Pagine

mercoledì 31 maggio 2023

La follia del rendersi infelici

Gesù spiega come chi opera nella Volontà Divina entra nel vortice di amore e felicità che caratterizza l'incessant moto divino. Se le creature sapessero che significa fare la loro volontà, morirebbero di pena perché fare questo significa condannarsi ad essere infelici. La più grande follia. Libro di Cielo, Volume 30, 29 Novembre 1931, 17 Ottobre 2022

29 Novembre 1931 Slancio ed impero degli atti fatti nella Divina Volontà. Scambio di vita tra Creatore e creatura. Dolce mormorio nell’Essere divino.

Se c'è una follia allo stato praticamente puro, quella che se commessa in stato cosciente sarebbe da ricovero, è il comportamento di una persona nel suo operare fa di tutto nel rendersi infelice. Proviamo a pensare a questa cosa. Chi sarebbe così matto che in tutte le cose gli danno fastidio le vorrebbe fare? Perchè vuole star male. Noi che penseremmo di un matto del genere? Che non sta bene, che è quasi da ricovero. Ma il senso della meditazione di oggi e della larga parte dei brani dei Libri di Cielo è che questo (rendersi infelici ndr) fa la quasi totalità di tutte le persone. Giocarsi la dv per fare la propria e qual'è il risultato? Rendersi infelici. Questa cosa è vera nei grandi orizzonti della grande santità e nei piccoli orizzonti della santità comune.

"..Oh! se le creature comprendessero con chiarezza che significa fare la loro volontà, morirebbero di pena nel comprendere il gran male in cui precipitano ed il gran bene che perdono col non fare la nostra Volontà Divina. Sii attenta figlia mia, se non vuoi perdere gli occhi dell’anima, che non sono altro che la mia Volontà e, perduti questi, tu stessa non comprenderai la tua somma sventura, come non la comprendono tante altre creature che perdono la Divina Volontà per fare la propria; ma per far che? Per rendersi infelici.» Gesù

Chi conosce il don nei suoi interventi, ricorderà che uno sui punti in cui insiste è che molti esseri umani non si rendono conto di ciò, il punto è che la stragrande maggioranza delle persone lavora per rendersi infelice e questo lo si fa semplicemente ogni volta che si esce dalla volontà di Dio. Quando si esce da qua e si vive di volontà umana, la nostra vita rimane naturale e non è più soprannaturale e amareggiamo (offendiamo) Dio. Che cos'è il peccato? Al di là delle risposte, ma profondamente che cos'è il peccato? E' aprire il nostro cuore ed anima all'azione devastatrice del male. Il male ci si presenta come realizzante, bello, ecc... ma cosa succede? Lo si fa e si sperimenta la morte. La prima cosa - dice San Paolo - sperimenti la morte, ti condanni a morte la tua anima e se muori in questo stato c'è la morte da dove non c'è ritorno ed anche i tormenti - ma la morte la inizi a sperimentare qua. Qualcuno è contento nel bestemmiare o a vivere senza Dio o ad imbestialirti? Divertente? E' divertente esprimersi in maniera triviale o volgare? E' bello andare in giro conciati senza un minimo di decenza, di classe e di rispetto verso noi stessi. Smalto per uomini, tatuaggi brutti quanto la fame ecc... si diventa un mostro che cammina. Che gli dirà il cervello? Il peccato è una cosa che fa star male, è rendersi infelici. Nelle primissime prediche, il don chiedeva: a Nostro Signore che gliene importa che tu non osservi i 10 comandamenti? La gloria essenziale di Dio - non quella accidentale resa dalle creature - è intoccabile, se qualcuno bestemmia Dio mica lo intacco nella sua perfettissima felicità? Non gli fa nè caldo nè freddo alla sua gloria essenziale, a noi fa male bestemmiare. E il fatto che Lui mi dica di non fare questa cosa perchè offende Lui - in quanto contro l'amore e la vita (bestemmiare), offende Dio perchè degrada la creatura e la rende mostruosa. Se le persone capissero questa cosa e poi facessero lo step ulteriore, cioè comprendessero la sventura di giocarsi la dv per fare la loro, avremmo fatto bingo.

«Figlia mia, stare nell’abitazione della mia Divina Volontà è stare al posto d’onore, dato da Dio quando la creatura fu messa fuori alla luce del giorno e a chi rimane al suo posto, Dio non fa mancare nulla, né santità, né luce, né forza, né amore. Anzi, mette a disposizione della creatura quello che vuol prendere dalla sorgente divina. Sicché vive nell’abbondanza di tutti i beni, tutti gli atti fatti nella Divina Volontà hanno la virtù operativa di Dio, il quale si sente, dalla sua stessa potenza, tirato ad operare nell’atto della creatura e perciò questi atti hanno virtù di slanciarsi con tale impeto ed impero nello stesso mare della Divina Volontà, per muoverla e metterla in attitudine di raddoppiare la sua gloria e farle operare nuova bontà, nuova misericordia, nuovo amore e luce verso tutte le creature, sicché la creatura, coi suoi atti, non fa altro che girare il motore divino per farlo operare...." Gesù

Gesù descrivere una persona che qualsiasi cosa fa, lo fa per piacere a Dio, di fare ciò che a Lui è gradito, questo background ininterrotto (di ricerca di piacere al Signore, ecc...) a volte è disgraziatamente turbato o inceppato dalle nostre innumerevoli - e talvolta inevitabili - miserie che ci portiamo dietro che forse con la dv non ce le porteremo più con la dv. Tu magari non vorresti rispondere male al prossimo ma una persona ti prende in un momento dove non ci sto tanto presente e in un'attimo gli rispondo mai e poi mi pento. Ma intanto gli hai risposto male. Signore, io non avrei voluto farlo (esempio) ma l'ho rifatto un'altra volta. Non diamoci mai per vinti. Però quando si tratta di cose di questo genere sono cose che stanno in superficie, ma sempre dobbiamo vedere - l'esame di coscienza non sia solo un stare alla superficie - lo strato profondo dove dobbiamo arrivare è questo: in qualunque momento della mia giornata, io potrei dire: sto amando Gesù? Se mangi, bevi, dormi, se stai a parlare con una persona ecc....? Se tu dici sto amando Gesù mangiando, questa è una grande risposta o sto amando Gesù riposando o tacendo ecc... perchè un bel tacer non fu mai scritto. In due parole, la sostanza della vita nella dv è questo. Poi dentro a questa cosa, le altre realtà sulle quali dobbiamo metterci impegno, quando c'è questo status generale, ti sorprenderai che ti parte un giro d'amore inedito e non sai come te lo sei inventato. Il don ha ripensato all'ultima catechesi su Tenera Amata ha detto e ha capito alcune cose, ma ancora di più quando la diretta è finita, perchè Tenera Amata spiega come dal mondo soprannaturale vengano mossi i nostri pensieri. Non attraverso l'infusione diretta ma attraverso la sollecitazione e la concatenazione di pensieri già presenti in noi che vengono portati verso un'obbiettivo, ecco perchè sembra che pensiamo noi; ogni pensiero che noi facciamo o siamo noi, o è un'ispirazione divina o è diabolica ma sembra sempre un pensiero mio. Questo per dire che molte volte non è facile capire da chi è arrivata l'ispirazione. Vengono a volte questi sospetti. Dobbiamo essere persuasi e convinti che nella condizione nella quale siamo, è che lasciati a noi stessi, se noi assecondiamo il nostro essere così com'è, da noi non esce nulla di buono. Quest'atto di umile riconoscimento noi dobbiamo farlo perchè è la verità che dipende dalla nostra condizione decaduta. Nella nostra vita di grazia ordinaria questo principio subisce una forte mitigazione. Quando uno non sta in grazia di Dio, il massimo che gli può uscire è inerente alla bontà naturale umana ma niente di più. Non possiamo sapere con certezza chi si trova in Grazia di Dio.

«Figlia mia, tu devi sapere che in ogni cosa che fa la creatura, diamo l’atto di vita che esce da Noi, se pensa, le diamo la vita del pensiero della nostra intelligenza; se parla, le diamo nella sua voce la vita della nostra parola; se opera, la vita delle nostre opere corre nella sua; se cammina diamo la vita dei nostri passi nei suoi; vedi, sono due atti di vita che devono concorrere in ciascun atto di creatura: prima, l’atto di vita divina e immediatamente l’atto della creatura. Ora, se tutte le cose che essa fa, le fa per amor di chi le dà la vita, si forma uno scambio di vita; vita diamo e vita riceviamo. E nonostante ci sia gran differenza tra gli atti di vita nostra e quelli della creatura, però restiamo glorificati ed appagati, perché quello ci può dare e quello ci dà, molto più, che tutti gli atti fatti da essa per darci lo scambio di vita, restano non fuori di Noi, ma dentro di Noi, come attestati di vita perenne della creatura...." Gesù

Se la dv non si mette a vita del nostro pensiero, parlare, camminare ecc... non possiamo fare nulla. Ricordiamo l'altro grande principio: tutto ciò che è, ogni ente (cioè un'ente è ciò che ha l'essere, che esiste o che vedi - dalla pietra alle forme di vita più evolute) è stato creato da Dio e Dio lo mantiene nell'essere con un'atto preciso e positivo. Non è che l'ha fatto e l'ha lasciato a sè. Sotto questo punto di vista noi comprendiamo che tutti vivono in questo senso ampio nella dv, però dice Gesù quasi nessuno vive nel dv operando per amor di Dio. Fa suo questo atto e opera in Dio con Lei e per Lei sapendo che da sè non potrebbe far nulla.

"..sicché la creatura, coi suoi atti, non fa altro che girare il motore divino per farlo operare. E’ vero che Noi siamo moto continuo che produce opere incessanti, ma è pur vero che col fare essa i suoi atti nel nostro Volere, entra in questo moto, vi mette del suo ed il nostro moto si sente girare e muovere dalla creatura, per produrre le nostre opere, sentiamo il suo atto immediato con tutte le opere nostre. Quindi, sentirla insieme con Noi, coi nostri atti, è la gloria e la felicità più grande che possiamo ricevere..." Gesù

Dio è moto incessante ed ininterrotta di produzione di ogni bene, gaudio, gioia ecc...e quando facciamo gli atti noi entriamo in questo ciclone ed ecco perchè stiamo bene, quando una persona deve capire se sta bene nella dv deve capire se sta bene (sei felice della vita che hai? Senti la felicità nel cuore? Hai pensieri che ti angosciano? A che pensi in continuazione? Pensieri tristi? In preda alle passioni? Pensieri di invidia, gelosia ecc...? Se abbiamo queste cose non stiamo nella dv). Se Dio è un generatore di gioia come posso io - se ci entro - stare male? Certo, poi ci sono anche le nostre sciagurate uscite, ci arriva una tentazione consistente, ci cade una tegola consistente in testa e non siamo in grado di agire in maniera subito in maniera adeguata, ma l'incidente non intacca la nostra situazione abituale.

"..Ma qual non è il nostro dolore quando diamo vita agli atti della creatura e nulla riceviamo, questi suoi atti restano fuori di Noi e come dispersi, perché manca la corrente del nostro Volere e del nostro amore che ce li porta e la maggior parte di questi atti porta il suggello dell’offesa a chi ha dato loro la vita. Oh! se le creature comprendessero con chiarezza che significa fare la loro volontà, morirebbero di pena nel comprendere il gran male in cui precipitano ed il gran bene che perdono col non fare la nostra Volontà Divina..." Gesù

Non date retta alle cornacchie che dicono che senza Dio si campa meglio, e non fatevi lusingare dalle faccie apparentemente tronfie e gaudenti che appaiono in pubblico ma bisognerebbe vederle nel privato. E bisognerebbe vederle nel cuore. Se una persona è senza Dio, quella persona felice non è.

MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI

Nessun commento:

Posta un commento