Gesù spiega quanto grande sia l'affronto di chi non fa la volontà di Dio e come in questo modo ci si autocondanni a morire di fame, di freddo, di noia, di stanchezza, di debolezza. Il grande motto che dobbiamo tutti imparare: "se vuole Iddio, lo voglio io e se Dio non lo vuole, non lo voglio neanche io". Meditazione su Libro di cielo volume 20, 27 Dicembre 1926, 11 Gennaio 2021
27 Dicembre 1926
Come chi non fa la Volontà Divina perde la luce e si forma le tenebre. Come il vero bene deve avere il suo principio in Dio. Chi vive nel Santo Volere riceve in sé l’equilibrio di esso e si trova in tutta la Creazione, perché fa vita insieme
Questo brano ruota attorno ad alcuni concetti fondamentali.
“lo vuole Iddio lo voglio io e se non lo vuole Iddio non lo voglio anch’io”...dovremmo scolpirci nel cuore questa frase ed applicarla e decodificarla fin nelle piccole circostanze, perchè anche nel più piccolo atto c'è il Volere di Dio. E tutto dev'essere subordinato a questo.
“Figlia mia, ogni bene, per essere bene deve avere il suo principio in Dio. Sicché l’amore, l’operare anche il bene, il patire, l’eroismo di quelli che rischiano il proprio corpo per ottenere un intento, lo studio delle scienze sacre e profane, insomma tutto ciò che non ha principio in Dio, gonfiano la creatura, la svuotano di grazia e tutti questi beni che non hanno principio in Dio ma cominciano da un principio umano sono come opere portate dal vento impetuoso, che, con la sua forza, riduce in polvere città, ville, case sontuose e ne fa un mucchio...." Gesù
Cioè Dio non vuole da te quella cosa, Dio non te lo chiede in quel momento, quando una cosa non ha principio in Dio gonfia la creatura e la svuota di grazia. Anche atti eroici possono gonfiare la creatura e svuotarla.
"..Oltre a ciò, la mia Volontà mantiene l’equilibrio perfetto in tutta la Creazione, mantiene l’equilibrio dell’amore, della bontà, della misericordia, della fortezza, della potenza e perfino della giustizia, perciò quando tu senti flagelli e guai, non è altro che effetto della mia Volontà equilibrata, che per quanto ama la creatura, non è soggetta a squilibrarsi, altrimenti se perdesse il suo equilibrio sarebbe difettosa e debole. Qui c’è tutto l’ordine e la santità di Essa, nel suo perfetto equilibrio, sempre uguale, senza mai mutarsi..." Gesù
Altro termine chiave è equilibrio. La mancanza di equilibrio, è un problema profondo, molto diffuso e causante tantissimi problemi, mali, guai ecc.. da un punto di vista umano le personalità che appaiono squilibrate sono un peso enorme e si complicano la vita sia a sè stesse ma ahimè la complicano e non poco anche fuori di sè. L'equilibrio è una cosa divina, dev'essere un punto di riferimento che gradualmente giunge ad abbracciare tutti i nostri atti. Es: Quando una persona si converte, deve fare conto di un certo lasso di tempo dove l'equilibrio non è stato rispettato e quindi uno inizia a moltiplicare preghiere, atti di pietà ecc.. dallo zero si passa alla montagna, poi si fa prendere dalla sindrome del profeta perchè vorrebbe che anche altri avessero questa esperienza, sono espressioni della nostra gioia ma con il tempo l'anima si calma un pò e capisce che dovrà dedicare del tempo anche ai doveri. Dio non può volere che tu li trascuri. La mancanza di equilibrio genera disordine e nel caos Dio non c'è mai.
Gesù usa termini molto significativi: affronto
“Figlia mia, l’affronto che fa la creatura col non fare la mia Volontà è grande. La mia Volontà è più che luce solare, invade tutti e tutto, né si può sfuggire ad Essa, alla sua luce interminabile! Ora la creatura col fare la sua volontà vuol fendere questa luce e vi forma le tenebre; la mia s’innalza e fa il suo corso di luce lasciando la creatura nelle tenebre della sua volontà. Non si direbbe pazzo perché farebbe un gran male chi fendesse la luce del sole e si formasse una lunga notte? Poveretto, morirebbe di freddo, non ricevendo più il calore della luce del sole, morrebbe di noia, perché non potrebbe più operare mancandogli il bene della luce, morrebbe di fame, non avendo né luce, né calore, per fare vegetare e fecondare il suo piccolo terreno coperto dalle tenebre della sua volontà, si direbbe di costui: meglio se non fosse mai nato un essere così infelice!.." Gesù
"...Tutto ciò succede all’anima che fa la sua volontà, perciò il male che è più da deplorarsi è il non fare la mia Volontà, perché tolta Essa, muore di freddo per tutti i beni celesti, muore di noia, di stanchezza, di debolezza, perché manca la mia Volontà che fa sorgere la gioia, la forza e la vita dell’operato Divino, muore di fame perché manca la sua luce che fa vegetare e fecondare il piccolo terreno dell’anima, per formare il cibo per il quale deve vivere..." Gesù
Non è una minaccia, è un'addolorata constatazione, se campi così (dice Gesù) ti produrrai una vita brutta, triste e complicata e talmente disperata ed infelice e quindi paradossalmente meglio non sarebbe essere mai nato. Muore di freddo perchè non sente il calore dei beni celesti, si muore di freddo. Poi si muore di noia, le persone che vivono annoiate, non sanno cosa fare del tempo. Capita anche a quelli che sono ubriacati di piaceri terreni che però alla fine danno noia perchè anche se sembrano grandi non riempono la vita. I piaceri bassi e violenti in Paradiso non ci saranno. La noia è l'incontrario della gioia. Chi vive nella dv sta nella gioia e non si annoia mai. Sembra che il tempo sia troppo poco per dedicarlo a Dio. Poi la stanchezza. Chi fa la sua volontà è sempre stanco, chi fa la dv anche se concede poco al proprio corpo (il santo Curato d'Ars dormiva poche ore a notte e mangiava pochissimo), - grazie straordinarie - però sicuramente si avverte una grande forza soprannaturale che ti dà vigore e si possono ridurre i tempi di riposo. Muore di debolezza, nella dv si avverte questa grandissima forza intrinsica forza. Muore di fame, noi abbiamo la fame di essere amati, e se qualcuno non ce la soddisfa noi la andiamo a cercare questa soddisfazione, ma nel mondo non si trova il rimedio alla fame e se tu non abbracci la dv non troverai mai una risposta alla tua fame.
"..Le creature credono che non sia un gran male il non fare la mia Volontà, invece racchiude tutti i mali insieme” Gesù
Tu puoi fare l'opera oggettivamente più santa di questo mondo, agire per lo zelo di Dio, ecc... ma se chi ti muove è un principio umano, una volontà umana...
"..sono come opere portate dal vento impetuoso, che, con la sua forza, riduce in polvere città, ville, case sontuose e ne fa un mucchio..." Gesù
Anzichè fare del bene, come una ruspa fanno piazza pulita di tutto. Producono danni e non cose positive.
"..Quante volte il vento impetuoso della propria stima, della propria gloria, il vento furioso di piacere alle creature, attera le opere più belle ed io sento la nausea della stesso bene?.." Gesù
Dobbiamo fare attenzione alle cose profonde (vedi i 10 volumi), i canoni classici dell'ascetica rimangono. Chiediamoci: perchè sto facendo così? E per chi sto facendo questa? Potrei dire al Signore: questa cosa la sto facendo per Te e non per piacere alle creature? O perchè le creature mi stimino? Ci sono ampi margini di meditazione.
"...Perciò non c’è rimedio più efficace, più adatto, più guaribile, che impedisca il furore di questi venti nell’anima, che la forza, l’eclissi della luce della mia Volontà, dove c’è questa forza, questa eclissi di luce Divina, si impedisce a questi venti di soffiare e la creatura vive, sotto l’influsso vitale d’una Volontà Divina, in modo che in tutti i suoi atti, piccoli e grandi, si vede il suggello del Fiat, sicché il suo motto è: “lo vuole Iddio lo voglio io e se non lo vuole Iddio non lo voglio anch’io”.
Se siamo dentro questo orizzonte, questi venti non potranno più soffiare. E non faremo danni anche se avremo delle buone intenzioni. E' cosa più dolorosa accorgersi che con tutte le migliori intenzioni si sono combinati dei danni perchè quell'opera non aveva principio nella volontà di Dio.
Infine l'equilibrio. Il don raccomanda a sè e a tutti, la ricerca costante dell'equilibrio in tutte le cose. Dio è equilibrio perfetto e non muta. E' pericoloso non muoversi mai dai propri principi, noi perfetti non siamo e quindi la nostra vita sarà una continua tensione verso equilibrio. Quando si cammina si cambia eccome e il cambiamento è una condizione strutturale dell'essere umano e noi dobbiamo sistemare le cose. Il complesso delle virtù cristiane è come una grandissima orchestra. Dove ognuno suona al momento giusto. Un santo non è soltanto che ha una fortezza eroica, assieme alla fortezza c'è anche la temperanza, prudenza, giustizia, ecc... e tutte le virtù connesse alle altre. E non ci dev'essere uno squilibrio tipo io prego 10 ore al giorno, faccio digiuni ma poi trascuro i doveri mancando alla virtù della giustizia. Questo equilibrio si riflette in come la persona fa e si esprime. E' una gamma amplissima. Noi facciamo trasparire lo stato in cui si trovano. Si vede se stiamo camminando verso l'ordine o no.
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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