Lezione di Gesù sulla Verità e le Verità. Chi vive nella Divina Volontà non può non essere nella verità, non cercare la verità, non servire e amare la verità. Solitudini di Gesù nell'Eucaristia e suoi desideri della nostra compagnia. Libro di Cielo, Volume 25, 4 Novembre 1928, Giovedì 25 Novembre 2021
4 Novembre 1928
La verità è luce che parte da Dio e si fissa nella creatura. Benedizione di Gesù.
Scritto chiaramente diviso in due parti: nella prima si parla di Luce, di Verità e di Verità che sprigionano da Dio luce e raggiungino coloro che l'accolgono senza lasciare il proprio centro. Dio può arricchire tutti senza impoverirsi. Anche noi come creature in parte c'è qualcosa in cui partecipiamo in questo, se noi comunichiamo una verità al prossimo non è che ce ne priva, non la perdiamo ma ci arricchiamo a vicenda. Attraverso la comunicazione dei beni spirituali possiamo capire qualcosa di questa immensità divina che dà a tutti senza impoverirsi.
"Figlia mia, per quante verità ti ho manifestato sulla mia Divina Volontà tante luci si sono sprigionate dal nostro seno divino e si sono fissate in te, ma senza distaccarsi dal centro del tuo Creatore, perché la luce è inseparabile da Dio, si comunica, si fissa nella creatura e non perde mai il suo centro donde uscì. Com'è bello vedere la creatura fissata da tutte queste luci che hanno virtù di far risorgere in essa Colui che l'ha creata e tante volte per quante verità le vengono manifestate! E siccome le cose che ti ho manifestato sulla mia Divina Volontà sono verità innumerevoli, tante che tu stessa non puoi numerarle tutte, tante luci, ossia tanti raggi luminosi sono fissati in te che scendono da Dio, ma senza distaccarsi dal suo seno Divino...." Gesù
Nella seconda parte Gesù ritorna sul tema dell'Eucarestia, nella benedezione con Gesù Sacramentato (ricordiamo che Luisa è stata spostata in una casa con un contatto perenne con Gesù Sacramentato cosa che prima non c'era); Gesù spiega cosa succede a chi viene benedetto e si trova nella dv e poi parla della sua solitudine sacramentale.
Per quanto riguarda la luce e la Verità. Chi vive nella dv entra in contatto strettissimo, intimo e profondo nella misura in cui questa vita è autentica con la Verità. E' un tema che abbraccia in maniera forte, decisa e profonda il Vangelo di San Giovanni dove Gesù si presenta: Io sono la Verità. Chiunque è dalla Verità ascolta la Mia voce (di Gesù). La Verità è anzitutto una persona (Gesù) e chiunque è dalla verità ascolta la mia voce, cioè le persone che attraverso l'intelligenza raggiungono la verità - che per prima cosa è una conoscenza oggettiva, vera e reale della realtà, di ciò che è vero o no, di ciò che è bene o no. Una delle più nobili discipline umane che ha come statuto la ricerca della Verità è la filosofia e rispondere alle grandi domande: problema di Dio, del senso della vita, il bene comune, la ricerca della giustizia, ecc... Gesù dice: se una persona sinceramente sta cercando la Verità sta cercando di Gesù e anche se non è capace di conoscerlo, arriverà un momento nella sua vita in cui incontrerà Gesù perchè quando lo sentirà adeguatamente non potrà farne a meno di riconoscere quello che Gesù insegna, dice e propone è esattamente quello che ha cercato. Esperienza per esempio dei grandi filosofi convertiti: san Giustino martire era un filosofo pagano, ha trovato nel Cristianesimo quello che lui cercava nella filosofia.
Possiamo invertire i termini in questo modo: chi non ascolta la mia voce non cerca veramente la verità, è impossibile che una persona che ascolta veramente Gesù non sia nella verità e quindi chi pensa di ascoltare la mia voce e pensa di vivere nella dv ma non è nella verità ha qualcosa da resettare e sistemare. Perchè la Verità è una e non ce ne sono di più. Di fronte alle problematiche che vediamo, ci sono sempre varie possibilità a seconda dei punti di vista ma uno solo è quello vero. Due cose che sono contradditorie non possono essere vere allo stesso tempo, due letture delle vicende della storia non possono essere contemporaneamente vere. La vita nella dv richiede la nostra attenzione continua a cercare la Verità profonda e il senso delle cose. San Paolo dice che noi non abbiamo nessun potere contro la Verità, non si può andare contro la Verità a qualsiasi prezzo, perchè anche chi ha la massima autorità terrena possibile, ogni autorità terrena per essere legittamente interprete ed in carica deve essere al servizio della Verità altrimenti perde qualsiasi forma di autorevolezza. Così noi non possiamo e non dobbiamo scendere a compromessi con la Verità perchè la dv diventa una barzellette e la nostra vita diventa una pantomina. La dv non è un'insieme di pii esercizi e pratiche distaccate dalle opere.
Quando una persona vive nella dv, quando Gesù la bendedice succedono alcune cose:
"Figlia mia, ti benedico il cuore e suggello la mia Divina Volontà in esso, affinché palpiti in tutti i cuori il tuo palpito unito con la mia Divina Volontà, affinché richiami tutti i cuori ad amarla...." Gesù
Il palpito del cuore, la circolazione del sangue e il respiro sono i tre moti oggettivi della dv in noi. Nell'essere umano la dv si trova in questi tre moti naturali del corpo. Il palpito del cuore è sempre un palpito della dv nella creatura, ma quand'è che il palpito è unito alla dv? Non solo quando compio l'atto preventivo - certo questo chiama la dv in maniera consapevole nel moto del corpo - ma la dv palpita nel cuore quando la persona mette in pratica il primo comandamento (Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore) e allora certo che palpita la dv, allora certo è che attraverso questa benedizione si chiamano i cuori degli altri ad amare Dio.
"..Benedico i tuoi pensieri e suggello la mia Divina Volontà in essi, affinché chiami tutte le intelligenze a conoscerla..." Gesù
Devono essere intelligenze che non compiono pensieri bislacchi o che hanno abdicato a funzionare, - crto che devo chiamare la dv a circolare nel mio sangue e a pensare nella mia mente ecc... nell'atto preventivo - però diventa una contraddizione se, dopo aver chiamato la dv a pensare (palpitare ecc...) se poi io abdico a pensare in maniera sensata, ragionevole a pormi di fronte alle situazioni non accodandomi alle passioni, a quello che pensa la gente ma facendo il doveroso sforzo di usare l'intelligenza che Dio mi ha donato.
"..Ti benedico la bocca, affinché scorra la mia Divina Volontà nella tua voce e richiami tutte le voci umane a parlare del mio Fiat..." Gesù
Noi non possiamo essere sbocacciati nel parlare perchè dove viene la dv in una bocca che dice volgarità? Può la dv muoversi in una bocca che parla in una maniera sbocacciata? - La volgarità, calunnia, ecc... sono cose che però sono diffuse anche tra molti cristiani, il don prova fastidio nel sentire interventi e posizioni di persone che si professano cristiane ma devono condire il loro parlare con volgarità e diventa il tutto triste.
Il cuore, l'intelligenza e la bocca, per quanto sta in noi teniamole fuse con noi con l'atto preventivo e di fusione ma facciamo anche - per quanto sta in noi, per quanto ce ne rendiamo conto - mi è presa una arrabbiattura alla sprovvista - incursione del diavolo, la nostra debolezza, vatti a confessare subito. Ma è diverso una cosa di questo genere (caduta per debolezza ndr) rispetto a chi fa di questo modo di parlare comune accettato senza farsi nessun problema.
Gesù gode nel benedire un'anima che vive nella dv e Gesù nella ostia santa invece è muto, non soltanto perchè non parla l'ostia ma perchè nessuno gli dice una parola.
".. Oh! come mi sento più felice nell'operare, pregare, benedire, chi fa regnare il mio Volere; in quest'anima trovo la Vita, la luce, la compagnia e tutto ciò che io faccio subito sorge e vedo gli effetti degli atti miei e non sono solo se prego, se opero, ma ho la compagnia di chi lavora insieme con me. Invece in questa prigione Sacramentale, gli accidenti dell'ostia sono muti, non mi dicono una parola, faccio tutto da solo, non sento un sospiro che si unisca al mio, né un palpito che mi ami, anzi è un freddo di sepolcro per me che non solo mi tiene in prigione, ma mi seppellisce ed io non ho a chi dire una parola né a chi fare uno sfogo, perché l'Ostia non parla, sono sempre in silenzio e, con una pazienza Divina, aspetto che i cuori mi ricevano per rompere il mio silenzio e godere un poco di compagnia. E nell'anima in cui trovo la mia Divina Volontà mi sento rimpatriare nella mia Patria Celeste..." Gesù
Quindi (già visto nelle meditazioni precedenti) le delicatezze che abbiamo con Gesù Sacramentato, il rapporto che abbiamo con Lui, ecc.. la nostra fantasia si deve industriare più che può. Se passi davanti ad una Chiesa e non hai troppa fretta, se entri un'attimo e ti affacci e fai una comunione spirituale (per esempio), un gesto del genere è graditissimo al Signore. Li vedremo in Paradiso, l'amore umano è fatto di piccoli gesti. Quanto saremmo contenti di ricevere un sms dal coniuge con su scritti: volevo dirti che ti amo? E' un pensiero. Gesù non è un'essere insensibile, il fatto che l'Ostia non parli non significa che Lui non ci sia. Lui sta lì con una pazienza divina aspettando che qualcuno che lo riceva rompa il silenzio. Un parroco sta a contatto con queste cose, quindi tante cose le vede e le percepisce e non vorrebbe che ci fosse qualcuno che presa la comunione faccia finire la cosa. E non ci sia nemmeno un grazie o Padre Nostro. E quante persone non sanno che dire a Gesù nell'Ostia. Gesù però si è lamentato tante volte nelle vite dei santi e mistici di ciò. Un'anima che voglia vivere nella dv può avere un rapporto nullo con Gesù Eucarestia? Gesù sta nell'Ostia per noi e non per sè stesso. Facciamo in modo che almeno noi diamo il ricambio d'amore a Gesù.
MEDITAZIONE DI DON LEONARDO MARIA POMPEI
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