Gesù spiega a Luisa come nemmeno a Lui fu consentito dalla Divina Giustizia di prendere tutte le pene degli uomini, chiudere Purgatorio e Inferno e stornare e fermare tutti i flagelli. In Dio, insieme all'amore, c'è infatti la Giustizia. Se si sceglie di vivere nella Divina Volontà bisogna ricordare che finisce la vita propria, perché vivere nel Divin Volere significa proprio vivere senza vita propria abbracciando tutte le vite insieme. Libro di cielo, Volume 12, 19-23 Marzo 1920, 26 Giugno 2019
19 Marzo 1920 Il vivere nella Divina Volontà è vivere a nome di tutti
La vita nella DV è vivere senza vita propria.
"..sicché la tua vita finì, la tua volontà non ha più ragione di vivere .." Gesù
Basterebbero queste due frasi da meditare con sufficiente attenzione per avere materiale da meditare.In Luisa c'erano santi rigurgiti di vita propria (volere le sofferenze di Gesù, poi voleva stare nascosta, non trattare con le persone - 2° brano) e Gesù la ammoniva, Gesù non voleva questo. Queste piccole cose ci fanno comprendere un'aspetto della vita nella DV che non dobbiamo mai dimenticare: che si tratta di una morte continua di noi stessi. Questa è una vita che ci rende felici, beati e che porta grande santità ma non dobbiamo dimenticare o illuderci che sia una via tutta rose e fiori dove non ci sia nessuna difficoltà senza nessuna fatica. Ci ritroveremo spesso e volentieri, ahimè la nostra umana volontà (pompata dal diavolo) risorge attraverso mille pretesti spesso buoni e santi difficilmente riconoscibili e combattibili. Il desiderio di soffrire con Gesù - di unire le nostre sofferenze a quelle di Gesù, di scomparire a tutti. Ma la prima creatura che ha dovuto sacrificare questo desiderio è stata la Madonna e la sua grandezza oggettiva (di quello che sappiamo con certezza); a 3 anni è entrata nel Tempio e nel tempo della pubertà è stata data a sposa a Giuseppe e ha dovuto cambiare scelte. La Madonna avrebbe desiderato andare in cielo con suo Figlio ma così non è stato. I religiosi tra i consigli evangelici il voto più impegnativo è l'obbedienza, essere legati alla vita di un'altro (i francescani portano tre nodi per dire che sono legati) / si vive nel sacrificio continuo della propria volontà. Questo, senza essere religiosi, i tempi che ci passano dinnanzi - ci sono tempi di gioie e di grandi sofferenze - ci vuole una grandissima santità per vivere indifferenti entrambi gli stati (e magari ringraziare il Signore delle sofferenze) e bisogna anche saper ringraziare il Signore delle croci. Noi non possiamo anche nel bene decidere di testa nostra - perchè bisogna capire cosa vuole il Signore. Questo non deve comportare una paralisi ma quando le circostanze si muovono in un certo modo non dobbiamo incaponirci a volere una cosa ma capire cosa il Signore vuole da noi.
Hai detto sì? Queste meditazioni sono rivolte a chi ha fatto una scelta e non si torna indietro. Allora Gesù si muove di conseguenza. Da quando hai detto questo la tua vita è finita. Bisogna farci rivoltare come un calzino se il Signore lo desidera. Stare a queste cose. Perchè ci sono dei momenti in cui il Signore questo ci chiede.
Esiste l'amore di Dio e anche la Giustizia.
“Ah! figlia mia, quietati, altrimenti mi fai male, squarci più profondi apri nel mio cuore. Mi vuoi tu forse sorpassare? Anch’Io avrei voluto racchiudere in Me tutte le pene delle creature; era tanto l’amore verso le creature, che avrei voluto che nessuna pena più le toccasse, ma non potetti ottenere ciò, dovetti sottostare alla sapienza ed alla giustizia del Padre, che mentre mi permetteva di soddisfare in gran parte alle pene delle creature, per tutte le pene non volle la mia soddisfazione e questo per decoro e per equilibrio della sua giustizia. La mia Umanità avrebbe voluto tanto soffrire, per poter mettere termine all’inferno, al purgatorio ed a tutti i flagelli, ma la Divinità non volle e la giustizia disse al mio amore: “Tu hai voluto il diritto dell’amore e ti è stato concesso ed io voglio i diritti della giustizia.” Io mi rassegnai alla sapienza del Padre mio, la vidi giusta, ma la mia gemente Umanità sentiva la pena per le pene che spettavano alle creature. Nel sentire i tuoi lamenti di non patire, sento l’eco dei miei lamenti e corro a sostenere il tuo cuore per darti forza, sapendo quanto è dura tal pena, ma sappi però che questa è anche una pena del tuo Gesù.” Gesù
Se fosse dipeso dal cuore della Madonna e di Gesù, Lui avrebbe voluto prendere tutte le pene, chiudere il purgatorio e anche all'Inferno. Le sofferenze di Gesù bastavano ed avanzavano / qua Gesù parla come Mediatore. Cosa dice la Sapienza del Padre? Non è giusto che Gesù si prenda tutto. In parte quello che ci siamo meritato - in piccolissima parte è bene che lo scontiamo noi - non sarebbe neanche educativo. Se fosse così uno potrebbe peccare di continuo tanto paga Gesù il conto integrale senza nessun tipo di contributo proprio. La Divina Giustizia non ha voluto e questo non è. Se per Gesù era così, accettalo anche te (a Luisa) quindi Luisa si prende le sofferenze quelle sofferenze che la Divina Giustizia le assegna. Gesù e la Madonna sanno che la giustizia esiste, se fosse per loro si prenderebbero tutte le pene ma non si può fare. Diffidiamo da chi ignora questo punto fondamentale perchè chi lo ignora o lo nega fa un pessimo servizio perchè tradisce la verità ed illude inutilmente le persone. Quando noi facciamo un guaio c'è solo il Sacramento che rimette colpe e pene: Il Battesimo, la Confessione rimette la colpa ma non la pena ed ecco perchè esiste la penitenza sacramentale. Il fatto che ci sia ti ricorda che quello che hai fatto è un guaio se ti vuoi risparmiare il Purgatorio. E' un pò come prima di fare la Comunione, ci si può scambiare il gesto della pace che dice che se non stai in pace con tutti la Comunione non la puoi fare. Il fine del gesto di pace non è fare baccano ma se vissuto santamente ricordarti che devi essere in pace. La penitenza dovrebbe essere adeguata alle forze del penitente, in base alla gravità dei peccati il confessore nel suo discernimento dovrebbe fare qualcosa. Il confessore può aiutare ma non può sostituirsi al 100% ma è sempre una cosa simbolica. Il 90..o qualcosa di più le ha prese Gesù ma tu ci devi mettere una parte. Da queste cose non ci si smuove.
“Figlia mia, quando Io ti domandai se tu acconsentivi a voler far vita nel mio Volere, tu accettasti dicendo: “Dico sì, non nel mio volere, ma nel tuo, affinché il mio abbia tutto il poter ed il valore d’un sì di un Voler Divino.” Quel sì esiste ed esisterà sempre, come esisterà il mio Volere, sicché la tua vita finì, la tua volontà non ha più ragione di vivere ed ecco perciò ti dissi che stando nella mia Volontà tutte le creature, a nome di tutta l’umana famiglia vieni a deporre in modo divino, ai piedi del mio trono, nella tua mente, i pensieri di tutti per darmi la gloria di ciascun pensiero, nel tuo sguardo, nella tua parola, nella tua azione, nel cibo che prendi, anche il sonno, quello di tutti, sicché la tua vita deve abbracciare tutto; e non vedi quando qualche volta, oppressa dal peso della mia privazione, qualche cosa ti sfugge di ciò che fai e non unisci tutta l’umana famiglia insieme, Io ti richiamo e se non mi dai retta, afflitto ti dico: “Se non vuoi seguirmi, Io faccio da solo.” La vita nella mia Volontà è vivere senza vita propria, senza riflessioni personali, ma è la vita che abbraccia tutte le vite insieme. Sii attenta in questo e non temere.” Gesù
Esortazione a deporre tutta l'umana famiglia ai piedi del Suo Trono.Questa vita non è solo una vita personale e anche santificazione propria ma è una vita di farsi carico di tutti i pensieri, sguardi, ecc... e quando agiamo nella DV dovremmo avere l'intenzione di prenderli a tutti e portarli tutti a Gesù. Altra cosa che dobbiamo tenere presente e non dobbiamo mai dimenticare.
23 Marzo 1920 L’anima vuole il nascondimento e Gesù la vuole come luce
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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