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giovedì 25 maggio 2023

Abbandonarsi come bambini in braccio alla madre

Gesù parla dell'importanza dell'abbandono e dell'infanzia spirituale, che permette a Dio di lavorare a proprio piacimento nell'anima plasmandola perfettamente nel Divin Volere. Libro di Cielo, Volume 30, 4 Novembre 1931, Mercoledì 12 Ottobre 2022

4 Novembre 1931 Come la fiducia forma le braccia ed i piedi dell’anima. Come Dio continua il lavoro della creazione nell’anima che fa la sua Volontà. La Volontà Divina, cemento dell’umana volontà.

Questo brano ci ricorda che il fatto che nella vita spirituale ed interiore, dove tutti dobbiamo lavorare per la nostra santificazione, tuttavia il ruolo principale non è il nostro lavoro - è necessario - ma quello che Dio opera nella nostra anima e quindi è assolutamente fondamentale mettersi in condizioni di farlo operare.

Luisa, all'inizio del brano, si mette e si trova nelle condizioni di una piccola bambina stretta tra le braccia del Signore che ha bisogno del latte e delle fasce dell'amore..sono immagini che non vanno prese semplicemente come pie poesie ma espressioni di una condizione interiore fondamentale - quella che Santa Teresina di Gesù Bambino - mentre Luisa iniziava ad operare Santa Teresina stava in monastero. Erano quasi contemporanee. Santa Teresina ha insegnato l'infazia spirituale (è dottoressa della Chiesa) - Gesù dice che se non diventeremo come bambini non entreremo nel Regno dei Cieli. Non si tratta di poesia o altro, ma si tratta di avere nel cuore le condizioni spirituali corrispondenti a quella che è la condizione di un bambino, di fronte a Dio noi siamo tutti così, siamo sempre bambini. Un bambino cosa sa? Nulla. Qual'è la cosa che fa spontaneamente un bambino? E' completamente abbandonato nelle braccia della mamma, non fa nessuna fatica a fare questo - viene allattato, abbracciato, consolato, cambiato ecc.. e Gesù cosa dice dentro questo contesto?

«Mia piccola figlia, quanto più sarai abbandonata in Me, tanto più sentirai la mia vita in te ed io prenderò il posto di vita primaria nell’anima tua. Sappi che la vera fiducia in Me forma le braccia dell’anima ed i piedi per salire fino a Me e stringermi tanto forte, da non potermi svincolare da lei, sicché chi non ha fiducia, non ha le braccia, né i piedi, quindi è una povera storpiata, perciò la tua fiducia sarà la tua vittoria su di Me ed Io ti terrò stretta nelle mie braccia, attaccata al mio petto, per darti il latte continuo della mia Divina Volontà...." Gesù

Il don cita dei passi di salmi e profeti dove si parla dell'infanzia spirituale (come un bambino in braccio a sua madre, ecc..) e parla della promessa del Signore di condurre il popolo d'Israele nella terra dove scorre latte e miele...che cos'è il latte? Ce lo dice oggi il Signore. Anche i santi che hanno avuto - 4 attestati - il dono di ricevere il latte della Madonna, cosa c'era dietro a quel latte? O come quei santi che hanno avuto la grazia di entrare in contatto con il Sangue di Gesù - almeno ci sono stati Margherita Maria Alacoque e San Filippo Neri che quando celebrava la messa comunicandoci al calice sentiva il sapore del Sangue di Cristo, ma non è un sapore del sangue umano ma è qualcosa di sublime e di divino. Dietro quella esperienza dilettevole cosa c'era dietro? La Divina Volontà, perchè la Madonna ti dà questo come nutrimento.

«Figlia mia, la mia volontà umana non ebbe alcun atto di vita, anzi stava in atto di ricevere l’atto continuo della mia Divina Volontà... " Gesù

Quello che Gesù dice per sè è valido anche per Maria. Per il don è un mistero enorme perchè il don si chiede sempre: non è possibile conoscerlo con certezza, ma come fa la nostra umana volontà a non aver vita? Cioè che nessuno degli atti che compie è puramente umana, quindi è sempre sincronizzata sulle frequenze divine, un'atto per sè, fuori da quella divina volontà Gesù non lo ha fatto mai.

Aspetto che riguarda il lavoro che noi dobbiamo lasciar fare a Dio nella nostra anima. Dall'ascetica noi sappiamo una cosa importante: la nostra anima non può essere lasciata allo stato brado, noi ci dobbiamo lavorare, le parabole del Vangelo nella quale il padrone chiama le persone a lavorare nella Vigna, anzitutto è la nostra anima cioè curarla, nutrirla e formarla e potata (strappare le erbacce, le imperfezioni corrette, i peccati veniali sradicati e buttati al fuoco, le passioni dominate ecc..) e non si pensi mai che se Dio lavora nell'anima io sto con le braccia conserte e aspetto la manna dal cielo altrimenti si cade nella pericolosa eresia del quietismo che ha la variante del fatalismo e che sono assolutamente perniciose. C'è un lavoro che tocca a noi, con l'aiuto della grazia e che si alimenta con la meditazione, esame di coscienza e per quanto possibile sapendo che siamo sempre al di qua della sofficenza però devo riconoscere le cose che non funzionano e devo lavorarci in continuazione. Però il lavoro principale, le cose veramente grosse, le cose alle quali non arriveremo mai, ci pensa Nostro Signore e Santa Teresa d'Avila e san Giovanni della Croce lo spiegano bene: Dio vuole che noi lavoriamo, ma c'è un punto omega - un massimo a cui l'anima può arrivare con la grazia e con grande impegno ma quel massimo non si può superare perchè lì le forze umane (sostenute dalla grazia) sono arrivate al top. E lì entra in causa Dio che ci deve mettere le mani e anche attraverso le grandi purificazioni (notti dello spirito e dei sensi) che ti portano alle ultime tappe. Nessuno lo può fare da sè, ecco perchè essere bambini. Il bambino per antonomasia non fa da sè. Non bisogna leggere la cosa in chiave deresponsabilizzante, io devo fare quello che posso, quello che riesco e vedo, senza crogiolarmi ma devo sapere che le grandi operazioni nella mia anima saranno operate da Dio attraverso misteriosissime trame. Se noi potessimo vedere la nostra vita con gli occhi di Dio è espressione di questo continuo lavorio divino, dalla piccola cosa quotidiana come una mortificazione o umiliazione o imprevisto, un contrattempo, l'incontro con una persona molesta o anche una cosa bella che accade, una bella esperienza o persona, una prospettiva che si apre, le croci piccole e grandi - sia scelte (per il nostro cammino interiore) sia quelle che non ci scegliamo, ci stanno dei passaggi - negli scritti del Montfort ci stanno dei passaggi - dice che nel percorso di divinizzazione dell'anima mariana ci saranno momenti in cui passerai per valli di lacrime, notti di dolore e Dio stesso disporrà le cose perchè tu non abbia consolazione e non avrai modi per sentirti in qualche modo sollevato. La nostra percezione soggettiva potrebbe non essere molto positiva se siamo sciocchi, perchè gli sciocchi stiamo su queste dinamiche ma Dio opera per il nostro bene. Quanta consolazione dà questa lettura alla nostra realtà - la passione che la Chiesa sta vivendo - si vedono situazioni brutte e uno si chiede: ma Signore, quando interverrai? Tutti - il don pensa - quelli che amano la Chiesa avranno pensato questo, è un normale pensiero ma questo pensiero dev'essere corretto: Dio sta permettendo anche questo, ci fa toccare questo abisso e permette questa umiliazione...perchè? Queste sono le mortificazioni, prima della rinascita - del Trionfo del Cuore Immacolato di Maria tocca bersi tanti calici. Tu gliela dai carta bianca a Dio a fatti - senza che dopo - se Dio ti tocca in qualche cosa - inizi a smaniare o lamentarti? Santa Teresa di Gesù bambino...lei diceva: mi devi trattare come un bambino tratta un giocattolo: piglia un giocattolo, ci gioca tutto il giorno, poi il giorno dopo si stufa e lo sbattono dentro l'armadio e per i prossimi 3 mesi non ci giocano. Sembra una poesia ma questa è altissima spiritualità...chi di noi è capace di fare così senza alterarsi? Giochi con me? Ok, mi metti nell'aridità o sofferenza senza che io ne capisca il motivo? Va bene lo stesso. Nella consapevolezza che dentro questa situazione Dio mi sta lavorando.

"..Oh se tu sapessi il gradimento, il piacere che sentiamo quando la creatura ci chiama al lavoro!..." Gesù

Noi dobbiamo dire al Signore: lavorami, ma poi lo fa. Ma poi le potature divine possono essere dolorose ma necessarie. Se perdiamno questo è proprio la fine..anche le vicende più dolorose che ci scatenano anche dolorose reazioni - umanamente parlando - guai a chi si ferma alla reazione istintiva del fatto e non passa al secondo step: Dio mi ha messo in questa prova? mi sta lavorando. Il Signore mi libererà quando avrà finito. Che producono effetti che noi non conosciamo e che Lui non ce li dice, perchè ci dobbiamo fidare e a quale fine? Non si sa. Per quanto tempo? Non si sa, Perchè? Non si sa. Lascialo fare. Nella consapevolezza che le nostre volontà umane come stanno ridotte?

"..e siccome queste volontà umane erano come abitazioni, alcune crollanti, altre lesionate ed altre ridotte in macerie, la mia Volontà Divina, operando nella mia Umanità, con i miei atti preparava gli aiuti per sostenere le crollanti, per cementare le lesionate e per rialzare sulle stesse macerie le abitazioni distrutte. Io nulla facevo per Me, non avevo alcun bisogno, facevo tutto per rifare, riabilitare le umane volontà; il mio solo bisogno era l’amore quindi volevo essere riamato..." Gesù

E come si sostengono le volontà umane lesionate, distrutte e crollanti? Sono lavori che la dv ha già fatto nella vicenda terrena di Gesù e deve diventare realtà nella nostra vita. E come si fa? Permettendo al Signore di lavorarci, sono atteggiamenti interiori. Io sto abbandonato e rassegnato - meglio abbandonato perchè rassegnato ha una valenza un pò negativa - i dolori possono essere grandi o immesi e se uno li offre al Signore ringraziandolo perchè questo dolore vuol dire che è necessario e chissà come uscirò da questa esperienza, quanta purificazione per la mia anima, ecc.... bisogna tenere presente. Lavoriamo sempre e bene e fare gli atti nella dv, le fusioni, atto preventivo ecc.. non è che fa tutto Dio, tutto quello che sta in nostro potere lo dobbiamo fare ma dobbiamo ricordare che la nostra azione scorre assieme a tutte le operazioni che Dio fa - attraverso anche le cose belle o cose ascetiche - preghiere ecc.. e molto altro che Lui fa. Chi impedisce al Signore di lavorare? Chi non si abbandona e ha lo spirito dell'adulto. L'adulto basta a sè stesso e non ha bisogno di nessuno, la versione peccaminosa di questo atteggiamento è la superbia.

"...Ora, per ricevere tutti i miei aiuti e tutte le pene e le opere mie come opere operanti, voci parlanti e messaggeri aiutanti, la creatura deve unire la sua volontà alla mia e subito si sentirà rannodata con la mia e tutti i miei atti si appresteranno a fare i loro uffici per sostenere, cementare e rialzare l’umana volontà. Appena la creatura si unisce e decide di fare la mia Volontà Divina, tutti gli atti miei, come esercito agguerrito, si mettono a difesa della creatura e formano la barca di sicurezza nel mare tempestoso della vita. Ma per chi non fa la mia Volontà, potrei dire che nulla riceve, né può ricevere, perché Essa sola è la porgitrice di tutto ciò che Io feci per amor delle creature.» Gesù

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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