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giovedì 5 maggio 2022

Il tempo, la costanza e la coscienza

Gesù torna sulla differenza tra il compiere gli atti nella Volontà Divina e farli con volontà umana. Il tempo dimensione fondamentale dell'uomo. Costanza e perseveranza virtù indispensabile. Il ruolo e il primato della coscienza. La Divina Volontà non può mai legittimare un atto fatto non secondo coscienza. Libro di Cielo, Volume 24, 6 Agosto 1928, Venerdì 22 Ottobre 2021

6 Agosto 1928 Come l'operato nel Fiat è sorgente di vita Divina. Differenza dell'operato umano. Come la sua luce svuota l'anima da tutte le passioni.

Il don ha saputo questa cosa dagli esperti delle lingue straniere: perchè un vocabolo nuovo si inserisca nella memoria a lungo termine (e che te lo ricordi per tanto tempo), diventa una cosa che riesci a padroneggiare. Ci vogliono 30 ripetizioni e non possono essere fatte di seguito, devono essere distanziate. E ogni tanto lo devo rievocare a distanza maggiore, la nostra mente è fatta così in questo mondo ed ecco perchè è importante la meditazione giornaliera, non posso acquisire lo spirito di profonda orazione se ad un certo punto smetto di pregare intensamente.

Alcuni polemizzano su alcune apparizioni a lungo termine e non capiscono come mai la Madonna appare da tanto tempo dicendo sempre le stesse cose - le coscienze sono libere se credere o no alle apparizioni private - però gli argomenti per respingere un'apparizione come falsa non possono essere questi. Perchè il tempo delle apparizioni non è un'indizio della falsità di esse, la dettatura degli scritti di Cielo è durata 40 anni. La redazione di quest'opera è durata 40 anni. Come mai? Perchè ci vuole il tempo. Nelle cose di Dio tutto si compie nel tempo, il tempo in Dio non c'è ma per noi c'è eccome e per noi è un costitutivo fondamentale della nostra persona, e nelle opere che Dio fa al di fuori di sè Dio rispetta i tempi. Dio è venuto sulla Terra nella pienezza dei tempi. Dio non è venuto prima. Perchè non era tempo. Questa dinamica del tempo sia sempre presente nella nostra vita interiore.

(parentesi ascetica: fare una cosa a tempo inopportuno è sempre male. Se una persona si arrabbia con me , io non la deve mai riprendere e contrastare sul momento, perchè anche se hai ragione e anche se quello sta sbagliando clamorosamente, se sta arrabbiato non ti ascolterà e anzi quel rimprovero peggiorerà la situazione. Il momento opportuno è quando è passata la tempesta e le condizioni mi mettono nella possibilità di far notare quella cosa. Quante persone, quante situazioni di stretta attualità, quando una persona la pensa in un certo modo e quando è palese che non vuole cambiare idea, è inutile aggredirlo. Non è il tempo opportuno. Il tempo opportuno sarò quando le sue convinzioni inizieranno a vacillare). Il tempo è una dimensione fondamentale della nostra vita e Dio lo rispetta).

Il don dice che ogni tanto, persone che vantano pluri presenze nei luoghi di apparizione della Madonna, gli chiede a che punto è il rosario quotidiano (tutti e 4 misteri) raccomandato dalla Madonna e loro dicono che non sempre lo dicono, con la Messa quotidiana come stai? ecc... )

Dio non deroga alle leggi di natura, noi stiamo in una condizione in cui la nostra testa funziona così. Sicuramente c'entra anche il peccato, Dio non ci tratta violenando questo stato e tu per imparare questa cosa devi ripetere. Ogni tanto Gesù riprende il concetto e lo ripete. Anche se non se accorge, ripeti oggi e ripeti domani ecc...continua a ripetere ed arriverà un momento che alla 29° meditazione non ci devo neanche pensare. A quale ripetizione imparerò? Non si sa, ma stai tranquillo, ecco perchè sono importanti la costanza e la perseveranza. Senza l'umiltà non si va da nessuna parte lo stesso assieme alla costanza e perseveranza. Dio detesta gli animi incostanti (nei Salmi) se una persona è incostante non c'è nessuna speranza che riesca a compiere qualcosa. Non ci sono scorciatoie per vivere nella dv.

"Figlia mia, che differenza c'è? Vi è tale distanza che tu stessa non puoi giungere a comprenderne tutto il valore che c'è nell'operare nel mio Voler Divino. Con l'operare nel mio Fiat è vita che l'anima prende in sé, è vita divina, è vita con la pienezza e la sorgente di tutti i beni, per ogni atto fatto nella mia Volontà l'anima racchiude in sé una vita che non ha principio né fine, racchiude un atto che tutto fa sorgere, sorgenti che mai esauriscono, ma che cosa sorge? Sorge la continua santità, sorge la felicità, la bellezza, l'amore, tutte le qualità Divine stanno in atto di sorgere continuamente e crescere e l'anima che riesce a possedere un atto fatto nella mia Volontà, se si potessero mettere tutte insieme tutte le opere buone di tutte le creature di tutti i secoli, non potranno mai eguagliare quest'atto solo fatto nella mia Volontà, perché in questo vi regna la vita; nelle altre opere fatte fuori del mio Volere non c'è la vita dentro, ma l'opera senza vita..." Gesù

Concetto ostico ma basilare: quando tu fai un'atto nella dv, tu prendi in te vita divina. Vivere nella dv, operare nella dv, chiamare la dv influisce nella tua anima. Ogni volta che questo accade ti prendi un pò di vita divina. E' un processo di santificazione. Se uno dicesse: voglio diventare santo, per diventare santo ci vuole tanta grazia di Dio, come aumenta la grazia in noi? Ogni volta che - in stato di Grazia - vado a Messa e mi faccio la Comunione, ogni volta che dici un rosario - ogni volta che faccio qualcosa di buono (rinuncio ad un cioccolatino per amore di Dio, dico una parola gentile ad una persona che mi sta antipatica, qualsiasi cosa...) ogni atto nella dv aumenta la grazia e la vita divina. Dobbiamo immaginarci come un recipiente che a poco a poco si riempe e non sappiamo quando questo accade. Noi non abbiamo percezione di cosa accade in noi. Più ne faccio meglio è.

"..Sorge la continua santità, sorge la felicità, la bellezza, l'amore, tutte le qualità Divine stanno in atto di sorgere continuamente e crescere.." Gesù

Se un giorno fai 50 atti attuali e il giorno dopo neanche uno, quei 50 di ieri mi hanno fatto un pò di pieno di vita divina ma se oggi non li faccio non cresce la vita divina.

"..Perciò per quanto possano fare e sacrificarsi le altre creature, non possono mai piacermi se non vedo scorrere la Vita della mia Volontà in loro, perché essendo senza vita, non c'è nelle loro opere l'amore che sempre ama, la santità che sempre cresce, la bellezza che sempre si abbellisce, la gioia che sempre sorride, al più ci potette essere nell'atto del loro operare, ma come finì l'opera, finì l'esercizio della lor vita nell'opera loro ed io, non trovando la continuazione della vita loro nell'opera loro, non trovo gusto e piacere e sospiro l'anima che vive nella mia Divina Volontà,.." Gesù

L'atto umano lo faccio io ma è finito, l'unico effetto che produce è che mi fa aumentare la grazia ma non attira dentro di me la sorgente della vita divina stessa. Gesù nel Vangelo dice che chi beve dell'acqua che darò non avrà più sete (Vangelo)...chi trova Gesù trova pace. Un conto è trovare pace e un conto è trovare pienezza di vita e continua santità e l'unico modo con cui noi possiamo intuire e presumere (sempre con molta umiltà) con molta umiltà - che stiamo camminando un pò è vedere quanto queste cose in noi crescono. Sulla santità non possiamo dare giudizi personali, però la felicità la giudichiamo noi stessi. Tu sei felice? Quanto ti senti felice? L'amore, l'amore del prossimo non sempre si vede, io posso pregare una persona ma questo non si vede e lo vede solo Dio - l'amore di Dio lo conosco solo io. Solo io so come prego e quanto prego. Ogni atto che si fa queste cose ha la virtù di produrle.

ATTENZIONE! (è chiaro che noi non possiamo chiamare la dv in atti di peccati - se uno fuma non è ancora peccato formale, ma mettiti davanti perchè chi chiamarebbe la dv a fumare? - quando sono arrivate le restrizioni per la comunione la partecipazione alla Santa Messa durante l'epidemia e dopo) il don è stato subissato da messaggi che chiedevano: cosa faccio? Cosa non faccio? Alcune persone hanno seri problemi di coscienza a prendere la comunione in mano, è la nostra coscienza che ci deve parlare. Io come la vivo questa cosa? E' la coscienza che ha il primato. Il don ha sentito dire a delle persone: mi fondo nella dv, e dico a Gesù vieni tu a prendere la comunione in me così risolvo il problema - non è la stessa cosa del fumo - quando uno ha un problema di coscienza, la coscienza è personale e non posso uscirne così. Perchè altrimenti si esce fuori dal seminato. Se la mia coscienza una cosa lecita me la impedisce perchè non è il massimo davanti a Dio e a me non va di farla,...noi possiamo chiamare la dv in tutti gli atti leciti, buoni, negli atti indifferenti - muovere il piede, mentre faccio la doccia - ecc-.. ma quando c'è una cosa che pur non essendo formalmente un peccato non mi sembra tanto di farla o capisco che Dio da me non la vuole io non posso tacitarmi la coscienza chiamando la dv a fare quella cosa . Il don non è per nulla convinto che sia la cosa giusta da farsi).

Noi abbiamo bisogno dei sacramenti ma bisogna vedere le circostanze, la comunione dura un 15 minuti, se io sto fuso con la dv mi dà una comunione eternale, Gesù non mi ha dato l'autorizzazione a fare chissà quali scempiaggini. Il cardinal Newman (che è stato un grandissimo studioso dice che nella coscienza parla la voce di Dio) diceva: brindiamo al Papa ma prima alla coscienza. E' un'esempio per far capire quanto questa cosa sia importante. Secondo la Dottrina Cattolica la coscienza è la voce di Dio che parla nel cuore, noi però dobbiamo formarla. Come insegnava san Tommaso d'Aquino - se la coscienza pensa erroneamente una cosa e se ti dice di farla, tu lo devi fare. Il dovere di formare la coscienza è prioritario, ecco a cosa serve la meditazione, l'ascolto, ecc... ma nella coscienza ci sta la voce di Dio e io la devo ascoltare. Io non posso chiamare la dv nell'operare contro la coscienza.

Ecco perchè Gesù chiede ai sacerdoti di parlarne. Valuto bene però attenzione a queste cose. Moltiplichiamo gli atti attuali per aumentare in noi la santità, la vita, la felicità e l'amore mai chiamare la dv in atti in cui io non la posso chiamare.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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