Un meraviglioso giro di Gesù negli atti della Divina Volontà nei misteri della sua vita terrena, dall'incarnazione alla risurrezione. Libro di Cielo, Volume 34, 31 Maggio 1936, Lunedì 11 Settembre.
31 Maggio 1936
Come la Divina Volontà racchiude tutti gli atti della vita di Gesù come in atto di ripeterli sempre per amore delle creature. La vita di Gesù simboleggia il richiamo del regno della Divina Volontà sulla terra.
"..Da Nazaret passai al deserto dove c'era massima solitudine e la maggior parte degli animali feroci che mi circondavano, assordavano il deserto coi loro ruggiti, ed erano simbolo della mia Divina Volontà. Quando Essa non viene conosciuta, si forma il deserto intorno alla creatura ed una solitudine che fa orrore e spavento, viene disertato il bene e l'anima si sente circondata più che da animali feroci, dalle sue passioni brutali che mandano ruggiti di rabbia, di bestiali furori, di crudeltà, di ogni sorta di mali. La mia Santa Umanità andava passo passo rintracciando tutti i dolori che aveva sofferto la mia Divina Volontà per ripararla e richiamarla di nuovo a regnare in mezzo alle creature. Posso dire che ogni mio palpito, respiro, parola, passo e pena, era il richiamo continuo della mia Volontà per farsi conoscere dalle creature e farla regnare e chiamava loro in Essa per far conoscere il gran bene, la santità, la felicità del vivere nel Fiat..." Gesù (una parte, perchè è tutto il brano)
Oggi Gesù ci ha fatto una bella lezione che è un gigantesco giro fatto dal Signore stesso nei misteri della sua vita. Iniziando con il concepimento per finire con la sua Resurrezione. Questo ci fa comprendere che la vita di Gesù è stato un continuo sollecitare la Divina Volontà - che era Lui stessio come spiega - a tornare a regnare sulla terra. Questa operazione non si può fare senza il consenso e concorso libero della creatura. Ma uno potrebbe pensare: ma Lui è Dio, cosa gli costa far ritornare la Divina Volontà sulla Terra? Se volesse farlo senza le nostra volontà non ci mette nulla. Dio potrebbe farlo, potrebbe violentarci, - i diavoli durante certe circostanze sono costretti (durante gli esorcismi) a piegarsi e a dire certe cose attinenti alla liberazione dei pazienti ed ad altre cose - Padre Bamonte gli ha fatto confessare qualche verità di Fede). I diavoli hanno detto che quando Gesù Cristo si affaccia all'inferno, con la forza della sua Potenza li fa mettere tutti quanti in ginocchio, i diavoli non si metterebbero mai in ginocchio. Siamo noi che dovremmo metterci in ginocchio davanti a Gesù Cristo - e i diavoli fanno le ironie. Se Dio volesse qualcosa, non ci sarebbe nessuna possibilità di oppporsi. Poi comunque c'è un Regno oggettivo della Divina Volontà - la creazione e la conservazione dell'essere nel quale tutte le persone sono debitrici nei confronti dell'Altissimo.
Gesù parla del concepimento, è il Verbo che si fa carne, è la Divina Volontà che si va ad unire con la natura umana. In Gesù c'era la volontà divina e quella umana, che aveva compito di stare sottomessa a quella divina. Gesù aveva una volontà umana libera come la nostra ma non ferita come la nostra.
".."Mia piccola figlia del mio Volere, il mio amore vuole sfogarsi, sente il bisogno di far conoscere a chi vuol vivere di mia Volontà ciò che io feci e faccio, perché ritorni a regnare e a dominare in mezzo alle creature. Tu devi sapere che tutta la mia vita non fu altro che il richiamo continuo della mia Volontà in mezzo ad esse ed il richiamo delle creature nel mio Fiat Supremo, tanto che come Mi concepì, così simboleggiò il richiamo, il ritorno di far concepire nelle creature la mia Volontà, che con tanta enormità avevano messo fuori dalle loro anime e richiamò loro a concepire in Essa. Come nacqui così la mia nascita richiamò a rinascere il mio Volere in tutte le opere umane, in tutte le mie lacrime infantili, vagiti, preghiere e sospiri; con le mie lacrime e sospiri richiamai la mia Volontà nelle lacrime, pene e sospiri delle creature, affinché nulla facessero senza sentire la forza, l'impero della mia Volontà che regnava in loro, la Quale, impietosita dalle lacrime mie e dalle loro, avrebbe dato loro la grazia del ritorno del suo regno..." Gesù
Tutto quello che Gesù bambino faceva, richiamava la Divina Volontà. Poi c'è la fuga in Egitto. E qua, per capire quanto ancora siamo vicini o lontani, facciamo un check-up: quanto ancora ci tiranneggiano le passioni? (che non sono solo i moti della lussuria), accanto ad essa c'è la facilità di arrabbiarsi, di perdere il controllo di noi stessi e quando accade - in qualche modo di esprimersi o sconveniente o volgari... la passione dell'invidia...le passioni sono l'inclinazione verso il male che noi abbiamo dentro il nostro cuore (ne approfondiremo questo argomento su un ciclo di catechesi sul Mistero dell'Uomo). L'ira è una passione, la più violenta di tutti. Gesù si è arrabbiato qualche volta ma a comando, non a trascinamento. Gesù si arrabbiava quando c'era una situazione in cui bisognava arrabbiarsi per fare un gesto forte - per scacciare i mercanti dal tempio per esempio - Gesù non era tiranneggiato dalla passione dell'ira. La signoreggiava e la usava al servizio del bene cosa che è difficilissima. Noi è già mezzo miracolo se riusciamo a dominare noi stessi. La passione del piacere - il piacere è una passione, una delle 11 passioni dell'essere umano. Il piacere è stato creato da Dio come passione non per compiere piaceri illeciti. Il piacere tende a sfogarsi in quel modo (lussuria per esempio) dopo il peccato originale - e appena si compie un gesto cattivo si rimane schiavi del male. Significa che rifarai quel gesto, peggio e con una maggiore intensità. La fuga in Egitto simboleggiava la tirannia che le vili passioni esercitavano sull'anima. E poi la parte più estesa è il ritorno a Nazareth. Facciamo che Gesù aveva due anni e mezzo, secondo la tradizione (e gli scritti di Maria Valtorta) Gesù è stato in Egitto per 7 anni (anche perchè poi a 12 anni Gesù è andato nel Tempio). In ogni caso fino a 30 anni, Gesù è stato a casa...tutti si chiedono: come mai 30 anni in casa et simila e solo 3 anni di predicazione pubblica? Sappiamo che faceva il falegname.
"..Io vivevo in essa nascosto, il suo regnare stava in pieno vigore nella sacra famiglia, ero il Verbo, la Volontà Divina in persona, velata dalla mia Umanità, quella stessa Volontà che regnava in me si diffondeva a tutti, li abbracciava, era moto e vita di ciascuno, io sentivo in me il moto e la vita di ciascuno, di cui il mio Fiat era l'attore. Qual pena, qual dolore nel non essere riconosciuto, nel non riscuotere un grazie, un ti amo, un atto di riconoscenza né dal mondo intero, né dalla stessa Nazaret, non solo la mia Volontà, ma anche la mia Santa Umanità viveva in mezzo a loro, la quale non cessava di dar luce a chi poteva vedermi ed avvicinarsi a me, per farmi conoscere, ma nel mio dolore rimanevo sempre il Dio nascosto. Tale la sorte del mio Volere Divino. L'uomo fu creato con la forza creatrice del Fiat, nacque, fu impastato, inzuppato in Esso che gli somministra il moto continuo, il calore, la vita, l’uomo finirà la sua vita nel Fiat, eppure chi lo conosce, chi è riconoscente di quest'atto divino così continuo, senza mai stancarsi, che con tanto amore involge la vita della creatura, per darle vita? Quasi nessuno, figlia mia; far del bene, essere causa primaria di conservazione e dar vita perenne alla creatura, mantenere l'ordine di tutte le cose create intorno ad essa e solo per essa e non essere riconosciuto, è il dolore dei dolori e la pazienza della mia Volontà dà dell'incredibile, ma sai tu il perché di questa pazienza così invitta e costante?..." Gesù
Un povero prete non dà l'essere nè lo mantiene nell'essere però esercita la sua carità pastorale nella cura delle persone, ecc... ma pochi o nessuno li ringrazia. Il don crede che il Signore ogni tanto metta i sacerdoti nelle condizioni di capire le ingratitudini che ha subito. Ecco perchè dovremmo farci un pieno di pazienza - la pazienza ci porta in Cielo - e la divina volontà è paziente. Poi c'è il deserto. Poi c'è la vita pubblica dove Gesù si è adoperato per farsi conoscere - non sia mai che andando appresso alla divina volontà uno si dimentichi l'opera della Creazione e Redenzione. Poi la Passioni.
"..Dalla vita pubblica passai alla Passione, simbolo della Passione della mia Volontà, che per tanti secoli aveva sofferto per le tante volontà ribelli delle creature che, col non volersi sottomettere ad Essa, avevano chiuso il Cielo, spezzato le comunicazioni col loro Creatore e si erano rese infelici schiavi del nemico infernale. La mia Umanità lacerata, condannata a morte, crocifissa, rappresentava l'umanità infelice senza il mio Volere innanzi alla Divina Giustizia ed in ogni pena chiamavo il mio Fiat a dare il bacio di pace alle creature, per renderle felici e chiamavo loro in Esso, per far cessare la Passione dolorosa alla mia Volontà..." Gesù
Il don conclude dicendo: buoni giri con questo brano.
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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