Gesù spiega a Luisa il valore immenso delle privazioni di Lui, di come queste esperienze di dolore abbiano il potere di accrescere enormemente l'amore e il desiderio e disporre l'anima a sempre nuove grazie. Così avvenne anche agli apostoli con l'Ascensione. Gesù spiega quanto sia importante pensare a Lui, ricordandosi di tutti i Suoi dolori patiti per noi, di quanto ha detto e fatto per la nostra salvezza. I "santi ricordi" fanno crescere enormemente nell'amore e nella santità. Libro di cielo volume 16, 29 Maggio e 1 Giugno 1924, 29 Aprile 2020
29 Maggio 1924
Il dolore degli Apostoli nel vedere salire Gesù al Cielo. Il bene che partorì questo dolore. Lezione a Luisa sul dolore della privazione di Gesù
Stavo pensando a quando il mio dolce Gesù se ne andò al Cielo nella sua gloriosa Ascensione e quindi al dolore degli apostoli nel restare privi di un tanto bene;..." Luisa
Riflettiamo in modo soprannaturale sugli eventi dolorosi. Questo è un ricordo che Gesù rievoca (quanto sono importanti i nostri ricordi e a cosa noi pensiamo?). Immaginiamo il giorno dell'Ascensione cosa possono aver vissuto gli Apostoli e Maria. Non è la stessa cosa avere Gesù in carne ed ossa sulla Terra o con qualche manifestazione, come si sarà sentito san Giovanni Apostolo quando la Madonna è stata assunta in Cielo? In terra le grandi grazie hanno il rovescio della medaglia: sono a termine. C'è un bravissimo sacerdote in Parrocchia, (esempio) ma arriverà il giorno in cui quel sacerdote partirà e sarà una grande sofferenza; nella vita terrena purtroppo non si può fare a meno di questo. Ma Gesù spiega che i dolori santi, quindi il dolore della perdita (non a causa del peccato) di Gesù è un dolore enormemente santificante.
“Figlia mia, il più grande dolore di tutti gli apostoli in tutta la loro vita, fu il restare privi del loro Maestro; come mi vedevano salire al Cielo, il loro cuore si struggeva nel dolore della mia privazione e molto più fu acuto e penetrante questo dolore, perché non era un dolore umano, una cosa materiale che perdevano, ma un dolore divino, era un Dio che perdevano e sebbene Io avessi la mia Umanità, siccome risorse, era spiritualizzata e glorificata, quindi tutto il dolore fu nelle loro anime, perché penetrandoli tutti essi si sentivano struggere tutto nel dolore, da formare in loro il più straziante e doloroso martirio, ma tutto ciò era necessario per loro; si può dire che fino ad allora non erano altro che teneri bambini nelle virtù e nella conoscenza delle cose divine e della mia stessa persona; potrei dire che stavo in mezzo a loro e non mi conoscevano, né mi amavano davvero, ma quando mi videro salire al Cielo, il dolore di perdermi squarciò il velo e mi conobbero con tale certezza che Io ero il vero Figlio di Dio; il dolore intenso di non vedermi più in mezzo a loro, partorì la fermezza nel bene, la fortezza di soffrire tutto per amore di Colui che avevano perduto, partorì la luce della scienza divina, tolse loro le fasce dell’infanzia e li formò uomini impavidi, non più paurosi, ma coraggiosi. Il dolore li trasformò e formò il vero carattere di apostoli; ciò che non potettero ottenere con la mia presenza, l’ottennero col dolore della mia privazione...." Gesù
Non più persone impaurite come prima (chiusi nel cenacolo o anche prima) ma persone forti. "... ciò che non potettero ottenere con la mia presenza, l’ottennero col dolore della mia privazione.." Gesù / Chi ha vissuto il tempo della perdita dei sacramenti soffrendo tantissimo (tipo lockdown) Gesù sicuramente si rallegra (si capisce bene, Gesù non è contento di vedere la sofferenza, se dipendesse da Lui non esisterebbero le sofferenze) ma guardando i frutti che può produrre questa lontananza. Perchè se qualcuno soffre ed offre questa sofferenza santa (in obbedienza al governo e Chiesa)....il don si chiede: saranno in molti che soffrono in questo modo? Il don presume che sia lecito pensare che uno degli effetti per i quali è stata permesso il lockdown è che la privazione di Gesù possa produrre dei frutti di grande conversione e di salti nella fede. Anime non più traballanti nel bene, intomorite, paurose e piene di rispetto umano ma veramente doc. In gamba, formati e forgiati veri Discepoli di Gesù. Le lontananze hanno come scopo quello di accendere il nostro cuore, per un discepolo di Gesù stare con Lui è una gioia, pregare ed andare a Messa è una gioia. C'è chi si avvicina a Lui ed inizia a pensare: ma dovrò andare a messa tutti i giorni? Il don conosce persone che hanno una vita intensa lavorativa e che fanno veramente i salti mortali per andare a Messa ma non gli pesa perchè hanno un grande amore per Gesù.
1 Giugno 1924
Il gran bene che procura all’anima il ricordarsi di tutto ciò che Gesù fece, patì e disse nella sua Vita
Questa mattina mi sono trovata fuori di me stessa e ho visto il mio ultimo confessore defunto circondato da tante persone che stavano tutte attente e come rapite ad ascoltarlo e lui diceva e diceva e s’infiammava tanto che faceva infiammare gli altri. Io mi sono avvicinata per sentire ciò che diceva e, con mia sorpresa, ho sentito che stava dicendo tutto ciò che il mio benedetto Gesù mi aveva detto, le sue finezze d’amore, le tante condiscendenze di Gesù verso di me e quando parlava degli stratagemmi dell’amore di Gesù verso di me, da lui partiva luce, da restare trasfuso non solo lui in quella luce, ma anche quelli che lo ascoltavano. Io son rimasta meravigliata e ho detto tra me: “Il confessore non solo lo ha fatto in vita, cioè ha detto le cose dell’anima mia agli altri, ma anche dopo morto lo sta facendo nell’altra vita.” Luisa
Dov'è il tuo tesoro, là sarà il tuo cuore (cioè i tuoi pensieri, a che pensi? di che ti ricordi?), richiamiamo alla memoria le grazie ordinarie o anche grosse che Gesù ci ha fatto - Gesù questo lo vede - e non semplicemente richiamarle alle memoria ma anche per ringraziarlo, adorarlo e benedirlo. Secondo il don una preghiera del genera produce santità. Quanto ci ricordiamo di Gesù nella giornata, di fare gli atti, delel pene di Gesù... noi non l'abbiamo visto realmente ma abbiamo le ore della Passione, i Vangeli, ecc.. quello che a cui noi pensiamo è ciò che stimola i desideri ed aspirazioni e quindi è il motore della nostra vita interiore.
Una delle cose più brutte che si possano fare, è dimenticare le grazie dell'Altissimo. Ci sono dei salmi che sono una narrazione delle opere compiute dal Signore (ci fece uscire dall'Egitto, eterna è la sua Misericordia ecc...) e sono una memoria delle opere compiute da Dio nei confronti del suo popolo. Tu ed io saremmo capaci di scrivere un cantico al Signore dove dico ti celebro perchè nella mia vita mi hai fatto questa grazia....eterna è la Tua Misericordia, ....mi hai fatto quest'altra grazia, eterna è la Tua Misericordia....ecc... / Quante cose belle io/tu ho da ricordare nella mia preghiera personale? E avere di chie formare quell'umido divino dove vanno ad attecchire le virtù.
“Figlia mia, quanto gran bene procura all’anima il ricordarsi di Me e di tutto ciò che feci, patii e dissi nella mia Vita, lei, col compatirmi, facendo sue le mie intenzioni e ricordando ad una ad una le mie pene, le mie opere, le mie parole, le chiama in sé e le dispone in bell’ordine nell’anima sua, in modo che viene a prendere i frutti di ciò che Io feci, patii e dissi e questo produce nell’anima una specie di umido divino, dove il sole della mia grazia si diletta di sorgere e di formare, in virtù di quell’umido, la rugiada celeste e questa rugiada non solo abbellisce l’anima in modo meraviglioso, ma ha virtù di mitigare i raggi del sole cocente della divina giustizia, per cui quando trovando le anime bruciate dal fuoco della colpa sta per colpirle, per bruciarle e seccarle di più; questa rugiada divina, temperando i suoi raggi, forma la rugiada benefica per non far colpire le creature e si costituisce umido vitale per non farle seccare...." Gesù
Quello a cui noi pensiamo, attenzione i pensieri e desideri - per vivere nella dv - devono essere oggetto di attentissimo esame di coscienza. Il don sa bene nella sua esperienza che ordinariamente quasi nessuno fa caso a questi, ricordando che Gesù vede anche i minimi moti della nostra anima. Quasi nessun peccatore confessa di esserlo come tale, perchè un'avaro non si rende conto di esserlo e se qualcuno glielo fa notare ti risponderà che lui è parsimonioso, che i soldi sono un dono di Dio ecc... capisco se io sono avaro perchè (esempio) sempre a pensare ai soldi e uno lo sa dentro il cuore. Il lussurioso ha soltanto un chiodo fisso dentro al cervello, gli invidiosi - la bocca parla della pienezza del cuore - i discorsi brutti sgorgano da un cuore brutto, che hai dentro di te? Che stai sempre a pensare male?
".. quando il bene, le cose, si dimenticano, perdono per l’anima la virtù vitale, perdono la loro attrattiva, la gratitudine, la corrispondenza, la stima, l’amore, il valore..." Gesù
Basterebbe pensare a tutto quello che Gesù ha fatto per noi, non solo singolarmente, ma per tutti. Non lamentarci mai di qualunque cosa succede, come ascoltiamo nella Santa Messa (è cosa buona giusta rendere grazie sempre ed in ogni luogo...bisogna vedere però chi lo fa).
".. sicché quanto più l’anima ricorda ciò che a Me appartiene, le grazie, le lezioni che le ho dato, tanto più cresce in lei la fonte dei miei beni, che non potendo contenere in sé straripa a bene altrui.” Gesù
Per crescere tanto nella santità e/o nella vita nella dv occorre ricordare. Scrivi se dimentichi, chi vive le esperienze straordinarie scritte di Luisa (e di altri santi ndr) sono un patrimonio. Se tu non ti scrivi le grazie ordinarie, se non le scrivi la perdi...sarebbe bello 10 anni dopo ricordarsi di ciò che il Signore ci ha fatto. E' brutto quando qualcuno è innamorato di noi e noi ci siamo dimenticati di una cosa bella che ha fatto per noi e lui/lei se ne accorge. Le cose belle ci fanno piacere che siano ricordate. Come sarebbe la bella vita così, ma ahimè molti stanno a ricordarsi solo le croci. Possibile che ci siano sempre solo cose brutte nel prossimo? Possibile? Chi sta sempre a vomitare veleno sul prossimo a destra e manca ricorda il male oggettivo o presunto tale compiuto dal prossimo e si avvelena; è una scelta di vita. Le nostre scelte dove sono? Lasciamo che a spandere il male siano i diavoli e i loro seguaci.
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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