In occasione della natività della Madonna, Gesù racconta quanto soffrirono e come soffrirono Gesù e Maria quando Gesù dovette partire per fare i 40 giorni di penitenza nel deserto. Furono dolori acutissimi ma non disgiunti da felicità e pace imperturbabile, come sempre accade quando si soffre nella Divina Volontà. Gesù spiega anche il perché di questo suo estremo gesto ascetico. Libro di Cielo, Volume 22, 8 Settembre 1927, Giovedì 8 Settembre 2022
8 Settembre 1927
Tutta la Creazione è fissata in Dio ed è relatrice dell’Ente Supremo. Dolore sofferto in modo divino in Gesù ed in Maria. Significato dei quaranta giorni nel deserto.
"..Dopo di ciò stavo seguendo il Santo Volere nell’atto in cui il mio dolce Gesù si separò dalla Sovrana Regina per andare nel deserto e mentre compativo l’uno e l’altro, pensavo tra me: “Come potette separarsi la mia Sovrana Regina per ben quaranta giorni dal suo caro Figlio? Lei che lo amava tanto, come fece a stare senza di Lui? Io che non ho il suo amore, soffro tanto se per alcuni giorni mi priva di Lui, quanto poté soffrire la Mamma mia?”..." Luisa (la meditazione inizia da qua)........................."...Essa fece da vera Mamma alla mia Divina Volontà, facendo insieme da vera Madre alle creature, impetrando per tutti la vita, la felicità, la gioia di possedere il regno dell’Eterno Fiat.." finisce qua (parla Gesù)
Il 27 è la festa della Medaglia miracolosa ed è anche la festa del primo grande innamorato di Maria, san Giovanni Evangelista (il 27 dicembre)...la meditazione è stata fatta il 27.
C'è stato un giorno in cui il pianeta Terra conobbe un giorno di felicità, il giorno in cui nacque la Madonna fu un giorno immenso. Negli scritti della Valtorta si dice che si è scatenato il finimondo alla nascita della Madonna, c'è stato un nubifragio al momento della sua nascita. Non c'è lingua umana che possa cantare o narrare la nascita della Madonna.
Gesù ci vuole far meditare, sulle base delle considerazioni di Luisa su alcune cose. Gesù e Maria hanno operato assieme. Luisa smaniava quando stava senza Gesù e si chiedeva come facesse la Madonna a stare senza Gesù (tipo i 40 giorni nel deserto). E Gesù risponde dicendo una cosa che vale anche i nostri piccoli dolori rispetto a quello che hanno patito Loro due. Immaginarsi cosa significhi rimanere privi di Gesù o di Maria - per chi li ha conosciuto - il don non sa se dire: beato chi non se lo può immaginere perchè non sa cosa si perde o beato chi se lo può immaginare - perchè soffre ma ha avuto il diletto di vederli.
"..Io partii felice al deserto, felice restò l’altezza della mia Mamma Celeste, perché il dolore sofferto nel modo divino, non ha virtù di adombrare menomamente la divina felicità, che contiene mari di gioie e di pace interminabili, i dolori sofferti nel modo divino sono come le goccioline di acqua nell’immenso mare, che la forza delle onde ha virtù di cambiare in felicità. Il dolore sofferto in modo umano ha virtù di spezzare la vera felicità e di turbare la pace, il divino mai. Molto più che la mia Mamma Regina possedeva il Sole della mia Volontà per grazia ed Io lo possedevo per natura..." Gesù
Tutti i maestri di spirito dicono che si soffre di più quando ci appaiono Gesù e Maria e poi ne rimaniamo privi piuttosto che gli altri dolori umani messi assieme. Chi ha avuto un'esperienza vera di Cielo sa di cosa si parla, e questo fatto è stato conosciuto nella Storia della Chiesa da Santi che hanno vissuto per anni solo con l'Eucarestia in mezzo a dolori atroci intervellati ad esperienze della Passione, per esempio la Beata Alexandrina da Costa e Teresa Neumann. La Madonna ha chiesto a Kibeho di recitare - a chi la ama - di recitare la Corona dell'Addolorata il martedì e il venerdì, di trovare il tempo di recitarla per la conversione dei peccatori. Nella corona dell'Addolorata si contemplano i dolori della Madonna. Ma il dolore di questi 40 giorni non ci sono. Attraverso la scelta di questi 7 dolori sono inclusi tutti i dolori che ha vissuto. Questo dolore per entrambi fu un dolore immenso, che più grande non se ne potrebbe concepire...ma cosa dice Gesù?
“Figlia mia, ambedue soffrimmo nel separarci, ma il nostro dolore fu sofferto in modo divino, non umano e perciò non si disgiunse né dalla felicità, né dalla pace imperturbabile....." Gesù
Se si vive nella divina volontà, può accadere qualsiasi cosa anche cose orribili, che danno dolori profondissimi (e questo bisogna viverlo). Le persone comuni non ci arrivano a capirlo. Uno pensa o si soffre o si sta nella gioia, ma è sia l'uno che l'altro. Tutti i dolori sofferti nella Divina Volontà e per la divina volontà, in conseguenza del fatto che si sta facendo la volontà divina, sono dolori santificabili, se offerti e fatti con generosità non ti toccano la condizione di uomo o donna felice e contenente mari di gioia. Gesù doveva andare nel deserto per farsi 40 giorni per riparare 40 secoli...
("....Figlia mia, il numero di quaranta giorni nella mia vita quaggiù è simbolico e significativo. Nel nascere volli stare quaranta giorni nella grotta di Betlem, simbolo della mia Volontà Divina che mentre stava in mezzo alle creature, era come nascosta e fuori della città delle loro anime ed Io per riparare i quaranta secoli di volontà umana, volli stare per quaranta giorni fuori della città in una vile capanna a piangere, gemere e pregare, per richiamare la mia Volontà Divina nella città delle anime, per darle il suo dominio, dopo quaranta giorni uscii per presentarmi al tempio e rivelarmi al santo vecchio Simeone; era la prima città che chiamavo alla conoscenza del regno mio e fu tanta la sua gioia che chiuse gli occhi alla terra per aprirli all’eternità. Quaranta giorni stetti nel deserto e poi subito feci la mia vita pubblica per offrire i rimedi e i mezzi per giungere al regno del mio Volere. Quaranta giorni volli stare sulla terra dopo la mia Risurrezione per confermare il regno del Fiat Divino ed i suoi quaranta secoli di regno che doveva possedere. Sicché il primo atto di tutto ciò che Io feci quaggiù, fu il ripristino di Esso; tutte le altre cose entravano nell’ordine secondario, ma il primo anello di congiunzione tra Me e le creature era il regno della mia Volontà....")
L'arco della storia umana che si snoda (secondo la Bibbia), 4000 anni prima di Cristo si colloca la creazione dell'Uomo, 2000 anni AC c'è stato il diluvio, all'anno 0 è nato Cristo, il primo combattimento escatologico avverrà circa negli anni 2000 e poi la fine (forse) ci sarà nel 4000 DC. Ma è una teoria.
"..E poi Io andai nel deserto per richiamare quella mia stessa Volontà Divina che per quaranta secoli le creature avevano disertato da loro ed Io per quaranta giorni volli starmene solo, per riparare i quaranta secoli di volontà umana in cui la mia non aveva posseduto il suo regno in mezzo alla umana famiglia e con la mia stessa Volontà Divina la volli richiamare di nuovo in mezzo a loro per fare che regnasse...." Gesù
Gesù parla con un linguaggio militare. Le gente milita sotto altre bandiere e non sotto quella di Cristo. Quanta gente nel mondo si sente negativamente sola, ma quando una persona è piena di Dio non si sente mai sola, il trovarsi materialmente da soli senza compagnia sensibile....questa è una cosa cercata dagli amici di Dio. Solo la solitudine dalle creature ci permette di entrare in contatto con il Creatore. O stiamo con le creature o con il Creatore. Certo che c'è chi è in un contesto sociale particolare...si capisca il senso e non si disperi chi è sposato o lavora con altri. Il peccatore, chi si stacca da Dio vive quella solitudine orribile, si sente solo. E come si riparano i peccati? Gesù è andato nel deserto per riparare la solitudine umana. Gesù riparando, richiama. Da un punto di vista oggettivo, la volontà umana respinta dall'uomo per 40 secoli è pronta a tornare. E in chi la depositiamo in attesa che arrivi il Regno della Divina Volontà?
"..Nel ritornare dal deserto la depositai nella Mamma mia, con tutti quegli atti di Volontà Divina che le creature avevano respinto e tenuto come in deserto, affinché fosse Lei la fedele depositaria, la riparatrice e la impetratrice del regno della mia Volontà..." Gesù
Ci sono tante croci, involontarie e volontarie. Gesù chiede il discorso:
"..Come potevamo occuparci del nostro dolore di separarci per quaranta giorni, quando si trattava di reintegrare, di richiamare la nostra Divina Volontà a regnare in mezzo alle creature?.." Gesù
Non dobbiamo avere paura di soffrire un pò, le sofferenze offerte hanno un valore immenso (se fatte nel dv?) anche se noi non lo possiamo conoscere nè subito nè perfettamente. Ma siamo certissimi che uniti ai dolori di Gesù producono un grandissimo bene. Noi non consideriamo come male assoluto ogni forma di dolore come i mondani facendo lo slalom nelle forme di sofferenze che arrivano.
Diamo la nostra disponibilità, diamo i nostri sì a Dio per riparare i no dei nostri progenitori. Noi non siamo come la Madonna. Fermo restando le distanze incomparabili che dobbiamo mantenere. Noi abbiamo un'abisso di miserie di fronte ad un'abisso di grazia della Madonna. Fermo restando tutto questo impariamo da Lei impariamo a soffrire qualsiasi dolore, sapendo che se sarà un dolore divino ci lascerà nella pace. La cosa importante è se la cosa che sto vivendo sia voluta da Dio o no. Poi se dolorosa o brutta fa niente.
20 Maggio 1905
Modo di soffrire. (sesto volume)
Questa mattina stavo pensando a quando il benedetto Gesù restò tutto slogato sulla croce e dicevo tra me: “Ah! Signore, quanto potesti restare compenetrato da queste sì atroci sofferenze e come la tua anima potette restare afflitta.” In questo mentre, quasi ad ombra, è venuto e mi ha detto:
“Figlia mia, Io non mi occupavo delle mie sofferenze, ma mi occupavo dello scopo delle mie pene e siccome nelle mie pene vedevo compita la Volontà del Padre, soffrivo e nel mio stesso soffrire trovavo il più dolce riposo, perché il fare la Volontà Divina contiene questo bene che, mentre si soffre, si trova il più bel riposo; e se si gode e questo godere non è voluto da Dio, nello stesso godere si trova il più atroce tormento. Anzi, quanto più mi avvicinavo al termine delle pene, agognando di compiere in tutto la Volontà del Padre, così mi sentivo più alleggerito ed il mio riposo si faceva più bello. Oh! quanto è diverso il modo che tengono le anime, se soffrono o operano non hanno né la mira al frutto che possono ricavare, né all’adempimento della Volontà Divina, si concentrano tutte nella cosa che fanno e, non vedendo i beni che possono guadagnare, né il dolce riposo a cui porta la Volontà di Dio, vivono infastidite e tormentate e fuggono quanto più possono il patire e l’operare, credendo di trovare riposo, invece restano più tormentate di prima.
CATECHESI DI DON LEONARDO MARIA POMPEI