non per me. (Non so se dica proprio così; a me pare di sì). E ancora: Chi vede me, vede il Padre mio. Ora, se noi non lo guardiamo mai,né mai consideriamo quello che gli dobbiamo, né la morte che ha subito per noi, non so come possiamo conoscerlo e servirlo. E senza queste opere di suo servizio, che valore avrà la nostra fede? E che valore avranno le nostre opere separate che siano dai meriti inestimabili di Gesù Cristo nostro Bene?

Continua..

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