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martedì 21 aprile 2020

Conoscere tutti i dolori e tutte le gioie

Gesù spiega a Luisa come la vita nella divina Volontà sia la missione più grande, più alta e sublime che si possa concepire e l'anima chiamata ad essa dovrà, come Gesù, conoscere l'immensità di tutti i martìri, pene e dolori per esserne regina e forza dei martiri, ma insieme a questo anche fonti inesauribili, innumerevoli e immense di gioie, contenti, grazie e felicità. Libro di Cielo, Volume 14, 23 Agosto 1922, Mercoledì 20 Novembre 2019

23 Agosto 1922 Nell’anima che vive nella Divina Volontà si forma la sorgente di tutti i dolori ed anche quella di tutte le gioie

Il brano di oggi sicuramente lascia abbastanza esterefatti però il significato dell'Italiano è abbastanza chiaro per ciò la meditazione potrebbe cominciare dalle frasi finali di Gesù:

"...Vedo che ti spaventi nel sentir ciò, no, non temere,.." Gesù

Commento del don: qui non si capisce bene perchè se senti alcuni commentatori pare che vivere nella divina volontà sia la cosa più bella e facile che esista, se senti altri sembra che sia una cosa irta di croci e difficile. Chi ha ragione?

Punto primo (secondo il don) sono vere tutte due le cose ma punto secondo non è possibile - basandoci su questo brano - fare una cosa piccina, una strada in discesa verso il Paradiso costellata di fiori, piaceri di ogni genere senza altro. Non è proprio possibile, perchè se la vita nella dv è la Santità delle Santità e se in tutta la storia della vita della Santità Ordinaria il mistero della croce ha sempre giganteggiato - non solo come forma di amore alle pene di Gesù crocifisso ma anche come partecipazione ai suoi dolori, se è così nella santità ordinaria possibile che la vita nella dv sia estranea a questo?

Gesù nel Vangelo non ha mai ingannato dicendo che andrà tutto bene, sarà tutto tranquillo e disteso e sappiamo per esempio dal Vangelo di San Giovanni - dopo il discorso di Gesù e sul Pane Vivo disceso dal cielo, San Giovanni nota che dopo il discorso molti discepoli se ne andarono via da Lui. E il prequel di questa defezione di massa è: questo linguaggio è duro, chi può intenderlo? --- dopo queste promesse entriamo nel brano:

Mi sentivo oppressa e sofferente ed il mio interno come se stesse in continuo atto di subire nuove distruzioni ed annientamento del mio povero essere... (Luisa)

Si tratta di pene innanzitutto interiori, non si tratta di pene esteriori a quello che lei dice - tali però da far avvertire una distruzione del proprio essere (ricordiamo la meditazione di ieri, le pene incarnate di Gesù - non erano sofferenze di tipo fisico (chissà quale malattia mi prenderà ma cose interiori). E tanto forti da pregare Gesù che gli desse forza e questa forza serviva a prendersi una nuova morte.

".. Ecco perciò la necessità che la mia Volontà le sia Vita, altrimenti chi le darebbe la forza in tanto soffrire?.." Gesù - capito perchè occorre la Vita della Divina Volontà dentro di te? Perchè altrimenti sarebbe impossibile resistere e sostenere questo tipo di pene e di morti. Poi Gesù dice:

C'è la festa di Gesù Cristo Re dell'Universo, in senso profondo uno non può essere Re cioè superiore a qualcosa o qualcuno se il Re non contiene in sè non soltanto ciò che quel qualcosa o qualcuno contiene ma più di lui. Per esempio, se io dico che la Madonna è la Regina degli Angeli - la Madonna di per sè è una creatura umana - vuol dire però che Maria è superiore a loro - cioè ciò che gli Angeli sono ed hanno, la Madonna ce lo ha prima e di più di loro altrimenti non sarebbe loro Regina. La natura angelica è oggettivamente superiore alla natura umana ma ciò che gli angeli sono ciò e che hanno, la Madonna ne ha più di loro. Ecco perchè è loro regina. Dire che Gesù è Re dell'Universo - non soltanto quello materiale ma anche quello spirituale - cosa vuol dire? Quanti martiri ci sono stati nella Chiesa Cattolica? Quante pene hanno sofferto? Quanti dolori hanno subito le persone? La regalità di Gesù non dipende dal fatto che Lui è Dio - perchè Dio è superiore a tutti - ma la regalità di Gesù dipende direttamente dal suo essere stato uomo perfettissimo e che è stato capace di vivere in sè tutto - eccetto il peccato - ciò che l'uomo vive specialmente le conseguenze brutte del peccato che attanagliano l'uomo. Tutti i dolori che Gesù ha patito nella Passione (la flagellazione e la Crocifissione erano pene alternative - il subire l'una avrebbe dovuto escludere l'altra - la flagellazione era così umiliante che non poteva essere sommata con la crocifissione).

Quante volte ci siamo detti che la vita nella dv è la vita di Gesù e di Maria (anche Lei queste cose le ha condivise), quindi significa che tutte le cose vissute da Gesù, verranno fatte vivere a chi verrà chiamato a vivere in essa.

"..E’ necessario avere per dare, ecco perciò ti ho detto tante volte che la missione di chiamare un’anima a vivere nel mio Volere è la più grande, la più alta e sublime, non c’è altra che la possa uguagliare.." Gesù

Gesù dà un principio generale (già noto): tu non puoi dare quello che non hai. Chi vive nella dv - dice Gesù - diventa nel dv Vita e forza di tutti perchè gli atti che compiano in essa ridondano a beneficio di tutti. Il Martire ha dalla dv la forza di affrontare il martirio ma può un'anima che vive nella dv non aver conosciuto il martirio (qui si parla di pene interne)? Le pene interne sono superiori a quelle esterne (meditazione precedente) - Gesù non è stato ferito fisicamente prima della sua Passione - e come facciamo a costituirci forza dei martiri se non lo siamo e non abbiamo conosciuto qualche forma misteriosa di partecipazione ai dolori di Gesù? Qui si parla di sofferenze sante, qui si parla della beatitudine evangelica - beati gli afflitti perchè saranno consolati, qui non si parla (nel Vangelo) di una persona che vive nei piagnistei, che si lamenta sempre delle cose che non funzionano e delle piccole avversità delle vita e dei problemi molto materiali.

Il martire è colui che soffre per la fede. Esempio attuale: di fronte al male che si vedono, di fronte ai figli e figlie della Chiesa che fanno cose da mettersi le mani nei capelli, chi vive questa cosa facendo proprio quel dolore immenso che si vede di fronte a certi spettacoli e che la Madonna e Gesù provano nel vedere tristi spettacoli e lasciando che il dolore ti scavi dentro, ti faccia male e ti laceri interiormente senza affrontarlo o reagire malamente. Il don pensa che questa sia una piccola forma di martirio interiore, rimani dove stai, non ti arrabbi, non sbraiti, non punti il dito contro il prossimo, non dici a Dio Perchè...., non te ne vai dalla Chiesa, ecc.... perchè si rimane a compatire e a soffrire e a farsi carico dei peccati dei miei fratelli e sorelle. Perchè nella Chiesa siamo una famiglia, non posso dire come Caino "sono forse io custode di mio fratello?" Il peccato del mio fratello me lo prendo io. Non è infrequente che un sacerdote buono venga insultato senza colpa (pedofilo es) - uno potrebbe reagire male o mandare a quel paese il prossimo, ti difendi? Abbassi la testa, ti umili e ti fai carico di quella persona e dell'infamia che ti ricade addosso a causa delle mancanze del prossimo. Questa è una sofferenza.

Ci sono una quantità di trasmissioni che portano in piazza alcune cose orribili e portano in piazza vicende di Chiese (vere o presunte) e i fedeli vengono bersagliati a causa di essa. E noi ce le teniamo queste cose, non reagiamo, non sbraitiamo e soffre - noi non abbiamo tanta voglia di soffrire - e la si offre questa sofferenza. Vivere nella dv è una cosa grossa, richiede l'assunzione di questa attenzione - non è una cosa da nulla.

Figlia mia, la mia Volontà abbraccia tutto, stringe in sé tutte le pene, tutti i martiri, tutti i dolori che ci sono nel giro di tutti i secoli, ecco perciò la mia Umanità abbracciò tutto, ciascuna pena, ciascun martirio di creatura, perché la mia Vita non fu altro che la Vita della Volontà Divina e questo era conveniente per compiere l’opera della Redenzione, non solo, ma per potermi costituire Re, aiuto e forza di tutti i martiri, dolori e pene...." Gesù

Lo accetti? Vuoi entrare in questa ottica? Forse un pò lo spavento ci prende, ti fidi di Gesù? Perchè Gesù fa scrivere a Luisa quelle esperienze che ha avuto con lei? Per carità, non possiamo accampare nessun diritto, nè aspettarci che ci capiti la stessa cosa, però grandi croci chiamano grandi grazie e viceversa. E quindi la Santità delle Santità è caratterizzata da tutte le pene e gioie che ha caratterizzato la vita di tutti i santi.

Non si tratta del don che tiene la meditazione, ci sono dei testi scritti. Io quando leggo un testo, non ne posso prendere il 95% del testo e lasciare da perdere il 5% che non mi piace, questo lo fanno gli eretici. Lutero dice (ad esempio) cche la Fede è il principio della giustificazione (e lo dice anche San Paolo), ma dice anche che non servono le opere (cosa sbagliata, servono le opere). San Giacomo (che nelle sue lettere combatte questa visione solo fideistica della fede) è stato tolto da Lutero perchè non gli piaceva - non era conforme alla sua visione. Noi non lo possiamo fare. Nel Libro dell'Apocalisse, alla fine, Gesù dice: guai a chi s'azzarda anche a togliere o modificare anche un solo trattino - ma io non ci capisco nulla - fa niente, tu non lo devi toccare. Perchè se Dio dice una cosa non puoi fare quello che ti pare.

Dobbiamo avere una visione soprannaturale nelle situazioni di pene e di morti che ci capitano nell'esistenza comprendendo che il Signore ce le fa vivere perchè sta formando in noi la fonte dei dolori in aiuto di tutta l'umana famiglia. E questo significa che assieme ai dolori, sta formando anche la sorgente di tutte le gioie e grazie. Il pacchetto si prende intero. Felicità vera (a chi vive nella dv) ma questo non sarà possibile se la persona non abbraccerà anche tutti i dolori che gli daranno.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

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