Gesù torna a ribadire l'importanza di chiamare la Divina Volontà a scorrere in tutti gli atti della creatura, evitando di dare spazio al volere umano che forma solo vita infelice. Non è possibile che una persona che viva nella Divina Volontà non senta Gesù e le dolcezze della sua presenza. Libro di Cielo, Volume 32, 2 Settembre 1933, Martedì 11 Aprile 2023
2 Settembre 1933
Canali, commercio tra il Cielo e la terra, traffici dell'anima che vive nella Divina Volontà. Gara d'amore tra creatura e Creatore.
Il don vorrebbe iniziare la meditazione dalla fine del brano. Il don si è fatto una convizione un pochino particolare, perchè nel corso della Chiesa è successo di anime che sono state anche per anni in stato di aridità spirituale, non senti nulla, vai avanti nel cammino a forza di pura e buona volontà, non avverti la presenza del Signore e non avverti consolazioni, non avverti la sua presenza ecc... sono esperienze conosciute in ascetica e ovviamente si dice che la fedeltà dell'anima gli procura immensi meriti di fronte all'Altissimo. E' chiaro che anche chi vive nella dv, Nostro Signore fa qualche piccolo istante di black-out perchè ci fa bene, ma è qualche piccolo istante. Da quello che è dato di capire - non possiamo fidarci troppo delle nostre esperienze soggettive, non si può fare ordinariamente di un'esperienza vissuta una legge universale - però personalmente al don sembrava molto strano che vivendo nel dv la persona stesse in uno stato di aridità e di quelle cose che se non sono vissute con grande fede portano la vita di fede verso la tiepidezza o mediocrità.
"...Perciò non ti allarmare quando senti che tutto è silenzio in te, sono brevi incidenti, perché sono Io stesso che sento il bisogno di far sentire che la mia vita esiste in te...." Gesù
Gesù sente il bisogno di darti un segno tangibile o sensibile, non è un modo sensibile ai sensi esterni. Ma è quella cosa che è nei sensi interni e che caratterizza le varie modalità di manifestazione del Signore nell'orazione (le consolazioni, i tocchi, quelle sensazioni di sentirsi amati, le lacrime ecc..).
"...Stare e non farmi sentire, sarebbe il mio più crudo martirio,lo posso fare per poco,..." Gesù
Gesù non vuole martirizzare l'anima e anche sè stesso.
"..quindi non darti pensiero, vivi tutta abbandonata in me ed io penserò a tutto."
L'importanza capitale dell'abbandono
"...Figlia buona, vivere nel nostro Volere e non avere essa a che fare con Noi e Noi con essa, né aver che dire, né Farci sentire, ci riesce impossibile; se ciò fosse, non sarebbe più vita nostra che svolgiamo nella creatura, ma un modo di dire, non una realtà, la vita sente il bisogno assoluto di muoversi, di farsi sentire, di respirare, di palpitare, di parlare, di dar calore. Come si può soffocare una vita, stare, vivere e non farsi sentire? Ciò è impossibile a Dio ed alla creatura...." Gesù
Gesù parla a nome della Santissima Trinità. E' impossibile, se una persona vive nel loro volere che Loro non si fanno sentire e che non si vive una vita assieme. E' vero che non possiamo lasciare il parametro della valutazione della realtà che viviamo (che è più grande di noi) a quello che sentiamo, sarebbe insufficente però Gesù dice che è impossibile che si viva nella dv e poi non si senta nulla. Non puoi vivere nella dv ed avere un rapporto con Dio come uno sconosciuto. Se questo c'è vuol dire che in noi la vita divina non è ancora sorta. Stiamo nella vita comune dei buoni cristiani che cercano di fare un buon cammino di santificazione e ancora non si è varcata questa mistica e divina soglia.
"...Molto più che la mia Divina Volontà per chi vive in Essa, vuol stare sempre in atto di dare..." Gesù
Questa è una piccola anticipazione del Paradiso, quando staremo in Paradiso lì - ce lo siamo già detti tante volte - non si sta neanche in un'istante senza qualche nuova trovata da parte dell'Altissimo che letifica e beatifica la creatura con qualche nuovo diletto. La vita del Paradiso è così e quella sorgente inesauribile istante dopo istante dà diletti e gioie sempre nuove. Quel desiderio che noi abbiamo che una cosa appena vista e goduta è bella ma ci ha stancato, l'ideale è che ci fosse qualcosa di nuovo. Ma questa è una spia di quello che siamo stati creati perchè così sarà.
"...Molto più che la mia Divina Volontà per chi vive in Essa, vuol stare sempre in atto di dare e la creatura deve stare sempre in atto di ricevere e se si vuole badare ad altro, la mia Volontà è costretta a fare le sue soste nel dare, perché non la trova attenta nel ricevere ciò che vuol dare e questo è spezzare la corrente Divina; se sapessi che significa, come staresti attenta!..." Gesù
Inizia a pensare a d'altro, non chiama la dv nei suoi atti - tema del brano di oggi - e dimentica le fonti di grazia. Nemmeno il don si rende perfettamente conto di quale sia la tragedia nello spezzare la corrente divina.
".."Figlia mia, tu devi sapere che per chi vive nella mia Divina Volontà, non vi è tempo da perdere, né si può badare a certe minuzie, a timori, ad oppressioni, ad agitazioni, a dubbi, chi ha da fare il più, deve mettere da parte il meno, chi deve prendere il sole e goderselo, è necessario che non badi alle piccole luci e chi possiede il giorno, non deve badare alla notte, perché il Sole è più delle piccole luci ed il giorno ha più valore della notte e se si vuol badare all'uno e all'altro, corre pericolo che non goda tutta la pienezza della luce del Sole, né faccia tutto ciò che può fare il giorno e può succedere che per badare al meno perda il più..." Gesù
Che mi faccio delle candele se ho il Sole? Se ho il giorno non mi metto a ballare di notte...capiamo cosa significa? La cura di questa vita - con quella attenzione - senza ansia - perchè se non facciamo attenzione non facciamo gli atti, perdiamo la connessione ed interrompiamo questa corrente divina.
Sono sempre il piccolo atomo nel Volere Divino, neonata appena e sento l'estremo bisogno di essere alimentata e cresciuta nelle sue braccia Paterne, altrimenti sorge in me il voler umano per formare la sua vita infelice....." Luisa
Non mediteremo mai abbastanza questo particolare: chi vive di volere umano, forma e genera infelicità. Capiamo cosa significa? E' una macchina che produce a ciclo continuo. Se io inizio a fare di testa mia - e questo il don lo vede, quando diamo vita al volere umano, sorge una passion tipo il nervosismo e l'impazienza e si iniziano a fare degli atti e qual'è il salario di quegli atti? L'infelicità. Hai perso la gioia, hai perso la pace e magari l'hai fatta perdere a chi ti sta intorno. Quando sentiamo il nostro io e la nostra volontà umana che vuole nascere ed avere il suo spazio, noi dobbiamo fermarla. Nella prima parte quando Gesù interviene raccomandando di bandire il timore...
"Figlia mia benedetta, coraggio, allontana dal tuo cuore ogni timore, questa è l'arma che o uccide, o ferisce l'amore e fa perdere la famigliarità col tuo Gesù ed io né so stare così, né voglio stare, per chi vuol vivere di mia Volontà, senza intimità,..." Gesù
Ne consegue che ci non sa cosa sia l'intimità con Gesù o ne sente molto poca....proseguite voi. La conseguenza è ovvia.
"..Anzi voglio che in ogni pena che soffri, sia pure la mia privazione, ogni cosa che fai di tutto l'essere tuo, chiami sempre la mia Volontà, affinché tutti gli atti tuoi formino il canale, dove Essa può trovare la via, il luogo, dove racchiudere i suoi beni e farli scorrere in abbondanza a seconda il canale che hai preparato, ogni atto che tu fai può essere un canale di grazie, di luce, di santità che presti alla mia Volontà, la quale ti farà proprietaria dei beni che racchiude nei tuoi atti e li farà scorrere a bene di tutti..." Gesù
Chi vive nella dv forma un patrimonio di beni per sè e anche per tutti, non è solo un fatto personale e privato.
"..Vedi dunque a che deve servirmi il tuo essere, le tue pene, gli atti tuoi, come tanti canaletti in cui posso sempre mettere del mio, deporre del mio è per me felicità, è il darmi da fare, è il sentirmi amato e conosciuto..." Gesù
Se Gesù si fa conoscere si fa sentire. Chi non ama Gesù è perchè ancora non lo conosce perchè non si dispone a conoscerlo.
"...uso tutte le mie attenzioni amorose, per vedere se gli atti suoi sono vuoti d'umano volere e se fa la chiamata alla mia Divina Volontà, la quale trovando il vuoto negli atti umani, si serve di essi come canali per deporre le grazie più grandi, le conoscenze più sublimi, la santità che più le somiglia e con ciò forma la dote divina alla sua amata creatura." Gesù
La persona si svuota del proprio volere (quando chiama la dv nei propri atti) chiama quello divino e Gesù si serve come canali per deporre le grazie più grandi, le conoscenze più sublime e la santità che più le somiglia.
Purtroppo la natura umana tende sempre a sedersi un pò, può succedere che prendiamo qualche buona abitudine poi per qualche circostanza si allenta un pò un giorno e poi ancora un'altro pò e poi ti rendi conto che la vita nella dv è diventata moscia e questo dipende dal fatto che la presenza del Signore è meno intensa, meno palpabile e percepibile.
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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