Lezione di Gesù sull'amore che la Divina Volontà dona ai suoi figli non solo attraverso tutte le cose create, ma anche attraverso gli "incidenti", le avversità, le croci e le mortificazioni della vita, che sono indispensabili per raggiungere il porto del Paradiso. Libro di Cielo, Volume 28, 29 Agosto 1930, 14 Giugno 2022
29 Agosto 1930
Come le cose create sono pregne della Divina Volontà. Le croci formano la via che conduce al Cielo .
Brano distinto in due parti abbastanza ben determinate e differenti l'una dall'altra.
Nella prima parte Gesù riprende il teme del darsi della dv alla creatura in tanti modo distinti per quante cose la Dv ha creato. Noi dobbiamo pregare il Signore che ci dia la grazia, come già sappiamo, di riconoscere il fatto in sè e in generale e percepire per quanto possibile inondati di amore divino - tutto ciò che Dio ha fatto è amore allo stato puro. Anche le croci sono atti d'amore un pò più difficili da comprendere - segnati dal fatto che in questa terra è presente la brutta dimensione del peccato. Il peccato è la causa delle croci, dobbiamo quindi accettarle, accoglierle e al tempo stesso offrirle con amore è rimedio al peccato. Gesù ci ha fatto capire che prendere le croci con pazienza ed amore ed offrirle a Dio per distruggere il peccato. Gesù ha lasciato che si rovesciasse su di Lui tutta la marea infinita e il mare di male provocato dal peccato originale e dal primo all'ultimo peccato che si farà ed offendolo ed in cambio ci ha restituito la Redenzione. Nella Creazione, questo amore divino assume dei tratti più belli che piano piano dobbiamo imparare - con l'aiuto di Dio - ad accogliere e riconoscere e con queste operazioni spirituali la vita dv entra in noi.
"..Voleva darsi in ogni istante senza interruzione per darsi a sorsi, a sorsi, per formare la sua vita e stendere il suo regno in ciascun'anima, perciò tu vedi che non c'è cosa dove il mio Fiat non vuol darsi e si può dire che ogni cosa creata forma il suo trono d'amore, dove fa scendere la sua misericordia, le sue grazie e via per comunicare la sua vita divina..." Gesù
Comunicare la vita divina attraverso l'amore sparso da Dio in tutte le cose create che sono distinti particolari effusioni o manifestazioni dell'unico amore divino.
"..Sicché ogni cosa creata è una chiamata che fa alla creatura per ricevere il dono che la mia Divina Volontà vuol farle, ogni cosa creata è un nuovo amore che vuole imboccarle ed un atto verso e dentro la creatura..." Gesù
E ogni volta che Gesù fa queste esortazioni termina sempre con le dolenti note dove si vede la mancanza e l'ingratitudine da parte delle creature.
"..Ma ahimè, quante ingratitudini da parte di esse! La mia Divina Volontà le abbraccia, se le stringe al suo seno con le sue braccia di luce ed esse sfuggono dalla sua luce senza restituirle l'abbraccio e senza guardare chi è che l'ama tanto..." Gesù
Il mese di Giugno (nel quale cade la meditazione) è il mese del Sacro Cuore e dell'Eucarestia (Corpus Domini) che sono due misteri intricati l'uno all'altro e che sono la manifestazione somma dell'amore divino e soprattutto nell'Eucarestia le ingratitudini ed indifferenze sono difficilmente numerabili e quindi voglia il Signore darci la grazia di essere generosi nell'accogliere questi doni (e qua dipende da noi), valorizzare all'Eucarestia vuol dire partecipare alla Santa Messa, fare bene quante più comunioni possibili, trascorrere quanto più si può in adorazione, ecc... fermo restando le possibilità reali di ciascuna persona e che problemi ha. Magari 5 minuti di una persona che non ha tempo (perchè ha figli ed è sposato) possono essere un'atto eroico che valgono le 2 ore di chi invece ha più tempo a disposizione.
Nella seconda parte Gesù scende da lezioni elevate e ricolloca la Divina Volontà negli incidenti (li chiama così Luisa) nelle croci, abbandoni e mortificazioni delle creature. Gli abbandono delle creature, si può verificare a vari livelli - dalle cose più gravi, un coniuge abbandonato dall'altro coniuge, orribili figli, di figli che sono abbandonati dai genitori o ad un livello meno grave gli abbandoni delle persone care alle quali teniamo e vogliamo bene; gli amici per esempio o le persone con cui abbiamo condiviso un tratto della nostra esistenza. Per i sacerdoti l'abbandono delle anime con cui hanno avuto a che fare e che hanno cercato di prendersi cura. Spesso si crea - quando c'è un sacerdote degno di questo nome - un rapporto di paternità spirituale, è chiaro ed evidente che noi poveri preti di sbagli ed errori ne possiamo commettere a go go (dice il don) solo che delle volte si tratta di errori e sbagli non di cose perpetrate in mala fede e vale in tutti i rapporti interpersonali. Dovremmo essere tutti - lo dice anche Gesù nel Vangelo - provare a diventare buoni e comprensivi nei confronti del prossimo dandogli la buona fede, si possono commettere degli errori oggettivi - quanti giudizi nei confronti del prossimo - chi di noi è così perfetto da non commettere mai errori? Il don dice che chi è genitore sa che si commettono più errori con i primi figli - generalmente - con quelli che vengono dopo. Che c'è una cosa che nessuno ti può insegnare e che è l'esperienza e che vale anche per i ministri di Dio. Un giovane prete non ha neanche idea di cosa si troverà impreparato e potrà essere mal recepito ecc... e poi succede che nessuno nasce santo, dal momento che noi esseri umani, abbiamo reazioni scomposte quando si verificano problemi, ci sono abbandoni ecc.. bisogna auspicare che almeno a livello interiore queste cose siano sanate. Gli abbandoni delle creature fa tanto male.
Poi ci sono gli imprevisti, le situazioni avverse e le mortificazioni e spesso le subiamo con la buona fede di chi ci mortifica e altre volte veniamo mortificati volontariamente e qua esempi si possono fare dai matrimoni difficili ecc.. e poi ci stanno le croci. Che possono essere di vario tipo (lutti, malattie, le sofferenze spirituali, fa più male una croce interna che esterna...)
"Figlia mia, le croci, gli incidenti, le mortificazioni, gli atti, gli abbandoni delle creature, tutto ciò che si può soffrire per amor mio, non sono altro che pietrucce che segnano la via che conduce al Cielo...." Gesù
Due situazioni specularmente opposte, alcune pensano che vivere nella dv sia una sorta di bypass e tutto quello che abbiamo imparato in 2000 anni di storia (della Chiesa ndr) compreso anche l'ascetica - passare per la porta stretta, chi vuol venire dietro di me rinneghi sè stesso, prenda la propria croce ogni giornie mi segua,..) sembra che si debba mettere nel dimenticatoio ma non è vero. Il don pensa che se le persone imparassero a contare fino a 10 prima di formulare giudizi, le persone - il giudizio su un'opera così complessa - il don che ha già fatto una 3° rilettura non è che se gli ricorda tutti quanti e se si va a sentire una meditazione precedente di un'anno fa, il don è sicuro che non si ricorderebbe quasi nulla perchè la nostra mente è limitata. Ti ricordi tutto ciò che dicono tutti i brani del 36° volumi? Ci può essere un giudizio complessivo ma se tu inizi a formulare giudizi e critiche ti può capitare che uno ti faccia vedere una cosa diversa rispetto a quello che stai formulando, è semplicemente che tu quel passo non te lo ricordavo. Chi può citarti a memoria un brano qualsiasi?
Qua Gesù parla dell'importanza di soffrire le croci in unione con la divina volontà perchè abbracciare una croce nella dv, non soltanto che si deve fare ma è sommamente più fruttuosa e meritoria si una croce affrontata con la nostra volontà umana alla quale si piega e si dispone a soffrire quella cosa che di per sè non è una cosa gradevole.
"..Sicché al punto della morte, la creatura vedrà che tutto ciò che ha sofferto, le è servito per formarsi la strada, che ha segnato con modi incancellabili e con pietre irremovibili la diritta via che porta alla Patria Celeste..." Gesù
Non si entra in Paradiso senza croci. E' chiaro che nostra natura rifugge le croci ma è proprio della Sapienza ritornare sulle cose che ci hanno fatto soffrire e ripercorrerle in tutto e comprendere che ciò sono state pietre che ci hanno formato la via che ci porta in Paradiso.
"..E se la creatura ha sofferto tutto ciò che la mia provvidenza ha disposto di far soffrire per compiere la mia Divina Volontà, per ricevere non la pena ma un atto della sua vita Divina, formerà tanti Soli per quanti atti ha fatto e per quante pene ha sofferto, in modo che si vedrà la sua strada a destra ed a sinistra segnata da Soli, che prendendola ed investendola con la loro luce la condurranno nelle celeste regioni..." Gesù
Abbracciare una croce - Gesù ci sta dicendo significa ricevere non la pena ma un atto della sua vita Divina, per cui non è soltanto la croce che ti rassegni, ma nella dv formerà tanti soli. I soli più splendenti e grandi continuano ad essere dipendenti dalle croci e sofferenze che abbiamo abbracciato per amore di Dio nella divina volontà. E la stessa cosa vale per le mortificazioni volontarie, che cosa sarà un gesto di mortificazione - digiuno, penitenza, ecc..- offerta nella dv? Unendo quell'atto alla dv? Domanda retorica: se un'atto viene fatto nella dv diventa divino, ha un valore eterno, infinito ed immenso e un'atto di mortificazione che peso avrà?
"..Perciò i tanti incidenti della vita sono necessari, perché servono per formare la strada e tracciare la via del Cielo; se non si formano le strade riesce difficile andare da un paese all'altro, molto più riesce difficile giungere all'Eterna gloria." Gesù
Ecco perchè il Signore non ci risparmia le croci. Se non fosse accaduto il peccato originale non sarebbe sorta la Croce, non avremmo conosciuto la sofferenza e la sofferenza non sarebbe stata necessaria. Ma avendo conosciuto noi il peccato, la sofferenza assunta, accettata ed offerta con amore è il rimedio al peccato. E quindi il Signore non ce le toglie le croci, sarebbe la fine per noi, noi non potremmo stare nella condizione di natura decaduta senza croci, non ci andremmo mai in Paradiso. Dobbiamo entrarci con fede soprannaturale.
"..Perciò i tanti incidenti della vita sono necessari, perché servono per formare la strada e tracciare la via del Cielo; se non si formano le strade riesce difficile andare da un paese all'altro, molto più riesce difficile giungere all'Eterna gloria." Gesù
Speriamo che il Signore abbia contribuito a chiarire tanti possibili equivoci e dubbi.
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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