Luisa avverte la "fame" della Divina Volontà e della sua vita in lei. Gesù la ammaestra su quanto Egli sia ben felice di soddisfare questi santi e profondi desideri. Libro di Cielo, Volume 34, 5 Gennaio 1936, Venerdì 28 Luglio 2023
5 Gennaio 1936
Quindi si vive nel Voler Divino si forma la piccola vita della Divina Volontà nella creatura. Come essa viene amata di nuovo con duplicato amore da Dio.
Lo sfondo di questo brano che abbiamo ascoltato è una delle beatitudini pronunciate da Nostro Signore: beati voi che adesso avete fame perchè sarete saziati. Verrà un tempo in cui sarà fame di ascoltare la Parola di Dio (non si sa a che profezia si riferisca dice il don).
La mia piccola e povera volontà sente l'estremo bisogno del Volere Divino, senza di Esso mi sento digiuna, senza forza, senza calore e senza vita, anzi sento la morte ad ogni istante, perché, mancandomi, non vi è chi possa sostituirsi ad alimentare la sua vita in me. Perciò vado ripetendo: “ho fame, vieni oh Volontà Divina a darmi la tua vita per saziarmi di te, altrimenti io muoio”....." Luisa
Gesù dice nel Vangelo che la sua carne è vero cibo e il suo sangue è vera bevanda. Luisa è riuscita a vivere in questa dimensione: la fame è un bisogno primordiale, purtroppo la fame è una condizione che noi patiamo contro la nostra volontà - noi su questa terra non mangiamo per diletto ( lasciando perdere i golosi) ma perchè altrimenti moriamo di fame. Siccome Colui che è la Parola non usa parole a caso, quando dice che beati coloro che hanno fame e sete della giustizia, nella Sacra Scrittura giusti sono coloro che si conformano alla Volontà di Dio. Non siamo molto lontani da quello che dice Luisa. Vuol dire che ciò che la fame e la sete rappresentano come bisogno ineluttabili, trasferito nell'orizzonte soprannaturale. Ciò che la fame e la sete rappresentano per noi (nell'orizzonte terreno) dovrebbero essere trasferiti nell'orizzonte soprannaturale come desiderio impellente o folle. E' chiaro che le beatitudine Gesù le pronuncia ai suoi discepoli, non alle folle, quando sale sul monte (Matteo 5) anche se c'erano le folle che lo seguivano, il Vangelo nota che gli si avvicinarono i suoi discepoli - questa cosa (la fame e la sete soprannaturali) non nasce dall'oggi al domani e non nasce in un contesto di vita disordinato o lontano da Dio o anche soltanto di tiepida o mediocre vita di fede. Certo che per vivere nella divina volontà, basta volerlo o desiderarlo però ci vuole una base di partenza necessaria che è, primo il desiderio di farsi santi e secondo di essersi già incamminati perchè come sappiamo la vita nella dv è la santità delle santità - quindi occorrono delle basi. L'opzione per la santità non è da darsi per scontata, perchè la santità è diversa dall'essere un semplice fedele. Il don ridice per l'ennesima volta, Santa Teresa d'Avila spiegava che se uno vuole andare in Paradiso, non è troppo difficile - c'è una porta stretta, indicata dai 10 comandamenti e poi ci vuole la vita della grazia, almeno un pò devi pregare, farti la Messa almeno una volta alla settimana, almeno confessione mensile o quanto meno all'anno. La Santità è un'altra cosa, la santità parte da una vita di fede base, la santità ci porta a praticare le virtù cristiane in grado eroico. Esempio del don: tra un ragazzino che gioca a pallone nel rione del quartiere e un giocatore che gioca nell'ambito del calcio professionista ai massimi livelli ci saranno delle differenze, ma per diventare un fenomeno ci vuole un talento naturale...il defunto Maradona si dice che era nato con questo talento. Ma però poi Maradona è dovuto entrare in un club e cosa fanno a livello di preparazione atletica questi signori per mantenersi in forma? Che allenamenti fanno le persone per crescere nel gioco? Da un punto di vista oggettivo, per diventare un campione affermato devi fare dei sacrifici grossi, profumatamente pagati ma devi farli altrimenti non arriverai mai a quei livelli. Noi non possiamo pensare che la santità sia diversa da un discorso di questo genere. Vuoi diventare santo? Una persona ha contattato il don - su Twitter - dicendogli che l'ha messa sotto un treno (a suo dire) citando Padre Pio che bisogna mettersi bene in testa che se una persona vuole diventare santa deve andare a Messa tutti i giorni e fare la confessione ogni 8 giorni senza sgarrare. Ma questo non basta perchè ci vuole il rosario, la meditazione ecc... non ci sta niente di cui scandalizzarli. E non è detto che se una persona faccia queste cose diventa santo, perchè - come ha detto Gesù anche oggi - ci vuole l'attenzione e per avere alti livelli di santità - quindi oltre a questi strumenti (preghiera continua ecc..) che ti procurano un tasso di grazia notevole per esercitare le virtù in grado elevato dall'ordinario, le devi praticare. Il calciatore famoso fa allenamenti massacranti, deve poi però giocare la partita facendo poi il fenomeno. La santità bisogna viverla e le virtù bisogna praticarla. E' dentro questo contesto si inserisce la vita nella divina volontà. Qualcuno va in giro dicendo che vivere nella divina volontà è facilissimo ma se senti don Leonardo non sembra. Luisa Piccarreta - nei primi volumi - prima di diventare la piccola figlia della divina volontà cos'era? Gesù se l'è sposata di fronte ai Santi del Cielo, il Matrimonio Mistico è la forma più alta possibile di unione mistica su questa terra con Dio. Più di questo non c'è. Ma poi ha fatto l'offerta come vittima. Si è consegnata nelle mani di Gesù offrendosi a qualsiasi sacrificio che Gesù le possa chiedere (le crocifissioni, il liquido amaro dentro Luisa, ecc...). E' dentro questo contesto a 46 anni, nel 1911 Gesù la introduce in questo mondo.
Il don non vuole scoraggiare nessuno, perchè se uno deve aspettare di aver fatto il Matrimonio Mistico ed essere una vittima ce ne andiamo tutti a casa. Non sta dicendo questo, però non sta dicendo che la divina volontà arrivi per caso. C'è un contesto, chi non ha voglia di diventare santo, che senso ha ascoltare o leggere queste cose? Perchè questa è la santità delle santità. Santa Teresa d'Avila dice cosa ci vuole per il viaggio per la santità ci vogliono due cose: 1) ci vuole una volontà ferma e risoluta di intraprendere questo cammino, non una mezza volontà, un magari, o un forse, o che bello sarebbe, ci vuole la volontà ferma e risoluta - molti scrivono al don: padre sto allacciato ai vincoli del peccato, come si esce da questa cosa? Mi occorre un consiglio - chiedono. Il don dice: chiunque ascolti o legga, sappia che se sta ancora impigliato in un peccato la prima cosa che vuole andare a vedere è se ci vuole rinunciare, alcuni peccati sono piacevoli ai sensi. Questa cosa da oggi in poi io non gusterò più questa cosa. Se non c'è una volontà risoluta non si farà mai nulla - anche di materiale. Ma poi non basta. La santità viaggia su due rotaie: volontà ferma e risoluta e la costanza e perseveranza (seconda rotaia). Io inizio un cammino, qualsiasi ostacolo che troverò lo affronterò, la costanza permette di superare gli inevitabili ostacoli che ci saranno e la perseveranza ci permetterà di superare il logorio del tempo: tu non diventi santo dall'oggi al domani. Puoi darsi che siano 6 anni che tu ascolti le meditazioni sugli scritti e ancora traballi o cadi, ma che fai? Ti scoraggi? L'importante è andare avanti e non tornare indietro. Sono tantissime le persone che tornano indietro.
Purtroppo la vita di santità ha questa legge: una volta che tu arrivi a certi risultati o livelli, non devi retrocedere a meno che non soppravviene una condizione di forza maggiore - esempio: se una persona fa tanti digiuni ma ad un certo punto si ammala sul serio o ha una necessità legate ad uno stato legato alla salute di non poter digiunare è un discorso. Ma se inizia ad allentare o smettere per pigrizia, cattiva volontà o negligenza è tutt'altro discorso. E' un problema. Se una persona pregava ore e ore in ginocchio smette perchè si stufa è un problema, ma se smette perchè si è andato a compromettere le articolazioni delle ginocchie o altro e il medico dice di smetterla è un'altro discorso. Il don ha fatto esempi feriali tratti dalla vita ordinaria, la vita spirituale non ha leggi diverse dalla vita ordinaria. Se una persona, per raggiungere un'obbiettivo, nella vita ordinaria deve guardare l'obbiettivo e puntarci con risolutezza ed usare tutti i mezzi per arrivarci. Quanta gente inizia un corso di laurea - anche semplice e lo lascia per aria? Quando il don di iscrisse alla giurisprudenza....su 100 iscritti quanti si laureavano - anche fuori corso (anche al 10° anno)? il 7%. E Giurisprudenza era chiamata la facoltà Cenerentola, non avendo la difficoltà di altre - era chiamata la comunità degli sfaticati. Il don ha visto altre lauree più complicate. Un libro di 1000 pagine devi però sputarci sangue. Molte persone pensano che la facoltà di legge sia facile ma non è così. Nelle vite spirituali è lo stesso discorso.
La fame - Luisa sente una fame estrema di viverci in essa, avendoci già iniziato a vivere.. in questa vita ci sono due espressioni bibliche: saranno saziati, cioè troveranno l'appagamento dei loro grandi desideri di fondo. Non è che se tu vedi la Madonna una volta sei appagato per sempre (sia qua che in Paradiso), non funziona così. Tu la vuoi rivedere ogni giorno. Se hai avuto delle percezioni della divina volontà specie quelle intense, ti viene poi la fame come quella materiale. E Gesù dice che quando ci sono questi deliri,...
"Figlia mia benedetta, i tuoi deliri, la tua fame per cui senti l'estremo bisogno di sentire in ogni istante la vita della mia Volontà, sono ferite al mio cuore, sono strappi d'amore che, facendomi violenza, mi fanno correre, volare, per venire a farti crescere la vita della mia Volontà in te. Tu devi sapere che come la creatura vuol fare la mia Volontà per vivere ed emettere i suoi atti in Essa, chiama il suo Creatore, il quale si sente chiamato dalla potenza del suo stesso Volere nella creatura, cui non è dato di resistere o di mettere il minimo indugio....." Gesù
Gesù non vede l'ora di accontentare queste cose.
"..Anzi siccome non ci facciamo mai vincere in amore, come vediamo che sta per chiamarci, non le diamo il tempo, noi chiamiamo essa ed essa corre nel nostro Essere Divino come nel suo proprio centro, si getta nelle nostre braccia e Noi la stringiamo tanto, da trasformarla in noi, succede un accordo perfetto tra il Creatore e la creatura ed è tanta la nostra enfasi d'amore, che l'amiamo di nuovo, l’amore è duplicato; ma ciò non basta, le diamo tale comunicazione del nostro Essere Supremo, da farci amare con amore nuovo e duplicato da essa e se tu sapessi che significa essere amato da Dio con amore nuovo e duplicato e poterlo amare con amore nuovo e duplicato!..." Gesù
Gesù ci dà il suo amore per poterlo amare bene.
"..Dio ama se stesso nella creatura, tutto è suo, quindi non c’è da meravigliarsi se mette in campo il suo sempre nuovo amore, lo duplica, lo centuplica quanto vuole e dà grazia ad essa di farsi amare col suo stesso amore, se ciò non fosse, si vedrebbe grande disparità tra chi può amare e chi non può amare e la povera creatura resterebbe umile, annientata, senza slancio ed unione d'amore col suo Creatore e quando due esseri non si possono amare con eguale amore, l'ineguaglianza già produce l'infelicità, mentre la nostra Volontà è Unità e liberamente dà alla creatura il suo amore per farsi amare, dà la sua santità per farla santa, la sua sapienza per farsi conoscere, non vi è cosa che possiede e che non vorrebbe darle...." Gesù
Devono fare molta attenzione gli sposi, è brutto quando c'è un'amore che funziona solo da un lato e non dall'altro e non c'è un'uguaglianza. Perchè l'ineguaglianza produce infelicità, perchè chi da di più lo percepisce che l'altro lo dà di meno. Interroghiamo il nostro cuore e se Dio dovesse accontenarsi del nostro amore umano non sarebbe stato appagato. Per giungere a queste vette ci vuole attenzione somma. Il lavorio perpetuo che facciamo dev'essere costante, può darsi che tu un giorno vada a letto rendendoti conto che non hai fatto nessun atto di fusione o altro (speriamo di no), pochi atti attuali, sono rimasto con la testa per aria ecc... ma domani andrà meglio. Quando si hanno le due risorse (costanza e perserveranza) presto o tardi qualcosa accadrà altrimenti non succederà mai nulla.
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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