venerdì 28 maggio 2021

La forza unica della Divina Volontà

Gesù spiega a Luisa quanto sia importante stare sempre immedesimati con Gesù, perché la forza unica della Divina Volontà unifichi e trasformi in divini tutti gli atti umani. Esempi di difetti e vizi degli atti compiuti al di fuori di tale dominio. Le immagini del mare e del fiumicello e del grande proprietario terreno. Il primo a perdere tale forza unica fu Adamo col peccato originale. Libro di cielo volume 19, 8 Agosto 1926, 8 Ottobre 2020

8 Agosto 1926 Quanto più l’anima sta immedesimata in Dio, tanto più Dio può darle e lei può prendere. Esempio del mare e del fiumicello

La forza unica della divina volontà

"...Ora, quando l’anima non si fa dominare dalla mia Volontà, perde la forza unica in tutte le sue azioni,.. col sottrarsi alla Volontà Suprema perdette la forza unica del suo Creatore..." Gesù

Contempliamo questa cosa, la forza sola, Gesù la chiama in tanti modi. Gettiamo uno sguardo contemplativo e pensiamo attentamente per quanto possiamo e ruminiamo la forza unica della dv; quella forza che se è viva e d operante in noi inevitabilmente si fa sentire, la nostra atavica e connaturale debolezza scompare. Ci si sente forti, capaci di qualunque cosa per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime, pronte ad abbracciare qualsiasi croce e tribolazione e non solo a sopportarle. E' unica anche perchè è unificante al suo interno tutti gli atti della creatura e li trasforma in divini. Quando iniziamo ad entrare nella dv che è chiaramente non riconosciuta da noi (cioè non è farina del nostro sacco) ma si inizia a percepire, se non altro nella misura con la quale ci siamo abbandonati alla dv.

"..E così succede per chi non è del tutto abbandonato in braccio alla mia Volontà, perché con Essa la forza del bene si converte in natura e la povertà non esiste.” Gesù

San Paolo dice (Romani 8) che fa il male che non vuole e non riesce a fare il bene che vuole, noi siamo inclini al male, sentiamo come connaturale il male e non il bene. La concupiscenza. Se arriva la dv c'è un rovesciamento, non diventa più naturale fare il male ma il contrario. Questo non possiamo farlo con le nostre forze, non possiamo convertire il bene in natura. Possiamo fare qualcosa di buono, ma se non è fatto nell'atto unico, sono atti isolati - immaginiamo una persona figlia di Adamo che tra peccati ed imperfezioni ogni tanto compie un'atto di virtù. Sono fulmini a ciel sereno, ma entità isolate tra loro e non solo rimangono viziate dalla volontà umana - intuizione del Montfort che con il Totus Tuus, almeno la Madonna cancella davanti a Dio quelle innuerevoli imperfezioni inevitabili con le quali compiamo gli atti virtuosi fino a quando non entriamo nel regno della divina volontà. Esempio: magari faccio un'atto di umiltà magari però con la segreta speranza che una persona noti la mia umiltà.

"..Ora, quando l’anima non si fa dominare dalla mia Volontà, perde la forza unica in tutte le sue azioni, quindi tutti i suoi atti, non uscendo da una forza sola, restano divisi tra loro, diviso l’amore, separata l’azione, disgiunta la preghiera, sicché tutti gli atti della creatura, essendo divisi, sono poveri, meschini, senza luce; sicché la pazienza è povera, la carità è debole, l’ubbidienza è zoppa, l’umiltà è cieca, la preghiera è muta, il sacrificio è senza vita, senza vigore, perché mancando la mia Volontà manca la forza unica, che unendo tutto dà la stessa forza a ciascun atto della creatura e perciò non solo restano divisi tra loro, ma restano viziati dalla volontà umana e perciò ogni atto resta col suo difetto..." Gesù

L'atto ci sta ma è viziato, ho fatto quell'elemosina sperando di ricevere una gratitudine da quello che ho beneficato o che qualcuno mi noti ecc... Gesù approfondisce. Dio vuole che questo atto di assoggettamento che possiamo fare, con un'atto di libera volontà ed autentico e deciso, se questo non accade, tutti gli atti di quella persona restano divisi tra di loro. Ogni azione fatta con amore per amore, l'amore che si slancia nelle braccia di Dio, e che ci slancia verso l'amore del prossimo...questo non c'è e gli atti sono meschini. La pazienza è povera cioè finisce subito, una persona povera non ha i mezzi di sussistenza e quindi sente l'indigenza. Quanti sono privi della santa pazienza? La carità è debole (viviamo in un contesto orizzontalizzato cioè solo con orizzonti umani) e oltre al non amore del prossimo non si sente proprio amore per Dio e conseguentemente l'amore per il prossimo è sterile. L'ubbidienza è zoppa, si ubbidisce un pò sì e un pò no. Umiltà cieca, che a volte si scambia (il don prova a decodificare il pensiero di Gesù) per umiltà ciò che umiltà non è. Per esempio la Madonna di fronte all'Annunciazione - la Madonan dice nel Magnificat che il Signore ha guardato all'umiltà della sua schiava (il verbo greco usato è quello) - dietro l'annuncio dell'Angelo, c'era l'attestazione indiretta: guarda che tu ricevi l'onore più grande in assoluto che si possa fare ad un'essere umano. A uno potrebbe venirgli il pensiero: ma Signore mi pare un pò troppo, sembrerebbe umiltà ma non lo è, perchè se Dio manifesta una volontà di questo genere - certo senza vantarsi e pavoneggiarsi ma annientandosi nel proprio nulla - bisogna dire: questo vuoi? Fiat (mi darà poi la Grazia il Signore). Ad avviso del don altre forme di umiltà sono quelle forme di umiltà ostentata e che attirano l'attenzione, il don le considera molto brutte e sospette perchè l'umiltà non si fa notare. L'umiltà non si può nascondere ma appare attraverso modalità non appariscenti, il don non crede (di per sè) che la Madonna nel suo modo di vestire, attirasse l'attenzione. Certamente era una famiglia modesta e semplice ma non troppo caricata perchè altrimenti non avrebbe attirato l'attenzione. Preghiera muta, quante volte capita che una persona si metta davanti a Dio e non sappia cosa dirgli o non prega. Sono tutti atteggiamenti ed effetti propri di una volontà abbandonata a sè stessa e non sottomessa a Dio. Il sacrifico senza vigore, non si fanno con amore e con gioia e si fanno (i pochi che facciamo) solo piccoli sacrifici - i piccoli sacrifici che il Signore ci chiede come li facciamo? Brontolando o con gioia ed amore? Offrire le sofferenze che il Signore ci manda è la prima e più alta forma di penitenza, la penitenza volontaria non è un discorso di qualche secolo o ordine religioso del medioevo..e io che gli offro al Signore e come glielo offro? Effetti brutti di una volontà umana priva della forza unica della dv che la domina in ogni azione.

Figlia mia, quanto più l’anima sta immedesimata in Me, tanto più Io posso darle e lei può prendere da Me. Succede come tra il mare ed il fiumicello diviso dal mare da una sola parete, tanto, che se si togliesse la parete, il mare ed il fiumicello diventerebbero un solo mare. Ora, se il mare straripa, il fiumicello, essendo vicino, riceve l’acqua del mare; se le onde fragorose s’innalzano, nell’abbassarsi scaricano nel fiumicello vicino; l’acqua del mare si riversa per mezzo delle fessure della parete, sicché il piccolo fiumicello riceve sempre dal mare e siccome esso è piccolo, si gonfia sempre e ridà al mare l’acqua ricevuta per riceverla di nuovo. Ma succede ciò perché il fiumicello sta vicino al mare, ma se stesse lontano, né il mare potrebbe dare né esso ricevere, la lontananza lo metterebbe in condizione di non conoscere neppure il mare.” Gesù

E quindi ripetere gli atti divini, quello che fa (la persona) è come se lo facesse Dio stesso. E' un mistero

"...Sicché l’anima che sta immedesimata in Me e si fa dominare dalla mia Volontà, è la ripetitrice degli atti divini; il suo amore, le sue adorazioni, le sue preci e tutto ciò che fa è lo sbocco di Dio che riceve, per poter ridire: “E’ il tuo amore che ti ama, le tue adorazioni che ti adorano, le tue preci che ti pregano, è la tua Volontà che investendomi, mi fa fare ciò che fai Tu, per ridartele come cose tue.” Gesù

Non dovremmo lascire che la dv ci lasci e la nostra umana volontà prenda il posto rifacendo lo stesso errore di Adamo.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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