Quarta Ora
L'anima si porta nell'Eden e si unisce alla festa di Dio nella creazione dell'uomo.
Gesù, Vita mia, sento che il tuo Amore mi spinge a Te; il tuo Volere a Te mi chiama,
perché vuole che io sia presente a tutti gli atti suoi. Mi sembra che Tu non sia
contento se io non assisto a tutte le operazioni della tua Volontà; ed ancorché non
sappia far nulla, pure Ti contenti che io rimanga spettatrice e ripeta il mio
ritornello: "Ti amo, Ti adoro, Ti benedico, Ti ringrazio".
Ed eccomi nell'Eden: ivi Ti contemplo, Amor mio, mentre col Padre e con lo Spirito
Santo stai formando il tuo caro gioiello, il tuo capolavoro, la
bella statua dell'uomo. Con quanto amore la formi, quanta bellezza le infondi, di
quali divine sfumature la investi! Mentre stai plasmandola, spesso, sostando, la
guardi, l'ammiri ed entusiasta dici: "Com'è bella la statua mia!" Il tuo Amore allora
palpita forte, sino a traboccare! Non potendolo più contenere, alitandolo in lei, le
doni la vita e la tua somiglianza e così crei l'uomo. Tu lo colmi dell'Amor tuo, sino a
fargli formare i suoi mari d'amore per amare il suo Creatore. L'amore creato allora si
tuffa con le sue onde altissime nell'Amore Creante e tra il Creatore e la creatura si
svolge una fervida gara.
Oh Gesù, anche il mio amore freme in quest'atto sì solenne della creazione
dell'uomo! Io sento che la tua voce creatrice così si esprime: "Quanto è bella la mia
creatura! L'eco del suo amore Mi alletta e Mi ferisce, la sua voce risuona dolce e
melodiosa al mio orecchio, teneri e forti sono gli abbracci che essa Mi dà. Oh, come
godo di averle dato la vita! Essa formerà il mio contento, la mia gioia!..."
Vita mia, anch'io voglio ricevere il tuo alito creatore; anch'io bramo amarti ed
adorarti con quella stessa perfezione e santità, con la quale Ti amò e Ti adorò il mio
primo padre Adamo. Sebbene indegna creatura, voglio ricevere pure io i tuoi mari di
amore e di luce per poter formare a mia volta onde altissime che, giungendo fino a
Te, mi mettano in gara col mio Creatore! Sì, Ti do amore per ricevere altri mari di
amore e con le mie onde Ti chiedo che venga il tuo Regno e che il tuo FIAT sia
conosciuto.
Oh Gesù, io entro ora nell'Unità della tua Volontà, affinché la mia volontà sia una con
la Tua, uno l'amore. In questa Unità che tutto abbraccia, la mia voce risuoni nel
Cielo, investa tutta la Creazione, penetri nei cupi abissi e dica e gridi: "Venga il
Regno del tuo Volere Divino; sia fatta la tua Volontà come in Cielo così in terra! Io
faccio mia la santità, la gloria, l'adorazione, il ringraziamento, i pensieri, gli sguardi,
le parole, le opere, i passi di Adamo innocente per offrirti la ripetizione degli atti
suoi; e Tu, vedendo in me la tua Divina Volontà operante, concedimi, Te ne prego,
che venga il tuo Regno!"
Nell'Eden era sempre festa tra il Creatore e la creatura; l'uomo era diventato il
trastullo divino, la letizia, la felicità più gradita del Padre Celeste. Col possesso della
Divina Volontà in cui viveva egli godeva il primato sull'universo, tutto era ordine ed
armonia, persino il cielo, le stelle, il sole, il mare, si sentivano onorati di servire e di
ubbidire ai suoi cenni. Adamo era il sorriso, era la gioia di tutta la Creazione; ogni
cosa gli ricordava il suo Creatore e Dio era tutt'occhi su di lui, faceva sì che nulla
mancasse alla pienezza della sua felicità.
Infatti, vedendolo solo, con lo scopo di renderlo doppiamente felice, lo fece
addormentare fra le sue braccia; durante l'estasi profonda gli tolse una costola e da
questa ne formò la donna, che gli diede per compagna. Oh, come questa prima nostra
madre Eva, restando anch'essa nell'Unità del Divino Volere, gareggiò con Adamo nel
lanciare onde sublimi d'amore a Colui che le aveva donata la vita!
Mio Gesù, nell'Unità del tuo Divino Volere immergo anch'io la povera anima mia. Io
non uscirò giammai da queste gigantesche onde d'amore con cui i nostri progenitori
amarono e glorificarono la Maestà adorabile; da esse emetterò continuo il mio
grido: "Venga il tuo Regno, la tua Volontà ovunque sia conosciuta e adempita!"
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