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venerdì 4 ottobre 2024

Le piccole vite degli atti nel Divin Volere non muoiono mai

Gesù spiega come i piccoli atti nella Divina Volontà fatti della creatura diventano piccole vite immortali. Essi portano l'impronta delle follie d'amore della singola creatura, a cui continuano ad appartenere. Libro di Cielo, Volume 35, 18 Dicembre 1937, 13 Dicembre 2023

18 Dicembre 1937

Tutto ciò che si fa nella Divina Volontà acquista la Vita Divina e queste Vite nuotano e galleggiano nei mari d’Amore del Volere Divino
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Anche oggi c'è un brano che è utile a farci comprendere quando dettaglio, siamo sempre nello stesso tema della meditazione precedente: gli atti fatti nella divina volontà. Questo brano parte da una domanda di Luisa?

(Luisa) "...Ond’io pensavo: “il piccolo amore della creatura, non scompare nel mare immenso dell’Amore Divino?”.."

I monofisiti, grossi eretici che dicevano un'eresia pericolosissima ma a prima impressione sembra convincente: Gesù si è fatto carne e quindi ha unito a sè una natura umana creata. Sì, vero, ma che tipo di relazione c'è tra la natura divina ed umana? Come si trovassimo di fronte un' Oceano e una goccia d'acqua, se le cose stanno così - ecco il veleno - di fatto la natura divina soverchiava quella umana. Questo è l'opposto dell'arianesimo.

Non scompare proprio niente. Nel concilio di Calcedonia (che bollò come eretici i monofisiti) disse di Cristo che sono due nature distinte ma non separate, unite ma non confuse. Appartengono ad un'unica persona (il Verbo di Dio) ma agiscono secondo la pienezza delle sue facoltà. Gesù ha mangiato veramente e non per scherzo, ha resuscitato Lazzaro attraverso la sua Potenza Divina. Dorme attraverso la sua natura umana e legge i cuori con la sua natura divina. C'è un'equilibrio perfettissimo. Quando facciamo un'atto nella dv diventa infinito, eterno ed immenso: qualcuno potrebbe dire che scompare la persona e rimane solo l'altto. Gesù qua oggi dice che si generano piccole vite ma belle. Non sono atti meramenti umani, un'atto meramente umano è qualcosa di contingente nel tempo e lì si pianta. Se il don fa un discorso, la persona è limitata e circoscritta, un discorso di una persona ha queste caratteristiche. Supponiamo che fossimo stati nel MedioEvo, chi sta ascoltando meditazioni non in diretta se lo sarebbe scordato di ascoltare, il don avrebbe fatto un discorso senza usare registratori, ecc... oggi abbiamo Internet, il don le cose che dice non se le ricorda dopo averle dette. Non potrebbe fare un commento uguale, farebbe una cosa del genere. E quell'atto rimarrebbe in quella zona del tempo. Oggi abbiamo internet e quindi questa cosa qua, - il don finisce di parlare - ma dopodichè questa cosa soppravvive (tipo quando ascoltiamo le cose in differita). Questo atto è stato in qualche modo perennizzato. Se internet rimanesse fino alla fine del mondo, un discorso del don (o di chiunque altro) rimarrebbe per i prossimi secoli.

Questo esempio fa capire a cosa succede ad un'atto nella divina volontà. La divina volontà fa diventare le cose eterne, ecco perchè Gesù può dire che parla ancora - non perchè ci stanno i Vangeli ecc.. - Lui fa riferimento alle parole che ha detto quando era sulla Terra. Quelle parole sono in atto perpetuo, escono dai confini dello spazio e del tempo, Dio non è circoscritto dai confini dello spazio e del tempo. Gesù faceva un discorso perchè la sua volontà umana - un'altra eresia diceva che la volontà umana non ci fosse in quanto eclissata da quella divina. Vivere nella dv non è l'annullamento dell'umana volontà - non pensiamo mai queste cose. Vero è però che operando nella dv esci dai limiti umani. Ecco perchè gli atti nella dv vanno dovunque. Dio vede il Ti Amo di Francesco, di Carla, Umberto, di ...., non diventa un'atto spersonalizzato, l'atto rimane come atto personale compiuto nella divina volontà.

"..Ora, in questo mentre, il mio caro Gesù mi ha fatto vedere i suoi mari interminabili, i quali investivano Cieli e terra ed il piccolo amore della creatura e tutti gli altri atti fatti nel suo Voler Divino, come tante vite, ma belle, nuotavano in questi mari; alcune rimanevano alla superficie per guardare fisso il loro Creatore, altre gli correvano in braccio; una lo abbracciava, un’altra lo baciava, un’altra si addentrava nel mare, insomma facevano mille vezzi e stratagemmi a Colui dal quale avevano ricevuto la Vita. L’Ente Supremo le guardava, ma con tale amore, che chiamava tutta la corte celeste a festeggiare insieme con Lui e diceva a tutti: “Guardatele come sono belle! Queste vite formate dagli atti della creatura, dalla mia Volontà, sono la mia gloria, il mio trionfo, il mio sorriso, l’eco del mio Amore, della nostra armonia, della nostra felicità..." Luisa

Dio, rimanendo ciò che era, è diventato ciò che non era (sul mistero dell'Incarnazione). Un'atto d'amore fatto nella divina volontà - Nostro Signore attende di esere stupito. Che sorprese abbiamo fatto a Nostro Signore? Non pensiamo che Lui stia impalato o insensibile ai nostri atti d'amore. Quante sorprese gli ha fatto la Madonna? In questo brano c'è proprio l'unione tra l'Umano e il Divino.

"..che pensa a tutto e sa fare tutto, crea tante Vite degli atti della creatura che vive in Essa, fa da supplitrice al nostro Amore e rende meno smaniose le nostre ansie d’amore ed i nostri eterni deliri, perché vogliamo essere amati...." Gesù

Siccome alla maggioranza delle persone non gliene può fregare nulla (di dare amore a Dio), ci pensa - attraverso questa vita trans-spaziale e temporale che supplisce. Io non posso che una persona ami Nostro Signore ma io posso mettere un Ti amo nel cuore di quella persona per supplire a ciò che quella persona non fa. E' vero che Gesù non ha bisogno di niente e di nessuno ecc... però una volta che tira fuori qualcosa si attende il ricambio. In senso stretto Gesù non ha bisogno di ricambio ma per quello che riguarda la gloria accidentale è un'altro discorso. Poi Gesù ha rifatto tutto e ciò non impedisce ad un'anima di andarsene all'inferno. Più atti facciamo più gioia diamo a Dio e procuriamo un sacco di grazie al prossimo e ci procuriamo anche noi un buon benessere.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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